UTE: Camilleri (sintesi di A. D’Albis) – Prevenzione e fattori di rischio cardiovascolare (sintesi diDiana)

La professoressa Granata riprende la sua chiacchierata su Andrea Camilleri.

Nella sua lezione precedente dopo una breve briografia, ci aveva parlato del primo romanzo di Camilleri ”Il corso delle cose” .

Aveva, poi, cominciato ad analizzare un altro romanzo: ”Il birraio di Preston”, soffermandosi sull’ultimo capitolo, che l’autore dice essere il primo, perché dimostra che tutto quello che aveva raccontato prima, non era vero.

In questo romanzo, che Camilleri definisce un “divertimento-avvertimento”, ci sono personaggi provenienti da altre regioni italiane, quindi la lingua usata è un misto di italiano, con accenti diversi, e siciliano.

Un’altra caratteristica è che i titoli di ciascun capitolo riprendono la prima frase del primo paragrafo e si riferiscono a romanzi famosi.

La professoressa passa, poi, ad analizzare i romanzi che fanno parte della serie del commissario Montalbano.

Da questi romanzi sono state tratte delle serie televisive molto famose che, però, hanno portato il pubblico a identificare i personaggi con gli attori.

La professoressa ci spiega che i romanzi di Camilleri appartengono al genere “poliziesco”, detto “giallo” in Italia grazie al successo del colore della copertina dei “Gialli Mondadori”.

Quelli della serie di Montalbano sono formati da 18 capitoli di una decina di pagine (circa 180 pagine in tutto) e le inchieste del commissario non durano più di 24 ore.

Il personaggio principale è il commissario Montalbano, siciliano, laureato in giurisprudenza e nato il 6 settembre 1950 (anche Camilleri è nato il 6 settembre).

Gli altri personaggi principali sono: Adelina (la cameriera-amica), Augello, Fazio e Catarella. Quest’ultimo fa entrare il comico nei romanzi della serie ed è veramente divertente con la sua parlata strana. Tuttavia, ben presto scopriamo che Catarella è anche un “genio “dell’ informatica.

Un’altra caratteristica di questi romanzi è che i personaggi invecchiano man mano che le pubblicazioni vanno avanti.

La professoressa si sofferma e legge alcuni capitoli di due di questi romanzi :” Il campo del vasaio” e “Riccardino”.

Quest’ultimo è stato pubblicato postumo per volere dello stesso autore.

Camilleri, infatti, aveva il problema di come far scomparire il suo personaggio dopo la sua morte.

Nel 2005, all’età di 80 anni, scrive un romanzo, che poi rimaneggia nel 2016, dove il commissario Montalbano si congeda dal suo autore.

Facendo un paragone con Pirandello, in “Riccardino” non è il personaggio a cercare l’autore, ma è l’Autore che continua ad intromettersi: gli telefona, gli manda fax, gli suggerisce finali e il povero commissario in po’ alla volta perde la sua identità e sparisce.

Con la sparizione di Montalbano, sparisce anche il suo autore.

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Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di mortalità in Europa con 4,3 milioni di decessi..

Cuore e arterie hanno il compito di portare il sangue a tutti gli organi depurandoli e ossigenandoli, è quindi facile capire come le malattie che colpiscono questo apparato danneggiano tutto il corpo.

L’aterosclerosi che limita la funzionalità del sistema circolatorio può danneggiare il cervello (ischemia, ictus), gli arti inferiori (fino alla gangrena), ma soprattutto il cuore (angina, infarto).

Esistono fattori di riscio non modificabili, come l’appartenenza al sesso maschile, l’età e la familiarità, e fattori  modificabili , come il fumo, il colesterolo (LDL: colesterolo cattivo – HDL: colesterolo buono), l’ipertensione, il diabete, l’obesità e la sedentarietà.

