E’ carnevale… ma c’è poco da scherzare

Il proverbio dice che “a carnevale ogni scherzo vale” , ma quest’anno c’è poca voglia di scherzare.

Si cerca di far finta che tutto sia come sempre, che si possa ridere, fare burle, mascherarsi … ma il pensiero va  a quella guerra che in questi giorni occupa tutti i giornali e i notiziari.

Viene sempre alla mente l’immagine dei bambini in lacrime, spaventati, costretti a rifugiarsi nei corridoi delle metropolitane delle città ucraine: non  sanno spiegarsi quello che sta accadendo, ma ne sentono tutto il dolore e la paura … certamente  loro non stanno pensando al carnevale.

Se Putin aveva pensato di fare uno scherzo di carnevale, sappia che non ci abbiamo trovato niente da ridere …

 

 

 

UTE: Napoleone e la Chiesa (sintesi di Diana) – I profeti (sintesi di A. D’Albis)

Prima di affrontare il tema di oggi, il prof. Cossi ha dedicato qualche momento al tema della volta scorsa per completare il discorso su Napoleone e l’Italia.

Le conseguenze del periodo napoleonico in Italia sono di segno diverso: se da una parte ha inferto un colpo durissimo ai privilegi nobiliari e ai residui di feudalesimo ancora esistenti per favorire invece una nuova borghesia, dall’altra parte ha sempre asservito l’economia italiana a quella francese.

Il Blocco Continentale poi ha avuto gravi conseguenze sulla nostra produzione di tessuti, perchè non arrivò più il cotone che importavamo dall’Inghilterra, e sui nostri porti.

Riuscì ad asservire i nostri intellettuali blandendoli con prebende e favori e sottoponendoli a una severa censura. Impose una tassazione molto gravosa che provocò rivolte popolari in certi momenti (tassa sul macinato). Bisogna tuttavia riconoscere che riuscì a porre le basi per un modello amministrativo moderno.

NAPOLEONE E LA CHIESA.

Allo scoppio della Rivoluzione, nel 1789, in Francia fu costituita una Assemblea Nazionale Costituente, che in un primo tempo non si occupò di problemi religiosi, ma quando il deficit dello Stato divenne preoccupante si pensò di sanarlo requisendo i beni del clero e degli ordini religiosi. In seguito fu emanata la Costituzione Civile del Clero con la quale si riduceva il numero delle Diocesi , si introduceva lo stipendio statale per i preti, che dovevano essere eletti dai cittadini, mentre i Vescovi dovevano essere eletti dai vescovi metropolitani (Arcivescovi); al Papa restavasolo il diritto di ratificare quelle nomine. Continue reading “UTE: Napoleone e la Chiesa (sintesi di Diana) – I profeti (sintesi di A. D’Albis)”

LA GUERRA CHE VERRÀ di Bertolt Brecht

La guerra che verrà
Non è la prima.
Prima ci sono state altre guerre.
Alla fine dell’ultima c’erano vincitori e vinti.
Fra i vinti la povera gente faceva la fame.
Fra i vincitori faceva la fame la povera gente egualmente.
Mentre dall’Ucraina arrivano notizie di guerra, forse vale la pena riflettere su quanto ci dice Bertold Brecht: essa porta solo sofferenze e morte soprattutto tra la gente più indifesa di entrambe le parti in campo … E’ sconsolante pensare che ancora oggi si possa pensare di risolvere i contrasti con le armi: il secolo scorso dovrebbe averci convinti che le guerre servono solo a portare allo scoperto la parte peggiore degli esseri umani …

UTE: La Sicilia Normanna: Palermo – Le immagini di Dio nel Vangelo.

La nostra amatissima docente Emanuela Beretta ci ha guidato oggi alla scoperta/riscoperta dello splendore dell’arte normanna in Sicilia.

Non si poteva affrontare il tema della lezione senza un breve accenno alle vicende storiche della nostra isola maggiore, che ha conosciuto il dominio arabo, bizantino , longobardo, poi la  conquista dei normanni (XI sec.), conquista  che fu favorita dal fatto che i Normanni arrivarono  come soldati mercenari e furono ricompensati con l’assegnazione di terre che poi confluirono in un unico regno (comprendente Sicilia, Calabria e Puglia) guidato da Ruggero II della famiglia  Altavilla.

In quel momento storico continuarono a convivere in Sicilia culture diverse: araba, bizantina e normanna.  Ne è testimone uno straordinario documento, noto sotto il nome di “mantello dell’incoronazione” perchè fu poi usato dagli Asburgo per le cerimonie di incoronazione (ora è custodito a Vienna). Il mantello è intessuto con fili di seta, fili d’oro e minuscole perline. Sui bordi compare una scritta in caratteri cufici (arabi) mentre il motivo ornamentale è costituito da due cammelli (simbolo della cultura araba) che soccombono sotto  due leoni (simbolo dei normanni).

