Letture: l’altro capo del filo.

Ho letto molti dei libri di Camilleri che hanno come protagonista il commissario Montalbano, l’ultimo che mi è capitato di acquistare in aeroporto si intitola “L’altro capo del filo”.

In una Sicilia assediata dai migranti che arrivano a centinaia ogni notte, portando con sè un carico enorme di dolore e di speranza, Montalbano si trova non solo  a dover  gestire gli sbarchi, ma anche a indagare sulla morte di una donna che ha appena conosciuto: Elena. E’ una sarta molto brava ed è anche molto amata da tutti perchè è una donna solare, gioviale e oltretutto anche bellissima. Le indagini portano prima verso gli uomini che Elena, rimasta vedova giovanissima, ha amato e che l’hanno amata, ma senza successo. Poi un indizio porta Montalbano a scoprire un filo che porta lontano dalla Sicilia , in quella parte di vita che Elena ha sempre voluto mantenere segreta.

Leggere Camilleri per me è sempre divertente, anche se negli ultimi tempi, a mio avviso, eccede un po’ con l’uso del dialetto siciliano, che io  però comprendo abbastanza bene. Nella postfazione Camilleri ringrazia la collaboratrice che ha consentito a lui, ormai cieco, di continuare a scrivere; non sapevo di questa sua infermità e ora posso spiegarmi una certa fatica nello svolgimento della storia , qualche incongruenza, qualche indugio cronachistico eccessivo…..ma ciò non ha impedito a me di divorare le pagine di questo libro.

Poesia: Ultimi giorni d’estate di H. Hesse.

E’ stata un’estate molto piacevole in Brianza: calda sì, ma non torrida; i giorni caldi si alternavano a piogge e temporali diurni , ma più spesso notturni concedendo così dei piacevolissimi risvegli . Io poi ho avuto la fortuna di passare molti giorni con figli e nipoti e questo mi ha reso quest’estate particolarmente gradita.

Ora però qui a Londra già si vedono i segni della fine della bella stagione , i primi presagi d’autunno…..

Ho trovato questa poesia di Herman Hesse che interpreta bene i miei sentimenti e le mie sensazioni di questi momenti.

ULTIMI GIORNI D’ESTATE (H. HESSE)
fiori d'estateNonostante il caldo opprimente di questi giorni, sto molto fuori.
So fin troppo bene quanto questa bellezza sia effimera,
come rapidamente si accomiata ed io sono così bramoso,
così avido di questa bellezza dell’estate che declina!
Vorrei vedere tutto, toccare tutto, odorare e assaporare
tutto ciò che questo rigoglio estivo offre,
vorrei conservare tutto questo e tenermelo per l’inverno,
per i giorni e gli anni futuri, per la vecchiaia.

In giardino, sulla terrazza, sulla torretta sotto la meridiana,
ogni giorno sto seduto per ore, e con matita e penna,
con pennello e colori disegno accuratamente le ombre mattutine
sulla scala del giardino e le contorsioni dei grossi serpenti
del glicine e cerco di riprodurre le lontane, limpide tinte
delle montagne al crepuscolo, diafane come un sospiro
eppure fulgide come gioielli.

Quindi rientro in casa stanco, molto stanco,
e quando la sera metto i miei fogli nella cartella,
quasi mi dà tristezza vedere quanto poco del tutto
ho potuto segnare e fissare per me.

Il fascino delle città sommerse.

Al British Museum sono esposti i reperti archeologici provenienti dalle antiche città portuali egiziane Heraclion e Canopus , sommerse dalle acque marine da 1200 anni.

Vederli da vicino fa veramente una profonda impressione constatare il livello di perfezione dei vari manufatti, che documentano i contatti tra la cultura egizia e quella greca. In quei siti sottomarini si sta scavando da dieci anni e solo il cinque per cento dei  materiale sommerso è stato recuperato. L’ Egitto ha in questi siti una risorsa incommensurabile , che potrebbe, se ben gestita, risolvere tutti i  suoi problemi economici, terroristi permettendo…

A proposito di terrorismo, c”era moltissima gente in coda all’ingresso in attesa dei minuziosi controlli della polizia;  noi abbiamo potuto , come famiglia con bambino al seguito,  usufruire di una corsia preferenziale.

