UTE: Leopardi secondo l’analisi di Severino – Napoleone Bonaparte (1^ parte)

LeopardiLa prof. ssa Tatafiore oggi ha voluto sopperire a una lacuna piuttosto frequente nei programmi scolastici, cioè ha voluto mettere in risalto l’aspetto filosofico dell’opera di Leopardi, conosciuto quasi esclusivamente come grandissimo poeta.

Il tema viene affrontato seguendo l’analisi di Emanuele Severino, grande filosofo contemporaneo. Punti di contatto con il Leopardi si possono trovare in Parmenide, in Eraclito, e nelle tesi del Nichilismo.

Per Leopardi la verità è tutto ciò che è destinato al nulla, ci può consolare la bellezza della natura. La vita è dolore  e l’uomo che ricerca un’ impossibile felicità è destinato a soffrire.

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Il prof. Cossi, visibilmente scosso dalla notizia, appena appresa, della morte di Cesare, legge un breve ricordo del nostro amico scomparso da poco.

Inizia poi la sua lezione ricordando che il noto storico Barbero afferma che per leggere tutti i libri scritti su Napoleone Bonaparte non basta una vita.

napoleone-e1565103124130-1200x1079Nato da una famiglia di antiche radici toscane, trasferitasi in Corsica, Napoleone ha come sua lingua madre l’italiano e imparerà il francese solo più tardi. Suo padre era stato un seguace di Pasquale Paoli ai tempi della rivolta dei Corsi contro la cessione alla Francia da parte della Repubblica di Genova, ma, una volta sconfitti i rivoltosi, papà Buonaparte si schierò con i Francesi e in seguito mandò Napoleone , ancora giovanissimo, alla scuola militare.

Allo scoppio della Rivoluzione del 1789, Napoleone se sta in disparte, poi si distingue invece nella difesa di Tolone dagli Inglesi e da lì comincia la sua fulminante carriera, che lo portò, sotto il Direttorio,  alla nomina di Comandante dell’Armata d’Italia. Quest’ultima , pur essendo male armata, sotto la sua guida conseguì notevoli successi (Campagna d’Italia 1796).

Nel 1799 è uno degli artefici del colpo di stato che porta alla fine del Direttorio e alla nomina di tre Consoli:il membro più influente è proprio Napoleone che presto diventerà Primo Console con titolo ereditario.

Napoleone fu espressione della borghesia e per tutelarne gli interessi (proprietà privata) in pratica liquidò la Rivoluzione Francese e prevenne le proteste dei più poveri, mandandoli in guerra. Quando però pose sul trono di Spagna suo fratello, la borghesia gli tolse il suo appoggio.

Fu certamente un genio dell’arte della guerra e seppe rinnovare l’esercito che era sempre stato comandato solo da nobili, Napoleone invece premia il coraggio e il valore e molti suoi generali provenivano dalle classi  più umili. Era poi bravissimo a motivare i suoi uomini, a farsi amare da loro  e a infondere loro coraggio .

Il suo tallone di Achille fu sempre rappresentato dalla sua numerosa e litigiosissima famiglia.

Alla prossima settimana la continuazione di questo interessante argomento.

Tornando a casa…

Avevo accettato di partecipare con molte perplessità, ma alla fine mi sono unita al gruppo.

Roma è sempre bellissima e nasconde tesori incredibili. Noi abbiamo privilegiato il patrimonio costituito dalle basiliche e dalle chiese che custodiscono le opere dei vari Caravaggio, Michelangelo, Bernini, Borromini, ecc. …, senza tralasciare il patrimonio immenso custodito nei Musei Vaticani e nell’attigua Cappella Sistina. Si resta quasi annichiliti davanti a tanti capolavori e ci si rende conto che davvero l’uomo ha in sé una scintilla divina che lo fa partecipe della capacità di Dio di creare bellezza.

E’ stato molto emozionante partecipare alla messa in S. Pietro e in San Giovanni: ci si sentiva immersi nell’abbraccio di una Chiesa universale e senza tempo, in cui trovano posto tutti gli uomini che vogliono prendere parte alla sua missione.

Poi c’è stata l’udienza papale in Sala Nervi: lì davvero si è respirata l’universalità della Chiesa per le tante lingue in cui le parole del Papa sono state tradotte. La voce di Papa Francesco risuonava come al solito dolcemente paterna, ma il messaggio era chiaro e preciso.

Uscendo dall’udienza, ci parevano così assurde e senza fondamento le critiche quotidiane rivolte a Papa Francesco e soprattutto parevano del tutto pretestuose le critiche alla sua partecipazione alla trasmissione televisiva di Fazio: il Pontefice non è certo in cerca di visibilità per se stesso, non ne ha bisogno, è in cerca di visibilità per il messaggio di amore e di pace del Vangelo. C’è chi dice che non sia stato opportuno partecipare a una trasmissione di intrattenimento, perché la sua figura e il suo ruolo perdono di sacralità, ma io so che Gesù Cristo si è mescolato sempre agli umili e ai reietti della società del suo tempo senza temere  per la sua “sacralità” ed era Gesù…