Ute: La rivolta Spartachista- la conquista della Luna

Don Ivano Colombo ci parla oggi della situazione in Germania alla fine della Prima Guerra Mondiale.

Per la Germania l’armistizio fu firmato l’11 novembre 1918 e da quel momento ebbe inizio un ben triste dopoguerra: la gente  moriva di fame e di spagnola. La moneta tedesca era talmente svalutata che per comprare qualsiasi alimento occorrevano quantità enormi di danaro.

L’impero austro-ungarico era stato smembrato e così anche l’impero Ottomano. La Germania dovette cedere Alsazia e Lorena, ma la Francia aveva avanzato pretese anche sulla Saar e sulla Ruhr, regioni ricche di materie prime.

In questo clima si ebbe a Berlino un tentativo di rivoluzione di matrice socialista, attuato dai membri della Lega Spartachista (così detta perchè si richiamava alla rivolta di Spartaco, lo schiavo romano). Di questa lega faceva parte Rosa Luxemburg, che aveva già assunto posizioni critiche verso il Leninismo per il fatto che  proclamava la necessità del ricorso a una rivoluzione violenta per prendere il potere. La rivoluzione fu soffocata e Rosa Luxemburg morì durante gli interrogatori cui fu sottoposta dopo l’arresto.

La Lega Spartachista era una branca del partito socialista e poi si trasformò in partito comunista.  In questo clima nacque poi la Repubblica di Weimar.

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Il prof. Damiani continua oggi il discorso sulla conquista della Luna avvenuta 50 anni fa.

L’umanità ha da sempre sognato di viaggiare nello spazio, tra le stelle, ma solo da poco è stato scoperto il grave pericolo che si nasconde invisibile nello spazio: esso è percorso da radiazioni solari e cosmiche-galattiche, le quali hanno effetti  negativi e permanenti sul cervello umano. Esse costituiscono un grave ostacolo ai viaggi spaziali.

La Terra è difesa da tali radiazioni da un benefico scudo costituito dal magnetismo terrestre e dall’atmosfera.

A questo punto il nostro docente ci invita a riflettere sul perchè si dovrebbero intraprendere dei viaggi interplanetari e la risposta può essere solo una: non volendo rinunciare a stili di vita incompatibili con le scarse risorse residue della Terra si vuole forse cercare altrove le materie prime necessarie all’umanità in continuo aumento. Sarebbe forse meglio, tuttavia, cercare di salvaguardare la vita su questo nostro Pianeta, minacciato dal surriscaldamento e dai cambiamenti climatici. Questi ultimi stanno già arrecando ogni anno danni enormi che comportano spese ingentissime.

Nella prossima lezione il prof. Damiani ci illustrerà le ipotesi allo studio per intraprendere viaggi interplanetari senza consumo di energia con durata anche di moltissimi anni.

La lezione termina come sempre con una poesia delicata e profonda del nostro docente filosofo – scienziato-poeta.

 

 

Nell’ira della gente il riflesso dell’ira di Dio…

Vorrei qui ribadire chiaramente: se nella Chiesa si rilevasse anche un solo caso di abuso – che rappresenta già di per sé una mostruosità – tale caso sarà affrontato con la massima serietà. Fratelli e sorelle, infatti nella rabbia, giustificata, della gente, la Chiesa vede il riflesso dell’ira di Dio, tradito e schiaffeggiato da questi disonesti consacrati. L’eco del grido silenzioso dei piccoli, che invece di trovare in loro paternità e guide spirituali hanno trovato dei carnefici, farà tremare i cuori anestetizzati dall’ipocrisia e dal potere. Noi abbiamo il dovere di ascoltare attentamente questo soffocato grido silenzioso

pedofiliaIl brano riportato qui sopra è tratto dal discorso che Papa Francesco ha pronunciato a conclusione dei lavori sulla pedofilia. Sono parole chiare e giustamente dure: cosa si può immaginare di più atroce dell’angoscia di un bambino che viene mandato all’oratorio e lì trova il suo aguzzino in colui che dovrebbe essergli guida e padre spirituale?

Per troppo tempo la Chiesa ha steso veli di ipocrisia su questi crimini. Ci voleva il coraggio e la forza di Papa Francesco per affrontare di petto questa piaga infamante. Grazie, Papa Francesco!

