Letture: Europa ( oggi – 2^ parte)

Dal dopo guerra ad oggi molte cose sono cambiate: le democrazie occidentali sono in crisi per la sfiducia dei cittadini nelle istituzioni, per la distanza tra cittadini e “palazzo”, per il nazionalismo  che rialza la testa, per il populismo che pare dilagare in vari paesi europei e per la paura indotta dall’ immigrazione. A tutto questo si aggiungono: gli effetti di una lunga crisi economica che ha portato disoccupazione soprattutto giovanile, il terremoto “Brexit” che ha prodotto effetti deleteri anche senza essere diventata realtà (ma solo annuncio), l’isolazionismo degli USA, l’egoismo di bandiera-europeacerti stati membri che intendono la UE solo come bancomat da cui attingere risorse, ma poi si ritraggono quando si richiede la loro solidarietà…. Questi fattori di disgregazione sono amplificati da una classe politica che in genere tiene più in considerazione la possibilità di essere rieletta che non il bene dei propri cittadini.

In questo stato di cose, una propaganda manovrata ad hoc, induce la gente a individuare nell’Europa, che pure ha commesso errori, la responsabile di tutti i mali. ….. Ma molto più spesso sono i singoli stati col loro miope egoismo a ostacolare l’efficacia delle direttive europee….

Ora, dato questo stato di cose, l’Europa parrebbe la proverbiale casa costruita sulla sabbia, ma per affrontare le sfide del mondo di oggi (clima, terrorismo, immigrazione, inquinamento ….) non c’è altra via da seguire che unire le forze per consolidare le fondamenta della casa comune guardando al futuro e alle giovani generazioni.

 

Letture: EUROPA (1^ parte)

Sto leggendo un libro di piccole dimensioni, ma interessante per il tema che in esso viene trattato: l’ Europa, le tappe della costruzione della UE,  gli errori commessi in questo cammino, le  potenzialità di una  unione che sola può strappare ad un destino di insignificanaza i vari paesi del vecchio continente.

L’autore, Gianni Borsa, prende il via da una analisi molto approfondita della parabola evangelica della casa costruita sulla roccia, che resiste alle intemperie e di quella invece costruita sulla sabbia, destinata a crollare al primo soffio di vento.

Il parallelismo è evidente: la casa della parabola è come l’Europa, la nostra “casa comune”, la cui costruzione ha preso il via all’indomani di una guerra che ha fatto sessanta milioni di morti e lascia dietro di sè i lager, le bombe su Hiroshima e Nagasaki e distruzioni infinite. A quel punto il mondo è diviso in blocchi contrapposti che si minacciano reciprocamente puntandosi addosso un numero sempre crescente di testate nucleari, ma nessuno può assumersi la responsabilità di un nuovo conflitto che potrebbe essere fatale per la sopravvivenza stessa dell’uomo sulla Terra.

robert-schumannEcco allora che alcuni grandi uomini concepiscono un’idea coraggiosa: mettere le basi per costruire un’Europa unita, che avrà “ la pace come obiettivo assoluto, la solidarietà come stile e metro, la cooperazione economica come mezzo per giungere a una collaborazione – e in prospettiva a un’unità – politica” . Queste parole sono tratte dalla DICHIARAZIONE di SCHUMANN, che ottiene l’appoggio di De Gasperi, Adenauer e Spaak. Ancora di Schumann sono queste parole profetiche: L’Europa non si farà in un giorno, nè senza urti, Nulla di duraturo si realizza con facilità. Tuttavia essa è già in cammino.  Alla Comunità del Carbone e dell’Acciaio (CECA) si sono aggiunti il Mercato Comune (MEC) e l’EURATOM, ma soprattutto…… si sono radicati (nei popoli) l’idea europea e lo spirito di solidarietà comunitaria. Questa idea – Europa – rivelerà a tutti le basi comuni della nostra civiltà …”

Queste basi comuni  sono forse la roccia su cui sono state poste le fondamenta della “casa comune” e questo deve darci fiducia per il futuro di questa UE che oggi pare traballare.

UTE: le invasioni barbariche: i Longobardi (di A. D’albis) – Il Pantheon dentro di noi: Zeus, Poseidone, Ade.

Alle ore 15.00 la nostra brava docente professoressa Chiesa ci introduce alla conoscenza dei Longobardi (“uomini dalla barba lunga “), i barbari che cambiarono l’Italia. 

