Cenci secondo Artusi

Quando mi sono sposata, non avevo mai cucinato prima e quindi mi ero comprata un libro di ricette dell’Artusi e ho cominciato a fare i primi esperimenti.

Poi quel libro, consumato dall’uso, è finito tra i rifiuti, ma ho conservato alcune pagine con le ricette che avevo apprezzato maggiormente e, tra queste, la più preziosa è quella delle chiacchiere di Carnevale, che l’Artusi chiama “cenci”.

Ogni anno almeno una volta nel periodo di carnevale ho sempre fatto un po’ chiecchiere, tranne l’anno scorso, quando avevo da poco tolto il gesso alla gamba e non riuscivo a stare in piedi troppo a lungo.

cenciFoto da Diana CatellaniOggi, anche se cenciFoto da Diana Catellaniè un sabato grasso sottotono per via del coronavirus, ho ripescato quella vecchia pagina ingiallita con la ricetta e, visto che è ormai quasi illeggibile, la riporto qui. Eccola:

Farina grammi 240 – burro grammi 20 – zucchero in polvere grammi 20 – uova 2 – acquavite (io avevo solo cognac) una cucchiaiata –  sale un pizzico.

Dopo aver impastato il tutto, ho tirato la sfoglia, aiutandomi anche con la macchinetta ; ho tagliato le chiacchiere incidendo alcuni tagli al centro e le ho fritte velocissimamente in olio di arachide.

Sono una delizia!

In trincea.

Appartengo a quella fascia d’età che in questi giorni si sente un po’ in trincea: è risaputo che il coronavirus è particolarmente cattivo con gli anziani, per questo anche io cerco di prendere qualche precauzione: uscire poco e lavare bene le mani, soprattutto al rientro in casa.

Essendo state sospese tutte le attività cui partecipo di solito, mi dedico al lavoro a maglia, alla lettura, al sudoku e alle parole crociate, a fare lavoretti in casa di ogni genere: riordinare cassetti, eliminare i documenti scaduti nel piccolo archivio domestico, sistemare le piante  nei vasi e nell’orto….

Tutto questo mi consente di passare tranquillamente queste giornate, senza farmi troppe paranoie. Mi preoccuperei di più se il nemico invisibile (virus) prediligesse giovani e bambini, perchè loro devono avere l’opportunità di vivere la loro vita; noi anziani in fondo abbiamo già fatto la nostra parte e se  sappiamo di aver fatto del nostro meglio, possiamo anche serenamente pensare all’eventualità della nostra fine.

Poi  parlerà per noi ciò che lasciamo dietro di noi, soprattutto nel cuore e nella mente dei nostri cari.

Il coraggio del dissenso.

Josef Mayr Nusser con la moglie e i l figlioletto.
Josef Mayr Nusser con la moglie e il figlioletto.

Non conoscevo la sua storia e non conoscevo nemmeno il suo nome: Josef Mayr Nusser  era nato nel 1910, come mia madre.  Ma è morto all’età di 35 anni per essersi rifiutato di prestare il giuramento richiesto a chi veniva arruolato nelle SS.

ERa di Bolzano. Era stato costretto ad arruolarsi e, in un tempo in cui tutti preferivano mettere la sordina alla voce della coscienza e adottare l’alibi del dovere di obbedire agli ordini superiori, di avere obblighi verso la propria famiglia, lui ha avuto il coraggio di dire “No!!” pur nella piena consapevolezza che questo comportava la condanna a morte.

Tante volte mi sono chiesta se sarebbe stato possibile a quei tempi sfuggire alla propaganda incalzante dei regimi totalitari, se sarebbe stato possibile conservare una propria capacità di giudizio, una capacità critica tale da consentire il discernimento del bene dal male e, constatando lo svolgersi degli eventi, a volte mi sono detta che forse tutti sono rimasti vittime di una follia collettiva che obnubilava le coscienze.

Josef May però e alcuni altri dimostrano che sarebbe stato possibile scrivere un’altra storia se in tanti avessero avuto il coraggio di far prevalere il senso di umanità e di rispetto per se stessi e per gli altri.

 

 

Coronavirus: E’ questione di scelte.

PROBLEMA Dati: Negli Stati Uniti un tampone del #coronavirus costa $3500; Negli Stati Uniti non c’é la sanità pubblica in grado di fare tamponi; Negli Stati Uniti le assicurazioni private non passano i tamponi; Domanda: Quanti positivi sono stati accertati negli Stati Uniti?”