Poesia: Adesso ci sono computer (C. Bukowski)

Adesso ci sono computer e ancora più computer

e presto tutti ne avranno uno,
i bambini di tre anni avranno i computer
e tutti sapranno tuttotecnologia-alienante
di tutti gli altri
molto prima di incontrarli
e così non vorranno più incontrarli.
Nessuno vorrà incontrare più nessun
altro mai più
e saranno tutti
dei reclusi
come me adesso…

Non ricorda qualcosa? Mi pare che nella canzone “Argento vivo” che Daniele Silvestri ha presentato a Sanremo quest’anno, venga richiamato lo stesso tema: quello di un uso alienante della tecnologia…

Alla fine del tunnel.

la-luce-in-fondo-al-tunnelDopo due mesi di immobilità o quasi, ricomincio a camminare faticosamente. La riabilitazione è dolorosa, ma sento che mi sta aiutando a riprendere il controllo dei movimenti.

Ieri ho anche ripreso a guidare l’automobile per brevi percorsi e la sensazione di poter essere di nuovo autonoma è bellissima!!! Mi sembra di rinascere, anche se so che la ripresa completa richiederà ancora molto tempo.

Rivedo un bagliore di luce in fondo a un tunnel, che non ho ancora percorso del tutto.

UTE: il rito Ambrosiano – letteratura contemporanea.

Il prevosto di Erba, Monsignor Angelo Pirovano, ci ha guidato oggi alla ricerca delle origini e delle peculiarità del Rito Ambrosiano.

Per rito si intende la modalità liturgica di celebrazione; il termine ambrosiano deriva chiaramente da Ambrogio, il grande vescovo di Milano, ma l’attuale rito ambrosiano non è certo quello dei tempi di S. Ambrogio.

Nei primi secoli della cristianità, ogni comunità seguiva un proprio rito, creato dalla comunità locale. Pian Piano, nel corso dei secoli, sotto l’impulso di grandi personalità (come Papa Innocenzo I, Carlo Magno, Papa Gregorio VII) si cercò di uniformare i vari riti e il rito praticato nella Chiesa di Milano assorbì quelli delle zone vicine.  Per definirlo, si fece riferimento al più grande dei suoi vescovi, Ambrogio e così nel 881 si cominciò a parlare di Chiesa Ambrosiana e di rito Ambrosiano.

Dopo il Mille, il rito Ambrosiano divenne anche simbolo di libertà dei liberi Comuni in lotta contro l’Impero.

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UTE: prodromi del fascismo- cosa può fare la non-violenza oggi.

La scelta dell’argomento di questa lezione di Don Ivano, segue quello della celebrazione degli anniversari.
Vediamo cosa avvenne in Italia cento anni fa, dopo la fine della Prima Guerra Mondiale.
Don Ivano ci invita a leggere gli avvenimenti della Storia sotto lo sguardo della razionalità e non della passionalità e sottolinea che è importante cercare di leggere i documenti sotto tutti i punti di vista e non solo da una chiave di lettura.
Ci indica anche gli autori di alcuni libri dai quali ha attinto per stendere la sua lezione.
Dopo questa introduzione, don Ivano ci descrive gli avvenimenti del 1919.
fasci-di-combattimentoIl 23 marzo ci fu l’incontro in Piazza San Sepolcro a Milano da cui verranno fuori i sansepolcristi che non necessariamente diventarono tutti fascisti, mentre alcuni che parteciparono alla Marcia su Roma, precisa il docente, non erano tutti stati a Piazza San Sepolcro. Da questa adunata, alla quale non si sa bene quante persone parteciparono, sorsero “I Fasci di Combattimento”. Don Ivano sottolinea che l’adunata di piazza San Sepolcro, ricordata come il battesimo del Fascismo, fu un grande flop, sia per il numero delle adesioni, sia nei risultati che ne sortirono.
Il 15 aprile ci fu l’assalto alla redazione dell’”Avanti” a Milano, giornale socialista, perché il Partito Comunista non era ancora nato. C’erano “i massimalisti”, che nel 1919 facevano ancora parte del partito socialista, e che, poi, daranno vita al Partito Comunista.
Il 18 gennaio dello stesso anno, Don Sturzo fondò il Partito Popolare.
Con i Fasci Combattenti, Mussolini voleva dare una risposta al malcontento popolare, che dilagava soprattutto tra i soldati rientrati dal fronte che avevano difficoltà a trovare lavoro. Tra questi soldati, i più scontenti erano gli “Arditi”.
Don Ivano ci spiega che gli “Arditi” erano un corpo speciale dell’esercito che non apparteneva all’esercito, un gruppo di soldati temerari che doveva sottolineare il coraggio al limite della sfrontatezza, nelle operazioni belliche più rischiose.
All’adunata di Piazza San Sepolcro, si costituì un rapporto stretto tra gli “Arditi” e Mussolini.
Don Ivano paragona gli “Arditi” di Mussolini alle SA tedesche, che dovevano difendere Hitler con interventi anche violenti.
In questo periodo Mussolini non aveva ben chiaro cosa volesse fare. Sicuramente non voleva fondare un Partito Politico, anche se nel ’21 lo fonderà. Con l’istituzione dei Fasci di Combattimento, Mussolini creò l’”antipartito” contro due pericoli: la destra conservatrice e la sinistra che si presentava come il partito che voleva andare al potere con le stesse modalità di Lenin.
A questo punto, il docente ci spiega che il partito marxista – leninista si differenziava dalla teoria marxista perché voleva la presa del potere con la violenza. La paura di una rivoluzione bolscevica anche in Italia fece il buon gioco di Mussolini.
Nel 1921 Mussolini si rese conto che per combattere i Socialisti e il Partito Popolare doveva far nascere un altro Partito popolare. Nacque così il Partito Fascista.
La “marcia su Roma” avvenne nel 1922 e nel 1925 il regime fascista prese forma di uno stato totalitario.
Don Ivano termina la sua lezione commentando i due discorsi, in contraddizione tra loro, di Gioacchino Volpe e di Ignazio Silone.

