Concerti di Capodanno.

Si è appena concluso il concerto tradizionale trasmesso dalla RAI dal teatro “La Fenice” di Venezia.

E’ stato bellissimo, emozionante, travolgente per la bravura dei musicisti, dei coristi, del corpo di ballo e dei due cantanti lirici menzionati nell’articolo linkato sopra.

Ma chi mi ha emozionato di più è stata la bravissima soprano sudafricana: ha eseguito pezzi di grande difficoltà con una apparente semplicità e una bravura degna delle più grandi cantanti liriche.
Nel brano “Una voce poco fa” tratto dal “Barbiere di Siviglia” ha veramente dato prova di grande valentia e ha sfoggiato grande tecnica e grandi capacità interpretative. Qui sotto copio il link a un video in cui lo stesso brano è interpretato magistralmente dall’indimenticabile Callas, che ha forse una voce più drammatica e morbida, ma la Yende ha dalla sua una freschezza e una gioiosità contagiose.

Appena terminato il concerto da Venezia la RAI ha trasmesso l’altrettanto tradiionale (direi storico)concerto da Vienna e quello che un tempo ritenevo un imperdibile evento beneaugurante per la vivacità delle musiche, oggi, al confronto con il concerto daa Venezia, mi è sembratp monotono, ripetitivo, manierato. Infatti i valzer, le marcette, le polke  viennesi sono musiche nate per far danzare una corte in cerca di distrazioni per cacciare la noia, la musica  lirica del repertorio veneziano è invece nata per raccontare storie e per commovere e ci riesce ancora benissimo.

Addio al 2021 e al Presidente.

Il 2021 non è stato certamente un anno facile per nessuno, ma il nostro Presidente Mattarella lo ha concluso ieri con un discorso che me lo ha fatto sentire come un vero Padre della Patria, capace di interpretare i sentimenti più autentici di noi tutti. In questi sette anni della sua Presidenza non lo si è mai visto perdere la sua calma fiduciosa, la sua imparzialità, il suo rispetto rigoroso delle istituzioni. Dal suo viso non  è mai scomparso quell’accenno di sorriso mite che viene dalla serenità interiore.

Tra poco lo perderemo, ma resterà nel mio cuore come la personificazione dell’uomo mite che viene menzionato nelle Beatitudini “Beati i miti, perchè erediteranno la terra….” La mitezza non è debolezza, anzi è il fermo dominio di sè che fa sì che non si ceda all’impulsività, ma si persegua sempre con dolce determinazione  il fine che ci si è preposti.

Grazie, Presidente! La rimpiangeremo