I veri vincitori.

Nonostante si continui a dire che i vincitori delle elezioni sono stati Lega e M5s, io penso invece che non lo siano affatto, che siano rimasti entrambi in mezzo al proverbiale guado.

Penso che i  vincitori siano quelli che hanno raggiunto l’obiettivo che si erano proposti fin dall’inizio, per questo Salvini e Di Maio, che non hanno i numeri per governare non possono essere considerati vincitori.

Vincitori sicuri e certi sono invece coloro che hanno spaccato un partito col solo scopo di potersi ricandidare e, illudendo una parte di elettori con presunti e sbandieratissimi ideali traditi, si sono assicurati una poltrona in Parlamento che altrimenti sarebbe loro certamente sfuggita.

Credo sia chiaro che sto parlando dei vari D’Alema, Bersani &Co.: complimenti!! PD colpito e affondato e poltrona conquistata!!!

Film: Ogni tuo respiro.

ogni-tuo-respiro-film-inno-alla-vita-620x400E’ la storia vera di Robin Cavendish, diventata film per volontà di suo figlio, oggi produttore cinematografico.

Robin aveva avuto tutto dalla vita: salute, bellezza, forza fisica, ricchezza e una moglie bellissima, ma la poliomielite di colpo fa di lui un tetraplegico, che necessita di un respiratore per continuare a vivere. Lui vorrebbe solo morire, ma sua moglie, che nel frattempo gli ha dato un figlio, lo convince a lasciare la struttura ospedaliera in cui è ricoverato e a tornare a casa per vedere  crescere suo figlio.

Qui comincia una vita nuova, assistito dalla moglie, da tutti i familiari e dagli amici; tra questi ce n’è uno capace di allestire una carrozzina munita di batterie per azionare il respiratore e Robin può lasciare la sua stanza, uscire in giardino, andare in auto e viaggiare in aereo. Può così intraprendere una battaglia in favore dei tanti tetraplegici, che, nel mondo, sono costretti a una vita ospedalizzata lontani dal proprio mondo e dai propri affetti.

Il film ha come limite il fatto di non far vedere la fatica e la sofferenza che la situazione di Robin comporta per lui e per la sua famiglia, tutto è sempre troppo idilliaco e chi ha vissuto da vicino esperienze analoghe sa bene che non è tutto così facile.

Il regista non dà certo  un’impostazione cristiana all’accettazione della sofferenza: è un film prettamente laico, pertanto la difesa che fa della vita anche in situazioni estreme è ancor di più apprezzabile.

I medici avevano previsto per  Robin una vita molto breve, invece vive a lungo e vive una vita piena di interessi e di affetti, vicino ai suoi cari. Il film termina con la sua morte, ma non definisce le modalità con cui essa è avvenuta e per questo può offrire l’occasione per una riflessione, che si terrà mercoledì sera in sala Isacchi sotto la guida di un esperto in materia: don Aramini, docente universitario.