In riva al Lambro.

Una bella foto ricordo di questi giorni di vacanze natalizie. Siamo andati a passeggio sugli argini del Lambrone e siamo arrivati fino al punto in cui entra nel lago di Pusiano. Samuele e Davide si sono divertiti a lanciare sassi nelle acque del fiume. C’ era freddo, ma il sole era splendido.

Ricordando Laura.

Ci hai lasciato 5 anni fa , ma il tuo ricordo è sempre più vivo . Chi ti ha conosciuto conserva nel cuore la dolcezza  e il calore , che  sapevi infondere in chi ti stava accanto.

 

 

” I Vicerè”.

Una scena dal film tratto dal romanzo "I Vicerè"

Stanotte ho finito di leggere “I Vicerè” di De Roberto, un romanzo che parla delle vicende di una nobile famiglia siciliana nel trentennio che segue l’ unificazione dell’ isola con il Regno d’ Italia.

E’ stato interessante riscoprire le terribili logiche che guidavano la vita di questi clan familiari, nei quali il destino dei figli nascituri era già prima del parto deciso dai genitori, con l’ unico obiettivo di preservare l’ unità del patrimonio familiare e quindi la potenza del casato. Così ai primogeniti doveva essere assegnato ogni privilegio, mentre gli altri figli erano destinati al convento o a una vita a volte miserevole.

E’ stato anche interessante entrare nella vita dei monasteri in cui venivano relegati i rampolli cadetti : erano persone che non avevano mai avuto nessuna vocazione religiosa e che quindi cercavano di concedersi ogni soddisfazione terrena consentita dall’ unico obbligo di mantenere le apparenze e di difendere i privilegi di cui godevano anche all’ interno del convento.

Interessante anche seguire le varie acrobazie politiche di chi, nel casato si occupava di politica e vedeva nei mutamenti sociali del momento un pericolo da cui difendersi soltanto adeguandosi, anche a costo di vivere una situazione schizofrenica tra ciò che suggeriva la propria convinzione personale, maturata in tutto il proprio percorso di vita, e le idee di democrazia che si venivano affermando e che quindi andavano sostenute nelle situazioni pubbliche. Il tutto naturalmente al solo scopo di conservare in modo gattopardesco il potere e l’ influenza della famiglia e del proprio ceto nel contesto sociale e nel territorio: così tutto sembrerà cambiare in modo vorticoso in apparenza per restare profondamente uguale a sempre nella sostanza.

La lettura non è stata sempre agevole, visto lo stile ottocentesco dell’ autore, ma in compenso il quadro storico sottostante le vicende dei protagonisti ha tenuto desta la mia attenzione e mi ha “costretta” a leggere fino all’ ultima pagina.

War games…..in miniatura.

Questa mattina i cuccioli si sono cimentati nel montaggio di un robot della lego (un altro uguale era stato montato ieri – entrambi dono di Babbo Natale)) : hanno lavorato insieme per oltre un’ ora in perfetto coordinamento e, senza bisogno di nessun aiuto, hanno completato la costruzione del mostro, che non era affatto semplice.

Ora sono sdraiati sul pavimento a combattere con i loro mostri, che parlano lingue incomprensibili.

E’ così bello vederli giocare insieme e spero che da grandi ricorderanno questi momenti di serenità e continueranno a cercarsi come ora.

Roba da cuccioli. :-)

Il gioco preferito dei due cucciolotti di famiglia è senz’ altro la simulazione della lotta.

Ieri, appena si sono visti si sono scatenati: aspettavano questo momento da quattro mesi!!!! Nonostante si siano  ammaccati sbattendo qua e là a più riprese e nonostante i rimproveri di noi “grandi”, hanno continuato a far finta di malmenarsi fin verso sera, quando mi son vista arrivare Samuele che in gran segreto mi stava mostrando la bocca insanguinata e mi diceva: – Nonna, mi è caduto un dente, ma non so dove è andato a finire..!!- E gli stavano venendo le lacrime agli occhi, non tanto per il dolore quanto perchè la perdita del dentino poteva compromettere il dono della fata dei denti….(da un po’ di tempo ogni volta che vedo i miei cuccioli,c’ è sempre uno di loro perde un dente!!!)

