Beata gioventu’!!! E’ ancora così?

In questo articolo di Avvenire (l’unico giornale on line che ti consente di leggere i propri articoli anche se non sei abbonato) viene raccontata la condizione dei giovani di oggi nel nostro paese e nel mondo: ovunque i diciottenni sono sfiduciati, impauriti e senza speranza per il proprio futuro.

Contribuiscono a questo stato di cose tanti fattori: la paura di un mondo del lavoro che si prospetta sempre più complesso e di difficile accesso, il cambiamento del clima con conseguenze ancora non del tutto prevedibili, ma certamente non positive, e la solitudine nonostante le centinaia di “amici” virtuali sui social.

Le famiglie di oggi si sono premurate di provvedere all’unico figlio (o al massimo due) ogni confort e sicurezza economica, ma questi ragazzi non hanno fratelli, non hanno cugini e hanno intorno una marea di adulti che li soffocano con le loro ansie e le loro premure.

Nelle famiglie di qualche decennio fa, le ansie e le aspettative dei genitori e dei parenti, venivano diluite su tre/ quattro figli a famiglia e su una mare a di cugini; non si aveva il tempo di controllare ogni loro mossa e i ragazzi crescevano anche grazie ai rapporti coi fratelli e coi tanti compagni di gioco che incontravano nei cortili e nella strada. Ora i cortili sono vuoti e i bambini vanno ai corsi di nuoto, di calcio, di ginnastica, di chitarra …. per poter passare il tempo in un modo diverso che non sia davanti alla televisione o digitando un cellulare, ma i rapporti con i compagni di quelle attività non hanno la stessa spontaneità e libertà. Si aggiunga poi che proprio dalle nuove tecnologie i ragazzi vengono catapultati in un mondo sterminato di notizie e di sollecitazioni non sempre positive, anzi… un mondo che li affascina certamente, ma che sfugge al loro controllo e li fa quindi sentire ancora più insicuri e a volte li rende bersaglio di messaggi violenti o comunque negativi.

Contrariamente al luogo comune secondo cui la giovinezza è l’età più bella, io ho sempre considerato quel periodo della vita tra i più difficili da vivere (anche ai miei tempi ormai lontani), ma almeno una volta c’era la speranza a sorreggerci e la consapevolezza che non saremmo stati soli ad affrontare il futuro; oggi i giovani si percepiscono soli e confusi, anche perché molto spesso la società in genere o, a volte, la famiglia stessa si sono premurati di togliere ai ragazzi la speranza che viene dalla fede e dalla certezza di essere amati gratuitamente, così come sono, nella loro straordinaria unicità, dal Creatore della vita.

Un briciolo di fede e qualche pratica religiosa, come risulta anche dall’articolo, non possono che aiutare a crescere con un po’ più di serenità.

Il grande affare.

Forse è inevitabile, ma che tristezza!!

Il Conclave e il Giubileo diventano un’occasione straordinaria di guadagno per i Romani. Non solo stanno affittando a prezzi astronomici ogni buco che possa contenere un letto (magari infestato da formiche, come è successo a persona che conosco), ora addirittura si affittano balconi e terrazze a giornalisti e operatori televisivi per poter tener d’occhio il comignolo della Cappella Sistina e poter così documentare il risultato delle votazioni segnalato dalla fumata (nera o bianca).

Come dicevo, è cosa inevitabile, che succede da sempre, ma mi ricorda quel passo del Vangelo in cui Gesù butta all’aria i banchetti dei mercanti nel tempio e li caccia in modo piuttosto deciso.

Conclave e Giubileo sono eventi importantissimi per la Cristianità, sono momenti di rinnovamento spirituale, tappe importanti nel cammino della Chiesa, facciamo in modo che non siano intesi solo come un grande affare…

Francesco per me…

In questi giorni ogni notiziario TV, ogni pagina di quotidiano, ogni sito internet è dedicato quasi esclusivamente alla morte di Papa Francesco, a valutazioni sulla sua personalità e sul suo pontificato.

