Poesia: Maggiolata (G. Carducci)

Maggio risveglia i nidi,
maggio risveglia i cuori;
porta le ortiche e i fiori,
i serpi e l’usignol.

Schiamazzano i fanciulli
in terra, e in ciel gli augelli;
le donne han nei capelli
rose, ne gli occhi il sol.

Fra colli, prati e monti,
di fior tutto è una trama:
canta, germoglia ed ama
l’acqua, la terra, il ciel.

Ha il ritmo cantante di una filastrocca questa poesia di Carducci che ci parla della bellezza del mese di maggio, che è da sempre sinonimo di trionfo della natura e stagione degli amori per ogni essere vivente.

Povera Martina!

Da due giorni i notiziari ci informano su tutto quanto ruota attorno all’omicidio di una “ragazzina” di 14 anni : Martina Carbonaro di Afragola.

Il colpevole, reo confesso, sarebbe un ragazzo di 19 anni che tutti definiscono “il suo fidanzato”.

Ma di cosa stiamo parlando? Conosciamo ancora il significato della parola “fidanzamento”? Stando alla nostra cultura, il fidanzamento è l’assunzione di un impegno in vista di un futuro matrimonio: ciò implica una maturità e una consapevolezza che non si può avere a 14 anni!!! Come si può consentire a una bambina di quell’età di intrattenere rapporti con un ragazzo di poco più grande?

Perchè le famiglie di oggi non hanno più nemmeno la voglia di fornire esempi di vita vissuta secondo regole etiche?

Due ragazzini si guardano, vogliono sentirsi grandi e scimmiottano i comportamenti che hanno appreso nei video-giochi o nel “mare magnum” di internet e nessuno pone loro dei paletti, delle regole precise di comportamento, dei limiti, proprio per evitare degenerazioni pericolose, … poi la situazione sfugge di mano e tutti a piangere.

Credo che il responsabile debba pagare duramente il proprio delitto, ma credo che tutta la società non possa sentirsi innocente: sono gli adulti i veri responsabili indiretti di quanto accaduto alla povera Martina.

UTE: Bergson e lo slancio vitale – Cipriano e il “Padre nostro”

Ieri si sono tenute le ultime due lezioni dell’Anno Accademico 2024/2025; nella prima ora, il prof. Porro ci ha presentato un importante filosofo francese del secolo scorso: Henri Bergson. Uno dei suoi temi di indagine è stato “Il Tempo” : Bergson distingue nettamente tra il tempo scientifico, misurabile e quantificabile, e il tempo vissuto, che è qualitativo e intuitivo.

Il tempo vissuto, il tempo della coscienza, è irreversibile, non è fatto di istanti omogenei, ma di istanti in cui il presente è ricco del passato e anticipa il futuro. La durata è il fluire del tempo, in cui presente, passato e futuro si intrecciano.

Il passato rimane dentro di noi e ci fa essere ciò che siamo. Bergson poi distingue tra MEMORIA ( ciò che resta in noi di tutto il nostro vissuto) e RICORDO (quello che noi riusciamo a far emergere nella nostra mente di ciò che abbiamo vissuto).

Mentre Darwin afferma che l’evoluzione avviene per mutazioni casuali e selezione naturale, Bergson sostiene che, mentre i fenomeni naturali si ripetono sempre uguali, gli esseri viventi hanno uno slancio vitale che spiega perché la vita si rinnova in forme sempre diverse.

Tale slancio vitale si esprime anche nella vita delle società: mentre nei regimi dittatoriali la morale esige il conformarsi a leggi dettate dalla società stessa; nelle società aperte la morale si esprime attraverso lo slancio vitale nella religione dell’amore (Cristianesimo). Bergson afferma poi che esistono due tipi di religione: una religione statica che tende a ripetere tradizioni e miti e a conservare immutati i legami sociali; la religione dinamica invece cerca di fare proprio lo slancio vitale, che è slancio di amore verso Dio e verso il prossimo.

Mi è piaciuto trovare l’occasione di rivedere alcuni concetti filosofici appresi alle superiori, che si erano andati annebbiando nella mia mente.

