E’ molto simile al nostro stato d0’animo di questi giorni, quello che provano i due viandanti sulla strada per Emmaus. Sono delusi, frastornati, non riescono a capire il significato degli avvenimenti cui hanno assistito a Gerusalemme. Forse erano partiti dal loro villaggio con entusiasmo: avrebbero incontrato Gesù che loro avevano già conosciuto come straordinario profeta che sapeva sanare corpi ed anime e ora hanno assistito alla sua sconfitta ignominiosa: è morto in croce come l’ultimo dei malfattori. Poi arriva lo sconosciuto che ridà coraggio: era così che doveva accadere, non ricordano i due di Emmaus le Scritture? Le sue parole sono come balsamo che sana le ferite e i due lo trattengono a cena con loro: lui sa illuminare le tenebre della notte e le tenebre dei loro cuori.
Nel quadro di Koder viene ritratto il momento in cui Gesù si dilegua , ma la sua luce resta; sul tavolo i rotoli delle scritture, sullo sfondo gli avventori della taverna, che forse non comprendono ciò che sta accadendo vicino a loro.
S’ era sparsa la voce: – Sta arrivando Gesù, il nazareno!-
E la gente accorreva per le strade chiedendo: -Ma è proprio lui, quello che ha resuscitato Lazzaro qualche giorno fa?- Qualcuno meglio informato rispondeva: – Sì, ho visto coi miei occhi Lazzaro uscire dalla tomba! Nessuno ha mai fatto miracoli come questo Gesù; dev’ essere davvero il liberatore che aspettavamo…-
Le strade brulicavano di gente , che aspettava con ansia agitando rami di palma in segno di gioia. Poi tra la folla si fece avanti un giovane uomo a cavalcioni di un’asina; rispondeva agli “osanna” con un sorriso pieno di tristezza: tra poco gli “osanna” sarebbero diventati dei “crucifige” ….l’ ora era ormai vicina e tra quei visi inneggianti già riconosceva quelli di coloro che lo avrebbero condannato e proprio su di loro indugiava il suo sguardo pieno di misericordia.
Provo ad immaginare ciò che avrebbe potuto raccontare un cittadino straniero di passaggio a Gerusalemme quel giorno ….
La città , come ogni anno in quel periodo, era in grande fermento: si stava avvicinando la Pasqua, la festa in cui gli Ebrei ricordano la liberazione dalla schiavitù d’ Egitto e il passaggio del Mar Rosso, che ha segnato per loro la riconquista della libertà.
Tuttavia, quel giorno c’ era un’ insolita agitazione per le strade: si era infatti sparsa la voce che sarebbe arrivato un certo Gesù, indicato da molti come un profeta, da altri come il Messia atteso da millenni, capace di liberare il suo popolo dalla dominazione romana. Da altri invece era odiato a morte perché diceva di essere il re di un regno misterioso e questo metteva in grande subbuglio i notabili che temevano che ciò facesse innervosire i dominatori romani.
Molti poi lo ritenevano un pericoloso rivoluzionario e raccontavano che una volta, entrato nel tempio, aveva preso a frustate i mercanti che abitualmente vi svolgevano i loro affari; qualcuno diceva addirittura che predicasse l’ amore per i nemici e, cosa ancora più pazza, sosteneva che tutti gli uomini sono uguali e figli dello stesso Dio!!! Inaudito!
Fin dal primo mattino le strade si erano riempite di gente con rami d’ ulivo: tutti aspettavano il suo arrivo e l’ attesa si era fatta ormai impaziente. Era giunta infatti una notizia incredibile: pareva che qualche giorno prima, a Betania, un villaggio poco distante da Gerusalemme, Gesù avesse operato un miracolo straordinario, almeno così diceva la gente che aveva assistito all’evento: dicevano che avesse risuscitato un suo caro amico, chiamato Lazzaro, morto già da quattro giorni!!
La cosa poteva sembrare la fantasiosa interpretazione di una morte apparente o comunque frutto di chissà quali stregonerie, ma i testimoni insistevano: Lazzaro era veramente morto, era nel sepolcro avvolto nel sudario e quando Gesù lo ha chiamato ripetutamente a gran voce, la pietra tombale si era aperta e Lazzaro era ritornato in vita …..Certo questi Ebrei sono uno strano popolo e hanno strane credenze.
A un certo punto vidi la folla ondeggiare, agitarsi e sentii delle grida festose che arrivavano da oltre le mura della città. La gente si era procurata dei rami di palma e li agitava, altri invece avevano steso a terra i loro mantelli, il clamore era indescrivibile … A un certo punto la folla si divise e fece ala al suo passaggio al grido di “Osanna al figlio di Davide”.
