Tornare

Rolo,_il_centro_a_180°Sono tornata in Emilia, dopo la lunga lontananza a cui mi ha costretta il COVID.

Il viaggio è stato agevole: pochissimo traffico ieri nelle ore centrali del giorno.. La giornata era splendida e la pianura sfoggiava il più bel verde del suo repertorio.

Rivedere le persone care è sempre una grande gioia, così come ritrovare le strade e i luoghi che mi hanno vista crescere e sono felice di poter ancora inforcare la mia auto e partire senza aspettare l’ok di nessuno.

Ute: Le orchidee spontanee del Triangolo Lariano (e altri gioielli botanici) -dr. D. Sassi

Non poteva esserci miglior conclusione dell’Anno Accademico: con il dr. Sassi abbiamo scoperto le meraviglie botaniche del Triangolo Lariano.

Il nostro docente ci ha prima fatto notare la differenza tra un giardino o un parco artificiale, dove l’uomo accosta varietà diverse di fiori tenendo ben presente l’effetto estetico che si può ottenere dall’accostamento di colori e forme diverse, e un ambiente naturale in cui i fiori crescono là dove trovano le migliori condizioni per svilupparsi e quindi bisogna andare a cercarli osservando con pazienza e attenzione prati e rocce.

Il Triangolo Lariano è un territorio particolarmente ricco di specie che non è possibile trovare altrove.

Dopo questo breve preambolo il dr. Sassi ci ha proiettato una serie di fotografie di fiori forse poco appariscenti, ma molto preziosi per la loro singolarità; alcuni sono stati usati per secoli per ricavarne medicamenti, altri sono velenosi, altri sono commestibili.

Abbiamo potuto ammirare più di 50 specie di fiori, ma sono molto di più quelle che impreziosiscono i prati delle nostre montagne.

Chissà se potremo andare ad ammirarle direttamente facendo insieme qualche escursione nei dintorni… Speriamo.

Grazie dr. Sassi!

Aquilegia vulgaris
Aquilegia vulgaris
Campanula raineri
Campanula raineri
Primula auricola
Primula auricola
Potentilla caulescens : vive sulle rocce.
Potentilla caulescens : vive sulle rocce.

Una rivoluzione silenziosa…

È in atto una rivoluzione silenziosa?

Parrebbe di sì …ecco quello scrive Romano Prodi in un interessantissimo articolo; ne riporto solo due capoversi che mi sembrano molto significativi:

……È tuttavia degno di riflessione aggiuntiva il fatto che, proprio in questi giorni, sta diventando possibile un altro processo di avvicinamento fra le due sponde dell’Atlantico dato che, su entrambe le rive, si sta riflettendo sulla possibilità di imporre una tassazione minima per le grandi imprese multinazionali.

In questo caso possiamo anzi convenire che il compito di Gentiloni, paladino da parte europea nel sostenere che le imposte si pagano dove si formano i profitti e non dove l’impresa ha la sede legale, sia più difficile di quello di Biden, dati gli interessi di alcuni paesi europei a continuare ad essere paradisi fiscali.

Se Gentiloni riuscirà in questa impresa, col supporto di Draghi, molte cose potrebbero cambiare in meglio per l’Italia, ma sarà battaglia dura, credo…

Poesia: Al cittadino ignoto (Auden)

wystan-hugh-auden-il-cittadino-ignotoA JS/07/M/378
LO STATO DEDICA
QUESTO MONUMENTO MARMOREO

L’Ufficio Statistico attesta
che mai fu fatta contro di lui querela,
e rapporto sulla sua condotta non si dà
che non lo giudichi un santo nel senso moderno di un termine antiquato,
perché in ogni atto egli servì la Comunità.
Tranne che in Guerra, finché andò in pensione
lavorò in una fabbrica e mai fu licenziato,
ma piaceva ai padroni, Fudge Motors Inc.

Eppure non era un crumiro né aveva idee bizzarre,
perché il sindacato attesta che pagava le sue quote
(e ci è attestato che il Sindacato non mente)
e i nostri Assistenti Sociali hanno rilevato
che era popolare tra i suoi compagni e beveva di gusto.
La Stampa è convinta che comprasse ogni giorno un quotidiano
e che non reagisse alla pubblicità in modo strano.
Le polizze a suo nome mostrano che era assicurato a vita,
e il suo Libretto Sanitario prova che fu in ospedale una volta ma ne uscì guarito.

Le varie Ricerche di Mercato dichiarano
che sapeva usufruire dei Piani Rateali
e che aveva tutto quanto occorre all’Uomo Moderno,
un grammofono, una radio, un’auto e un frigo.
I vari Sondaggi d’Opinione rilevano soddisfatti
che aveva l’opinione giusta al momento giusto;
quando c’era la pace, voleva la pace; quando c’era la guerra, partiva.
Era sposato e accrebbe di cinque figli la popolazione,
numero perfetto secondo il nostro Eugenista per un padre della sua generazione,
e i nostri insegnanti riportano che non ostacolò mai i loro programmi.

Era libero? Felice? Che domande assurde:
se qualcosa non avesse funzionato, di certo ne saremmo stati informati.

