Ieri in senato.

liliana-segre_lChi è Liliana Segre? Penso che in pochi possano dire di non averne mai sentito parlare, ma proprio per questi pochi ecco qui un link : seguendolo potranno colmare questa loro lacuna.

Dopo la lettura della sua biografia, chi potrebbe non renderle omaggio, chi potrebbe non  onorarla per le sofferenze che ha dovuto subire, per il coraggio della sua testimonianza che continua anche in questa sua tarda età, per le offese e le umiliazioni che ha subito in passato e che continuano ancora oggi?

Eppure, ieri, c’è stato chi non si è alzato in piedi e non l’ha applaudita al suo ingresso in Parlamento: ce lo potevamo aspettare da Lega e FdI, nelle cui file si annidano gli odiatori per professione, ma Forza Italia? Pur  di dare un’immagine di compattezza delle destre, ha accettato di omologarsi ai partiti più estremisti di questo dopoguerra; qualcuno però sui banchi di FI ha subito denunciato forti mal di pancia… Ciò però non cancella  la meschinità di questa presa di posizione. Se c’erano motivi per non votare la mozione, non credo ce ne fossero per non rendere omaggio a una donna di grande carisma e grande levatura morale.

Letture: Il cimitero di Praga.

Da anni era lì nella libreria e non mi veniva voglia di leggerlo, anche perchè chi lo aveva comprato non lo aveva letto che in parte: aveva detto che quel testo era troppo pesante.

Qualche tempo fa mi è tornato tra le mani e ho deciso di leggerlo.  Si tratta de “Il cimitero di Praga” di Umberto Eco. Raccontarne la trama sarebbe abbastanza complicato, perciò rimando i curiosi a questo link, io mi limiterò a dire le mie impressioni.

Avete presente quei libri di cui si dice: l’ho letto tutto d’un fiato” ? Ecco questo non è certo il caso del libro di cui vi sto parlando. E’ piuttosto voluminoso ed è  da leggere poco per volta: se si pensa che quasi tutti i personaggi sono realmente esistiti, è certo che è il frutto di anni di ricerca e per questo è da apprezzare. Tuttavia penso che altri romanzi storici sono più coinvolgenti perchè sanno tenere sempre alta la tensione e l’attenzione del lettore. Qui invece Eco si conferma per quel grandissimo studioso che conosciamo, desideroso però più di mostrare la sua cultura mostruosa (come spesso gli accade) più che di gratificare il lettore.

Ma la considerazione più sconvolgente che viene alla mente leggendo quelle pagine (che riportano dialoghi veramente pronunciati e macchinazioni veramente messe in atto), è questa: davvero noi comuni mortali siamo solo delle povere pedine mosse da personaggi che manovrano nell’ombra per determinare gli eventi che condizionano le nostre vite. Tutto ciò che accade, non accade per caso, ma  come conseguenza di trame studiate ad arte. Riporto un esempio: in un momento in cui si avvertono tensioni sociali che potrebbero sfociare in sommosse di piazza, un personaggio afferma che è necessario provocare ad arte questi disordini, così la polizia sa già dove, come e quando intervenire per soffocarli prima che degenerino in vere rivolte di piazza.

Altra considerazione: il libro è permeato di un antisemitismo becero, che non esita a inventare congiure e documenti falsi;  se questo era veramente il clima regnante nell’800, si può ben capire come si sia poi potuti arrivare all’Olocausto nella più completa indifferenza del mondo.

 

UTE: Le industrie erbesi – la musica pentatonica.

Alle ore 15.00 il signor Alberto Croci ci ha regalato una lezione molto interessante su “La storia delle aziende erbesi del secolo scorso”.

Il signor Croci fa parte dei maestri del lavoro dal 1991, insigniti dal Presidente Cossiga; ha cominciato a lavorare a 14 anni, nel 1958, prima in una vetreria, poi in una ditta metalmeccanica, in seguito in una fabbrica di Trieste. Nel 2000 ha rilevato una piccola società, una ditta artigianale di 8 persone che oggi ha 50 dipendenti e che produce valvole speciali.

Il signor Croci ci parla della storia di Erba perché è bella e ricca. Ci dice che a Erba l’industria si è evoluta progressivamente. La città, infatti, offriva molto nella bellezza dei suoi luoghi, ma poco nell’economia. E’ sempre stata povera. Però, ad un certo punto si è sentita “industriale”.