In origine sono chiamati Winnili e abitano in Scania, l’attuale Scandinavia. Il progressivo aumento della popolazione, li obbliga ad emigrare per trovare nuove sedi. Dopo aver abbandonato la loro patria ed essersi scontrati con altri popoli, essi cambiano nome e si chiamano Longobardi per la loro abitudine di portare lunghe barbe incolte e si stabiliscono in Scoringa, l’attuale Germania settentrionale.

Poi risalgono il corso del fiume Elba, arrivano in Rugilandia, a ridosso del Danubio; raggiungono Fed e la Pannonia, l’odierna Ungheria; finalmente, nel 568, arrivano in Italia e occupano quasi tutta la penisola fino a giungere nelle zone meridionali. Le migrazioni del Longobardi durano circa 600 anni.

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25 aprile a Erba: che tristezza!

Salvini lo aveva detto con largo anticipo che non avrebbe partecipato a manifestazioni celebrative del 25 aprile e a Erba l’amministrazione comunale leghista ha ben recepito il messaggio.

Non potendo perdere del tutto la faccia cancellando ogni e qualsiasi manifestazione, ne ha programmato una alle 8:30 del mattino, per fare in modo che la partecipazione fosse minima e per far sì che i pochi obbligati, per il loro ruolo istituzionale, ad essere presenti non si vedessero rovinato un giorno di festa .

All-focus

Stamattina infatti c’erano forse una quarantina di persone in tutto davanti alle scuole medie ad assistere alla deposizione della rituale corona davanti al monumento dedicato alla Resistenza e l’assenza della signora sindaco si è fatta notare.  Chi ne faceva le veci, la sig,ra Rivolta, ha adempiuto al suo compito leggendo stralci  di articoli pubblicati nel 1972 dal giornale locale “Vento del Nord”. In esso venivano ricordati alcuni  cittadini erbesi che si sono distinti nella Resistenza

E’ stato un momento molto triste, che purtroppo ha rappresentato il comune sentire dell’opinione pubblica locale  in questo momento della storia nazionale e rappresenta anche un  campanello di allarme per chi crede ancora nei valori fondanti della  nostra democrazia

Poesia: Ascoltavo la pioggia (A. Merini)

Dopo un inverno segnato da una lunga siccità che ha visto fiumi e laghi toccare i loro livelli  minimi, la primavera ci regala giornate di pioggia: un po’ grigie, un po’ uggiose, ma certamente provvidenziali. E’ una pioggia buona e gentile, qui da noi… invita alla riflessione, ai ricordi. E’ forse in una giornata come questa che Alda Merini ha scritto questi versi.

ASCOLTAVO LA PIOGGIA.

Ascoltavo la pioggia
domandare al silenzio
quale fragile ardore
sillabava e moriva.
L’infinito tendeva
ori e stralci di rosso
profumando le pietre
di strade lontane.
Mi abitavano i sogni
odorosi di muschio
quando il fiume impetuoso
scompigliava l’oceano.
Ascoltavo la pioggia
domandare al silenzio
quanti nastri di strade
annodavano il cuore.
E la pioggia piangeva
asciugandosi al vento
sopra tetti spioventi
di desolati paesi.

Film: Il Risorto.

RaiPlay offre una fantastica possibilità: quella di vedere gli spettacoli che ti interessano quando ti viene più comodo. Così la sera di Pasqua non ho potuto seguire il film “Il Risorto” alla TV , ma ho potuto seguirlo ieri pomeriggio dal computer.

Come ben si capisce dal titolo, tratta dell’avvenimento che giustifica la fede di molti milioni di cristiani e che spesso mi ha indotto a riflettere: Gesù sarà veramente risorto? Perché solo  la sua Resurrezione dimostra che LUi non è soltanto un uomo…

Il film comincia quando Pilato ha appena rimesso la condanna del Nazareno alla crocifissione  nelle mani del popolo. Il caso era anomalo e Pilato è inquieto, perciò invia un giovane tribuno a controllare quello che accade sul luogo della condanna e gli affida in seguito il compito di mettere delle guardie davanti alla tomba, affinché nessuno possa sottrarre il corpo e diffondere poi false notizie.