Questo è un Tweet di Manina che ho trovato su Twitter.

SE davvero le cose stanno così, è logico dedurne che almeno negli Stati Uniti non si registrerà mai una epidemia di coronavirus e forse nessun’altra epidemia…. La gente si ammalerà, i più acciaccati moriranno, ma tutto sarà considerato normale amministrazione. Nessuno statunitense verrà messo in quarantena negli aeroporti internazionali  e sarà libero di spandere a piene mani il virus; i turisti non avranno paura di correre per le strade degli USA e forse si ammaleranno, qualcuno morirà, ma tutto questo sarà imputato alla malasorte …. e basta.

Quale atteggiamento  sarà quello più giusto? Quello degli Stati Uniti che ignorano il problema o il nostro? Lo sapremo solo vivendo…..

Letture “Diario”: forse ogni vita ha un senso….

Etty_Hillesum_1939Forse un presagio, forse un suggerimento del mio “Angelo Custode” sempre efficientissimo, mi hanno fatto decidere di leggere un libro che avevo in mente da tempo: “Diario” di Etty Hillesum. E’ un libro di 900 pagine e quindi potrà tenermi compagnia in questi giorni di forzata inattività.

Etty (Esther) è una ventisettenne ebrea che vive in Olanda, è laureata e su suggerimento del suo psicologo scrive un diario a partire dal marzo 1941. Come in tante parti d’Europa, anche nel suo paese, invaso dai Tedeschi, si verificano arresti arbitrari di persone di cui non si sa più nulla…. Ecco cosa scrive il 14 giugno 1941:

Di nuovo arresti, terrore, campi di concentramento, sequestri di padri, sorelle e fratelli. Ci s’interroga sul senso della vita, ci si domanda se essa abbia ancora un senso: ma per questo bisogna vedersela esclusivamente con se stessi e con Dio. Forse ogni vita ha il proprio senso, forse ci vuole una vita intera per riuscire a trovarlo …..Tutto sembra così minaccioso e sinistro, e ci si sente anche così impotenti.”

Penso che i nostri tempi sono certamente difficili, ma non c’è paragone con quello che hanno visto accadere i nostri genitori e i nostri nonni. Tuttavia siamo così bravi a “incasinarci” da soli perchè non sappiamo più tenere presente ciò che davvero conta nella vita e ci lasciamo travolgere da inutili pregiudizi e da fuorvianti pseudo-bisogni .

Anche io sono convinta che ogni vita abbia la sua ragion d’essere, anche se non sempre sappiamo capirla, ma se si pensa all’immensità dell’universo e alle meraviglie del mondo infinitamente piccolo in cui siamo immersi, mi sembra impossibile che tutto possa “funzionare”così mirabilmente e non avere un senso.

Pensieri al tempo di COVID19 ….

coronavirus-lodiPoco più di una settimana fa scrivevo dei cittadini di Wuhan, chiusi in casa, del loro coraggio nel sostenersi a vicenda gridando dalle finestre …… e ora il coronavirus sta cambiando anche le nostre vite, qui, a casa nostra.

Io, ieri mattina, mi sono svegliata con un pensiero: e se chiudessero anche qui i negozi? E subito sono uscita per fare la spesa. Mi sono rifornita in modo che per un po’ di giorni non avrò problemi, poi se sarà necessario potrò fare la spesa on line.

Stasera sono andata in chiesa per la messa, ma il parroco ha detto a quanti erano presenti che, per ordine del vescovo le messe erano sospese fino a nuovo ordine.

Non ho mai vissuto momenti come questo, in cui si avverte più che mai quanto sia precaria la condizione umana e quanto sia risibile la pretesa dell’uomo di ergersi a dominatore della natura…

UTE: Relazioni efficaci: sostenersi e aiutarsi anche in terza età.

Creare buone relazioni e saperle mantenere e consolidare è fonte di felicità. Entrare in relazione implica la capacità di ascolto e di empatia, capacità di accettare le scelte dell’altro, anche se questa scelta determina la fine della relazione.

Le esperienze positive e negative della vita ci preparano, in tarda età, a costruire relazioni efficaci anche quando si dovesse restare soli.  Entrare in relazione comunque richiede il coraggio di accettare il rischio del fallimento dello scontro che porta a farsi del male reciprocamente.

Saper sorridere facilita l’ approccio a nuove relazioni. L’eccessivo attaccamento, provoca fastidio e può ingenerare dipendenza.

