La penna è più potente della spada

Ieri sera, Lucilla Giagnoni ha letto un brano tratto dal discorso della giovane Malala all’ONU  e siccome le sue parole sono ancora attuali e sono state fino ad ora inascoltate, le riporto anche qui, come promemoria per tutti noi.

…….Cari amici, il 9 ottobre 2012, i talebani mi hanno sparato sul lato sinistro della fronte. Hanno sparato ai miei amici, anche. Pensavano che i proiettili ci avrebbero messi a tacere, ma hanno fallito. Anzi, dal silenzio sono spuntate migliaia di voci. I terroristi pensavano di cambiare i miei obiettivi e fermare le mie ambizioni. Ma nulla è cambiato nella mia vita, tranne questo: debolezza, paura e disperazione sono morte; forza, energia e coraggio sono nati. Io sono la stessa Malala. Le mie ambizioni sono le stesse. Le mie speranze sono le stesse. E i miei sogni sono gli stessi.

Cari fratelli e sorelle, io non sono contro nessuno. Né sono qui a parlare in termini di vendetta personale contro i talebani o qualsiasi altro gruppo terroristico. Sono qui a parlare per il diritto all’istruzione per tutti i bambini. Voglio un’istruzione per i figli e le figlie dei talebani e di tutti i terroristi e gli estremisti. Non odio nemmeno il talebano che mi ha sparato.

Anche se avessi una pistola in mano e lui fosse in piedi di fronte a me, non gli sparerei. Questa è il sentimento di compassione che ho imparato da Maometto, il profeta della misericordia, da Gesù Cristo e Buddha. Questa è la spinta al cambiamento che ho ereditato da Martin Luther King, Nelson Mandela e Mohammed Ali Jinnah. Questa è la filosofia della non violenza che ho imparato da Gandhi, Bacha Khan e Madre Teresa. E questo è il perdono che ho imparato da mio padre e da mia madre. Questo è ciò che la mia anima mi dice: stai in pace e ama tutti.

Cari fratelli e sorelle, ci rendiamo conto dell’importanza della luce quando vediamo le tenebre. Ci rendiamo conto dell’importanza della nostra voce quando ci mettono a tacere. Allo stesso modo, quando eravamo in Swat, nel Nord del Pakistan, abbiamo capito l’importanza delle penne e dei libri quando abbiamo visto le armi. Il saggio proverbio “La penna è più potente della spada” dice la verità. Gli estremisti hanno paura dei libri e delle penne. Il potere dell’educazione li spaventa. Hanno paura delle donne. Il potere della voce delle donne li spaventa. Questo è il motivo per cui hanno ucciso 14 studenti innocenti nel recente attentato a Quetta. Ed è per questo uccidono le insegnanti donne. Questo è il motivo per cui ogni giorno fanno saltare le scuole: perché hanno paura del cambiamento e dell’uguaglianza che porteremo nella nostra società. Ricordo che c’era un ragazzo della nostra scuola a cui un giornalista chiese: “Perché i talebani sono contro l’educazione dei ragazzi?”. Lui rispose molto semplicemente: indicò il suo libro e disse: “I talebani non sanno che cosa c’è scritto in questo libro”.

Loro pensano che Dio sia un piccolo esseruccio conservatore che punterebbe la pistola alla testa delle persone solo per il fatto che vanno a scuola. Questi terroristi sfruttano il nome dell’islam per i propri interessi. Il Pakistan è un Paese democratico, amante della pace. I Pashtun vogliono educazione per i loro figli e figlie. L’Islam è una religione di pace, umanità e fratellanza. Che dice: è un preciso dovere quello di dare un’educazione a ogni bambino. La pace è necessaria per l’istruzione. In molte parti del mondo, in particolare il Pakistan e l’Afghanistan, il terrorismo, la guerra e i conflitti impediscono ai bambini di andare a scuola. Siamo veramente stanchi di queste guerre. Donne e bambini soffrono in molti modi in molte parti del mondo.

