UTE: Blaise Pascal: fede e scienza

Purtroppo per un impegno inderogabile , ieri non ho potuto seguire la prima lezione della prof. Beretta sul cretto di Burri, pertanto mi limito a invitare chi fosse interessato a cliccare QUI

Ho potuto invece seguire la lezione del prof. Porro su un genio francese del XVII secolo: Blaise Pascal (1623- 1662). In quel periodo storico si assisteva alla nascita della scienza secondo i criteri indicati da Galileo e Pascal fin da giovanissimo si interessa di matematica, di logica, di fisica. Per aiutare il padre, funzionario statale , per la riscossione delle tasse, inventò la prima macchina calcolatrice (detta pascalina).

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UTE: Tertulliano – Occhio al ginocchio! (2^ parte)

Ieri, don Ivano ha ripreso il discorso su Tertulliano, cristiano di Cartagine, molto colto e grande scrittore, E’ da ricordare che nel II secolo dopo Cristo, la città di Cartagine era il centro culturale più attivo dell’impero Romano e che dal Nord-Africa sono venuti anche imperatori e studiosi geniali (ad es. Sant’Agostino, san Cipriano).

Nella lezione di ieri, don Ivano si è soffermato sull’opera “Ad uxorem” uno scritto indirizzato alla moglie in cui parla della sessualità e della moralità. In esso sostiene il grande valore della sessualità, che è benedetta da Dio, ma mette in guardia dalle deviazioni che sono invece da condannare.

L’amore non deve essere solo come sentimento legato all’infatuazione e all’attrazione fisica, ma nel matrimonio deve subentrare un amore più profondo nutrito non solo dalla “carne” , ma anche dallo spirito.

Tertulliano impone alla moglie il divieto di risposarsi in caso restasse vedova e manifesta la sua ferma convinzione che l’uomo debba predominare sulla donna.

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IL GINOCCHIO E L’ARTROSI – L’artrosi è una malattia degenerativa che determina difficoltà di movimento; nel corso della nostra vita l’articolazione del ginocchio viene sollecitata milioni di volte quando camminiamo, quando ci pieghiamo, quando scendiamo le scale, ecc.

L’artrosi è dovuta all’usura delle cartilagini e colpisce in maggioranza le donne dopo i 60 anni. Essere sovrappeso o addirittura obesi rappresenta un notevole fattore di rischio, ma anche la genetica influisce molto.

I sintomi sono: gonfiori, scrosci e dolore; per lenire il dolore può essere utile ricorrere all’uso di antiinfiammatori, ad applicazioni di ghiaccio e all’uso di ginocchiere. Ma se il dolore persiste si possono effettuare iniezioni di cortisonici (che hanno però degli effetti collaterali) e di acido ialuronico , che può dare un sollievo temporaneo.

In determinati casi , è consigliato l’utilizzo di ausili per la deambulazione (bastone, stampelle, deambulatori).

E’ possibile effettuare reimpianti di cartilagine riprodotta in laboratorio o impianti di cellule staminali, soprattutto in persone giovani che hanno subito traumi.

Quando la situazione non presenta più altre possibili soluzioni, si ricorre alla terapia chirurgica, che sostituisce in parte o totalmente l’articolazione compromessa, ma tale intervento va procrastinato il più possibile per chè le protesi sono usurabili.

L’esercizio fisico contrasta l’indebolimento dei muscoli che proteggono l’articolazione

UTE: Occhio al ginocchio! – I Beni

Il dr. Lissoni con la consueta competenza e chiarezza ci ha parlato dell’articolazione più utilizzata del nostro corpo: il ginocchio. Esso è sottoposto a usura e traumi perché ha una struttura molto complessa tale da consentire una sofisticata mobilità.

Come si può vedere dalla figura, questa articolazione unisce le ossa del femore e della tibia, che non collimano perfettamente per favorire la mobilità, ma allo stesso tempo questo fatto rappresenta un rischio per la stabilità. Nella parte anteriore è presente la rotula che ha una funzione fondamentale nell’economia del ginocchio. Per eliminare l’attrito fra le parti ossee ci sono le cartilagini e i due menischi. Anteriormente, a livello della coscia, quattro muscoli convergono in un solo tendine; posteriormente troviamo tre muscoli che consentono l’estensione dell’anca e la flessione del ginocchio. I legamenti garantiscono la stabilità dell’articolazione; la membrana sinoviale produce un liquido vischioso e lubrificante che ottimizza il funzionamento dell’articolazione. Tre borse sinoviali evitano l’attrito tra le diverse parti in movimento.

In tanta complessità, possono facilmente insorgere problemi, più frequenti nelle donne proprio per la particolare struttura fisica e per cause ormonali. Tali problemi vanno diagnosticati tramite radiografie, TAC e Risonanza Magnetica e curati con le terapie proprie del caso.