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Continuando il discorso rimasto in sospeso nell’ultima lezione, la prof. Russo ci ha parlato delle guerre attuali, combattute da compagnie private di tecnici ed esperti di armi sofisticatissime. In Arabia Saudita, ad esempio ci sono oggi 43.000 tecnici americani (solitamente ex-ufficiali in pensione), mercenari veri professionisti della guerra. L’8% delle spese militari USA è destinato a compagnie militari private: il dato si riferisce al 2003 in Russia ci sono 4.500 imprese dello stesso tipo con un totale di 155.000 dipendenti.

Ci sono nel mondo attualmente 378 guerre, che devastano tanti paesi, soprattutto africani, che hanno la sola colpa di possedere miniere di metalli rari e preziosissimi per le produzioni tecnologicamente più avanzate. Chi intende impossessarsi di queste materie prime, acquista vaste estensioni di terra e per cacciare le popolazioni che le hanno abitate da sempre ecco che vengono ingaggiate queste compagnie militari private: è quello che sta accadendo in 29 paesi africani. Possiamo certamente dire che che lo sviluppo tecnologico dell’Occidente è stato reso possibile dallo sfruttamento delle risorse dell’Africa.

Congo: miniere di coltan, minerale rarissimo usato per far funzionare i telefonini
Congo: miniere di coltan, minerale rarissimo usato per far funzionare i telefonini

A questo punto la nostra docente ha affrontato un nuovo tema: cosa può fare la non-violenza oggi per contrastare la violenza?

Per cominciare ci ha ricordato grandi figure di testimoni della non-violenza: Don Mazzolari, Don Milani, Gandhi e, sorprendentemente, Eisenhower, che nella sua veste di generale prima e di presidente USA poi, ha potuto ben comprendere quanto i gruppi industriali delle produzioni militari possano condizionare le decisioni dei politici.

Forse una domanda ci viene spontaneamente alle labbra: cosa possono fare le persone comuni per contrastare la violenza delle guerre?

Il primo dovere di ogni cittadino è quello di informarsi, di non lasciarsi influenzare dalla propaganda e dai media; poi possiamo accertarci se le banche alle quali affidiamo i nostri risparmi risultano negli elenchi degli Istituti di credito che finanziano la produzione di armi (e molte nostre banche sostengono fabbriche di armi sia in Italia che all’estero) e in caso affermativo è bene dirottare i nostri soldi verso banche etiche, che investono in settori non militari.