In India, bambini innocenti e poveri sono vittime del lavoro minorile. Molte scuole sono state distrutte in Nigeria. La gente in Afghanistan è colpita dall’estremismo. Le ragazze devono lavorare in casa e sono costrette a sposarsi in età precoce. La povertà, l’ignoranza, l’ingiustizia, il razzismo e la privazione dei diritti fondamentali sono i principali problemi che uomini e donne devono affrontare.

Oggi, mi concentro sui diritti delle donne e sull’istruzione delle ragazze, perché sono quelle che soffrono di più. C’è stato un tempo in cui le donne hanno chiesto agli uomini a difendere i loro diritti. Ma questa volta lo faremo da sole. Non sto dicendo che gli uomini devono smetterla di parlare dei diritti delle donne, ma il mio obiettivo è che le donne diventino indipendenti e capaci di combattere per se stesse. Quindi, cari fratelli e sorelle, ora è il momento di alzare la voce. Oggi invitiamo i leader mondiali a cambiare le loro politiche a favore della pace e della prosperità. Chiediamo ai leader mondiali che i loro accordi servano a proteggere i diritti delle donne e dei bambini. Accordi che vadano contro i diritti delle donne sono inaccettabile……

Lucilla Giagnoni a Erba.

Lucia-giagnoniNell’ambito degli eventi per  la Pace, ieri sera all’Excelsior, dopo la preghiera per l’unità dei cristiani con la partecipazione di un pastore protestante e di un prete ortodosso, si è esibita Lucilla Giagnoni in una emozionante riflessione sulla “Pacem in terris”.

Risentire la voce di Papa Giovanni XXIII nel suo indimenticabile “discorso alla luna” è sempre commovente e ci ha fatto tornare alla mente un papa che si è atteggiato a padre e non più a principe della Chiesa, un papa che ha saputo farsi vicino a tutti e in particolare a chi soffre, un papa che in pochi anni del suo pontificato ha  rivoluzionato la Chiesa per renderla  più aderente alle nuove realtà.

Nella sua ultima enciclica,  Papa Giovanni non si è scordato dei diritti di nessuno, nemmeno di quelli delle donne, da troppo tempo dimenticate, da troppo tempo relegate a ruoli di subalternità e mai prese in considerazione .

Non si può disgiungere il concetto di Pace da quello di giustizia  e l’enciclica di Papa Giovanni lo ribadisce, allargando il suo sguardo sul mondo  che non può trovare la pace finchè non ci sia per tutti un lavoro  che dia dignità, finchè non ci sia per tutti la possibilità di accedere all’istruxzione ( e qui la Giagnoni ha letto un brano del discorso di Malala all’ONU), finchè non siano abbattute le barriere che il rinascente razzismo innalza tra simili.

Nella sua coinvolgente riflessione la Giagnoni ha ripercorso cinquant’anni di storia recente e ha richiamato  le personalità che più hanno segnato questi anni: Martin Luther King e Rosa Parks,Mandela, Adriana Zarri, la teologa-eremita,  Simon Veil, Etty Illesum e le giovanissime donne, come Malala e Greta, che oggi hanno il coraggio di parlare al mondo  per additare ai potenti  degli obiettivi non più rinviabili se si vuole dare una chance al futuro.

Profonda è stata poi la commozione che mi ha preso al sentire declamare le parole di Ecuba per la morte di un bambino, suo  nipote: nello strazio di quelle parole che vengono dalla profondità del tempo (sono state scritte 2500 anni fa), eppure così attuali  e così vere  c’è tutto il dolore   di chi si vede strappare un figlio e l’orrore per le atrocità di tutte le guerre.

Questa mia sintesi è ben poca cosa e non può dare l’idea di quanto sia stato davvero emozionante ascoltare l’attrice-autrice che ieri sera ha saputo tenere alta l’attenzione dell’uditorio con la sola suggestione della sua voce su un palco completamente spoglio. A lei e agli organizzatori dell’evento va un mio sentito ringraziamento per averci fatto ricordare la grandezza di un Papa  che ha segnato una svolta importante nella storia della Chiesa e non solo e per aver portato ad Erba una grandissima donna di spettacolo.