Strano!!!! Una bella notizia….

Càpita così raramente di leggere belle notizie , che quando ci si imbatte in una di esse, ci si sorprende e si resta un attimo disorientati.- Sarà proprio vero? – ci si chiede.

Questa volta sembra che sia proprio vero : il Parlamento ha approvato la legge che va sotto il nome di “Dopo di noi”. E’ una legge che va a sanare una gravissima lacuna del nostro welfare.

I genitori di figli gravemente disabili hanno non solo il gravoso compito dell’assistenza e della cura dei loro figli (cosa che spesso richiede una dedizione veramente eroica), ma hanno soprattutto un pensiero che li ossessiona e li rattrista ancora di più: cosa accadrà a questa mia creatura quando non ci saremo più noi genitori a prendercene cura?

Non credo che il problema sia del tutto risolto con questa legge, ma se si comincia a spendere di più per garantire assistenza e ausili medici a domicilio o in case protette , vuol dire che si comincia a prendere atto di una realtà da sempre ignorata e lasciata completamente alla buona volontà di alcune ONLUS; vuol dire inoltre che il nostro paese sarà un po’ più civile.

 

Via Villabianca, n. 5

Riporto qui questo post scritto nel settembre 2014 su ELDAS (è sempre più difficile accedere ai blog del cannocchiale, quindi riporto qui i post cui tengo di più).

Ieri , dopo aver accompagnato Davide alla lezione di nuoto, sulla strada del ritorno ho fatto una piccola deviazione per ripercorrere la via Villabianca, dove ho vissuto fino all’ età di 11 anni.

Nel primo tratto nulla è cambiato tranne l’ aspetto esterno delle case, che sono state tutte più o meno ristrutturate.
Là dove la strada svolta a destra c’ è ancora il casale dove sono nata. Ora la facciata è tutta rinnovata; c’ è un cancello davanti all’ ingresso del cortile e su di esso c’ è un cartello con la scritta “VENDESI”. Ho potuto solo dare una rapida occhiata al cortile dove, nella bella stagione, mia madre disponeva il mastello del bucato, stendeva i panni e io saltavo con la corda o giocavo a palla… e c’ è ancora il rustico dove tenevamo i conigli, le galline e il maiale
La cosa strana è che tutto sembrava così piccolo, sia la strada ,ora asfaltata, che  le case dei vicini di un tempo  e  tutto pareva uscire dalle pagine di un vecchio libro rimasto chiuso per tanti anni.
Mi ha fatto piacere  ritrovare l’ atmosfera di quieta serenità che ricordavo.

UTE: Noi uomini NEL MONDO.

avere cura del mondoLa lezione ha preso avvio da una frase di Mark Twain il cui contenuto è all’incirca questo : se  scambio una moneta con un amico , alla fine tutti e due riavremo una moneta ciascuno, ma se ci scambiamo un’ idea, alla fine ognuno di noi non avrà  solo due idee, la mia e la sua , ma ne avremo tre comprendendo quella che risulterà dalla sintesi della mia e della sua.

Poi la nostra apprezzatissima relatrice (i posti in sala erano esauriti) è passata ad analizzare la preposizione NEL che compare nel titolo della lezione: essa implica il riconoscimento di un qualcosa che esiste intorno a noi e il riconoscimento di chi appartiene a quel qualcosa.

Il concetto di MONDO si è ampliato enormemente con le nuove tecnologie e noi fatichiamo ad avvertire la nostra appartenenza a quel mondo.

Mondo è comunque ogni ambiente in cui viviamo e al quale sentiamo di appartenere. Il senso di APPARTENENZA si sviluppa fin dai primi momenti della vita ed è la consapevolezza di sè e del contesto ambientale in cui viviamo.

Solo sviluppando il senso di appartenenza arriviamo ad avere CURA di ciò che sentiamo come NOSTRO (famiglia, beni, comunità, ambiente, mondo…). Per avere cura del mondo dobbiamo ACCETTARE le diversità, come facenti parte del mondo stesso e IMPEGNARCI a conservarne la bellezza e la vivibilità, per riconsegnarle a chi verrà dopo di noi.

la lezione si è conclusa con la lettura di questa filastrocca.

Questa è la storia di 4 persone, chiamate Ognuno, Qualcuno, Ciascuno e Nessuno.