Ruggero II valorizzò la cultura artistica e amministrativa degli Arabi e le leggi vennero scritte in latino, in greco e in arabo. Restano a Palermo mirabili esempi dell’arte normanna, come nel complesso di S. Giovanni degli Ermitani, o in S. Maria dell’Ammiraglio di rito greco-ortodosso o come nel Palazzo Reale: in tutti questi monumenti si fondono mirabilmente elementi artistici bizantini, arabi e normanni.

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E’ notorio come nelle nostre chiese i dipinti e i mosaici siano stati la Bibbia dei poveri: un modo per raccontare le storie del Nuovo e dell’Antico Testamento ai fedeli analfabeti.

Chi_Rho.svgNei primi tempi del Cristianesimo, non si utilizzavano immagini di Dio o dei Santi, che erano proibite dall’ebraismo, perciò si utilizzavano dei simboli come il “chi rho” monogramma del Cristo, sognato da Costantino e poi dipinto sugli scudi dei suoi soldati.

Se nel 313 Costantino con l’Editto di Milano riconosce libertà di culto, nel 378 Teodosio adotta il Cristianesimo come religione di Stato. Da quel momento si cominciò a costruire chiese e ad adornarle con immagini cristiane: dipinti mosaici, sculture… Nell’alto Medioevo troviamo immagini di Cristo in trionfo e la Croce è spesso trasformata in gioiello, perde il significato di strumento di tortura. Ben presto la religione fu strumentalizzata a fini politici (cesaro-papismo) e vediamo immagini di imperatori incoronati da Gesù stesso (Palermo- chiesa della Martorana) o rappresentati ai lati di Gesù. E’ il tempo in cui la Chiesa si riveste di ricchezze e di potere temporale e le immagini sono spesso fastose e stereotipate, poi arrivano S. Francesco e S. Domenico a richiamare la Cristianità  alla sua missione originaria e allora ecco che le immagini sacre assumono toni più dimessi: ritraggono la sofferenza dell’Uomo Crocifisso.

In seguito, nel Rinascimento si comincia a dipingere Gesù in Croce con l’intento di commuovere, ma anche il Cristo Pantocrator (Onnipotente) in atto di giudicare le anime .

Dopo questa affascinante carrellata tra le immagini del Cristo nel tempo, la nostra docente, Mariella Russo, ci ha proposto un itinerario parallelo nell rappresentazioni della Madonna: dalla Madonna nera di Czestochowa, alla Madonna del latte, alla Madonna del Manto (manto simbolo di accoglienza e protezione).

IL nostro excursus è terminato con il dipinto del Figliol Prodigo di Rembrandt, in cui Dio è rappresentato come Padre e Madre.

Sono state due lezioni che ci hanno riempito gli sguardi di bellezza.

 

E l’Europa nel mezzo….

Credo che siamo tutti col fiato sospeso: una nuova guerra in Europa potrebbe scoppiare da un momento all’altro….che angoscia!

I grandi della Terra si stanno misurando, stanno mostrando i muscoli, in un crescendo di minacce e di provocazioni.  Pare che la scusa sia la possibilità che l’Ucraina entri nella NATO, ma a detta di molti questo è solo un pretesto.  L’intento vero sarebbe quello di riportare la Russia ad essere potenza di primo piano come ai tempi dell’URSS.

Biden dal canto suo ha tanti problemi in casa sua che pensa di rifarsi un’immagine di uomo forte facendo la voce grossa e minacciando interventi militari.

In mezzo c’è l’Europa che ha da perdere più di tutti da un conflitto che metterebbe a repentaglio i rifornimenti di gas russo da cui molti paesi (anche l’Italia) dipendono. Viene quasi da dubitare che il vero obiettivo di questa operazione sia la disgregazione dell’Europa, che, unita, può rappresentare un soggetto di grande rilievo nel panorama globale.

Sarebbe ora che l’Europa stessa prendesse coscienza delle proprie potenzialità,  stringesse bene i ranghi e si opponesse alla ormai superata logica di affidare alle armi la “soluzione” dei contrasti. Le guerre non hanno mai risolto nulla, hanno solo aggravato i problemi vecchi e ne hanno sempre creato di nuovi.

Non credo che  con un po’ di buona volontà e di coraggio non si possa arrivare a un compromesso onorevole. Se è così, è doveroso percorrere questa strada tenendo presente che la guerra è sempre la via peggiore.

 

UTE: Leopardi filosofo e L’INFINITO – Napoleone e l’Italia.