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La seconda ora di lezione è stata tenuta dal dr. Spagnuolo che, con la solita chiarezza, ci ha parlato dei BENI.

Essi possono essere PUBBLICI (se appartenenti allo Stato) o PRIVATI (se appartenenti a persone fisiche o a enti privati(.

Beni demaniali (inalienabili e imprescrittibili) appartengono allo stato (fiumi, laghi, spiagge; autostrade, strade, ferrovie. acquedotti, pinacoteche….

La lezione è proseguita catturando l’interesse dei presenti, ma io non oso proseguire nella sintesi perchè sarei troppo imprecisa e incorrerei in errori grossolani.

Ute: Il mondo del formaggio – Oppenheimer

Il dr. Frigerio oggi ci ha accompagnato nel mondo del formaggio, un mondo complesso e interessante. Ecco come viene definito nel vocabolario il termine “formaggio”: La legge italiana definisce formaggio (o cacio) il prodotto che si ricava dal latte intero, parzialmente o totalmente scremato, mediante un processo di coagulazione acida o dovuta ad aggiunta di caglio (presame), una sostanza che si ricava dal quarto stomaco dei vitelli lattanti (l’abomaso).

Ogni formaggio è frutto di una lavorazione più o meno lunga a seconda del tipo di prodotto che si vuole ottenere. In sintesi si può avere: secondo il contenuto in grassi il formaggio può essere grassosemigrassomagroa doppia crema ; secondo la consistenza, può essere a pasta dura o molle ; secondo la maturazione avremo un formaggio fresco o stagionato ; secondo il modo di caseificazione, sarà crudosemicottocotto. Oggi la produzione è standardizzata per assicurare un elevato livello di qualità del prodotto caseario.

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UTE: “Cuore di tenebra” (2^ parte)

La prof. Laura Molinari ha ieri concluso il ciclo di lezioni sul tema dell’Africa guidandoci all’analisi dei diversi livelli di lettura del romanzo “Cuore di Tenebra” di Joseph Conrad.

Marlow, il protagonista, compie un viaggio all’interno dell’Africa risalendo il corso del fiume Congo a bordo di un battello piuttosto malandato. Il paesaggio è sempre più buio man mano che ci si inoltra nel cuore della giungla e presto si capisce che questo viaggio è la metafora della vita: il buio dell’ambiente esterno riflette il buio che è nei cuori degli uomini che, attratti dalla mira di guadagni ingenti, depredano l’Africa e non si fermano davanti a nulla, arrivando a compiere le nefandezze più atroci verso la popolazione locale. Tra questi coloni, il più conosciuto è Kurtz, che Marlow riesce alla fine a incontrare e che rappresenta l’Europa imperialista che attua un colonialismo rapace e distruttivo.

Conrad con questo suo romanzo vuol denunciare l’ipocrisia del colonialismo inglese (ed europeo) che mentre proclama di voler portare civiltà e salvezza delle anime, in realtà compie orribili crimini per impadronirsi di avorio e materie preziose.

UTE: Sfide alimentari globali – Lo scompenso cardiaco

Il dr. Simone Frigerio, amico della nostra Associazione, ci ha parlato di un argomento che preoccupa oggi più che mai.

La popolazione mondiale dal 1800 ad oggi è aumentata di sei miliardi e dal 1950 ad oggi (solo 70 anni) è triplicata, ne consegue che il problema di come nutrire tutti è sempre più pressante.

Poter avere cibo sicuro sufficiente per tutti è garanzia di salute e di tranquillità sociale, infatti la fame è fonte di ribellioni e di guerre.

Che cosa impedisce la possibilità di avere a disposizione cibo per tutti? Le cause sono diverse: la scarsità di risorse, la difficoltà di distribuzione, gli sprechi sia nella fase di produzione che in quella del consumo, lo sfruttamento eccessivo dei terreni negli anni passati.

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UTE: Autismo – La Spagna medioevale.

L’autismo non è caratterizzato da particolari caratteristiche fisiche (come ad esempio la sindrome down), ma da un modo particolare di percepire la realtà e di relazionarsi con essa.

Gli individui che rientrano nello spettro autistico hanno bisogno di amici e di relazioni, ma spesso non sanno gestirle, per una incapacità di origine genetica, ma non se ne conosce il gene responsabile.

A volte questo “disturbo” si manifesta nei primissimi anni di vita, altre volte viene evidenziato dalla difficoltà di entrare in relazione con una realtà complessa come il mondo della scuola, altre volte ancora compare nel periodo dell’adolescenza.

Già verso i 18/20 mesi si possono notare alcuni segnali: il bimbo non risponde quando viene chiamato, non è in grado di fare certi giochi, non usa il linguaggio per comunicare e ha gesti e atteggiamenti ripetitivi.

Sono stati codificati tre diversi livelli di autismo: si possono avere casi in cui il bambino è gravemente disabile, casi in cui il soggetto ha bisogno di un sostegno sostanziale e casi di bambini in cui non compaiono segni evidenti. Alcuni poi possono avere capacità eccezionali in un particolare campo.