La prevenzione consiste in comportamenti idonei a mantenere l’efficienza del sistema cardiovascolare. E’ pertanto importante l’alimentazione che deve privilegiare gli alimenti di origine vegetale e le proteine contenute nelle carni bianche; altrettanto importante è l’attività fisica  (nuoto, bicicletta, camminare, sport come il tennis, il calcio o il basket)

Ogni settimana si dovrebbero spendere dalle due ore e mezza alle cinque ore in attività aerobica oppure da un’ora a due ore e mezzo di attività intensa: basterebbero dunque anche dieci minuti al giorno di attività fisica, ma sono consigliabili anche hobby come il giardinaggio.  E’ preferibile dedicarsi alle attività di movimento lontano dai pasti e non nelle ore più calde o più fredde della giornata. Un cardiogramma all’anno può consentire di individuare per tempo eventuali anomalie.

Il dr. Ferrari  con linguaggio semplice e chiaro  ha ribadito concetti non sempre facili e ci ha dato suggerimenti molto utili per preservare la nostra salute.

Nessuna delusione.

C’è chi parla di delusione perchè il film di Sorrentino “E’ stata la mano di Dio” non ha avuto nessun riconoscimento, ma era prevedibile:  certe forzature, fatte presumibilmente per fare scalpore, non hanno convinto la giuria del premio Oscar, così come non avevano convinto me.

Il NON-EXPEDIT non è più attuale … lo sanno tutti?

Cosa succede a certi cattolici?

Sono pronti a criticare i governanti, a condannare certe politiche, ma, se interpellati, non osano “metterci la faccia”, non vogliono impegnarsi direttamente. E’ come se restasse nelle loro menti una lontana reminiscenza dei tempi in cui ai cattolici era proibito impegnarsi in politica (ricordate il NON-expedit del 1874?) .

Eppure quei tempi sono lontani e già ai primi del 900 Don Sturzo potè addirittura fondare un partito grazie al Patto Gentiloni e qualche anno più tardi Pio XI ebbe a dire:

“E tale è il campo della politica, che riguarda gli interessi di tutte le società, e che sotto questo riguardo è il campo della più vasta carità, della carità politica, a cui si potrebbe dire null’altro, all’infuori della religione, essere superiore …Tutti i cristiani sono obbligati ad impegnarsi politicamente. La politica è la forma più alta di carità, seconda sola alla carità religiosa verso Dio”. (Papa Pio XI – dicembre 1927)

Certe remore sono spiegabili solo con il timore di “esporsi”, di far sapere come la si pensa, in fondo è solo una comoda forma di pigrizia e di ipocrisia.

UTE: Leopardi, Schopenauer e Nietzsche – La spalla al centro

Con questa lezione, la prof.ssa Tatafiore conclude suo  ciclo di incontri su Leopardi-filosofo, mettendolo in relazione con altri due grandi filosofi del XIX secolo: Schopenauer e Nietzsche.

Leopardi e Schopenauer non si sono mai conosciuti, ma hanno dei punti in comune nel loro modo di interpretare la realtà.

Schopenauer afferma che tutta la realtà è illusione e sotto le apparenze si nasconde la volontà di vivere, l’energia che è insita in ogni essere vivente a diversi livelli e che ci fa sopravvivere condizionando le nostre scelte e trascinandoci così tra dolore e noia. La felicità è relativa soltanto a pochi momenti. La consapevolezza di tale condizionamento ci fa sentire simili agli altri uomini nel dolore.

Anche Leopardi concepisce la vita come dolore e noia, ma con la sua poesia, pur parlando del dolore, riesce a farci amare la vita e la bellezza. Schopenauer pensa il mondo in modo metafisico e arriva ad affermare che bisogna sopprimere la volontà di vivere, Leopardi limita le sue riflessioni  alla natura, alla materia e afferma che bisogna affrontare il dolore e lottare contro la natura matrigna.