Poi vidi arrivare un uomo vestito di una povera tunica a cavallo di un’ asina!!!!
Quale liberatore poteva essere mai costui? Come avrebbe potuto mai impensierire l’ impero romano o anche solo il governatore romano?
Dietro a lui camminavano alcuni suoi amici: avevano l’ aria di povera gente …un ben strano esercito per uno che avrebbe dovuto sconfiggere Roma!!!
I bambini facevano un gran chiasso e l’ uomo chiamato Gesù sorrideva loro con una dolcezza infinita, mista però a un velo di tristezza….
Vidi un gruppo di notabili che mormoravano indispettiti: certo non amavano questo Gesù che il popolo stava portando in trionfo per le vie della città….
Capii che la storia di quell’ uomo non sarebbe finita lì: una strana sensazione mi aveva pervaso quando avevo incrociato il suo sguardo… quell’ uomo aveva veramente qualcosa di speciale….
E’ il giorno della tentazione della disperazione , quando si sperimenta la sensazione del fallimento. Per che cosa ci siamo impegnati? Per che cosa abbiamo lottato? In cosa abbiamo creduto inutilmente?
Tutto quello in cui avevamo riposto le nostre aspettative e le nostre speranze sembra ormai perduto per sempre.
In quei momenti ci deve sorreggere la certezza che noi non possiamo tenere tutto sotto controllo e che spesso a nostra insaputa i semi che abbiamo gettato stanno germogliando da qualche parte….si tratta solo di aspettare ….
“Il Cireneo” è il titolo di questo quadro di Koeder.
Non si riuscirebbe a distinguere tra i due volti quello di Gesù, se non fosse per l’abito rosso e per quelle mani insanguinate che sorreggono la croce e cingono i fianchi del Cireneo….Forse il pittore ha voluto dirci che in quel momento, sotto quella trave, Gesù è più che mai un uomo come tutti noi e sperimenta il dolore più profondo che un uomo possa provare sia esso dolore fisico che morale. E quell’identità tra Gesù e il Cireneo credo voglia anche dirci che in ogni uomo sofferente dobbiamo vedere il Cristo.
Gesù porta la sua croce ….ma ha trovato un compagno che lo aiuta e lo sostiene.
Anche ognuno di noi ha, in certi momenti della vita, una croce da portare, ma essa è meno pesante se si ha qualcuno accanto, con cui condividerne il peso e per un cristiano c’è una certezza: accano a lui c’è sempre Chi ha preso sulle sue spalle le croci di tutti.
E’ l’Ultima Cena di Koder. Come spesso accade nei quadri di questo artista, la figura di Gesù, che è il protagonista della scena, non compare direttamente. Qui si vedono solo le sue mani che distribuiscono il pane e il riflesso del suo viso nel calice pieno di vino: è questa mancata presenza che costringe lo spettatore a concentrarsi proprio su quella figura che non c’è.
E’ il momento culminante della Cena e Giuda si sta già allontanando per portare a termine il suo tradimento. Gli Apostoli non capiscono quello che sta accadendo e da tutta la scena traspare un senso di profondo smarrimento, lo stesso smarrimento che pervade anche me ancora oggi nel ripensare a quei lontani avvenimenti.
La sue notti erano diventate sempre troppo lunghe e difficili, da molto, troppo tempo…Dormiva poche ore e si svegliava di colpo sempre alla stessa ora, quando era ancora notte fonda e allora cominciava a pensare…avrebbe voluto distrarsi pensando ai lavori da fare nei campi, agli animali da portare al pascolo o al mercato, ma la sua mente ritornava subito a quel figlio lontano…a quando gli aveva chiesto con un po’ di arroganza la parte di beni che gli spettavano per andarsene . Era sempre stato il suo figlio più vivace, più fantasioso, più intelligente, ma anche il più irrequieto, quello che non era mai contento, che aveva sempre la smania di scoprire cosa ci fosse al di là delle colline o al di là del fiume….e per questo lo aveva amato tanto. Per questo , quando aveva manifestato il desiderio di andarsene, non si oppose: sarebbe stato inutile e a nulla sarebbero valse le sue preghiere, i suoi ammonimenti….
Era partito con la sua parte di beni e con una grande smania di libertà, ma anche con tante illusioni, tanti sogni, che rischiavano di farlo scontrare duramente con una realtà che non conosceva…..Chissà dov’ era in quel momento? Questa domanda gli rimbalzava nella mente da quel giorno….. Gli era giunta notizia , tramite alcuni viaggiatori, che si era dato alla bella vita e che si era fatto tanti amici….ma erano veri amici?….