Ma come è nata a Erba l’industria meccanica? Il signor Croci ci spiega che, già all’inizio del 1700, c’era a Erba un certo Luigi Fugini che aveva una bottega che faceva coltelli e oggetti per l’agricoltura e la montagna. Fugini era di Brescia e non sappiamo come mai sia arrivato a Erba.

Un’altra azienda che ha fatto scuola è stata la Coricama, anch’essa produttrice di coltelli. Questi sono stati i primi artigiani che hanno cominciato a produrre non solo coltelli, ma anche utensili per l’agricoltura e oggetti militari.

Poi, come alberi, la produzione di questi artigiani si è “ramificata” fino a far sorgere, piano piano, le vere e proprie industrie. A Erba, quindi, nel secolo scorso nascono le seguenti fabbriche:

1907: metallurgica Meroni (acciaieria);

1921: Terraneo (fabbrica di campanelli), in via Trieste;

1922: Rusconi (produzione di campanelli); Ratti: prima stamperia;

1923: stamperia Alessandro Ciceri e figli;

1927: ditta Suardi di Pomerio (produce i sedili delle automobili);

1935: da Milano sfolla la Durium (casa discografica);

Gasfire di Erba, oggi...
Gasfire di Erba, oggi…

1937: Enrico Testori stampa per la prima volta le viti a testa cilindrica con cava esagonale;

1947: nasce la Gasfire, produttrice di fornelli;

1949: nasce l’OME (officina meccanica erbese).

Negli anni ’50, con gli aiuti del piano Marshall, le industrie crescono.

Erba è anche stata una protagonista della rinascita nazionale.  Infatti, nel ’95 un gruppo erbese è diventato socio dell’ILVA di Taranto.

Il signor Croci ci dice anche di aver trovato in un rifugio del Trentino un esemplare della “Stufa Brianzola”, ideata da Filippo Pozzoli.

Ultima curiosità: la via Trieste, sede di tante fabbriche erbesi, era, in passato, la via di comunicazione, “la strada maestra”, che collegava Erba a Milano.  (sintesi di Angela D’Albis)

____________________________________

Ore 16 – Il M° Alessandra Zapparoli  ci ha introdotto con questa lezione alla comprensione della musica cinese, che si avvale di strumenti del tutto diversi da quelli tipici della nostra tradizione musicale.

la cetra cinese, strumento anch’esso caratterizzato da suoni dolci ed eleganti;

il gong  dalle vibrazioni penetranti e, se sfregato con una bacchetta particolare, pare riprodurre suoni “cosmici”.

campane-tibetaneIn una sequenza del filmato già citato, abbiamo visto un’orchestra composta da  questi strumenti tradizionali cinesi e tra questi uno strano strumento a due corde era incredibilmente capace di produrre sonorità di una dolcezza estrema.  Oltre a queste sfumature espressive di grande delicatezza, la musica cinese è anche in grado di esprimere grande energia, ritmo  e vitalità come si è potuto vedere nell’esibizione di un’orchestra di percussioni al femminile: uno spettacolo fatto non solo  di musica, ma anche di coreografie mirabilmente eseguite.

L’ Europa ha conosciuto la musica cinese a partire dall’Esposizione di Torino del 1898: ha scoperto una tradizione millenaria che si fondava non su sette note, ma su cinque e per questo viene definita pentatonica. Tra la fine dell’800 e i primi decenni del novecento molti musicisti vollero  inserire nelle loro opere le sonorità e i “modi” della musica orientale e tra questi il più famoso è certamente Puccini, come  si può desumere ascoltando “Madama Butterfly” e  “Turandot”. Da quest’ultima, abbiamo riascoltato la “scena degli enigmi” e l’immancabile “Nessun dorma” dalla voce ineguagliabile di Pavarotti.

