Poesia: La ninna nanna della guerra – Trilussa

La citazione di Ceccobeppe e Gujermone pone chiaramente questa poesia di Trilussa in un tempo ormai lontano, ma, fatti i dovuti aggiornamenti, essa dice ancora bene perchè si fanno le guerre, chi ci guadagna e chi ci perde sempre, anche quando sta dalla parte dei vincitori.

E’ poi molto efficace l’ironia con cui vengono citati i popoli “civili” , le cause delle guerre e i responsabili dei massacri che poi tornano ad essere amici e fanno bei discorsi sulla pace e sul lavoro, senza sentire rimorsi per i tanti giovani che hanno mandato al macello. Come è doloroso, infine, l’invito di questa mamma che allatta il suo piccolo e lo invita a dormire fino a quando l’orrore della guerra non sarà finito.

Ninna nanna, nanna ninna,
er pupetto vò la zinna:
dormi, dormi, cocco bello,
sennò chiamo Farfarello
Farfarello e Gujermone
che se mette a pecorone,
Gujermone e Ceccopeppe
che se regge co le zeppe,
co le zeppe d’un impero
mezzo giallo e mezzo nero.
Ninna nanna, pija sonno
ché se dormi nun vedrai
tante infamie e tanti guai
che succedeno ner monno
fra le spade e li fucili
de li popoli civili
Ninna nanna, tu nun senti
li sospiri e li lamenti
de la gente che se scanna
per un matto che commanna;
che se scanna e che s’ammazza
a vantaggio de la razza
o a vantaggio d’una fede
per un Dio che nun se vede,
ma che serve da riparo
ar Sovrano macellaro.
Chè quer covo d’assassini
che c’insanguina la terra
sa benone che la guerra
è un gran giro de quatrini
che prepara le risorse
pe li ladri de le Borse.
Fa la ninna, cocco bello,
finchè dura sto macello:
fa la ninna, chè domani
rivedremo li sovrani
che se scambieno la stima
boni amichi come prima.
So cuggini e fra parenti
nun se fanno comprimenti:
torneranno più cordiali
li rapporti personali.
E riuniti fra de loro
senza l’ombra d’un rimorso,
ce faranno un ber discorso
su la Pace e sul Lavoro
pe quer popolo cojone
risparmiato dar cannone!

Poesia: Maggiolata (G. Carducci)

Maggio risveglia i nidi,
maggio risveglia i cuori;
porta le ortiche e i fiori,
i serpi e l’usignol.

Schiamazzano i fanciulli
in terra, e in ciel gli augelli;
le donne han nei capelli
rose, ne gli occhi il sol.

Fra colli, prati e monti,
di fior tutto è una trama:
canta, germoglia ed ama
l’acqua, la terra, il ciel.

Ha il ritmo cantante di una filastrocca questa poesia di Carducci che ci parla della bellezza del mese di maggio, che è da sempre sinonimo di trionfo della natura e stagione degli amori per ogni essere vivente.

Poesia: Aprile (Renzo Pezzani)

Così aprile in un giorno
m’ha dipinto il giardino:
di bianca calce tutto il muro intorno
e tutto il cielo del più bel turchino.
Di verde non ha fatto economia.
E’ così verde questa terricciuola
che sembra l’orto della poesia.
Che chiasso di colori in ogni aiuola
e quanti fiori, quanta fantasia
di blu, di rossi, di celesti e viola!
C’è un fior per tutti in questo mio giardino!
Fanne un mazzetto da portare a scuola!
Così dipinse April questa mia breve
terra intingendo il pennello nel cuore
fin che bastò il colore.

Simpatica questa poesia di Pezzani! Aprile è un pittore che elargisce a piene mani i suoi colori “intingendo il pennello nel cuore”: è una bella immagine che sintetizza immagini visive e sentimenti.

Poesia: Bisogna, alle cose, … (Rainer Maria Rilke)

Bisogna, alle cose,

lasciare la propria quieta, indisturbata evoluzione

che viene dal loro interno

e che da niente può essere forzata o accelerata.

Tutto è: portare a compimento la gestazione – e poi dare alla luce…

Maturare come un albero

che non forza i suoi succhi

e tranquillo se ne sta nelle tempeste

di primavera, e non teme che non possa arrivare l’estate.

Eccome se arriva!

Ma arriva soltanto per chi è paziente

e vive come se davanti avesse l’eternità,

spensierato, tranquillo e aperto…

Bisogna avere pazienza

verso le irresolutezze del cuore

e cercare di amare le domande stesse

come stanze chiuse a chiave e come libri

che sono scritti in una lingua che proprio non sappiamo.

Si tratta di vivere ogni cosa.

Quando si vivono le domande,

forse, piano piano, si finisce,

senza accorgersene,

col vivere dentro alle risposte

celate in un giorno che non sappiamo.

Dedico questa poesia a chi è ancora abbastanza giovane da ritenere di poter sempre determinare il corso delle cose: in certe situazioni questo è possibile, ma più spesso conviene dare tempo al tempo, che è notoriamente galantuomo.

Poesia:Trovare la libertà (Wadia Samadi)

In questa poesia, l’autrice, che ora vive negli USA, dà voce all’ angoscia di una donna afghana: svegliarsi ogni mattina con quel pensiero fisso in testa che ti dice di scappare lontano e realizzare subito dopo che anche per quel giorno non sarà possibile; aspettare invano per anni che le cose cambino …

Ma alla fine della poesia si sente come un grido di ribellione: bisogna trovare il coraggio di riprendersi la propria vita e la propria libertà. Spero che tutte le donne (non solo in Afghanistan) possano vivere vedendo rispettato il proprio diritto ad essere libere

Mi sveglio ogni mattina progettando la mia fuga
Ma che ne sarà dei miei figli?
Chi mi crederà?
Chi mi darà una casa?
Passano gli anni e io sto ancora aspettando
Quando finirà tutto questo?