Io non sono certo in grado di competere con i commentatori più noti del mondo della comunicazione, ma posso certo esprimere su questa pagina ciò che penso in proposito. C’è chi, pur avendolo osteggiato e, a volte dileggiato, fino a qualche settimana fa, oggi lo tira dalla propria parte per le sue posizioni più conservatrici; c’è chi lo critica per aver tolto centralità alla Chiesa europea e italiana in particolare.

Per me è stato un Papa coraggioso, che non ha avuto paura (come forse qualche suo predecessore) di denunciare gli scandali che per troppo tempo erano stati nascosti sotto il tappeto; non ha avuto paura di pretendere che anche negli affari finanziari del Vaticano si seguissero le regole. E’ vero ha diminuito il peso della Chiesa europea nominando cardinali per lo più provenienti dai paesi più poveri del mondo, ma la Chiesa Cattolica (ricordare che cattolica significa universale) deve, per sua vocazione originaria, dare voce a tutti i popoli del mondo, tanto più oggi, visto che l’Europa è sempre più lontana dalla religione, mentre il cristianesimo cresce nel sud del mondo.

Io l’ho amato per le sue encicliche innovatrici come la “Laudato sii” o la “Fratelli tutti” in cui si è fatto interprete delle domande di pace tra i popoli e tra gli uomini e il Creato. L’ho amato per la sua attenzione fattiva, concretamente espressa , verso i più poveri, verso i più infelici (incredibile che la sua ultima uscita dal Vaticano sia stata proprio per i detenuti). L’ho amato per la sua accoglienza verso tutti, credenti, non credenti, divorziati, omosessuali … mettendo in pratica gli insegnamenti di Gesù che ha ben detto di essere venuto per portare speranza ai “malati” , ai peccatori, ai più derelitti (ricordiamo la Sua attenzione per i lebbrosi, per quelli costretti a mendicare, per gli ultimi tra gli ultimi?).

Forse chi lo critica ha nostalgia dei tempi della sedia gestatoria, del Papa ieratico e algido chiuso nei suoi palazzi e per questo circonfuso di un alone di mistero e di sacralità irraggiungibile, ma questo modo di interpretare il ruolo del Papa cosa aveva in comune con quel primo pescatore a cui Gesù ha affidato la sua Chiesa?

Carissimo Francesco, sono certa che tu continuerai a pregare e a vegliare sulla tua Chiesa e su questo povero mondo e io continuerò a pensarti come un Papa mite e coraggioso che ha perseguito giustizia e pace ogni giorno del suo pontificato.

“GENDER PAY GAP” (citando “QUADERNI ERBESI 2024”)

In casa si stava discutendo di condizioni di lavoro e di paghe orarie e mia madre disse a un certo punto con orgoglio che il sig. Tirelli, il proprietario terriero presso cui andava a prestare la sua opera di stagionale, l’avrebbe pagata con una paga quasi “da uomo”.

La discriminazione tra i generi nella retribuzione dei lavoratori era un dato di fatto che la gente accettava tranquillamente: una donna non poteva certo valere quanto un uomo. Questo non valeva soltanto nelle aziende private, ma anche nell’amministrazione pubblica.

Leggo infatti da “Quaderni Erbesi 2024” nel saggio dedicato all’ “Istruzione nel Comune di Arcellasco nell’Ottocento e nel Novecento” scritto dalla professoressa Alberta Chiesa, quanto segue: “La legge Casati del 1859 stabiliva tra l’altro che i compensi delle maestre fossero di un terzo inferiori a quelli dei maestri”.