Dopo questa lezione, quelli che oggi erano presenti in Sala Isacchi sapranno meglio gustare e apprezzare la musica di Puccini e dei suoi contemporanei. Grazie, M° Zapparoli!  Grazie, prof. Pintaldi! (sintesi di Diana)

Madre coraggio

Perché stare in casa, avere a pranzo e a cena un figlio che ha ucciso e non espia, è come convivere col demonio. L’espiazione non è un suo danno, è il suo bene e quindi un suo diritto. Se sai che tuo figlio ha commesso il massimo errore ma lo sta pagando, la tua vita ha un senso perché la sua vita ha un senso. Può darsi che questa madre abbia consegnato il figlio all’ergastolo, ma lei voleva salvarlo e questo era l’unico modo. Non so se sarei in grado di fare quel che lei ha fatto, signora. Ma lei è migliore di quelli che non lo fanno. (da Avvenire.it)

Sono le righe conclusive di un bell’articolo sui fatti di Roma,  compare su Avvenire

La madre che ha denunciato il figlio è una vera “Madre Coraggio”,  sa che per salvare suo figlio, per dargli una chance di riscatto, non c’è altra via che consegnarlo alla giustizia.  Ho grande rispetto e ammirazione per questa donna, che sa seguire la via dell’amore vero  fino all’eroismo, fino a doversi strappare il cuore per il bene di un figlio che non ascolta più le sue parole e i suoi insegnamenti.

Una bella festa.

Ecco la torta del 25°
Ecco la torta del 25°

Proprio in questi giorni di un ottobre di 25 anni fa, all’UTE si tenevano le prime lezioni e oggi abbiamo festeggiato questo anniversario con un delizioso pranzo all’hotel Leonardo da Vinci.

Dalle foto si può comprendere quanto sia stato piacevole  celebrare insieme , docenti e soci, questi 25 anni di attività, pieni di difficoltà, è vero, ma resi bellissimi dalla soddisfazione  di sentire il calore, l’apprezzamento e la gratitudine di tanti. Cento di questi giorni, UTE!!!

La Presidente e alle sue spalle Daniela al momento del taglio della torta.
La Presidente e alle sue spalle Daniela al momento del taglio della torta.
i convitati
i convitati
I convitati
I convitati
I convitati
I convitati
Il tavolo dello staff
Il tavolo dello staff

Biblioteca/ UTE: Riszard Kapucinski.

Giovedì 24 ottobre pomeriggio in biblioteca comunale, Don Ivano Colombo ci ha illustrato la vita e le opere di RYSZARD KAPUSCINSKI, giornalista e reporter polacco nato a Pinsk (Polonia, oggi Bielorussia) il 4 marzo 1932  e morto a Varsavia il 3 gennaio 2007.

Don Ivano analizza le opere del giornalista che riguardano il mondo russo e parte dal libro più famoso di questo autore: “Viaggio con Erotodo”

Ci spiega che Erotodo, storico greco (nato nel 484 A.C. e morto nel 430 A.C.) è stato non solo uno storico, ma il primo vero reporter della storia.

Egli, infatti, prima di raccontare una storia, ha sentito il bisogno di viaggiare, di toccare con mano, di raccogliere dati, paragonarli e, infine, esporre i fatti. Il metodo di Erotodo  è “autoptico”,  cioè per ripresa o veduta diretta. *—-La stessa cosa fa Kapuscinski, che ama molto lo storico greco e legge le sue opere quotidianamente.

Come corrispondente, anche Kapuscinski  viaggia e annota tutto quello che vede senza far trasparire giudizi, soprattutto di carattere ideologico, come ci si potrebbe aspettare da un giornalista che vive in un mondo segnato e influenzato dal partito comunista al potere.

Kapuscinski, ci dice Don Ivano, dimostra sempre, nei suoi reportage, un’attenzione alla situazione e alle persone concrete che lo rendono un grande conoscitore della realtà umana.  Per questo motivo, i suoi pezzi giornalistici rimangono sempre moderni e attuali anche se parlano di fatti ormai passati.

Poi il docente accosta il giornalista polacco in alcune sue opere che trattano del suo paese, la Polonia, e del mondo comunista.

Egli analizza questo mondo sempre a partire da quella realtà umana che lui ha conosciuto nei suoi viaggi e nella sua attenzione alle persone e ai popoli. La sua non è mai un’analisi ideologica o politica.

Don Ivano ci legge anche alcuni brani, per lui significativi, tratti da questi testi.

I libri esaminati sono i seguenti:

“Giungla Polacca” del 1962: una serie di racconti che descrivono una Polonia inedita;

Il saggio “Esercizi di memoria” di cui Don Ivano ci legge alcuni brani, racconta alcuni episodi dell’infanzia dell’autore in cui la patria e la guerra sono visti con gli occhi di un bambino di 7 anni.