Nietzsche si rifà alle antiche tragedie greche e si ispira fortemente a Leopardi, che considera l’iniziatore del “nichilismo”. Entrambi affermano che quando la verità diventa dolore, l’illusione è la nostra salvezza; entrambi si oppongono alla tecnica imperante che crea paradisi illusori e induce all’omologazione, il livellamento, la serializzazione.

Il super-uomo di Nietzsche è creativo e risponde alla vita con la vita.

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Il dr. Lissoni, chiamato a sostituire il docente di musica, ha introdotto un nuovo interessante argomento: LA SPALLA AL CENTRO.

La spalla è una struttura estremamente complessa, formata da ossa, articolazioni, muscoli, legamenti e tendini; proprio per questa complessità è anche molto versatile e vulnerabile, infatti più del 70% della popolazione mondiale soffre di dolori alla spalla nel corso della vita.

La struttura della spalla è frutto di un lungo processo di evoluzione per  adeguarsi alle mutate condizioni di vita, dagli ominidi all’homo erectus. Il risultato è che questa parte del corpo umano consente una serie infinita di movimenti anche alle braccia e alle mani.

Attraverso diapositive e con la sua solita piacevolezza espositiva, il dr. Lissoni ci ha illustrato le singole parti che compongono la spalla: una delle tante meraviglie di cui è fatto il corpo umano

Un ronzio felice.

La primavera appena iniziata invita a riprendere i lavori nell’orto e stamattina mi son decisa ad ascoltare quell’invito almeno per togliere le erbacce che hanno esteso il loro dominio ovunque .

Stavo dunque cercando di liberare le zolle rinsecchite per questa lunga siccità, quando ho sentito sopra la mia testa un intenso ronzio: tra i rami del rosmarino   una schiera di api, che volava freneticamente da un fiore all’altro, sembrava esprimere col proprio ronzio la felicità di tanta ritrovata abbondanza.

La natura, per fortuna, resta indifferente alla stoltezza degli umani e rinnova il suo miracolo nonostante tutto.

Visti da lontano,  i piccoli fiori del rosmarino sono poco appariscenti nel loro tenue e modesto color celeste, ma, se osservati da vicino, sono invece meravigliosamente complessi: un vero prodigio di efficienza per attirare gli insetti e favorire la propria riproduzione.

fiore-di-rosmarino

UTE: “LA PESTE” di Camus (Sintesi di Diana) – Dante: corruzione nella Chiesa (S. Pier Damiani) – sintesi di A. D’Albis

Il prof. Porro e l’attore C. Poggioni sono una garanzia: le loro lezioni sono sempre un evento. Il tema questa volta era Camus.

Questo grande scrittore algerino ha avuto un’infanzia poverissima, essendo rimasto orfano di padre in tenerissima età, durante la Prima Guerra Mondiale. La madre, che soffriva per gravi menomazioni, gli fu sempre vicina con la sua dolcezza e gli insegnò a rispettare la povertà.

Fu notata la sua vivace intelligenza dal suo maestro che lo preparò per concorrere a una borsa di studio e così potè andare ad Algeri, dove compì tutti i suoi studi, dopo aver superato anche un periodo di grave difficoltà a causa della tubercolosi.

Finiti gli studi si trasferì a Parigi dove frequentò l’élite degli intellettuali del tempo, senza mai sentirsi a suo agio tra di loro.

Scrisse la sua prima opera, “Lo Straniero” nel 1942. In questa opera traspare la visione della vita della corrente esistenzialista: le cose esistono senza ragione, la vita stessa è senza ragione. Nella sua seconda opera, “Il Mito di Sisifo” , Camus sostiene che ognuno di noi è come Sisifo (condannato a spingere continuamente un masso su una collina, dalla quale rotola inesorabilmente ogni volta verso valle) ma questo deve spingerci a lottare senza cedere alla rassegnazione.

Collaborò con la Resistenza Francese, durante l’occupazione tedesca, e cominciò a scrivere (1941) il suo capolavoro: “La Peste”.