Leopardi, certo più conosciuto come sublime poeta, fu anche l’iniziatore del movimento filosofico noto con il nome di NICHILISMO.

Leopardi punta la sua attenzione sulla natura, una serie di mondi che si esauriscono in se stessi e che tendono al NULLA. Esistere implica amore per la vita, per il piacere, per l’infinito, ma ogni amore, ogni piacere è destinato a finire e questo provoca dolore e angoscia per la consapevolezza che tutto finirà nel nulla.

Tutto questo è presente anche nelle poesie del Leopardi, che però esprime amore infinito per la vita anche quando parla di dolore. Se la realtà ci delude, è l’immaginazione che ci dà il senso dell’infinito. Continue reading “UTE: Leopardi filosofo e L’INFINITO – Napoleone e l’Italia.”

Poesia: La sera (R.M. Rilke)

Come una indefinibile fata d'ombre...
Vien da lungi la Sera, camminando
per l'abetaia tacita e nevosa.
Poi, contro tutte le finestre preme
 le sue gelide guance e, zitta, origlia!
Si fa silenzio, allora, in ogni casa.
Siedono i vecchi, meditando. I bimbi
non si attentano ancora ai loro giochi!
Le madri stanno siccome regine.
 Cade di mano alle fantesche il fuso.
La Sera ascolta, trepida pei vetri:
tutti, all'interno, ascoltano la Sera.


Rainer Maria Rilke era il poeta preferito di Etty Illesum, di cui ho parlato a lungo in questo blog. Conoscevo di lui solo poche composizioni, ma vale la pena di conoscerlo meglio. In questa poesia personifica la sera (come ne (Il risveglio del vento" personifica il vento stesso). La sera viene dalla foresta. Molto suggestiva l'immagine della fata oscura che appoggia le sue guance ai vetri e scruta all'interno della casa, dove tutti si fermano ad ascoltarla

UTE: Il Parkinson – La peste in Camus

Scoperta nel 1817 da James Parkinson, la malattia che da lui ha preso il nome è la più diffusa tra le malattie degenerative dopo l’Alzheimer. Essa è caratterizzata da rigidità muscolare, tremori e bradicinesia (lentezza dei movimenti), difficoltà a iniziare e a terminare il movimento, disturbi dell’equilibrio, andatura impacciata e postura modificata. Tutto ciò è provocato dall’alterazione dell’equilibrio chimico del nostro cervello, che provoca una degenerazione neuronale della sostanza nigra.

Le cause: ereditarietà, lesioni cerebrali, fattori ambientali.. Tra questi ultimi troviamo l’esposizione ad erbicidi o metalli particolari e un’alimentazione troppo ricca di grassi animali. Sono state individuate come concause le encefaliti, le lesioni da trauma ed emorragie.

I sintomi sono diversi da persona a persona, ma è importante non trascurare i primi campanelli di allarme: tremolio di mani, braccia, gambe, mascella, viso, rigidità di braccia e gambe, lentezza di movimento, scarsa coordinazione e difficoltà di linguaggio, cambiamento di umore e di personalità. Un solo sintomo non ha significato.

Per prevenire l’insorgere della malattia è importante una dieta equilibrata, povera di grassi e zuccheri semplici, ma ricca di amidi e fibre.  E’ bene fare tre pasti principali con due spuntini intermedi.

La ricerca ha messo a disposizione molti farmaci, che  servono a controllare i sintomi, ma non possono arrestare  l’evoluzione della malattia.  Ci sono farmaci diversi per le varie fasi della malattia; la cura deve essere personalizzata ed eseguita sotto costante controllo medico, date le controindicazioni di tali prodotti.  E’ bene che il malato porti sempre con sè un documento che attesti la terapia cui è sottoposto.

Le cure sono più efficaci se si interviene tempestivamente. Ultimamente è stata introdotta una nuova terapia chiamata Gondola AMPS che prevede la stimolazione meccanica di due punti nella pianta dei piedi con beneficio per il movimento e l’equilibrio.

La lezione del dr. Rigamonti è stata molto interessante ed esaustiva e al termine i presenti hanno posto domande per ulteriori chiarimenti.

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Con la lezione di oggi si conclude il ciclo di lezioni che don Ivano ha dedicato alle pestilenze nella storia e nella letteratura.  Oggi è stato il turno della pestilenza raccontata da Camus nel suo libro più famoso: LA PESTE.

SE Tucidide e  Boccaccio hanno raccontato una peste vissuta in prima persona, se Manzoni ha raccontato una peste descritta in documenti storici, Camus ha raccontato una peste mai avvenuta, immaginata dallo scrittore e presa come metafora del male che affligge la società umana.