C’era un lavoro importante da fare e Ognuno era sicuro che Qualcuno lo avrebbe fatto. Ciascuno poteva farlo, ma Nessuno lo fece, Qualcuno si arrabbiò perché era il lavoro di Ognuno. Ognuno pensò che Ciascuno potesse farlo, ma Nessuno capì che Ognuno l’avrebbe fatto. Finì che Ognuno incolpò Qualcuno perché Nessuno fece ciò che Ciascuno avrebbe potuto fare.

da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/racconti/narrativo/racconto-39450-1>

Film : La scelta.

Ieri sera al cinema Excelsior , ho assistito alla proiezione del film “La scelta” di Michele Placido.

E’ la storia di una coppia di due giovani sposi innamoratissimi, che vedono sconvolta la loro vita da uno stupro subito dalla moglie.

Da tempo avevano cercato invano di avere un figlio, ma subito dopo l’ aggressione lei si accorge di essere incinta. Se  la donna sente immediatamente come sua questa vita che si sta formando in lei, il marito viene invece preso dall’ ossessione di sapere se quel bimbo sia veramente suo figlio o figlio dell’ignoto stupratore.  Questo fa sì che la donna, interpretata in modo molto intenso da Ambra Angiolini, rischi di rimanere schiacciata da un’ ulteriore violenza: la pretesa del marito di farla abortire.

Alla fine la coppia si riappacificherà nella comune decisione di accettare senza riserve il figlio che nascerà.

Il film mi è piaciuto, ben raccontato e ben interpretato da Ambra e da Raul Bova, tuttavia penso che sarebbe stato meglio che Placido avesse ambientato la storia agli inizi del Novecento, come la novella di Pirandello da cui è tratta la storia stessa. Infatti vedendo certe scene veniva da chiedersi : non c’ è modo di stabilire la paternità tramite il DNA? A parte questo,  il tema è sempre attuale : scegliere di diventare madre o padre anche in condizioni difficili è sempre una scelta coraggiosa.

In fondo mi pare che il messaggio sia lo stesso che avevamo trovato in “Filumena Marturano” di De Filippo : dobbiamo sentire come nostro ogni bimbo che nasce.

 

Film: il primo uomo.

il primo uomoE’ ispirato alla vita di Camus, il film Di Gianni Amelio “Il primo uomo”, tratto dall’omonimo libro del grande scrittore algerino.

Raggiunta la notorietà come scrittore in Francia, Jean Cormery torna in patria a ricercare le sue radici: il padre morto giovanissimo nella Grande Guerra, la madre analfabeta , l’ antico maestro , il compagno di scuola arabo. E’ il 1957 e in Algeria divampa la guerra contro gli occupanti francesi, per questo Cormery viene contestato: i suoi compatrioti lo ritengono un rinnegato….lui non odia i Francesi, si è integrato nella loro società.

Questo ritorno porta lo scrittore a ricordare la sua infanzia , nella quale un ruolo importante ha avuto la nonna autoritaria , severissima, inflessibile, che forse ha assunto il ruolo del padre che il bimbo non ha mai conosciuto.

Intanto l’ odio divampa, ma Jean non crede nella contrapposizione tra Algerini e Francesi, crede di più nella reciproca collaborazione, nella reciproca comprensione pur nelle irrinunciabili diversità.

A me piace credere che il primo uomo cui allude il titolo, si riferisca al protagonista, proprio come il primo uomo che crede nel prossimo al di là delle barriere politiche, religiose e culturali.

E’ evidente l’ evoluzione del pensiero di Camus : dall’ indifferenza De “Lo Straniero”, alla solidarietà di “La Peste” , Camus approda nel suo ultimo libro, mai terminato, alla fede nella convivenza  e nella collaborazione per la pace .

E’ davvero un bellissimo film, in cui il regista Amelio ha raggiunto altissimi livelli espressivi ed artistici.

Magia di una voce….

Uno dei brani che ho risentito l’ altro giorno all’ UTE e che ogni volta mi commuove. Alla splendida e struggente musica di Puccini si accompagna la magia della voce di Placido Domingo, così limpida , mrobida e sensibile.

Buon ascolto a tutti quelli che passando di qui vorranno riascoltare questo brano e rivedere le immagini del film di Zeffirelli.