La pestilenza è metafora del Nazismo, del Male, dell’assurdità del dolore e contro tutto questo non c’è che una via: collaborare e fare bene il proprio mestiere.

Le parole del prof. Porro sono state intervallate dalla lettura di alcune pagine significative delle opere del Camus e l’interpretazione di Christian Poggioni ce ne ha fatto assaporare tutta le bellezza e la complessità.

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Don Ivano prende spunto dalla figura di S. Pier Damiani, che Dante ci presenta nel canto XXI del Paradiso, per parlarci di un altro male che affligge la Chiesa: “il disordine a livello sessuale”.

In verità, Dante non parla esplicitamente di questo argomento, perché non gli interessa. Egli vuole una Chiesa che si liberi dal potere politico e mette in bocca a S. Pier Damiani parole dure riguardo ai “moderni pastori”. grassi e pesanti, che non vanno più a piedi, ma si lasciano trasportare nelle portantine, dalle quali trasbordano, in contrapposizione con i pastori della Chiesa primitiva, come Pietro e Paolo, “magri e scalzi”, ma coerenti allo spirito del Vangelo (Paradiso XXI, 124-135).

Tuttavia, va ricordato che S. Pier Damiani ha scritto un pamphlet (”Liber Gomorrhianus”) nel quale l’autore denuncia con forza due dei peccati più diffusi nella Chiesa del suo tempo: la simonia e la lussuria.

S. Pier Damiani scrisse questo testo nel 1049 e lo dedicò a Papa Leone IX che lo approvò, ma non lo diffuse e così fecero anche i suoi successori, impedendone, così, la divulgazione.

S. Pier Damiani fu tra i riformatori più accesi, duri e intransigenti del suo tempo.

Nacque a Ravenna nel 1007 e morì a Faenza nel 1072 e fu subito venerato santo. Le sue ossa sono custodite nel tempio di questa città. L’epoca in cui visse S. Pier Damiani è caratterizzata da una forte opera riformatrice all’interno della Chiesa. L’obiettivo dei riformatori era di ritornare alla purezza originaria della Chiesa.

Attorno al 1000, nacque anche un sistema riformatore che faceva capo all’Abazia di Cluny, nella Borgogna francese, che permise l’emanazione della “legge del celibato”. Questa legge impediva ai preti di sposarsi e li rendeva sempre più simili ai monaci.

L’espansione della riforma di Cluny permise ad abati di grande prestigio culturale e spirituale di ricoprire cariche importanti nella Chiesa. Alcuni di essi diventarono anche Papi (Gregorio VI, Leone IX, Alessandro II, Gregorio VII e altri).

I siti cluniacensi si diffusero dappertutto, tranne che a Milano. Qui, infatti, c’era un’organizzazione di laici, chiamata “Pataria”, che, non solo si opponeva al vescovo, legato all’autorità imperiale, ma che recuperò una serie di tradizioni desuete che ebbero il merito di salvare il rito ambrosiano.

In conclusione, purtroppo, i mali contro i quali si scagliava S. Pier Damiani sono ancora presenti oggi, nella Chiesa e la sua denuncia di più di mille anni fa, con tutti i limiti legati al contesto storico e culturale, è ancora attuale.

 

 

Poesia triste per una triste primavera

Solitamente le poesie che parlano della primavera sono piene di colore, di gioia e di speranza per la vita che rinasce; Nazim Hikmet invece ha appena avuto un referto medico preoccupante e cammina per le strade  di Mosca battute dalla pioggia. C’è un presagio di morte (che in effetti verrà per un infarto cardiaco) e di un abbandono… l’angoscia si rivela non solo nelle parole, ma anche nell’assenza di punteggiatura, che fa sentire l’affanno di chi scrive quasi sentendosi mancare il respiro…

Sotto la pioggia camminava la primavera
con i suoi piedi esili e lunghi sull’asfalto di Mosca
chiusa tra gli pneumatici i motori le stoffe le pelli
il mio cardiogramma era pessimo quel giorno
quel che si attende verrà in un’ora inattesa
verrà tutto da solo
senza condurre con sé
coloro che già partirono
suonavano il primo concerto di Ciajkowskj sotto la pioggia
salirai le scale senza di me
un garofano sta all’ultimo piano della casa al balcone
sotto la pioggia camminava la primavera
con i suoi piedi esili e lunghi sull’asfalto di Mosca
ti sei seduta di fronte a me non mi vedi
sorridi a una tristezza che fuma lontano
la primavera ti porta via da me ti conduce altrove
e un giorno non tornerai più ti perderai nella pioggia.