“Imperium”: un viaggio nell’URSS (dal 1939 agli anni ’90) durante il quale Kapuscinski descrive la realtà con uno sguardo umano e ci offre uno spaccato di vita che affascina e piace.

“Nel turbine della storia” è l’ultimo libro che Don Ivano ci propone perché in esso l’autore ci dà le sue riflessioni sul XXI secolo. In questa raccolta di saggi, Kapuscinski dedica un intero capitolo alla Russia succeduta all’URSS per cercare di comprendere il passaggio di questo cambiamento e la possibile evoluzione.

Il relatore conclude con questa riflessione molto significativa del giornalista polacco: “ è stato un errore interpretare la fine del conflitto Est-Ovest come la totale e definitiva vittoria della democrazia liberale. Negli anni novanta c’è stata una decennale “vacanza della storia” spesa a divertirsi, ad arricchirsi e a consumare, bruscamente conclusasi l’11 settembre del 2001!”

Don Ivano ci dà appuntamento a giovedì 7 novembre, sempre alle ore 15 e sempre in Biblioteca Comunale a Erba, per un’altra lezione su Kapuscinski nella quale analizzerà le opere che parlano dell’Africa

Morire insieme ai propri sogni.

Un’altra terribile strage!!!

Questa volta non nel Mediterraneo, ma in un TIR in cui hanno trovato la morte 38 adulti e un adolescente.

Queste notizie sono sempre sconvolgenti soprattutto se si pensa che queste persone trovano la morte proprio quando sono sul punto di raggiungere la meta del loro viaggio. Hanno superato sofferenze inimmaginabili, disagi di ogni genere e quando stanno già vedendo la fine delle loro tribolazioni, il destino li beffa nel modo più crudele: muoiono insieme ai loro sogni.

Sono persone  che tentano di sfuggire a prospettive di una vita fatta di stenti, che rivendicano il diritto alla dignità del vivere, che vogliono dribblare le ingiustizie create da secoli di iniquo sfruttamento delle risorse naturali che hanno finito per accumulare ricchezze in alcune comunità e per impoverirne altre.

Il miglior antidoto contro le emigrazioni di massa dei nostri tempi sarebbe una migliore distribuzione dei beni della nostra Madre Terra, ma questa resterà forse per sempre un’utopia…

UTE: Rapporti civili e diritti di libertà – Infiammazione acuta e cronica (sintesi di Angela D’Albis)

Il dottor Spagnuolo riprende l’argomento della volta scorsa, ma con un taglio diverso, perché passa a trattare delle libertà collettive, sancite dagli liberta-e-dirittiarticoli 16, 17, 18, 19, 20 della nostra Costituzione. Nell’ articolo 16 si parla di libertà di circolazione e di soggiorno. Questa libertà riguarda i cittadini italiani, ma anche tutti quelli che si trovano sul territorio dello Stato. Se non ci sono ristrettezze imposte in base a una legge dello Stato, i cittadini, ma anche gli stranieri che si trovano in Italia, hanno il diritto di circolare sul territorio italiano, su quello europeo e anche nei paesi dell’area Schengen (area che comprende 26 Stati europei che, in base a un Trattato, hanno abolito i controlli sulle persone alle frontiere e hanno costituito un’unica frontiera e funzionano come un unico paese). Per gli stranieri, naturalmente regolari, è necessario il permesso di soggiorno (o anche l’attestazione della sua richiesta) per permettere loro di circolare liberamente in Italia e in Europa. Il docente ci spiega che il permesso di soggiorno può essere dato per motivi di studio, di lavoro, per ricongiungimento familiare e per ragioni umanitarie. Il docente aggiunge che il permesso per ragioni umanitarie o asilo politico è sancito in modo specifico dall’art. 10 della Costituzione. Comunque, ci sono delle restrizioni alla “libertà di circolazione”, legate a motivi di sicurezza e di sanità. Il docente continua sottolineando che la libertà di circolazione è fondamentalmente garantita, ma deve rispettare l’interesse collettivo. Infatti, dall’articolo 17, la Costituzione comincia a trattare di libertà collettive e, in modo specifico, della libertà di riunione. La libertà di riunione si può esercitare: • in un luogo privato; • in un luogo aperto al pubblico; • in un luogo pubblico. Al fine di evitare disordini, la Costituzione prevede che la libertà di riunione in un luogo pubblico possa essere esercitata solo in presenza di un preavviso alle autorità. L’art. 18 sancisce, invece, la libertà di associazione. Sono permessi tutti i tipi di associazioni, tranne quelle che vanno contro l’interesse dello Stato. Il docente sottolinea che le associazioni devono essere senza scopo di lucro, altrimenti diventano Società. Sono anche vietate le associazioni militari. Infine, gli articoli 19 e 20 trattano della libertà religiosa. Il docente sottolinea che l’Italia è un paese laico dove non esiste la religione di stato, per cui i cittadini sono liberi di professare la loro religione, purché non vadano contro il buon costume e l’ordine pubblico. L’art. 20 sancisce il non pagamento delle tasse da parte degli enti religiosi. Il docente termina la sua lezione invitandoci al prossimo incontro nel quale parlerà della famiglia e del diritto sociale.

