UTE: Non violenza – cervello e attività fisica. (sintesi di Angela D’Albis)

Alle 15.00 la professoressa Russo, continuando il suo discorso sulla violenza e non-violenza oggi, ci parla delle guerre attuali.

La guerra, sottolinea la docente, ha una prima e importante vittima: LA VERITA’. In effetti, nessuno vuole la guerra, sono i politici che devono decidere e spesso lo fanno nascondendo la verità. Riferendosi alle teorie di Goering (politico e generale tedesco durante il terzo Reich) e di Tucidide (storico e militare ateniese) la professoressa sottolinea come le guerre scoppino perché si convincono le persone che sono in pericolo e che per difendersi bisogna fare la guerra. Dire che bisogna difendersi è molto semplice e funziona sempre. Sia i politici, sia l’informazione non ci dicono la verità. Tucidide, circa 2.500 anni fa, ci diceva che quando scoppia una guerra la causa non ha nulla a che vedere col pretesto. Sono tutte giustificazioni.

Vediamo quali sono le giustificazioni di oggi. Qualcuna è nuova, qualcuna è vecchia. Una giustificazione attuale è la guerra al terrorismo. Ma chi sono i terroristi? A volte le stesse persone possono essere viste come terroristi da una parte e come eroi dall’altra. La professoressa ci fa l’esempio di Cesare Battisti, eroe per noi, terrorista e traditore per gli austriaci o Garibaldi, eroe per noi, terrorista per i Borboni.

Poi ci sono le guerre per motivi umanitari.  Si fanno le guerre col pretesto di difendere o liberare le persone. La guerra in Afghanistan, per esempio, è scoppiata prima per prendere Bin Laden, poi è continuata per liberare l’Afghanistan dai talebani; anche in Iraq abbiamo combattuto per liberare quello stato da Saddam Hussein.

Poi ci sono le guerre per la pace.  “ Si vis pacem, para bellum” ( se vuoi la pace, fai la guerra), dice un detto latino. Ma come si fa ad ammazzare per motivi umanitari, si chiede la docente? Sul sito dell’esercito italiano ha trovato un numero innumerevole di missioni militari “di pace”. Queste missioni in giro per il mondo ci costano tantissimo.

La professoressa ha parlato, poi, del traffico di armi. In Italia ci sono leggi severissime che vietano la vendita di armi senza il controllo del governo. In Italia, in realtà, passano fiumi di armi. Sembra che il governo “chiuda un occhio” su queste cose. In realtà, tutti i governi hanno una politica alla luce del sole e un’altra nascosta. Per fare questo gioco sotterraneo, entrano in ballo i “servizi segreti”.

In tutti i paesi è vietato vendere armi ai paesi in guerra, però scopriamo che questi paesi ne hanno tantissime. Questo succede grazie al sistema di “triangolazione”: si vendono armi a paesi non belligeranti che poi le rivendono a quelli in guerra. Purtroppo, anche la mafia si è inserita nel traffico di armi, con corrieri che danno droga in cambio di armi.

Per quanto riguarda le fabbriche di armi la docente ha detto che:

nel 1960 c’erano 69 fabbriche di armi in 30 stati;

nel 1999, 385 fabbriche in 64 stati;

nel 2004, 1200 fabbriche di armi in 92 stati. Sempre in aumento!

La docente passa a ora a illustrare la situazione delle armi nucleari. La maggior parte delle armi nucleari ce l’hanno gli Stati Uniti e la Russia. In Europa ci sono 200 testate nucleari americane posizionate contro la Russia di cui almeno 60 sono in Italia.

La docente conclude la sua lezione sottolineando che oggi le guerre non si dichiarano più perché non sono più gli eserciti a combatterle.

Si bombardano le città, si uccidono le persone e si dice che sono “effetti collaterali oppure che: ”sono stati usati come scudi umani”; si preferisce colpire i così detti “obiettivi molli” come ospedali, case farmaceutiche, serbatoi d’acqua, dighe e si i distruggono i campi.

Alcune guerre vengono fatte per liberare la terra dalla gente perché quelle terre sono ricche di risorse minerarie, o sono fertili, o sono zone strategiche.La gente le libera o morendo o scappando. Ci sono 68 milioni di profughi nel mondo. Noi pensiamo che siano poche le guerre, in realtà sono tante e sono tutte interne agli stati e in zone ricche di miniere.

Anche per la professoressa Russo il tempo è “tiranno”. Questo argomento sarà, quindi, ripreso nella prossima lezione!