Se tutti ci comportassimo in questo modo, le banche sarebbero costrette a cambiare le loro strategie di investimento, le fabbriche di armi non più finanziate dovrebbero diminuire drasticamente la loro produzione e ai guerrafondai passerebbe la voglia di scatenare guerre in giro per il mondo.

Fammi volare fino alla luna.

Ho appena ascoltato questa canzone  e mi è piaciuta molto. La cantava divinamente il grande Frank Sinatra.

Fly me to the moon – Fammi volare fino alla Luna
Let me play among the stars – Fammi giocare tra le Stelle
Let me see what spring is like – Fammi vedere se è come saltare
On a-Jupiter and Mars – Su Giove o Marte
In other words, hold my hand – In altre parole, prendi la mia mano
In other words, baby, kiss me – In altre parole, baciami

Fill my heart with song – Riempi il mio cuore con una canzone
And let me sing for ever more – E fammi cantare per sempre
You are all I long for – Sei tutto ciò che ho sempre atteso
All I worship and adore – Tutto ciò che venero e adoro
In other words, please be true – In altre parole, per favore fa che sia vero
In other words, I love you – In altre parole, Ti Amo

Fill my heart with song – Riempi il mio cuore con una canzone
And let me sing for ever more – E fammi cantare per sempre
You are all I long for – Sei tutto ciò che ho sempre atteso
All I worship and adore – Tutto ciò che venero e adoro
In other words, please be true – In altre parole, per favore fa che sia vero
In other words, in other words – In altre parole, in altre parole
I love you – Io Ti Amo

Donne invisibili.

Per quanti secoli le donne sono state ritenute esseri umani di serie B!! E fino a pochissimo tempo fa le famiglie non ritenevano utile far studiare le figlie femmine: a loro doveva bastare il saper fare le mogli e le madri.

Solo poche fortunate hanno potuto accedere a studi superiori, favorite dalla condizione sociale e da genitori particolarmente illuminati; eppure anche in questi casi, anche quando queste donne hanno saputo arrivare ai vertici della scienza o dell’arte o della politica,  la storia non le ha mai tenute in considerazione: sono state rese invisibili.  Continue reading “Donne invisibili.”

UTE: linguaggio musicale e matematica – le sorelle Agnesi (sintesi di Angela D’Albis)

Alle 15.00 la professoressa Alessandra Zapparoli introduce la sua lezione su Maria Teresa Agnesi, compositrice milanese che si forma nei salotti milanesi del ‘700, facendoci ascoltare un’opera di Mozart, composta negli anni giovanili: l’Ouverture del “Mitridate re di Ponto”. Quando compose quest’opera, Mozart era giovanissimo, aveva solo 14 anni e si trovava a Milano. La docente ci fa notare che quest’opera ha già quel sapore che si viveva nell’ambiente culturale e musicale di Milano grazie a Maria Teresa Agnesi. Quest’ultima e sua sorella Maria Gaetana affrontarono delle discipline che erano patrimonio prettamente maschile: la Composizione e la Matematica. Le due sorelle si dedicarono allo studio di queste materie, arduo per delle donne del ‘700, grazie al padre che permise alle sue figlie di dedicarsi a studi non accessibili alle donne. Fino ad un certo punto, però, perché anche Maria Teresa dovette sottostare alla consuetudine del tempo che voleva la donna moglie e madre, si sposò ed ebbe figli, tuttavia continuò la sua carriera di compositrice. Ella riuscì ad ampliare la mentalità dell’epoca e compose opere che furono eseguite al Teatro di Milano. Addirittura, lei suonava il clavicembalo e dirigeva l’opera!
Maria Teresa Agnesi è stata una figura di grande spicco e di grande umanità, ci dice la docente, e aiutò la sorella con il Pio Albergo Trivulzio. Purtroppo, con la vedovanza diventò povera. La professoressa ci spiega che, nel ‘700, le donne che si esibivano in teatro non potevano essere pagate. Anche la sorella di Mozart, Anna Mozart, pur avendo grandi doti di compositrice, dovette lasciare e sposarsi a 18 anni.
La docente procede con l’ascolto di altre arie di Maria Teresa Agnesi e le paragona a quelle del grande compositore Handel. Ma mentre Handel è conosciuto in tutto il mondo e il suo nome si trova citato in tutti i libri di Storia della Musica, non è così per Maria Teresa Agnesi.
La professoressa ci fa ascoltare ancora il primo tempo di un bel concerto per clavicembalo nella struttura tipica del concerto barocco. Ogni concerto barocco, spiega, si divide in tre tempi: quello di mezzo più malinconico, andante, mentre il primo e il terzo risultano più allegri.
Da questo concerto emerge l’eccellente gusto di orchestrazione di Maria Teresa Agnesi.
Poi, ascoltiamo ancora il primo tempo di un concerto per cembalo in fa maggiore di questa compositrice che la docente paragona alle musiche del grande Johann Sebastian Bach.
Dopo tutti questi ascolti, la professoressa fa un’operazione molto interessante: ci mostra concretamente come viene composto un pezzo per strumento. Ci fa vedere la differenza tra le sue partiture e quelle di Maria Teresa, che sono state composte a due secoli di distanza. Poi, esibendosi al pianoforte, la docente ci dimostra che i rapporti matematici sono importanti quando si compone musica. Ci fa ascoltare una parte del Preludio n. 1 in do maggiore di Bach, prima autentico, in modo maggiore, e poi con una variazione matematica della professoressa, in tono minore. Le sensazioni sentite sono diverse e questo avviene cambiando un lieve rapporto matematico.
Quindi, l’universalità del sapere può confluire per creare un’arte.
La lezione termina con l’ascolto di altri brani, non solo di Maria Teresa Agnesi, ma anche dei figli di Bach e di Mozart.