Grande impressione mi fa anche, ogni volta che entro in questo museo, vedere i grandi monumenti mesopotamici  incastonati nelle pareti del museo stesso: sono certo bottino di conquista al tempo dell’espansione coloniale inglese e derubare un popolo della sua storia mi pare cosa veramente deprecabile.

 

Come siamo furbi!!!!

Aeroporto di Linate. Faccio un giro per i negozi visto che c’è parecchio d aspettare. Passo davanti a un espositore in cui sono contenuti dei pezzi parmigiano  del tutto simili a quelli che si vendono nei supermercati. Guardo il prezzo: una confezione da mezzo chilo costa 20 euro e rotti!!! 40 euro al chilo!!!! Nel mio supermercato lo trovo intorno a 20 euro e a volte anche a 18 euro al chilo. Capisco che in aeroporto tutto deve costare di più (l’acqua  è più preziosa qui che nel deserto), ma mi chiedo quanti avranno comprato quel formaggio? Mentre ero lì io, nessuno ha mostrato interesse all’acquisto….Secondo me i produttori di parmigiano dovrebbero protestare. Che furbizia è questa?

Salgo finalmente in aereo e, stranamente, non trovo posto per il mio bagaglio a mano nelle cappelliere sopra ai posti che ci sono stati assegnati.  Per ogni posto a sedere c’è un posto in cappelliera. Così il mio bagaglio ha trovato spazio soltanto a metà della cabina, mentre io sono in terza fila. Al momento di scendere dobbiamo perciò attendere che tutti scendano per poter andare a recuperare la valigia. E mentre mia figlia si occupa del recupero, io sorveglio attentamente i passeggeri che scendono dall’aereo;  ed ecco tre baldi giovanotti (sicuramente italiani) che provengono dalla coda dell’aereo e che ritirano i loro bagagli proprio sopra la mia testa!!!!! E’ molto più comodo disfarsi della valigia appena saliti a bordo che trascinarla lungo il corridoio e il vantaggio si ha anche al momento di scendere. Ma che furbi questi giovanotti!!!! Complimentissimi!

 

 

 

Un solo cuore….

C’era chi voleva dividere l’Italia : un ‘Italia a nord del Po e un’altra a sud del “sacro fiume”, oggetto anche di riti piuttosto pittoreschi (eufemismo).

E forse costui contava sul fatto che noi riusciamo  a dare vita a fazioni irriducibilmente in conflitto e a dividerci su qualunque argomento, fosse anche solo una questione di sport o di gastronomia.

Ma il nostro è anche un paese in cui le tragedie, i disastri, ricorrono con straordinaria frequenza, data anche la particolare fragilità e la particolare posizione geografica del nostro territorio (a questo si deve aggiungere anche l’insipienza, piuttosto generalizzata, di chi  ignora la prevenzione).

Quindi inevitabilmente le catastrofi accadono e le conseguenze sono terribili :centinaia di vittime, interi paesi distrutti in pochi attimi e le grida di dolore si levano alte e strazianti.

A questo punto questo popolo “sparpagliato” si ritrova a “sentire” con un solo cuore e non ci sono più terroni e polentoni, nè nord o sud: le iniziative di solidarietà si moltiplicano in ogni angolo del paese ad opera di gente di ogni credo politico e di ogni ceto sociale. Ci scopriamo Italiani e basta!

E’ ciò che sta accadendo in queste ore….

Non sarà una buona giornata.

Scendo in cucina e, come al solito, accendo la radio e sento…” non posso dirvi  buona giornata, perchè non potrà essere una buona giornata visto quel che è successo stanotte…”

Penso subito a un attentato e mi chiedo: dove sarà successo? Intanto la radio trasmette la pubblicità e io allora accendo la Tv per poter sapere subito cosa è accaduto, ma anche lì c’è pubblicità. Sono solo pochi minuti, ma sembrano interminabili….

Comincia finalmente il giornale-radio che parla di un terremoto in Italia Centrale…Questa volta sono le forze della natura a colpire, non la follia degli uomini….

Si parla di paesi devastati e di alcuni morti accertati, ma si sa come vanno le cose in questi casi: solo col passare delle ore si potrà avere un quadro preciso della situazione.

Mi viene in mente il terremoto di tre anni fa in Emilia e l’angoscia di quei momenti per l’impossibilità di avere notizie dei familiari che abitano nella zona coinvolta nel sisma. Chissà quanti stanno vivendo la stessa angoscia, chissà quanti sono rimasti sotto le macerie….. e non si può fare nulla se non pregare…

 

Sacrifici a Moloch.

sacrifici a MolochQuand’ero piccola, la domenica pomeriggio potevo assistere alla proiezione del film in programmazione nel cinema parrocchiale. Di solito erano film western o di Jerry Lewis o i cosiddetti peplum, film pseudostorici ambientati nell’antichità.

