Arte: Dentro i capolavori: le ninfee di Monet.

Oggi pomeriggio  la prof. Beretta ci ha accompagnato nel mondo “profumato” di Monet. Perchè profumato? Perchè Monet oltre che creare quadri stupendi è stato anche un artista-giardiniere: seminava personalmente i suoi fiori,  con la stessa genialità con cui creava le sue tele.

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Impressione: levar del sole – prima opera innovativa di Monet, molto dileggiata dalla critica.

Aprendo la lezione, la nostra docente ha precisato che l’arte “impressionista ” voleva rappresentare sulla tela la prima immagine impressa sulla retina dell’occhio al primo sguardo, per questo le immagini appaiono prive di contorni delimitati e quindi sfumate.

Monet, come molti impressionisti, è uno studioso degli effetti della luce e per questo viaggia molto, dal Nord al Sud del continente europeo e conquista una certa fama coi suoi quadri en-plei-air.

Nel 1883 si stabilisce a Giverny (50 km. a nord di Parigi) con la seconda moglie e i figli di entrambi. La casa è molto grande e ha un vasto terreno attorno adibito alla coltivazione di frutta. Monet fa abbattere gli alberi da frutto e comincia a piantare fiori per creare macchie di colore, così come fa nei suoi quadri. Il suo giardino diventa la  principale fonte di ispirazione per le sue tele

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ninfee – soggetto predominante nell’ultimo periodo.

Nel 1893, acquista altro terreno e fa deviare le acque di un fiume vicino per creare un laghetto all’interno della sua proprietà; attorno al lago crea una paesaggio orientaleggiante con ponticello in stile  giapponese e fiori esotici. Per meglio cogliere gli effetti di luce sulle acque del lago e sulle ninfee, si fa costruire un “bateau-atélier” dove passa ore ed ore a dipingere. Vedendo i suoi quadri si ha l’impressione che siano stati dipinti di getto, invece Monet lavorava contemporaneamente su molte tele e ad ognuna dedicava solo pochi minuti ogni volta. In questo  periodo produce molte opere con un unico soggetto: le ninfee. Esse però sono sempre e solo un pretesto per studiare i riflessi del cielo nell’acqua.

Nel 1915 fa costruire una grande serra dove si ritira per dipingere enormi tele, lunghe anche 15 metri. E’ ormai quasi cieco, ma continua a lavorare esprimendo una grande genialità nella rappresentazione della luce e nella tecnica pittorica.

La lezione, affollatissima ha fatto vivere a tutti i presenti un’ora di full-immersion (come si dice oggi) nella bellezza.

 

La vita è sempre anche mente e coscienza.

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Clicando sul link qui sopra è possibile leggere la versione integrale della lezione di Fisica Moderna tenuta oggi pomeriggio dal nostro  amatissimo docente, scienziato  e poeta, prof. Damiani.

Per i lettori più pigri riporto qui solo la conclusione della lezione, come sempre molto suggestiva.

 

Il mistero dentro di me
Solo io sento me stesso vivere
Solo io posso sentire dentro di me
che cosa si prova ad essere dentro ai miei occhi
quando li posso chiudere al mondo e a me stesso.
Proiettato all’esistenza da quell’io invisibile
ma che non potrei aver più fede che esiste,
senza poterlo né vedere né comprendere!
Vivere, miracolo nel miracolo, possibile che
l’invisibile dentro di me giochi così bene che
non so neppure quando sogno o se son vivo?
Oscurati dal sapere stesso di esserci solo dentro,
credono che esista solo la luce dell’avere.