%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%

Alle 16.00 il dottor Lissoni ci parla delle infiammazioni acute e croniche. L’infiammazione acuta è essenziale per la sopravvivenza; essa si risolve in breve tempo perché i meccanismi immunitari contrastano i microbi invasori mettendo in attività un sistema per ripristinare le cellule spegniamo-le-infiammazioni-299x205danneggiate e eliminare quelle morte. Nell’ infiammazione acuta i capillari si dilatano, diventano permeabili per portare più sangue e facilitare, così, il passaggio dei globuli bianchi che devono raggiungere le cellule danneggiate. Le caratteristiche dell’infiammazione acuta sono 5: 1. Dolore da lesione; 2. Arrossamento; 3. Gonfiore e calore; 4. Dolore infiammatorio; 5. Riduzione della funzionalità del tessuto infiammato. Le cause dell’infiammazione acuta sono le seguenti: infezione; ipersensibilità; lesione dei tessuti e autoimmunità; corpi estranei. L’infiammazione cronica, invece, è un fenomeno negativo. Le sue caratteristiche sono: 1. Maggior durata nel tempo; 2. Prevalenza dell’infiammazione dei tessuti; 3. Focolai simultanei infiammatori e di guarigione, 4. Fibrosi e necrosi dei tessuti. Questo tipo di infiammazione è negativo perché facilita l’insorgere di diverse malattie. Infatti, mentre fino a pochi anni fa l’infiammazione era un problema come gli altri, un sintomo da “spegnere” con i medicinali giusti ma di cui non preoccuparsi più di tanto, negli ultimi decenni la visione è cambiata e l’infiammazione è al centro degli interessi di medici e ricercatori. Si è capito, infatti, che questo “fuoco” può compromettere la salute e che è fra i meccanismi principali di una serie interminabile e variegata di malattie come il diabete e l’asma. Per contrastarla bisogna sapere da che cosa può dipendere; bisogna conoscere le modalità con le quali influenza la salute e scoprire come curarla con eventuali farmaci. L’infiammazione cronica può essere influenzata da: autoimmunità; familiarità; obesità; diabete; asma; allergie; problemi intestinali; scarsa igiene dentale; sindrome metabolica. L’infiammazione cronica danneggia le arterie e il cuore. Il sistema nervoso, le articolazioni, la cute. Dopo aver analizzato in modo minuzioso tutte le cause che provocano l’infiammazione cronica e tutte le patologie che possono derivare da essa, il dottor Lissoni ci rimanda alla prossima lezione del 5 novembre alle ore 16.00 nella quale ci spiegherà che cosa fare per evitare le infiammazioni e come curarle. Arrivederci alla prossima lezione

Good luck!

Come un popolo può ritrovarsi nel caos!

Gli Inglesi rimpiangono certo i tempi in cui potevano decidere le sorti del mondo e convogliare nelle proprie contee le ricchezze prodotte da tanti popoli a loro soggetti e rincorrendo questi rimpianti si trovano ora nel caos più completo!

In che modo si risolverà il problema Brexit?  Vincerà  Boris che sta facendo il braccio di ferro col suo Parlamento? Si farà un nuovo referendum?

Credo che si possa solo augurare buona fortuna, ma soprattutto buon senso, a tutti gli abitanti del Regno Unito….