In questi ultimi film c’era spesso la scena del giovinetto o della giovinetta offerta in sacrificio agli dei, per placarne l’ira o per implorare protezione e mi chiedevo sempre perché si dovesse proprio sacrificare una vita giovane Allora non mi sapevo rispondere, ma ora sì: il fatto è che a decidere chi dovesse essere sacrificato erano i vecchi!!!

La cosa, mostruosa e orribile, si sta ripetendo oggi e non in un film, ma nella realtà delle guerre medio-orientali : si mandano ragazzini di 12 anni a fare i kamikaze!!!! Li si offre in sacrificio al crudele Moloch della guerra!
Era già successo nella guerra Iran-Iraq e ora è lo Stato Islamico a usare i bambini come proiettili: mi pare un segno di disperazione …. gli ultimi rantoli prima della fine. Almeno spero….

Prima di partire.

Elisa e Davide sono partiti poco fa con la loro mamma. Erano dispiaciuti di doversene andare e questo mi ha confermato che si sono trovati bene e che si sono divertiti. Questo mi fa molto piacere, perchè così spero che i miei “tre moschettieri” tornino a riincontrarsi qui alla prossima occasione. Prima di ripartire abbiamo fatto una gitarella a Como con pic nic sulle panchine dei giardini a base di pizza. Eccoli qui nella foto insieme a mia figlia sulla diga del lago.

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Film: il drago invisibile.

Ieri a Cantù abbiamo assistito alla proiezione di un bel film della Disney: IL DRAGO INVISIBILE.

E’ una storia che richiama per alcuni tratti iniziali quella di Tarzan.

C_2_fotogallery_3003939_11_imageUn incidente d’auto provoca la morte dei genitori di Pete, un bimbo di cinque anni, che trova in un drago l’amico che gli consente di sopravvivere in una foresta americana.  Dopo sei anni il ragazzo viene trovato da una guardia forestale , che se ne prende cura e cerca di capire come abbia fatto a sopravvivere. Da un disegno di Pete si intuisce la verità, che sembra confermare i racconti del padre della guardia forestale (Robert Redford), il quale da sempre andava raccontando la storia di un suo incontro con un drago nella foresta vicina.  Elliot, il drago, che ha la facoltà di rendersi invisibile,  cerca il suo amico e per questo ha inizio una caccia al drago che finisce con la sua cattura. Ma Pete con l’aiuto di una sua amichetta e del nonno interpretato da Redford  riesce a liberarlo …non senza creare qualche problema. Il lieto fine è inevitabile e anche benefico in questo tipo di film per ragazzi e tutto si risolverà nel migliore dei modi.

Questo film è piaciuto molto ai ragazzi e ha il pregio di esaltare il coraggio, la generosità, la bontà, il rispetto per l’ambiente e per tutte le creature.

A me è piaciuto particolarmente rivedere un Robert Redford ormai vecchio, ma sempre bravo e affascinante anche se porta evidenti tutti i segni della sua età, anzi forse proprio per questa sua accettazione della vecchiaia credo di ammirarlo ora più che mai

Dietro le Olimpiadi.

……….Ma l’Olimpiade dell’esclusione avrà celebrato soprattutto la samba e le spiagge di Copacabana. Dimenticandosi della povertà, dei ghetti dove migliaia di persone si uccidono di crack, degli indios. E lascerà per sempre questo Paese folle, squilibrato ma ancora splendido perché ricco di un cuore enorme». Fuori fa freddo adesso, le nuvole nere corrono sulla favela. Viene in mente un proverbio indio che dice: «Gli alberi sostengono il cielo. Se li abbattiamo, la volta celeste cadrà su di noi». I bambini di Vila Canoas non hanno smesso di giocare. C’è vento forte, ma se ti volti, dietro il cancello di “Para Ti” è rimasto un po’ di sole.
Così si conclude questo bell’articolo de “L’Avvenire” che vale la pena di leggere.
Guardando le belle immagini che l’Olimpiade di Rio ci sta regalando, ricordiamoci anche che per molti , troppi brasiliani esse hanno significato un surplus di sofferenza…