Ma quello che Sinedrio e Pilato temevano accade davvero: la mattina del terzo giorno la pietra tombale viene trovata rimossa e la tomba è vuota!  La notizia si diffonde ben presto e Pilato prima fa arrestare le guardie, poi ordina di fermare anche tutti quelli che parlano di quell’evento inaudito. Viene ricercato il cadavere ovunque, ma inutilmente: non se ne trova traccia.

Il tribuno continua le sue indagini dal cui risultato dipende anche la sua futura carriera e finalmente trova una delle due guardie che smentisce la sua prima testimonianza secondo la quale un gruppo di uomini armati avevano sopraffatto lui e il suo compagno e avevano poi rubato il cadavere del Nazareno; in realtà la guardia dice che, sì, davvero lui e il suo compagno si erano addormentati quella notte, ma dice anche di essere stato svegliato di soprassalto da un rumore assordante, mentre una luce abbagliante si sprigionava dalla tomba che veniva scoperchiata da una forza misteriosa.

Nel proseguimento delle indagini, il tribuno si imbatte nel gruppo degli Apostoli riuniti in una stanzetta e vede, seduto in mezzo a loro, quel Gesù che lui aveva visto morire sulla croce. Da quel momento si unisce agli apostoli e li aiuta a sfuggire ai soldati di Pilato che li inseguono: non pensa più alla sua carriera e la sua vita cambia per sempre.

Il film è abbastanza credibile nella prima parte, ma poi scade un po’ presentando degli apostoli troppo ridanciani e un Gesù che appare e scompare in una specie di gioco di magia.

Il mistero però rimane e mi chiedo: possibile che i Romani, con i loro potenti mezzi e i loro metodi sbrigativi, non abbiano potuto soffocare sul nascere la notizia della Risurrezione, se  era  falsa?

 

Giorni di festa.

In questi giorni ho visto tutti i nipoti.

E’ così bello vederli insieme: Gioele è il più piccolo e quando è qui non ha tempo per mangiare perché pensa ai giochi che lo aspettano e allora dice: – Io sono abbastanza ….- per dire che ha già  mangiato abbastanza e vuole scendere dalla sua seggiolina.

Il suo fratellino Giovanni, ieri ha passato molto tempo con Samu a leggere le storie di Topo Tip e poi a disegnare e intanto ha capito una cosa: che per Samu il calcio è un chiodo fisso: legge biografie  di calciatori, disegna scarpe e accessori per il calcio passa molto tempo a palleggiare cercando di battere ogni volta il suo record personale di ben 49 rimbalzi.

Oggi sono venuti anche Elisa e Davide, i due più grandi, che si sono divertiti a intrattenere i più piccoli e a guardare i film del “Diario di una schiappa”,,,, e a dir la verità mi sono divertita anche io.

 

Per ringraziare…

Da “Mosaico di pace” una notizia che non ho trovato altrove: la madre di Mose Kean, il giovane calciatore juventino, invita gli immigrati come lei a dedicarsi ad opere di volontariato per restituire agli Italiani un po’ di quello che hanno ricevuto e dice: In Italia ci sono i porti chiusi, ma le case aperte…

Mi sembra notizia che ben si intona ai giorni della Settimana Santa che stiamo vivendo.

Non c’è pace nemmeno per i morti.

Provate a immaginare: state andando a portare dei fiori  sulla tomba dei vostri genitori e come sempre vi sentite pervadere da un senso di malinconia e di rimpianto. Mentre siete immersi nei vostri ricordi, posate gli occhi sulla lapide e vi sentite arrivare come un pugno nello stomaco: qualcuno ha deturpato la lastra di marmo per rubare i fiori di  ottone che la adornavano!!!

E’ successo ieri a una mia amica che ha sentito questo gesto vandalico come uno sfregio, un oltraggio meschino ai propri cari. Profondamente turbata, è andata  alla caserma dei Carabinieri, dove già altri due anziani stavano denunciando il furto di una statua rappresentante un angelo dalla tomba di famiglia in un altro cimitero cittadino. Evidentemente c’ è in giro per Erba una banda che ha preso di mira le tombe, senza nessun riguardo nemmeno per i morti.

Visto come stanno le cose, vorrei suggerire all’amministrazione comunale, che ha particolarmente a cuore la sicurezza, almeno così dicono, di far mettere qualche telecamera all’entrata dei cimiteri di Arcellasco e Bindella, luoghi particolarmente isolati molto insicuri anche di giorno.

