SE QUESTO E’ UN UOMO.
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.
Dedico questa poesia di Primo Levi ai Palestinesi di Gaza … Forse l’autore non avrebbe mai potuto immaginare che, in un futuro non molto lontano dai giorni in cui ha scritto la sua poesia, i governanti del suo popolo avrebbero assunto il ruolo di persecutori senza pietà.
Ora a Gaza ci sono uomini e donne che non hanno più dove stare e ormai da due anni sono costretti a percorrere e ripercorrere, da nord a sud e viceversa, le strade ingombre di macerie della loro terra, in cui non trovano più né cibo né acqua né riparo dalle intemperie mentre vedono i loro figli morire di fame o sotto i bombardamenti.
Perché gli Israeliani non ricordano quando erano loro le vittime della barbarie? Ricorda Israele…. e ti siano di monito gli ultimi versi della poesia….