In terza età le relazioni devono essere improntate a: simpatia, feeling, affinità ed empatia. Gli errori che impediscono buone relazioni sono tanti: voler imporre le proprie idee, fare la morale, proporre soluzioni ad ogni costo, fare troppo complimenti, minimizzare i guai dell’altro, evitare di affrontare i problemi, indagare in modo petulante e invadente.

Un modo utile per stabilire relazioni positive e durature è quello di saper trovare la “giusta distanza” come insegna questa favoletta di Schopenauer

i porcospiniStare insieme senza ferirsi: il dilemma del porcospino di Schopenhauer

Alcuni porcospini, in una fredda giornata d’inverno, si strinsero vicini, vicini, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati. Ben presto, però, sentirono le spine reciproche. Il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l’uno dall’altro. Quando poi il bisogno di riscaldarsi li portò nuovamente a stare insieme, si ripeté quell’altro malanno: di modo che venivano sballottati avanti e indietro fra due mali. Finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione.

Shirin Ebadi: la lotta per la democrazia e per i diritti delle donne.

Shirin-ʿEbādi“Solo quando fui molto più grande capii che l’idea dell’uguaglianza tra i sessi si era impressa dentro di me in primo luogo grazie all’esempio avuto a casa…vidi come la mia educazione mi avesse risparmiato la scarsa autostima e la dipendenza acquisita dalle altre donne, cresciute in famiglie più tradizionali. Il sostegno di mio padre alla mia indipendenza, dai giochi di bambina fino alla decisione di diventare giudice, mi ha instillato un senso di fiducia nelle mie capacità che non ho mai percepito consciamente ma che alla fine sono giunta a considerare come l’eredità più preziosa.”

Queste che ho copiato sono  parole di Shirin Ebadi, una donna iraniana che ho visto poco fa in TV nella rubrica STORIE ITALIANE e che , confesso con grande rammarico, non conoscevo. Alla Ebadi è stato assegnato il Premio Nobel per la pace nel 2003 per il suo impegno per i diritti delle donne e per la democrazia nel suo paese.

Stamattina ha parlato di quanto abbia lottato per i suoi ideali e di quanto questo le sia costato e ciò ha suscitato in me grande ammirazione, ma le parole  che mi hanno colpito di più sono state queste: ” La democrazia in Iran arriverà per merito delle donne” . Le donne di oggi in Iran sempre più rivendicano la parità di diritti sfidando le leggi oscurantiste e accettando anche la carcerazione. Diceva Shirin che  anche molti uomini stanno dalla  parte delle loro compagne e questo fa ben sperare.

Leggerò certamente il suo ultimo libro “Finchè non saremo liberi”: lo ritengo un dovere di solidarietà nei confronti di questa donna coraggiosa.

 

UTE: Sorelle d’Italia (A. D’Albis) – Evoluzione della colonna sonora dal cinema muto ai film felliniani (D. Catellani)

 

Prima di parlarci di Antonietta De Pace e di altre eroine invisibili del Risorgimento italiano, la professoressa Chiesa ci fa un inquadramento storico, introducendo la figura di Giuseppe Garibaldi.

Figlio di un commerciante e di una casalinga, Garibaldi diventa un eroe del Risorgimento italiano, ma anche internazionale, tanto da essere chiamato: ”l’eroe dei due mondi”.

I suoi genitori lo avviano alla professione di marinaio. Effettua molti viaggi e, nel 1832, a 25 anni, diventa capitano di una nave mercantile. Nel 1833 entra in contatto con Giuseppe Mazzini e le sue idee, che fa sue.

Si arruola nella marina del regno di Sardegna, con l’obiettivo di suscitare una rivoluzione repubblicana a Genova e in tutto il regno di Sardegna. Ma la rivoluzione non riesce e Garibaldi deve rifugiarsi a Marsiglia, mentre un tribunale di Genova, in sua assenza, lo condanna “alla pena di morte”. Decide così di rifugiarsi in Brasile, dove partecipa alle rivoluzioni del Sud America.

Garibaldi resta in Sud America dal 1835 al 1848. Lì incontra molti esuli mazziniani e partecipa alle guerre di indipendenza di alcune repubbliche come quella di Rio Grande do Soul. Continue reading “UTE: Sorelle d’Italia (A. D’Albis) – Evoluzione della colonna sonora dal cinema muto ai film felliniani (D. Catellani)”