UTE: Il primo mestiere di Primo Levi – Chabod: storico, politico, alpinista – Studi e formazione.

Il  prof. Porro oggi ci ha intrattenuto, da par suo (e quindi con grande piacevolezza) sulla figura di Primo Levi; forse tutti conosciamo la sua opera “Se questo è un uomo” che lo ha reso famoso, ma forse non tutti conoscono a fondo le sue vicende personali e tutte le sue opere. Nel suo libro più famoso, testè citato, Levi racconta la sua terribile esperienza nel lager di Auschwitz. Ci era arrivato in treno, dopo essere partito da Fossoli (ho visto primo-leviquello che resta ancora oggi di quel campo di concentramento n.d.r.) e, fortunatamente aveva superato la selezione che decideva della vita e della morte dei prigionieri. Lui era un chimico e quindi potè lavorare nel laboratorio di una fabbrica chimica vicina al lager.

Il prof. Porro spiega il perchè della nota scritta che campeggia sui cancelli del campo: “Arbeit macht frei” (il lavoro rende liberi). Auschwitz era stato aperto subito dopo l’ascesa al potere di Hitler e ci venivano confinati i dissidenti e tutti i “non graditi” al regime per una cosiddetta rieducazione, che si fondava su attività lavorative. Più tardi ci vennero rinchiusi milioni di ebrei, zingari, religiosi, oppositori politici e la gran parte fu inviata alle camere a gas o subito al loro arrivo o dopo alcuni mesi di lavori forzati, sfiniti dalla fatica, dalla fame, dal freddo.

Levi ritornò dal lager nel 1945 e due anni dopo pubblicò il resoconto di quella terribile esperienza, ma non ebbe molto successo; solo dieci anni dopo la casa Editrice Einaudi ne fece una nuova edizione, che lo rese famoso. Nel frattempo però lui aveva trovato lavoro come chimico e divenne ben presto un dirigente della fabbrica di Settimo Torinese che lo aveva assunto.  Pur avendo avuto esperienza della degradazione  del lavoro, Levi  nelle sue opere successive esaltò il lavoro tecnico, manuale; scrisse infatti “Il sistema periodico” in cui ogni capitolo prende il nome da un elemento chimico.  Lo scrittore sostiene che l’organo principale del corpo umano è la mano, che costruendo ha contribuito all’umanizzazione e allo sviluppo intellettuale dei primitivi.

Nel 1978, pubblicò “La chiave a stella” un romanzo il cui protagonista, Libertino Faussone, è un operaio che si specializza tanto da diventare un tecnico richiesto in tutto il mondo; non conosce le lingue, ma ovunque va riesce a dialogare con i suoi collaboratori attraverso le reciproche competenze. Nel libro compare questa frase “Se si escludono istanti prodigiosi e singoli che il destino ci può donare, l’amare il proprio lavoro (che purtroppo è privilegio di pochi) costituisce la migliore approssimazione alla felicità sulla terra. Ma questa è una verità che non molti conoscono“.  Libertino è anche un costruttore di ponti e a un certo punto esprime questo pensiero che dovremmo tutti tenere a mente: “Costruire ponti è il più bel lavoro che ci sia; sono il contrario delle frontiere e sulle frontiere nascono le guerre”


chabodNella seconda ora di lezione, il prof Cossi  ci ha parlato di un personaggio che forse pochi di noi conoscono: Federico Chabod, storico di grande fama tra gli esperti del settore.

Nato nel 1901 da un’antica famiglia Valdostana, a diciotto anni rimane orfano di padre (morto di spagnola), ciononostante riesce a laurearsi  discutendo una tesi su Machiavelli.  Proprio questi suoi studi, fanno sì che gli venga commissionata l’introduzione a una nuova edizione de “Il Principe” di Machiavelli, lavoro che gli attirò l’attenzione e i pareri favorevoli di tanti critici, tra cui  Benedetto Croce.  Siamo agli inizi del ventennio fascista e il fratello  di Federico Chabod, Leonardo, aderisce alle squadre d’azione, diventando un fanatico picchiatore, ma poco dopo muore suicida. Federico, che già collaborava con importanti riviste storiche, all’affermarsi del fascismo interrompe quelle collaborazioni ritenute poco gradite al nuovo regime. Naturalmente aspettiamo tutti con interesse il proseguimento di questa storia….