Edificare una città fraterna

GRANIS è un GRuppo di ANImazione Sociale che organizza incontri di riflessione destinati a persone impegnate in politica, nel volontariato o nelle associazioni culturali.

Il tema di questa mattina era: EDIFICARE UNA CITTA’ FRATERNA.

Il relatore (di cui purtroppo non ricordo il nome) ha preso l’avvio dall’enciclica di Papa Francesco “Fratelli tutti”, nella quale si propone una svolta netta nel modo di concepire il mondo e la realtà. Se prima si focalizzava l’attenzione sull’uomo inteso come individuo, ora si deve mettere al centro l’uomo inteso come umanità: ci si salva tutti insieme. ⌈Faccio una piccola digressione: gli Africani hanno sintetizzato questo concetto in una parola bellissima: UBUNTU che significa “non posso essere felice se gli altri non sono felici⌉. E’ importante sognare insieme “come figli di questa stessa terra”

I principi indicati nella Dottrina Sociale della Chiesa sono : personalità, sussidiarietà, solidarietà e bene comune.

Personalità: Il fondamento e il fine dell’agire sociale sono la dignità, la centralità e l’intangibilità della persona umana e la società ha il compito di creare le condizioni economiche e culturali per poter consentire il miglior sviluppo alla maggior parte di persone, che diventano soggetti di diritti e doveri.

Sussidiarietà: Non siamo individui isolati, ma inseriti in una società che ci pervade: l’altro è parte di noi. In questa ottica anche l’economia deve cambiare prospettiva: non deve solo mirare a  creare ricchezza per alcuni, ma perseguire il bene comune. Il privato deve armonizzare con le istituzioni  i propri interventi finalizzandoli al bene comune.

Solidarietà: se anticamente il termine veniva usato solo in campo giuridico, poi con la rivoluzione francese fu esteso a indicare la condivisione del patrimonio culturale, economico, culturale e valoriale ereditato “in solido” dalle generazioni precedenti e da ritrasmettere accresciuto alle generazioni successive. Il solidarismo cattolico nasce tra fine 800 e primi del novecento come via intermedia tra socialismo e liberalismo. Solidarietà è “la determinazione ferma e perseverante di impegnarsi per il bene comune”, fondata sul convincimento che il pieno sviluppo viene frenato dalla ricerca ossessiva del profitto e dalla sete di potere.

Il bene comune: già nell’antichità i pensatori più importanti avevano concepito la società come “un corpo” le cui membra sono chiamate a collaborare per il bene di tutto l’organismo. Per S. Tommaso il bene comune è il fine di una società in cui “la convivenza è buona, virtuosa, giusta, felice ..”

A questo punto un breve intervallo ha consentito ai convenuti di riflettere sugli spunti offerti dal relatore e al rientro in aula si sono succeduti alcuni interventi sul tema della famiglia come primo nucleo sociale in cui vivere sussidiarietà e solidarietà per realizzare il bene comune e sulla necessità di promuovere la cooperazione tra associazioni ed enti per risolvere situazioni di grave disagio e sofferenza sia in famiglia che nella scuola..  Un altro approfondito e argomentato intervento ha messo in luce quanto della Dottrina Sociale della Chiesa è stato recepito nella Costituzione Italiana.

