Viaggi notturni con suspence.

Viaggiare di sera in inverno sulle ferrovie Trenord è un’ esperienza che si tinge di suspence.

Voi salite, dopo gli immancabili minuti di ritardo, su un vagone affollatissimo di pendolari che arrivano da Milano e che conoscono il percorso a memoria e come spinti da un telecomando nascosto, si alzano a gruppetti ad ogni fermata del convoglio e scendono. Da un po’ di sere io sono tra loro e mi piace ascoltare le chiacchiere dei compagni di viaggio o vedere le loro espressioni impenetrabili mentre pigiano con destrezza i tasti dei loro telefonini super tecnologici. A poco a poco il treno si svuota e io resto quasi da sola nel vagone e a questo punto mi chiedo: dove siamo?

Sembrerebbe una domanda superflua, futile …invece guardando fuori dal finestrino il buio pesto impedisce di riconoscere i nomi delle stazioni, allora cerco una qualunque segnalazione all’ interno del treno, ma inutilmente: non solo non c’ è nessuna segnalazione luminosa o sonora (come succede solo su alcuni treni più moderni), ma nemmeno  un accenno di mappa del percorso…. Basterebbe così poco a toglierti di dosso quella spiacevole sensazione di sentirti sperduta su un treno che va verso l’ ignoto, con l’ incubo di non scendere alla fermata giusta e di trovarsi di sera in un paese sconosciuto….ma non c’ è che cercare di contattare chi scende o chi sale chiedendo :- Scusi, può dirmi per favore dove siamo?-  E non capita solo a me, ma a chiunque non percorra quella tratta tutti i giorni.

Ricordo che, quando per motivi di studio facevo anch’ io la pendolare sulle vecchie locomotive a vapore, a ogni stazione c’ era un capotreno o un controllore che gridava a gran voce il nome del paese in cui ci si era fermati e ognuno sapeva come regolarsi. Mi rendo conto che in epoca tecnologica, coi treni ad alta velocità e le frecce variamente colorate con connessione internet inclusa, forse ai ferrovieri apparirà ridicolo e poco dignitoso mettersi a gridare come un qualunque venditore ambulante, ma allora per favore, mettete almeno una mappa del percorso…non credo sia una spesa eccessiva… è soprattutto una questione di rispetto verso gli utenti…..Ecco!!! Forse il nocciolo della questione è proprio qui : il rispetto verso gli utenti in Italia non fa parte della mentalità di chi gestisce i servizi di pubblica utilità.