Purtroppo, la discriminazione persiste tutt’oggi e le donne continuano a combattere per la parità di retribuzione contro quello che oggi viene definito con un termine inglese “gender pay gap”

P:S: Nello stesso articolo della prof Chiesa, a proposito della sede della scuola femminile da istituire a Ponte Lambro (anno 1962 ) si riporta quanto scritto nel verbale di Giunta del Comune di Arcellasco: nell’aula riservata alle bambine sarebbero stati disposti solo due o tre banchi per quelle che dovevano scrivere e “quanto ai sedili per le fanciulle si lascerà che per questo primo anno ognuna porti con sé la propria sedia” !!! (proviamo a immaginare come fosse faticoso andare per esempio da Arcellasco e dalle sue frazioni fino a Ponte con sedia e cartella a tracolla….).

Oggi i nostri bambini non fanno più un passo a piedi e nonni e genitori si precipitano a portare le loro cartelle fino al cancello della scuola.

A S. Siro.

Non ero mai stata in uno stadio, ma domenica scorsa ho potuto colmare questa lacuna.

Ben 4 pullman sono partiti dal parcheggio della stazione di Erba diretti a San Siro per un incontro tra i ragazzi cresimandi e il nostro Arcivescovo. File interminabili di pullman erano parcheggiati nelle adiacenze dello stadio, mentre una marea di gente si era già accodata ai cancelli. Noi di Arcellasco seguivamo il parroco che portava un improvvisato cartello che faceva da riferimento al nostro gruppo.

Dopo il faticoso ingresso, mi ha impressionato la grandezza della struttura sportiva che tante volte avevo visto in TV; gli spalti si andavano riempiendo di una folla chiassosa di ragazzi e accompagnatori che coloravano con le loro pettorine, dei colori dell’arcobaleno, i vari settori. Un complesso musicale e molti volontari cercavano di intrattenere quelli che già avevano preso posto.

Alle quattro è stato annunciato l’arrivo dell’arcivescovo, che, accompagnato dai vicari episcopali delle sette zone della diocesi, ha fatto il giro dello stadio per salutare tutti i cresimandi.

Poi è seguito l’incontro: ragazzi e adulti hanno posto delle domande a Mons. Delpini, il quale ha risposto con la consueta profondità e saggezza, indicando ai ragazzi presenti la strada da percorrere per diventare testimoni di fede. E’ stato incredibilmente emozionante sentire migliaia (eravamo in 50mila) di voci cantare insieme, pregare insieme, promettere insieme di volersi impegnare in una vita in linea con gli insegnamenti del Cristianesimo, che deve essere gioiosa, solidale, fedele, generosa …

Spero che il ricordo di questo incontro rimanga a lungo nel cuore dei ragazzi presenti.

Starlink o non Starlink?

Questo è il problema: siamo sicuri che accettando la proposta di Musk non dovremo poi sottostare ai suoi dictat come sta accadendo all’Ucraina?

Chi non ha paura di Elon Musk? Troppo ricco, troppo potente, troppo poco affidabile, troppo pericoloso con quel suo sostegno alle frange più estremiste delle destre europee.

Chi si sentirebbe al sicuro dopo avergli affidato la sicurezza del nostro paese? Siamo all’inizio della Quaresima e mi viene spontaneo parafrasare la frase del Vangelo della domenica scorsa: Vade retro, Elon Musk!!!!

Dal “QUADERNO” Ricordando Budapest

Prendo dal “QUADERNO” pubblicato lo scorso autunno dall’UTE, questo stralcio tratto da un racconto di viaggio.

Budapest è divisa in due dal Danubio che scorre placidamente tra i palazzi con le sue acque, ora non più blu, percorse da barche e battelli; ed è proprio a bordo di uno di questi battelli che una sera abbiamo potuto attraversare la città, mentre nell’aria risuonavano le note del valzer di Strauss dedicate al grande fiume che scorreva sotto di noi. Intanto tutti rimanevamo incantati dalle luci che illuminavano i palazzi sulle rive e dai loro riflessi nelle acque che il battello solcava agitandone la superficie. Sembrava di vivere in una delle tante operette di inizio ‘900 ambientate nella Budapest scintillante dei tempi della “Bella Époque”.