Camus ambienta il suo romanzo nella città algerina di Orano, ma  la cultura che permea il racconto non è quella islamica, ma quella occidentale degli occupanti francesi e il cattolicesimo di uno dei protagonisti: il gesuita Panelou. Non compaiono mai riferimenti ad ideologie o alla guerra che devasta il mondo mentre lui scrive la sua opera. Camus parla dell’ineluttabilità del male.

Il personaggio principale è il dr. Rieux, tormentato da un’inquietudine interiore derivante dal non saper dare un senso alla tragedia che sta vivendo, ma egli è al tempo stesso pienamente immerso nella sofferenza dei suoi concittadini: è nella solidarietà nel dolore che trova la forza per continuare a svolgere il suo ruolo. Padre Panelou non è un prete tradizionalista, ma è un cultore della scienza e della filosofia: rappresenta un cristianesimo esigente, lontano dal fanatismo e dai roghi del passato, ma lontano anche dal libertinismo moderno.

Devo a questo punto fare un piccolo appunto al nostro sempre bravissimo docente: forse per mancanza di tempo non ha potuto fare menzione della straordinaria capacità di scrittore di Camus, che ci ha regalato pagine di una bellezza sublime.

La Buona Samaritana

Credo che tutti conosciamo la parabola evangelica de “Il Buon Samaritano”, quella in cui uno sventurato aggredito e picchiato dai briganti viene curato e assistito non dai passanti che appartengono alla élite israelita, ma da uno straniero di passaggio, appartenente a un gruppo etnico disprezzato e ritenuto eretico.

E’ accaduto anche pochi giorni fa. Un mio familiare se ne stava andando in bicicletta verso Milano per andare al lavoro. Terminata la pista ciclabile, una macchina lo ha urtato e lo ha sbalzato sul bordo della strada. Il casco lo ha protetto, ma ugualmente il malcapitato si è ritrovato a terra in stato confusionale. Ricorda a malapena una voce femminile, certamente italiana, che gli chiedeva come stava e ha poi visto la sua bici ben appoggiata al muro con accanto lo zaino. Ma lui non riusciva a capire cosa gli stesse capitando. Poco dopo è passata di lì una signora nordafricana che accompagnava il figlio a scuola; lei lo ha guardato ed è passata oltre, ma dopo pochi minuti eccola di ritorno per sincerarsi di cosa fosse accaduto a quel giovane che restava ancora lì seduto a terra.

Gli parla e capisce che è molto stordito, che non risponde a tono alle sue domande e chiama l’ambulanza. Mentre il ragazzo viene portato via si prende cura della sua bici e telefona (ha preso il numero dal cellulare) alla moglie per dirle dove potrà recuperarla.

Si fa così presto ad etichettare la gente dal modo di vestire, dal colore dell’incarnato, dall’accento, ma spesso c’è più umanità in quelli di cui la gente diffida che in quelli che sono ritenuti “gente perbene”.

La “buona samaritana” merita certamente un grosso grazie e un gesto di gratitudine.

 

Taxi drivers

Roma ha talmente tanti tesori artistici, archeologici e religiosi che chi intende visitarne  almeno una infinitesima parte deve rassegnarsi a mettersi le gambe in spalla e …camminare. Questo per una persona giovane e baldanzosa non è certo un problema, ma per chi risente di una lunga consuetudine con artrosi e reumatismi vari, il taxi costituisce il “deus ex-machina” che risolve situazioni critiche.

I taxisti di Roma sono in genere persone gioviali che amano discorrere coi clienti e un’amica del gruppo, mentre ci stavamo avvicinando all’albergo, continuava a fare domande del tipo: – Dove siamo? Che monumento è quello? …- Il taxista rispondeva con gentilezza. Poi siamo passati accanto a una piazza dove svettava un possente obelisco e la stessa amica sfoderò un’altra raffica di domande, al che il taxista: – Signo’, non sono una guida turistica, comunque devo dirle che quell’obelisco ieri non c’era!!!!- Inutile dire che siamo scoppiati tutti a ridere ….

Dopo la vista a S. Giovanni in Laterano e alla Basilica di S. Croce in Gerusalemme, piedi e gambe doloranti ci hanno convinti a chiamare il radiotaxi. Pochi minuti di attesa ed eccoci a sfrecciare per le vie di Roma, ammirando angoli di impareggiabile bellezza. Il taxista ci faceva orgogliosamente notare i monumenti , i palazzi, le fontane: tutto era bellissimo in quello splendido pomeriggio di sole. Ma io non potei trattenermi dal dire che in certi punti la città era ancora veramente molto sporca….. e il taxista prontamente mi ha zittito:- Guardi in alto, signora, non in basso!…