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La lezione delle 16.00 comincia con una performance che ha come protagonisti la professoressa Zapparoli e il professor Pintaldi, tratta da “Il medico olandese” di Goldoni.
Dopo questa esibizione, molto divertente, il professor Pintaldi sottolinea che Goldoni, in questa commedia, parla di un libro di matematica, anche se nel ‘700 le scienze non erano ancora ben sviluppate. Anche la figura della donna non viene descritta come una persona ingenua, ma scaltra e intelligente.
Questa introduzione serve al professore per parlare della scienziata Maria Gaetana Agnesi, sorella di Maria Teresa. Questa donna era molto colta e viene ricordata per una sua grande intuizione: la famosa “VERSIERA”. La “versiera”, in geometria, è una curva del piano ed è caratterizzata da una forma a campana.

versiera

 

<costruzione e spiegazione della versiera
Maria Gaetana Agnesi la descrisse in un suo libro che ebbe subito diffusione mondiale. La “versiera” era già stata studiata in precedenza, ma fu Maria Gaetana Agnesi a chiamarla così.
Il professore ci dice una curiosità: il traduttore inglese del libro di Maria Gaetana interpretò la parola “versiera” come l’abbreviazione di “avversiera”, cioè “strega” e da allora è conosciuta come the “WITCH OF AGNESI (la Strega di Agnesi).
Il professor Pintaldi conclude la sua lezione invitandoci all’uscita organizzata per mercoledì 20 febbraio a
VILLA AGNESI ALBERTONI e il SANTUARIO DI MONTEVECCHIA
con la visita della Villa, del Salotto di Maria Gaetana Agnesi, dei giardini terrazzati del Parco Privato e del Santuario di Montevecchia.
Il professore ci seguirà nella visita insieme alla guida dell’agenzia dott.ssa SILVIA BRUSADELLI.
Arrivederci allora a mercoledì 20 per questa bella visita!
Maria Gaetana Agnesi la descrisse in un suo libro che ebbe subito diffusione mondiale. La “versiera” era già stata studiata in precedenza, ma fu Maria Gaetana Agnesi a chiamarla così.
Il professore ci dice una curiosità: il traduttore inglese del libro di Maria Gaetana interpretò la parola “versiera” come l’abbreviazione di “avversiera”, cioè “strega” e da allora è conosciuta come the “WITCH OF AGNESI (la Strega di Agnesi).
Il professor Pintaldi conclude la sua lezione invitandoci all’uscita organizzata per mercoledì 20 febbraio a
VILLA AGNESI ALBERTONI e il SANTUARIO DI MONTEVECCHIA
con la visita della Villa, del Salotto di Maria Gaetana Agnesi, dei giardini terrazzati del Parco Privato e del Santuario di Montevecchia.
Il professore ci seguirà nella visita insieme alla guida dell’agenzia dott.ssa SILVIA BRUSADELLI.
Arrivederci allora a mercoledì 20 per questa bella visita!