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Da molti anni don Ivano ospita e sostiene nei loro studi dei ragazzi africani. Uno di questi, Moise Kapuku Kunyiama, già laureato, è tornato in Congo, rifiutando ottime offerte di lavoro qui in Italia, perché vuole contribuire al progresso economico e sociale del suo paese. Ieri, Moise è venuto all’UTE con don Ivano per presentare il suo progetto che ha bisogno di finanziamenti per poter essere realizzato. Egli vuole infatti creare un centro di ricerca nell’Università in cui insegna, per studiare i problemi della regione in cui vive e proporre poi al governo locale delle soluzioni adeguate. Auguro con tutto il cuore a Moise di poter realizzare il suo progetto.

CIPRIANO: Dopo questa premessa, Don Ivano ha concluso il suo ciclo di lezioni sulla storia del Cristianesimo con ulteriori considerazioni su Cipriano, figura notevole del III secolo d. C., proveniente da quel mondo nord-africano che in quel periodo rappresentava il cuore culturale ed economico dell’Impero Romano.

Per sfuggire alle persecuzioni, Cipriano era stato convinto dai suoi a fuggire nel deserto, ma per questo dovette poi subire molte pesanti critiche dai suoi avversari. Ottimo scrittore e uomo di grande spiritualità, mentre si trova nel deserto si dedica alla scrittura e si cimenta sulla necessità di educare e formare i cristiani. Uomo di preghiera, analizza e commenta sapientemente il testo del “Padre nostro” rilevando anche le improprie traduzioni dal greco di alcuni termini. La preghiera non è una formula ripetibile meccanicamente, ma implica il fatto di rendersi conto delle parole che si stanno pronunciando nella consapevolezza che si sta stabilendo un rapporto con Dio.

Con queste due lezioni, si conclude, come già detto, questo Anno Accademico che lascia, in chi lo ha seguito, frutti di conoscenza e stimoli a proseguire il proprio aggiornamento culturale approfondendo quegli argomenti che più lo hanno coinvolto.

L’ultimo appuntamento è fissato per venerdì 30 maggio: avremo modo di salutarci, di augurarci buona estate festeggiando con qualche bibita e qualche buon pasticcino. A venerdì!!!

GAZA, uno scandalo!

Sto sentendo alla radio l’onorevole Boldrini parlare della situazione a Gaza e ne sono veramente costernata: quanti giornalisti sono stati uccisi! Quanti operatori delle organizzazioni di solidarietà sono stati uccisi! Quanti bambini sono stati massacrati!

Perché non è consentito agli osservatori di entrare ? Solo ieri inviati dell’UE sono stati accolti a fucilate…

E’ una situazione che sa tanto di “soluzione finale”, termine che il governo di Netanyau dovrebbe ben ricordare …

Per quanto ancora dovremo assistere a questo assedio che sa di Medioevo, ma attuato con mezzi molto più sofisticati ed efficienti? L’Europa non può continuare a chiudere gli occhi… il mondo non può continuare a guardare altrove.

UTE: ultime lezioni.

Per mancanza di tempo e per l’accavallarsi di molti impegni, non ho potuto continuare a fare il solito resoconto delle lezioni; per questo oggi voglio soltanto ricordare gli argomenti trattati con la solita competenza dai nostri docenti.

Don Ivano, ci ha fatto conoscere Cipriano, un personaggio della Chiesa dei primi secoli impegnato a testimoniare concretamente il Vangelo, tanto da finire decapitato nel 258 d. C.

Il dr. Spagnuolo, con la solita competenza, ci ha aggiornato sui diritti reali di godimento: diritti che consentono di godere di beni che non ci appartengono: usufrutto, comodato d’uso, usucapione…

Il dr. Lissoni ci ha illustrato il complesso dei fattori che consentono al nostro corpo di stare in equilibrio e ci ha poi detto cosa fare per evitare cadute che possono avere conseguenze serie soprattutto in persone non più giovani.

Il prof. Porro ci ha parlato di Michel De Certeau, un filosofo (teologo gesuita) molto apprezzato, che si trovò a vivere il ’68 francese e ne comprese la portata rivoluzionaria.

Il dr, Simone Frigerio ci ha introdotto nel futuro dell’alimentazione, parlandoci della produzione di alimenti con le stampanti in 3D: questa tecnologia consente ora di creare vere opere d’arte in pasticceria, ma in futuro potrà consentire di eliminare gli sprechi alimentari e di produrre cibo per una popolazione mondiale in continuo aumento.