In molti paesi, dopo la Prima guerra mondiale furono eretti monumenti al MILITE IGNOTO, un soldato caduto sul campo di battaglia, al quale non si è potuto dare un’identità e pertanto gli onori a lui tributati si intendono estesi a tutti i soldati che non sono più tornati alle loro case, né vivi né morti.

Questo poeta invece nel 1939, già prima dell’esplosione della società dei consumi, dedica la sua ode al CITTADINO IGNOTO, quello che, per il suo perfetto conformismo, lo Stato riconosce come simbolo di tutti i cittadini che si sono sempre comportati come tutti si aspettavano. E’ un’ode a chi non si pone mai domande, non si chiede il perchè dei suoi comportamenti, ma si adegua acriticamente a ciò che gli viene chiesto e imposto. E’ significativo il fatto che sia stata scritta nel 1939, quando scoppiava la seconda guerra mondiale, quando interi popoli (troppo pochi sono stati i dissidenti), obbedendo a slogan propagandistici che incitavano all’odio, hanno portato il mondo a impegnarsi in un conflitto lungo e devastante con conseguenze rovinose.

E’ poi significativo il verso “non si dà chi non lo giudichi un santo nel senso moderno di un termine antiquato”. In un mondo dove tutto è programmato per la massima efficienza, non c’è posto per Dio e  per la spiritualità e santo è colui che non dissente mai.

Un grido muto e straziante.

Cosa c’è di più triste, di più scandaloso, di più tragico. di più disumano? Che futuro possiamo aspettarci se possiamo tollerare tutto questo?

Non c’è pietà nemmeno per i bambini …. Questa foto è un terribile atto di accusa verso tutti noi. Dalle labbra chiuse di questo bambino esce uno straziante “J’accuse”

bambino morto abbandonato sulla spiaggia in Libia
bambino morto abbandonato sulla spiaggia in Libia

Pensieri di un mattino di maggio.

Avevo pensato, già ieri, di scrivere su un fatto che forse nessuno ha messo in evidenza: al Festival Europeo della Canzone, l’unico paese partecipante a riportare zero voti, dopo le due votazioni previste, è stata la Gran Bretagna. E’ come se le varie giurie nazionali e i televotanti avessero voluto far capire agli Inglesi che, se non si sentono europei, non ha proprio senso voler partecipare a manifestazioni europee e li hanno ignorati, credo giustamente.

Stamattina, però, mi sento veramente male al pensiero di quel bambino di 5 anni, unico sopravvissuto alla tragedia della funicolare di Mottarone precipitata in un dirupo. Non ci sono parole adatte a esprimere l’angoscia per chi cercava un momento di sereno svago e ha trovato la morte e per quel bambino ora in un letto di ospedale. Chi potrà spiegargli ciò che è accaduto? Come, se sopravviverà, potrà superare il dolore della perdita del padre, della madre, del fratellino? Leggo che i parenti sono accorsi al suo capezzale; prego Dio che dia loro la forza e la capacità di stare accanto a quel bambino tanto provato dalla sventura e possano aiutarlo a curare le ferite del corpo e ancor più quelle dell’anima.

 

UTE: Le fiabe come sogni dell’inconscio collettivo (Prof. TATAFIORE)

Oggi la lezione della prof. Tatafiore ci ha portato nel mondo un po’ inquietante delle fiabe russe, raccontandoci la fiaba di “Vassilissa la Bella”.

VasilisaAll’inizio assomiglia un po’ alla fiaba più famosa, qui da noi, di Cenerentola, ma poi assume toni molto drammatici, perchè Vassilissa odiata dalle sorellastre e dalla matrigna, viene mandata di notte nella foresta dove abita Baba Iaga, una strega mangiatrice di uomini, ma Vassilissa porta con sè una bambolina donatale sul letto di morte dalla mamma: quando si trova in difficoltà le basta parlare alla bambolina, darle da mangiare ed essa risolve ogni problema; la bambina alla fine potrà tornare vittoriosa alla propria casa e poi sposarsi con il re, rapito dalla sua bellezza.

Le fiabe hanno sempre a che fare col nostro sé più profondo e ogni personaggio rappresenta una parte di noi; la fiaba di Vassilissa la Bella è una storia di formazione: la buona madre  è l’ente protettore che accompagna la prima crescita del bambino, ma ad un certo punto bisogna abbandonarla, lasciarla morire, per andare incontro alla vita accompagnati dal nostro intuito (la bambolina).  Dobbiamo entrare in contatto con le nostre parti non positive (matrigna e sorellastre), abbandonare la famiglia di origine e inserirci in una famiglia acquisita forse meno accogliente e protettiva, basandoci sulle nostre forze e imparando a dare ascolto al nostro intuito. Affrontare la Baba Iaga significa affrontare le difficoltà della vita ed è così che Vassilissa diventa una persona matura e può “meritarsi” il lieto fine della storia.