UTE: La Risurrezione di A. Manzoni. (sintesi di A. D’Albis)

risurrezioneIn occasione della Santa Pasqua, il nostro docente professor Don Ivano Colombo ci presenta e spiega l’Inno Sacro di Alessandro Manzoni: ”La Risurrezione”.

Questo è il primo degli Inni Sacri e, come tutti gli altri, manca della vena poetica dello scrittore, il quale, poi, abbandona la poesia per dedicarsi al romanzo.

Don Ivano ci fa notare che, anche in questo inno, più che il poeta si sente il credente, anzi il Neofita, cioè colui che si è appena convertito alla fede cattolica. Il poeta vuole aiutare il comune credente a scoprire il mistero cristiano e, per far questo, si serve di parole e concetti semplici, che favoriscono l’apprendimento, ma molto fedeli alla dottrina della Chiesa.

Da un punto di vista tecnico, la poesia è divisa in 16 strofe, ciascuna di 7 versi (ogni verso è detto “ottonario” perché composto da otto sillabe); l’ultimo verso è tronco, cioè composto da 7 sillabe.

Il poeta usa la “rima alternata” nei primi quattro versi; la “rima baciata” nel quinto e sesto, mentre l’ultimo verso, quello tronco, rima con il verso tronco della strofa successiva.

Don Ivano divide la poesia in 4 parti di 4 strofe ciascuna. L’argomento è la Resurrezione, ma divisa in 4 momenti:

Nel primo gruppo di strofe c’è l’annuncio della Risurrezione che riprende i riti della Liturgia della Veglia Pasquale. Viene ripetuto per 3 volte “E’ risorto”, come fa il sacerdote durante la Veglia quando annuncia la Resurrezione tra il tripudio dei campanelli e il suono delle campane delle chiese.

Nel secondo gruppo di 4 strofe c’è la “discesa agli inferi”, cioè Gesù discende al Limbo per portare la salvezza ai Patriarchi e ai Profeti che avevano atteso e sperato questo evento.

Nel terzo gruppo, il poeta riprende il racconto della Resurrezione, non solo come viene narrato nel Vangelo (l’annuncio alle donne, le guardie tramortite, l’angelo sulla tomba), ma anche secondo la liturgia della Chiesa che cambia il colore delle vesti liturgiche e canta il Regina Coeli.

La quarta quaterna di strofe potrebbe essere definita la parte “morale”.

Dai riti, ci dice il poeta, bisogna passare al vivere quotidiano: ci deve, cioè, essere continuità tra il pasto in Chiesa (“l’Eucarestia”) e quello a casa, che deve essere vissuto nella condivisione e nella gioia.

Don Ivano ci fa notare che questa intuizione del poeta è giusta, ma che non è pertinente con il tema della Risurrezione trattato prima.

Nella seconda parte, Don Ivano ci introduce alla “Pasqua del Signore” abbinando alcuni brani del Vangelo ad alcune opere di Duccio Di Buoninsegna, del quale si celebrano i 700 anni dalla sua scomparsa.

Duccio Di Buoninsegna è stato un pittore italiano nato a Siena nel 1255 e morto presumibilmente tra il 1318 e il 1319.

Contemporaneo di Giotto, forse fu anche lui allievo di Cimabue.

A Siena si trova la sua opera più importante: la “Maestà del Duomo”, eseguita tra il 1308 e il 1311. In quell’anno la Pala venne portata in processione dallo studio del pittore al Duomo di Siena, con una cerimonia fastosa.

Il lato anteriore della pala riporta la Madonna in trono con il Bambino, attorniata da angeli e santi.

Nel lato posteriore che sull’altare poteva essere osservato dal clero, c’è una serie di formelle che raccontano la vita di Gesù, con al centro la scena della Crocifissione.

Don Ivano si sofferma sulle formelle riguardanti la Pasqua e accosta ad esse i testi evangelici corrispondenti commentandoli.

Le formelle esaminate sono le seguenti:

La discesa agli inferi;

L’annuncio della Resurrezione;

Noli me tangere (apparizione a Maria di Magdala);

I discepoli di Emmaus;

L’incredulità di Tommaso;

La pesca sul lago.

Infine, il docente cita tre poesie della raccolta “Strade di Galilea” di Roberto Fumagalli (poeta contemporaneo), che ci portano nei luoghi e nei personaggi propri della Resurrezione.

BUONA PASQUA a tutti!