Subito l’ ho portato a sciacquarsi la bocca e intanto abbiamo sentito Elisa gridare:- Davide, che schifo!!! Hai un dente conficcato nei pantaloni!!!- Era proprio così e fortunatamente, con grande sollievo di Samuele, abbiamo recuperato il dente caduto sul campo di battaglia!!!   :-)))

 

Buon Natale 2014.

Dedico ai miei quattro nipotini( in particolare al più piccolo che festeggerà il suo primo Natale) questa semplice poesia di Pezzani, augurando a loro e ai loro genitori un Natale sereno, che sia per tutti noi  un momento di gioia nel ritrovarci tutti insieme  ancora una volta. Auguro inoltre buon Natale anche a tutti coloro che continuano ad onorare questa pagina della loro attenzione.

NA TALE di Renzo Pezzani

Nato Gesù, Maria se lo guardava
che così bello non l’immaginava.
Giuseppe accese un focherello e disse
che lo scaldava perché non patisse.
La stella d’oro si fermò sul tetto
e si mise a cantare un angioletto;
e il pastore si mise a camminare
e tutto il gregge dietro a scampanare.
Dicevan tutti: « Un bimbo così bello
chi non vorrebbe averlo per fratello? »
Maria se lo fasciava con amore
perché era il suo Figlio e il suo Signore.

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Non solo regali….

Ecco un altro racconto di Natale, che deve farci riflettere…Dedicato alle persone che trascorreranno il Natale in solitudine.

“Il postino suonò due volte. Mancavano cinque giorni a Natale. Aveva fra le braccia un grosso pacco avvolto in carta preziosamente disegnata e legato con nastri dorati.

«Avanti», disse una voce dall’interno.
Il postino entrò. Era una casa malandata: si trovò in una stanza piena d’ombre e di polvere. Seduto in una poltrona c’era un vecchio.

«Guardi che stupendo pacco di Natale!» disse allegramente il postino.
«Grazie. Lo metta pure per terra», disse il vecchio con la voce più triste che mai.
«Non c’è amore dentro»

Il postino rimase imbambolato con il grosso pacco in mano. Sentiva benissimo che il pacco era pieno di cose buone e quel vecchio non aveva certo l’aria di spassarsela male. Allora, perché era così triste?
«Ma, signore, non dovrebbe fare un po’ di festa a questo magnifico regalo?».

«Non posso… Non posso proprio», disse il vecchio con le lacrime agli occhi. E raccontò al postino la storia della figlia che si era sposata nella città vicina ed era diventata ricca. Tutti gli anni gli mandava un pacco, per Natale, con un bigliettino: «Da tua figlia Luisa e marito». Mai un augurio personale, una visita, un invito: «Vieni a passare il Natale con noi».

«Venga a vedere», aggiunse il vecchio e si alzò stancamente. Il postino lo seguì fino ad uno sgabuzzino. Il vecchio aprì la porta.

«Ma … » fece il postino. Lo sgabuzzino traboccava di regali natalizi. Erano tutti quelli dei Natali precedenti. Intatti, con la loro preziosa carta e i nastri luccicanti.
«Ma non li ha neanche aperti!» esclamò il postino allibito.
«No», disse mestamente il vecchio. «Non c’è amore dentro».”

Tratto da  menocinque.htm

Che ogni nostro regalo fatto o ricevuto  contenga un po’ d’ amore….

Solstizio d’ inverno.

Per chi come me non ama le buie giornate di questo periodo dell’ anno….

Solstizio d’ inverno: è come arrivare sulla cima della montagna e da lì guardare in basso…..La discesa può apparire rischiosa, ma la vetta è già stata conquistata.