La bambina riordina la casa  per ordine di Baba Iaga? Significa che è necessario mettere ordine nella propria psiche: il bucato è purificazione, i vestiti sono le sfaccettature della nostra personalità. Come curare la psiche? Con la meditazione e col silenzio. La fiaba è molto complessa e piena di personaggi misteriosi e inquietanti, proprio come la nostra vita è spesso misteriosa e inquietante.

Bisogna domandarsi che cosa vogliamo veramente, di che cosa abbiamo davvero bisogno e non scegliamo in modo non ponderato, accontentandoci di ciò che è a disposizione. La nostra vita è un giardino che va curato e ci sono cicli con i quali dobbiamo metterci in armonia.

Molto interessante questo modo di leggere le fiabe: ci aiuta a  interpretare i nostri sogni e le nostre paure e a capire qualche cosa in più di noi stessi.

Un riconoscente arrivederci al prossimo autunno alla bravissima e simpatica prof. Brunella Tatafiore!!!

Ute: riflessioni sulla Costituzione (Prof. Massimiliano Cossi)

Oggi nella sua ultima lezione, il prof. Cossi ci ha guidato a riflettere sulla nostra Costituzione, legge fondamentale dello Stato che delinea i principi cui devono ispirarsi tutte le altre leggi.

Comprende 139 articoli suddivisi in tre parti.

Nei primi 12  vengono enunciati i principi e i valori fondamentali: democrazia, uguaglianza, lavoro, libertà (di pensiero, religione, associazione…), il ripudio della guerra.. In particolare i primi 3 articoli sono i veri pilastri su cui si basano tutti gli altri.

Dopo queste puntualizzazioni il nostro docente ha fatto un rapido excursus su vari temi: la differenza tra legge e decreto legge, tra democrazia diretta (es. referendum) e indiretta o rappresentativa; ha evidenziato la differenza tra repubblica democratica (quando garantisce le libertà individuali e i diritti umani) e, ad esempio, la repubblica tedesca ai tempi di Hitler.

La nostra Costituzione garantisce il rispetto dei diritti inviolabili, che le leggi non possono non riconoscere pena la loro decadenza perchè incostituzionali. Lo Stato è chiamato ad essere al servizio del cittadino e non viceversa (come succede invece in altre forme di Stato): tale principio detto di “personalità”  è il risultato della convergenza delle culture cui appartenevano i Padri Costituenti: cattolica, marxista, socialista e liberale.

La parte in cui vengono esaminati diritti e doveri comprende gli articoli dal n. 13 al 54. Per motivi di tempo, il docente si è soffermato in particolare sull’art.21 che garantisce la libertà di pensiero, ma essa non può sconfinare nelle offese o nella diffamazione. Essere tolleranti non vuol dire che tutto è accettabile: ciò che è contrario alla democrazia e ai suoi principi fondamentali non va mai accettato.  Così ad es. non può essere accettato il negazionismo.

Dopo i 139 articoli, sono presenti “le disposizioni transitorie e finali”, finalizzate ad impedire e prevenire il ritorno alla dittatura da cui si stava uscendo faticosamente.

All’esposizione del nostro bravissimo docente, è seguita un’interessante discussione sui no-vax e sul diritto di proprietà e il prof. Cossi si è prestato a rispondere alle domande dei partecipanti.

Grazie, prof. Cossi! Arrivederci al prossimo autunno.

Poesia: Ascensione (C. C. Hitchock)

…… e se me ne andrò
mentre tu sei ancora qui
sappi che io continuo a vivere
vibrando con diversa intensità
dietro ad un sottile velo che il tuo sguardo
non potrà attraversare…..
Tu non mi vedrai,
devi quindi avere fede…..
io attenderò il momento in cui di nuovo
potremo librarci assieme in volo
entrambi sapendo che l’altro è lì accanto…..
Fino ad allora vivi nella pienezza della vita….
e quando avrai bisogno di me
sussurra appena il mio nome nel tuo cuore…..
…. e io sarò lì….

Sussurra appena il mio nome nel tuo cuore e io sarò lì: molto bello e confortante.

 

UTE: Dante s’indìa e s’etterna (docente don Ivano Colombo – sintesi di A. D’Albis)

paolo e francescaLa lezione di oggi di Don Ivano tratta della morte di Dante, perché stiamo celebrando il settimo centenario di questo avvenimento. Non è però un susseguirsi di date e di avvenimenti, perché il docente vuole leggere la morte di Dante secondo una prospettiva diversa, quella di Dante come figura storica e come poeta.

Dante stesso ha coniato due verbi, con i quali Don Ivano ha intitolato la sua lezione, e che il poeta usa nel Paradiso. Dante usa il verbo “INDIARSI”, che potremmo intendere come “Inoltrarsi” nella sua esistenza e andare a fiorire dentro Dio e “ETTERNARSI”, cioè fiorire nell’eternità, lasciarsi andare nell’eternità.La morte per Dante è, dunque, andare a finire in Dio e la vita eterna non comincia con la morte, perché la vita in Dio si può assaggiare, pregustare anche nell’esistenza terrena. Continue reading “UTE: Dante s’indìa e s’etterna (docente don Ivano Colombo – sintesi di A. D’Albis)”