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Alle 16.00, il dottor Lissoni ci parla degli effetti dell’attività fisica sul cervello e dell’allenamento fisico e mentale. Camminando velocemente o facendo una corsetta ci si rende conto degli effetti dell’esercizio fisico sul corpo. Infatti, essa aumenta la frequenza del polso e del respiro e si suda.

L’attività fisica, però, ha riflessi anche sulla mente e traduce miglioramenti dell’attenzione e dell’umore, liberando ENDORFINE che ci fanno “sentire bene”. L’Endorfina e la Morfina hanno effetti simili e creano dipendenza. Infatti, le persone abituate a essere attive sentono che manca loro qualcosa se non fanno attività fisica. Più intensa è l’attività fisica, più essa stimola il cervello e più aumentano le ENDORFINE.

L’attività fisica favorisce anche la produzione di una sostanza che nutre i neuroni e ne contrasta la perdita dovuta al passare degli anni. Inoltre, aiuta a recuperare i neuroni nell’ippocampo.

I vantaggi dell’attività fisica sull’organismo sono:

  • Controllo del peso
  • Contrasto dell’ipertensione
  • Riduzione del diabete.

I vantaggi dell’attività fisica sul cervello sono:

  • Produce BDNF (fattore neurotrofico cerebrale che contribuisce a sostenere la sopravvivenza dei neuroni già esistenti e a favorire la crescita e la differenziazione di nuovi neuroni. Nel cervello ha un ruolo importante per la memoria a lungo termin)
  • Contrasta l’atrofia senile
  • Protegge la sostanza bianca
  • Migliora il sonno
  • Riduce il rischio di demenza
  • Migliora l’umore
  • Stimola la neuro-genesi (cioè lo sviluppo di nuovi neuroni).

Per valutare come l’attività fisica migliori l’attività cognitiva ci sono dei test di memoria, di attenzione e fluenza verbale.Il dottore raccomanda di essere fisicamente attivi e sottolinea che non è mai tardi per cominciare. Bisogna stare meno seduti e muoversi maggiormente.  E’ anche importante mantenere regolarmente l’attività fisica.

Ma quale attività fisica va meglio per il cervello? Il dottore consiglia gli esercizi aerobici che, se praticati due ore e mezzo a settimana, aiutano ad aumentare l’attenzione e la memoria. Poi ci sono gli esercizi per rinforzare la muscolatura e quelli corpo-mente come yoga e tai-chi che associano movimenti, respirazione e pensiero. Il dottore consiglia di usare meno l’automobile e di camminare da fermi.

Se ci sono problemi fisici è meglio prendere qualche precauzione per evitare bruschi aumenti di pressione o altri problemi. Soprattutto camminare e fare le scale sono esercizi molto utili.

I risultati cognitivi dell’esercizio fisico non sono così rapidi come quelli sul corpo. Sul cervello i benefici non si manifestano prima dei 6 mesi.

E’ importante anche stimolare il cervello. E’ dimostrato che le persone che hanno condotto una vita con impegni intellettuali dispongono di maggiore riserva cognitiva e hanno meno rischi di demenza. E’ meglio cominciare da giovani ad accumulare riserve cognitive, Bisogna però operarsi a impegnarsi seriamente cercando di imparare cose nuove. Le attività efficaci per allenare il cervello non sono né speciali né costose. Tutto quello che facciamo può essere utile come esercizio, ma si deve cercare di attuarle al meglio, ponendovi particolare attenzione.

Il dottore consiglia di fare nuove esperienze, di allargare i propri orizzonti andando oltre la zona di confort. Apprendere una lingua straniera o perfezionare una che si sa male, imparare a suonare uno strumento, apprezzare la letteratura (non basta leggere), frequentare corsi di disegno o di cucina sono esempi di attività che possono aiutare il nostro cervello. Ogni volta che si allarga la conoscenza con una nuova competenza si sviluppano nuove reti neuronali.

Gli esercizi che il dottore consiglia sono anche quelli che si fanno con le parole crociate, il sudoko, i rebus, ma anche i giochi da tavola come alcuni giochi di carte, gli scacchi, la dama. Le attività culturali, come andare al cinema, a teatro, a concerti, arricchiscono la mente soprattutto quando la nuova esperienza si integra con l’apprendimento.

E’ importante viaggiare, parlare altre lingue, muoversi in città (è provato, infatti, che i tassisti abbiano più neuroni nell’ippocampo a causa della loro attività lavorativa). Meno consigliati sono i giochi al computer perché non esiste nessuna conferma scientifica che contrastino il declino cognitivo.

Il dottor Lissoni termina la sua interessantissima lezione dandoci appuntamento alla prossima nella quale parlerà del sonno e dell’importanza dell’interazione sociale.