2 dicembre: Santa Bibiana

La mia amica d’infanzia N. mi ha ricordato un vecchio proverbio dialettale di cui riporto la traduzione: Per Santa Bibiana quaranta dì e una settimana …

Così dicevano i nostri vecchi e se il proverbio profetizzasse il vero avremmo brutto tempo fino a metà gennaio.  Ma ecco che, documentandomi, ho trovato che questo detto riporta un equivoco nato da una errata interpretazione della frase latina “ut Sanctae Bibianae dies, sic quadraginta dies”, la quale non alludeva alle condizioni atmosferiche ma alle ore di luce, che sono le stesse il 2 dicembre come a circa metà gennaio.

Questo mi conforta, sia perchè oggi il tempo è veramente pessimo, sia perchè mi ricorda che presto le giornate cominceranno ad allungarsi….

Poesia: Dicembre è sempre stato… (di Lars Gustafsson)

Ciò che rende più pesante il trascorrere dei giorni in questo periodo dell’anno è certamente la mancanza di luce; il buio che incombe su gran parte del giorno induce alla malinconia, porta pensieri tristi. Se è così per tanti di noi che viviamo in queste nostre zone, possiamo ben immaginare quanto diventi oppressiva la fame di luce in chi vive nell’estremo nord del mondo , in cui per mesi non si vede un raggio di sole.

Dicembre è sempre stato il mese
in cui si smetteva di esistere.
Si diventava una parentesi nel buio, o poco più.
Si accendevano lanterne, lampade e candele.
Ma era evidente
che non bastavano
contro il fiume straripante delle tenebre.
È facile capire
un messaggio natalizio
più pagano, più primitivo:
A qualsiasi costo con torce e fiaccole
riavere una luce solare
il cui ritorno non era mai scontato.

La mancanza di luce, l’assedio delle tenebre, il tentativo di vincerle con torce e fiaccole è ciò che ricorda il poeta svedese Gustafsson del suo paese nel mese di dicembre.  La gente smetteva di esistere e si spiegano così gli antichi riti  nei quali con ogni mezzo si cercava di esorcizzare la paura di non rivedere più la luce del sole.dicembre svedese