Il mio trucco non copre il mio viso livido
Il mio sorriso non nasconde il mio volto tirato.
Eppure, nessuno viene ad aiutarmi
Dicono: andrà meglio
Dicono: non parlarne
Dicono: questo era il mio destino
Dicono: una donna deve tollerare
I panni sporchi si lavano in famiglia, dicono.
Quando finirà tutto questo?

Ancora una volta, trascina il mio corpo sul pavimento.
Mi soffoca e io lo imploro di non uccidermi.
Ancora una volta, pretende il mio silenzio
Ancora una volta mi dice che non merito di vivere.

Ne ho avuto abbastanza
Non voglio tacere
Vivrò
Troverò la libertà
Tutto questo finirà oggi.

(trad. Libreriamo)

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Finding Freedom by Wadia Samadi

I wake up every morning scheming my escape
But what about my children?
Who will believe me?
Who will give me a home?
Years go by and I am still waiting
When will this end?

My makeup does not cover my bruised face
My smile does not hide my haggard visage
Yet, no one comes to help
They say: it will get better
They say: don’t talk about it
They say: this was my fate
They say: a woman must tolerate
Don’t air your dirty laundry, they say.
When will this end?

Once again, he drags my body to the floor
He chokes me and I beg him not to kill me
Once again, he demands my silence
Once again, he tells me I don’t deserve to live

I have had enough
I will not be silent
I will live
I will find freedom
This will end today.

Poesia: Il cuore che ride (C. Bukowski)

“La tua vita è la tua vita.

Non lasciare che le batoste la sbattano nella cantina dell’arrendevolezza.

Stai in guardia.

Ci sono delle uscite.

Da qualche parte c’è luce.

Forse non sarà una gran luce ma la vince sulle tenebre.

Stai in guardia.

Gli dei ti offriranno delle occasioni.

Riconoscile, afferrale.

Non puoi sconfiggere la morte ma puoi sconfiggere la morte in vita, qualche volta.

E più impari a farlo di frequente, più luce ci sarà.

La tua vita è la tua vita.

Sappilo finché ce l’hai.

Tu sei meraviglioso

gli dei aspettano di compiacersi in te.”

Voglio dedicare questa poesia a tutte le persone che stanno attraversando momenti di sofferenza fisica o morale e vedono solo buio davanti a sé: da qualche parte c’è la luce, bisogna solo cercarla, volerla vedere e incamminarsi verso di lei. Ognuno di noi è unico, “meraviglioso” e siamo quindi preziosi per noi stessi e per chi ci sta accanto.

Poesia: La grande speranza (A. Merini)

È così diseguale la mia vita

da quello che vorrei sapere.

Eppure al di là di ogni immondizia

e sutura, c’è la grande speranza

che il tempo redima i folli

e l’amore spazzi via ogni cosa

e lasci inaspettatamente viva

una rima baciata.

Alda Merini

“Che il tempo redima i folli e che l’amore spazzi via ogni cosa”: ecco la grande speranza di Alda Merini. Ed è la mia stessa speranza.

In un momento così denso di inquietudini e di orrori, perdere la speranza sarebbe il più grave degli errori, perchè smetteremmo di fare anche quel poco di bene che le occasioni della vita ci possono consentire.

Poesia: L’orto (G. Pascoli)

Leggiamo insieme: L’orto di Giovanni Pascoli

E come l’amo il mio cantuccio d’orto,
col suo radicchio che convien ch’io tagli
via via; che appena morto, ecco è risorto:

o primavera! con quel verde d’agli,
coi papaveri rossi, la cui testa
suona coi chicchi, simile a sonagli;

con le cipolle di cui fo la resta
per San Giovanni; con lo spigo buono,
che sa di bianco e rende odor di festa;

coi riccioluti cavoli, che sono
neri, ma buoni; e quelle mie viole
gialle, ch’hanno un odore… come il suono

dei vespri, dopo mezzogiorno, al sole
nuovo d’aprile; ed alto, co’ suoi capi
rotondi, d’oro, il grande girasole

ch’è sempre pieno del ronzìo dell’api!

Ho trovato questa poesia del Pascoli, che non conoscevo. Può sembrare strano dedicare una poesia all’orto, ma per il Pascoli è un’ altra occasione per celebrare le cose semplici e buone della vita.

Anche io amo fare l’orto: è solo una piccola striscia ricavata dal praticello retrostante la casa, ma , anche se ormai mi costa un po’ di fatica, ogni anno continuo a zapparlo, a seminare, a trapiantare…

Non è certo una fonte di risparmio per me, perchè il raccolto è tanto esiguo che non copre le spese, ma è un motivo di grande soddisfazione poter assaporare un pomodoro appena raccolto, che pare non aver legami di parentela con quelli più grossi e luccicanti che trovo al supermercato. E cosa dire del profumo veramente paradisiaco del basilico col quale si può insaporire un sugo o una pietanza? Il rosmarino e la salvia poi si sono trovati molto bene nel mio fazzoletto di terra e lo si può ben capire guardando i loro cespugli sempre rigogliosi e odorosi, a cui attingo spesso e volentieri .

Da qualche anno poi pianto sempre dei cetrioli, che però crescono bene solo in un punto più riparato dal sole: maturano in estate, proprio quando vengono da me i miei nipoti che li gradiscono, così teneri, croccanti e freschi, nell’insalata.

Credo che anche le api, le vespe e le farfalle siano contente di venire nel mio orto, perché si affollano golose attorno ai fiori dei vari ortaggi in tutta la bella stagione