Oggi si festeggia S. Ambrogio.

Ambrogio nacque a Treviri nella Gallia, con molta probabilità nel 334, da un alto funzionario dell’amministrazione imperiale. Morto il padre quando Ambrogio era ancora bambino, la madre si trasferì con i figli, il piccolo Ambrogio, Marcellina e Satiro, a Roma. Non sappiamo molto dell’infanzia e dell’adolescenza di Ambrogio. Dopo il primo corso scolastico, secondo l’uso dei tempi passò agli studi di retorica. Ebbe una formazione non solo letteraria, ma anche giuridica e musicale e nella sua famiglia ricevette una solida educazione cristiana; ma rimase catecumeno.
A 25 anni fu inviato, come prefetto del pretorio, a Sirmio in Pannonia; nel 370 circa, passò, come governatore, nella provincia della Liguria e dell’Emilia e poi a Milano. Qui esercitò la magistratura in maniera tanto “equa e paterna” da attirarsi la benevolenza di tutti. Presente nel momento in cui la popolazione era in agitazione per l’elezione del nuovo vescovo, nell’aperta contesa tra ariani e cattolici, mentre Ambrogio s’interponeva con abilità per moderare i tumulti, una voce di fanciullo esclamò: “Ambrogio vescovo! ”. La folla accolse l’indicazione di quella voce e ne fece un grido insistente. Dopo il primo smarrimento, Ambrogio si arrese alla volontà di Dio manifestata attraverso il popolo. Fu battezzato il 30 novembre 373, e il 17 dicembre consacrato vescovo.
Il fratello Satiro lasciò Roma e la sua carriera di alto funzionario statale per venirgli in aiuto nell’amministrazione della diocesi e nella fabbrica delle chiese. Satiro morì pochi anni dopo, nel 378, e Ambrogio ne fece l’elogio funebre in due omelie, che sono un documento di amore fraterno e di speranza cristiana.
A Milano Ambrogio fu molto amato e apprezzato, per la ricchezza umana della sua persona e per la sua evangelica coerenza: egli infatti cedette i suoi beni alla Chiesa, riservandone solo l’usufrutto alla sorella monaca Marcellina, mentre egli visse in semplicità e sobrietà, cercando di aiutare tutti coloro che bussavano alla sua porta. Svolse un’attività pastorale intensissima, senza trascurare la frequentazione assidua della Scrittura. Ne sono testimonianza i numerosi scritti che ci ha lasciato, commenti esegetici, opere morali e ascetiche, elaborazioni dogmatiche e inni.
Con gli imperatori seppe tenere un atteggiamento mite e forte a un tempo, ottenendo il loro appoggio per porre fine alla questione ariana. Con i vescovi convocati al Concilio di Aquileia infatti, nel settembre 381, riuscì a chiudere la lunga stagione delle controversie che avevano diviso i cristiani.
Ambrogio morì a 57 anni d’età (23 d’episcopato) il 4 aprile, all’alba del sabato santo.

(dal sito chiesa di milano.it)

UTE – Letteratura coloniale – Don Milani: il Priore

Il periodo coloniale è caratterizzato da due tipi di letteratura:

  • racconti di viaggi di esplorazione dell’Africa come quelli di Gabriele Casati (Lesmo 1811 – Monticello Brianza 1882) :
  • romanzi romantico-decadenti incentrati sui misteri delle foreste equatoriali, sul fascino delle donne africane, sugli indigeni rappresentati come selvaggi e incivili, sulla bellezza di una terra incontaminata rispetto alla civiltà occidentale corrotta.
  • Tra gli scrittori di questa corrente troviamo Ferdinando Martini: governatore in Eritrea, fa un’analisi realistica dell’Africa, scevra da esotismi; non crede alla missione civilizzatrice, ma ritiene inevitabile la conquista di quelle terre da parte dei paesi più progrediti tecnologicamente.
  • Alfredo Oriani ritiene che l’Italia abbia una irrevocabile missione civilizzatrice assegnatale dal destino. Fu molto esaltato in epoca fascista dopo la sua morte
  • Enrico Corradini si rifà ad Oriani e fa suo il mito del “superuomo” di D’Annunzio. Afferma che le nazioni devono conquistare “un posto al sole” dove far confluire i propri emigranti (tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 furono 10milioni gli Italiani che migrarono verso Argentina e Stati Uniti). Nel 1911 appoggia la guerra per la conquista della Libia ed esprime disprezzo per Arabi e Turchi.
  • Giovanni Pascoli è un grande innovatore della poesia ottocentesca per i temi scelti e per la sensibilità nuova. Anche Pascoli appoggia le guerre di conquista, perchè vede come una tragedia il fenomeno della migrazione. Scrive poesie sulle sconfitte italiane in Africa, ma tali composizioni suonano come “forzate”, non spontanee: i temi nazionalistici non gli si addicono.
  • Gabriele D’Annunzio è un sostenitore dei regimi autoritari, appoggia la guerra in Libia, definisce il Mediterraneo “mare nostro” (come i Latini) ed esalta il mondo romano. Riporto qui di seguito le prime due terzine de “La canzone d’oltremare”

I miei lauri gettai sotto i tuoi piedi,

o Vittoria senz’ali. Ê giunta l’ora.

  • Tu sorridi alla terra che tu predi.
  • Italia! Dall’ardor che mi divora
  • sorge un canto più fresco del mattino,
  • mentre di te l’esilio si colora……
  • Ringrazio il prof, Galli per avermi fatto conoscere un aspetto di Pascoli che non sospettavo
    • %/%/%/%/%/%/%/%
  • DON MILANI – Nominato Priore a Barbiana, apre subito una scuola serale per gli adulti, ma a causa dell’emigrazioni di questi verso la pianura, la sua scuola si svuota e don Milani allora rivolge la sua attenzione ai ragazzi e convince i genitori dell’importanza dell’istruzione. Comincia con un doposcuola gratuito aperto tutto l’anno, poi i ragazzi studiano a Barbiana e sostengono gli esami nelle scuole statali. Fa leva sulla lettura dei quotidiani perché ritiene prioritaria la padronanza della parola. Offre occasioni di viaggio ai suoi ragazzi, che tratta da padre. La scuola deve essere democratica, cioè offrire a tutti le stesse possibilità, ma gli insegnanti devono assumere un ruolo di guida.
  • Don Milani amava profondamente la Chiesa e per questo criticava aspramente ciò che non riteneva giusto, per questo si attirò l’ostilità delle gerarchie. Accadde anche in occasione di una sua lettera ai cappellani militari in cui sosteneva e caldeggiava l’obiezione di coscienza, in un momento in cui essa veniva punita con il carcere.
  • Nel 1960 comparvero i primi sintomi della malattia che lo porterà alla morte qualche anno dopo.
  • Sempre interessante e piacevole seguire le lezioni del prof. Cossi. Grazie!
  • (P.S. : mi scuso per la stranezza dell’impostazione grafica, ma non sono riuscita a correggerla)