Si arriva alla diagnosi attraverso l’osservazione del comportamento nelle varie situazioni ed è possibile ottenere sensibili miglioramenti attraverso terapie individualizzate.

A Erba si attuano diverse iniziative a sostegno dei bambini autistici: all’Oasi Francescana si tengono attività stimolano le capacità relazionali e cognitive (attività sostenute anche dall’Università della Terza Età di Erba); il Tennis-Erba dedica un’ora del sabato pomeriggio a questi stessi bambini e i Lions finanziano interventi di specialisti per l’aggiornamento dei docenti in relazione a questo tipo di disabilità.

La lezione, tenuta dalla dr.ssa Francesca Gerosa, ha riscosso grande interesse e molti soci hanno posto domande. Qualcuno ha chiesto se sia stata evidenziata una relazione di causa-effetto tra vaccini e autismo e la dr.ssa Gerosa lo ha escluso categoricamente.

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LA SPAGNA MEDIOEVALE- Quando in Italia dominavano i Longobardi, in Francia e nella Penisola Iberica dominavano i Visigoti (già convertiti al Cristianesimo), ma all’inizio dell’VIII secolo arrivarono da sud i Mori (di religione musulmana), attraverso lo Stretto di Gibilterra (così chiamato dal nome del primo emiro che iniziò la conquista della penisola. In soli 10 anni i Mori arrivarono ad occuparla tutta. Solo i capi di questa forza di occupazione erano Arabi, il loro seguito era costituito da siriani, egiziani, magrebini e nord-africani in genere. L’Emirato Iberico, poi divenuto Califfato col nome di Al-Andalus, era una provincia dell’Impero che aveva per capitale Bagdad.

Le popolazioni locali erano cristiane e non mancarono gli scontri, ma in 800 anni di dominazione araba, si ebbero nella penisola anche lunghi periodi di pace e di prosperità, favorite dalla reciproca tolleranza tra appartenenti a religioni diverse; tuttavia i dominatori imponevano ai cristiani di pagare una tassa in cambio del loro diritto a professare il proprio credo.

Nel tempo il Califfato si divise in tanti staterelli (così come in Italia c’erano le varie Signorie) e i Cristiani cominciarono la loro “Reconquista” che terminò nel 1492 con la sconfitta dell’ultimo Califfo che si arrese all’assedio del re di Castiglia per evitare la distruzione della città di Granada.

Agli Arabi si devono meravigliosi palazzi nelle città spagnole, l’importazione dall’Oriente di numerosi alberi da frutta (tra questi gli aranci), verdure, ortaggi e riso; furono grandi studiosi di medicina, matematica, astronomia e furono straordinari ingegneri idraulici.

Simpatica e piacevole questa lezione tenuta dalla prof. Daniela Piccolo, una recente conoscenza per i soci UTE:

“GENDER PAY GAP” (citando “QUADERNI ERBESI 2024”)

In casa si stava discutendo di condizioni di lavoro e di paghe orarie e mia madre disse a un certo punto con orgoglio che il sig. Tirelli, il proprietario terriero presso cui andava a prestare la sua opera di stagionale, l’avrebbe pagata con una paga quasi “da uomo”.

La discriminazione tra i generi nella retribuzione dei lavoratori era un dato di fatto che la gente accettava tranquillamente: una donna non poteva certo valere quanto un uomo. Questo non valeva soltanto nelle aziende private, ma anche nell’amministrazione pubblica.

Leggo infatti da “Quaderni Erbesi 2024” nel saggio dedicato all’ “Istruzione nel Comune di Arcellasco nell’Ottocento e nel Novecento” scritto dalla professoressa Alberta Chiesa, quanto segue: “La legge Casati del 1859 stabiliva tra l’altro che i compensi delle maestre fossero di un terzo inferiori a quelli dei maestri”.

Purtroppo, la discriminazione persiste tutt’oggi e le donne continuano a combattere per la parità di retribuzione contro quello che oggi viene definito con un termine inglese “gender pay gap”

P:S: Nello stesso articolo della prof Chiesa, a proposito della sede della scuola femminile da istituire a Ponte Lambro (anno 1962 ) si riporta quanto scritto nel verbale di Giunta del Comune di Arcellasco: nell’aula riservata alle bambine sarebbero stati disposti solo due o tre banchi per quelle che dovevano scrivere e “quanto ai sedili per le fanciulle si lascerà che per questo primo anno ognuna porti con sé la propria sedia” !!! (proviamo a immaginare come fosse faticoso andare per esempio da Arcellasco e dalle sue frazioni fino a Ponte con sedia e cartella a tracolla….).

Oggi i nostri bambini non fanno più un passo a piedi e nonni e genitori si precipitano a portare le loro cartelle fino al cancello della scuola.