Continuava a girarsi e rigirarsi nel letto, finchè come spesso accadeva si alzò per andare sulla terrazza a passeggiare, a scrutare l’ orizzonte mentre il sole sorgeva….l’ alba era sempre il momento in cui gli incubi notturni venivano attenuati dalla speranza.
Quella mattina l’ aria era particolarmente limpida e lo sguardo si spingeva lontano, lontano…..la casa era ancora addormentata e solo gli uccelli cominciavano a svegliarsi nei loro nidi……C’era un viandante laggiù, come un punto nero un po’ barcollante: doveva essere molto provato dalle fatiche del viaggio e man mano che si avvicinava pareva sempre più prostrato…..aveva certo bisogno di aiuto….poi riconobbe il mantello: era uno di quelli che si tessevano in casa sua……ma allora??’ Non poteva che essere lui, suo figlio che tornava…..Il cuore gli scoppiava in petto dalla gioia e gli corse incontro…..non aveva più importanza il dolore che quel ragazzo gli aveva causato, nè il danaro che evidentemente aveva sperperato…..l’ importante era che era tornato a casa, al sicuro…
Quella mattina si era svegliata piuttosto di cattivo umore; il suo attuale compagno non era mai troppo gentile, ma quella mattina era stato particolarmente brusco con lei. Aveva poi visto le donne del villaggio attrezzarsi per andare al pozzo ad attingere l’ acqua per le necessità della giornata. Loro andavano a gruppetti e camminando chiacchieravano allegramente tra di loro; ogni tanto si sentiva lo scoppio di una risata fresca o maliziosa. Anche lei avrebbe voluto unirsi a quelle donne, ma era certa che non l’ avrebbero mai accettata tra loro: troppo trasgressiva era stata la sua condotta e in paese tutti mormoravano dei suoi cinque mariti, che troppo presto l’ avevano regolarmente lasciata, certo anche un po’ per colpa sua.
Era rimasta a ciondolare per la stanza, senza concludere granché, poi aveva sentito le donne rientrare; ecco, adesso poteva andare lei al pozzo. L’ ora era ormai avanzata e faceva un gran caldo, ma non poteva non andare al pozzo : la scorta dell’acqua era finita….. Si incamminò per il sentiero con la sua grossa brocca sottobraccio. Il sole era quasi a picco e non c’ era nessuno in giro, tranne un gruppetto di viandanti che andavano verso il villaggio. Attorno, i campi cominciavano a imbiondire e qua e là spuntavano i primi papaveri. Strada facendo, i pensieri le si affollavano nella testa: in definitiva la sua vita era quanto di più scombinato si potesse immaginare ….
Finalmente arrivò al pozzo: strano, c’ era un uomo seduto lì accanto. Come mai stava lì tutto solo a quell’ ora del giorno? Era forse qualche malintenzionato o uno sbandato?… doveva stare molto attenta…toh! era un giudeo: cosa ci faceva lì in Samaria?
Poi una voce profonda, dolce e austera insieme le disse:- Dammi da bere ! – Lei rimase sorpresa (non era conveniente per un uomo rivolgere la parola a una donna per strada e tra Giudei e Samaritani non era mai corso buon sangue!!!), ma incrociando il suo sguardo, si sentì pervadere da una grande dolcezza: quello sguardo aveva l’ amorevolezza dello sguardo materno, che aveva ormai dimenticato da tempo, e la profondità di chi ti legge nell’anima, ma senza pretendere di condannarti; era uno sguardo accogliente.
Lei cercò di prendere tempo per capire meglio e domandò a sua volta:- Come mai, tu che sei giudeo, chiedi l’ acqua a me che sono Samaritana? (Sottintendendo: -Lo sanno tutti che c’ è inimicizia tra le nostre genti )…-
Ma poi il Giudeo cominciò a parlare con un linguaggio misterioso, ma ammaliante e le disse di un’ acqua che disseta per sempre, le parlò dei suoi errori nella vita passata, ma non per mortificarla ….. La Samaritana ascoltò sentendosi invadere da una pace nuova, mentre svaniva quella malinconia che sempre le spegneva l’ anima…
E non ebbe più paura di nessuno e corse al villaggio e parlò a tutti di quell’ uomo che parlando saziava il cuore con parole d’ amore mai udite e ritrovò la gioia di vivere in pace con se stessa.