Il prof. Galli ci ha presentato il risultato delle sue ricerche storiche sul ruolo dei partigiani socialisti nella resistenza nelle province di Como e Lecco, ricordando in quale dilemma si siano trovati i giovani italiani dopo l’8 settembre 1943: da che parte schierarsi? Arruolarsi come soldati della Repubblica di Salò o combattere sulle montagne coi partigiani o imboscarsi in attesa che tutto finisse? Ci ha anche ricordato le parole di Sandro Pertini : “Non c’è vera libertà senza giustizia sociale, non c’è vera giustizia sociale senza libertà”. Sono parole queste che dovremmo sempre ricordare, visto che si allarga sempre di più il gap tra ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri: situazione questa che non può protrarsi all’infinito senza ripercussioni facilmente prevedibili.

Queste poche righe di sintesi di due settimane di lezioni ha solo l’intento di ricordare quanto sia varia l’offerta culturale della nostra UTE , grazie all’impegno di docenti, dirigenti e soci.

Beata gioventu’!!! E’ ancora così?

In questo articolo di Avvenire (l’unico giornale on line che ti consente di leggere i propri articoli anche se non sei abbonato) viene raccontata la condizione dei giovani di oggi nel nostro paese e nel mondo: ovunque i diciottenni sono sfiduciati, impauriti e senza speranza per il proprio futuro.

Contribuiscono a questo stato di cose tanti fattori: la paura di un mondo del lavoro che si prospetta sempre più complesso e di difficile accesso, il cambiamento del clima con conseguenze ancora non del tutto prevedibili, ma certamente non positive, e la solitudine nonostante le centinaia di “amici” virtuali sui social.

Le famiglie di oggi si sono premurate di provvedere all’unico figlio (o al massimo due) ogni confort e sicurezza economica, ma questi ragazzi non hanno fratelli, non hanno cugini e hanno intorno una marea di adulti che li soffocano con le loro ansie e le loro premure.

Nelle famiglie di qualche decennio fa, le ansie e le aspettative dei genitori e dei parenti, venivano diluite su tre/ quattro figli a famiglia e su una mare a di cugini; non si aveva il tempo di controllare ogni loro mossa e i ragazzi crescevano anche grazie ai rapporti coi fratelli e coi tanti compagni di gioco che incontravano nei cortili e nella strada. Ora i cortili sono vuoti e i bambini vanno ai corsi di nuoto, di calcio, di ginnastica, di chitarra …. per poter passare il tempo in un modo diverso che non sia davanti alla televisione o digitando un cellulare, ma i rapporti con i compagni di quelle attività non hanno la stessa spontaneità e libertà. Si aggiunga poi che proprio dalle nuove tecnologie i ragazzi vengono catapultati in un mondo sterminato di notizie e di sollecitazioni non sempre positive, anzi… un mondo che li affascina certamente, ma che sfugge al loro controllo e li fa quindi sentire ancora più insicuri e a volte li rende bersaglio di messaggi violenti o comunque negativi.

Contrariamente al luogo comune secondo cui la giovinezza è l’età più bella, io ho sempre considerato quel periodo della vita tra i più difficili da vivere (anche ai miei tempi ormai lontani), ma almeno una volta c’era la speranza a sorreggerci e la consapevolezza che non saremmo stati soli ad affrontare il futuro; oggi i giovani si percepiscono soli e confusi, anche perché molto spesso la società in genere o, a volte, la famiglia stessa si sono premurati di togliere ai ragazzi la speranza che viene dalla fede e dalla certezza di essere amati gratuitamente, così come sono, nella loro straordinaria unicità, dal Creatore della vita.

Un briciolo di fede e qualche pratica religiosa, come risulta anche dall’articolo, non possono che aiutare a crescere con un po’ più di serenità.

UTE: Blaise Pascal: fede e scienza

Purtroppo per un impegno inderogabile , ieri non ho potuto seguire la prima lezione della prof. Beretta sul cretto di Burri, pertanto mi limito a invitare chi fosse interessato a cliccare QUI

Ho potuto invece seguire la lezione del prof. Porro su un genio francese del XVII secolo: Blaise Pascal (1623- 1662). In quel periodo storico si assisteva alla nascita della scienza secondo i criteri indicati da Galileo e Pascal fin da giovanissimo si interessa di matematica, di logica, di fisica. Per aiutare il padre, funzionario statale , per la riscossione delle tasse, inventò la prima macchina calcolatrice (detta pascalina).

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