Rolo, il mio paese di origine.

Da tanti anni non vivo più nel mio paese di origine, Rolo, ma mi fa sempre molto piacere ritornarci.
E’ un paesino piccolo di circa 4000 anime, che però vanta una storia antica e nobile, tanto che fino a pochi decenni or sono godeva di un singolare privilegio ereditato dagli antichi signori del luogo: poteva infattirolo scegliersi il parroco. Capitava così che una giunta rossa avesse la facoltà di selezionare le richieste degli aspiranti parroci e decidesse quale poteva essere il più adatto alla comunità. Ora questo privilegio feudale è stato abolito: era veramente un retaggio anacronistico ormai.
Rimane comunque la singolarità di questo paese: così a cavallo tra Emilia e Lombardia, sempre indeciso se gravitare attorno al suo capoluogo , Reggio Emilia, o la città di Modena e hinterland coi quali è meglio collegata.

Fino a qualche decennio fa era , oltre che centro agricolo importante, sede di numerose industrie manifatturiere e il suo centro era un susseguirsi di piccoli negozi sotto i portici caratteristici dei paesi della zona. Ora però molte industrie sono scomparse sotto l’ impeto della globalizzazione e a poco a poco chiudono anche i negozi, che non possono reggere la concorrenza coi supermercati.
Nonostante questo ci sono molti immigrati, asiatici in maggioranza.

Noto però sempre un grande impegno degli abitanti per mantenere viva la comunità e le manifestazioni culturali , civili , religiose e sportive si susseguono in ogni stagione.

Crescere in un piccolo paese è forse più bello e rassicurante che vivere in una grande città: stabilire relazioni umane è più semplice . E’ più facile “sentirsi a casa”. Sono contenta che i miei nipoti abbiano la fortuna di crescere qui.

Una bella cerimonia.

Sono in Emilia con Davide ed Elisa e stamattina ho partecipato alla messa in cui è stata impartita la Cresima a 28 ragazzini del paese.
La chiesa era stracolma già un quarto d’ ora prima dell’ inizio della cerimonia e ho potuto trovare una sedia solo su indicazione di una mia nipote .
E’ stata una bella cerimonia : la gente, pur essendo molto numerosa, ha seguito in silenzio e con partecipazione tutto il rito e anche i cresimandi sono apparsi sempre composti e consapevoli del momento che stavano vivendo.
Il vescovo, appena insediato in diocesi, ha fatto un discorso breve , ma molto ben centrato sul significato del sacramento della Cresima in rapporto alla vita e alle scelte che si aprono davanti ai ragazzi di quell’ età e la mancanza di effetti retorici ha dato più risalto all’ essenzialità dei concetti espressi.
E’ stato molto bello l’ accompagnamento delle chitarre e dei canti:questi ultini mi sono sembrati molto nuovi, almeno per me, privi di enfasi , piacevolmente moderni senza sfociare nella scompostezza.
Mi ha colpito la partecipazione corale dell’ assemblea ai vari momenti e quando si è arrivati alla recita del “Padre nostro” il coro delle voci pareva riempire le arcate della chiesa : ho pensato allora che se ognuno di quelli che stavano pregando in quel momento fossero stati veramente e profondamente convinti delle parole che stavano pronunciando, molto potrebbe cambiare qui e altrove.

Credo che anche il parroco ,notoriamente incontentabile,( che pure ho sentito gridare ieri in sacrestia per richiamare all’ ordine i cresimandi troppo rumorosi) sia rimasto soddisfatto degli elogi del vescovo.

Fine di una gloriosa e storica azienda.

E’ con grande malinconia che leggo la notizia del fallimento della Pontelambro spa un’ industria dalla storia quasi bicentenaria .
Ricordo che quando abitavo nel paese da cui ha preso il nome, al mattino presto si udiva la sirena che chiamava gli operai del primo turno e la sirena replicava il suo segnale più volte nella giornata. Tutto il paese , o quasi, viveva e prosperava all’ ombra di questa impresa, che ebbe poi varie vicissitudini fino al triste epilogo di questi giorni.

Ci saranno altre famiglie nell’ angoscia e l’ amministrazione comunale di Erba ne ha preso atto e si è impegnata per stare al loro fianco

Operato al cervello senza anestesia.

Strepitoso questo intervento chirurgico al cervello effettuato al Molinette di Torino: un giovane di 35 anni operato al cervello e durante le sei ore dell’ intervento è rimasto vigile per rispondere ai test dei sanitari che volevano controllare le sue reazioni .
In tal modo il chirurgo riesce a salvaguardare le parti sane del cervello e le funzioni ad esse collegate.
L’ anestesia è limitata ai pochi minuti che servono per incidere gli strati superficiali .

E’ innegabile che in chirurgia si facciano ogni giorno dei passi da gigante, mentre in altri campi della medicina i progressi sono molto più lenti e faticosi

Ragazzi traviati e possibilità di reinserimento.

Ragazzi siciliani

Cambiare ambiente per chi ha respirato illegalità e degrado fin dalla più tenera età può costituire un’ occasione per una vera rinascita. E’ questo che la regione Sicilia sta attuando per recuperare ad una vita di dignità e di lavoro dei giovani che hanno già sperimentato il carcere .

Credo che questo sia un progetto encomiabile e mi auguro che possa avere grande successo.

Donne in rete per la pace.

Invito tutti quelli che passano di qua, a cliccare su questo link Donne per la pace

Troverete un bellissimo articolo del mio amico Ivano Maddalena, che scrive su “Il Popolo Veneto”
Un’ associazione di donne per la pace, ci fa conoscere cose che nessuno dice e che invece influenzano le nostre vite. Leggete e commentate

25 Aprile 2012.

UOMO DEL MIO TEMPO (Quasimodo)

Sei ancora quello della pietra e della fionda;
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
-t’ho visto- dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
quando il fratello disse all’altro fratello:
“;Andiamo ai campi!”. E quell’eco fredda, tenace
è giunta fino a te, dentro la tua giornata…..

%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%

Non ho copiato le ultime parole di questa poesia di Quasimodo in cui il poeta invita i figli a dimenticare i padri, come per scavare un solco invalicabile tra loro e il passato di morte che hanno ereditato: parole dure, spietate.
%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%
L’ uomo non è cambiato nel corso della storia: è rimasto l’ essere pronto a versare il sangue del fratello come Caino quando invitò Abele a seguirlo nei campi.
La tecnica è cambiata, quella sì! Non si usano più rozze clave, ma macchine e strumenti sofisticati, adattati, loro malgrado, a fini di morte.Resta uguale la freddezza dell’ animo che spinge ad uccidere come se Cristo non fosse mai nato.

Ho scelto questi versi perché mi pare di veder aleggiare di nuovo sulla nostra Europa (elezioni francesi, strage norvegese, movimenti di tipo leghista) i fantasmi della xenofobia e dell’ intolleranza, che trovano nella crisi economica e nel disagio sociale un terreno fertile per alimentare divisioni e contrapposizioni pericolose.
Gli uomini del nostro tempo non devono dimenticare i loro padri, ma devono ricordare che solo evitando i loro errori si può nutrire la speranza in un mondo migliore .