Ci sono stati anche due interventi critici nei confronti di quei cattolici che, pur interessandosi ai problemi della società e pur dedicandosi addirittura al volontariato, tuttavia non accettano di impegnarsi direttamente nella politica, preferendo delegare ad altri questo compito che Papa Francesco ha definito “la più alta forma di carità”.

La mattinata si è conclusa, come al solito, con la partecipazione alla messa e devo dire che queste occasioni (i convegni del Granis) sono i soli casi in cui tra i fedeli  la percentuale femminile è pari allo  0,…%

Forse in queste occasioni si potrebbe anche osare un po’…ad esempio parlando di diritti e doveri perchè non dedicare due parole al diritto di proprietà? Come ha detto Papa Francesco, il diritto di proprietà  può non essere un diritto assoluto in certe situazioni, quando la proprietà privata diventa ostacolo per il bene comune….

Ho capito, Signore, (Padre D.M.Turoldo)

Questo  è l’inizio di una preghiera di Padre David Maria Turoldo, scritta presumibilmente in quel periodo che abbiamo definito pace e che era invece una “guerra fredda”, che si reggeva sulla paura. Non può esserci vera pace quando una parte del mondo vive nel benessere a spese del resto dell’umanità e non può esserci pace senza il riconoscimento del diritto alla libertà di ogni popolo.

Ho capito, Signore. La pace non me la può dare nessuno. E’ inutile che speri. I governi, gli stati, i continenti hanno bisogno di pace anche loro e non ne sono capaci. E camminano tutti su strade sbagliate.

Essi pensano che la pace si possa ottenere con le armi, incutendo paura agli altri stati e agli altri continenti. E intanto si armano, e studiano sistemi sempre più potenti e micidiali. Tutti vogliono essere forti. Dicono: solo un forte può imporre il rispetto e la pace. Come se la pace fosse un fatto di imposizione e non d’amore. Io non ho mai visto che ci sia pace per queste strade. Questo è uno squilibrio di terrore: un’altra maniera per essere schiavi; una maniera apparentemente civile. Invece è barbarie come tutte le altre barbarie.

Infatti il più forte dice al più debole: guai se ti muovi! E non ha importanza che magari la situazione del debole sia insostenibile, ingiusta, umiliante. Non ha importanza che sia, ad esempio, la fame o la mia condizione di uomo di colore a spingermi a gesti assurdi. Ma verrà, uomini, verrà – e non è lontano: io per questo prego e spero – quel giorno che l’oceano nero di miseria e di dolore si metterà in moto, uscirà dai suoi confini con il boato della disperazione. Quell’oceano della collera dei poveri, degli oppressi, dei delusi! Un oceano misteriosamente ancora calmo. Ma fino a quando? Perché non può durare così. …

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UTE: Leopardi: La ginestra o il fiore del deserto- Camilleri

La prof. Tatafiore proseguendo il suo discorso su Leopardi filosofo, ha analizzato per noi oggi l’ultima composizione del poeta recanatese, quella che può essere definita il suo testamento poetico e filosofico: LA GINESTRA.

E’ una poesia molto lunga e complessa, fatta di versi endecasillabi e settenari divisi in sette lunghe strofe; in essa il poeta critica aspramente la cultura del suo tempo e sostiene che la ragione coglie una verità fondamentale: tutto è nulla.

Leopardi si identifica con la ginestra che cresce sul pendio deserto del Vesuvio, cosciente del fatto che il vulcano potrà distruggerla, ma la ginestra si realizza nello spargere il suo profumo e nel mostrare la sua bellezza: Così è il poeta, che pur tormentato da grandi sofferenze, gioisce nel “cantare” la sua poesia.

La ginestra, fiore del deserto, resta impavida nel suo ambiente ostile; gli uomini invece per sfuggire all’orrore della morte si rifugiano nella fede in un principio divino che possa sottrarli al loro destino, si creano illusioni che sopravvivono alle delusioni e li inducono ad amare la vita nonostante tutto.

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Abbiamo ritrovato oggi una cara, vecchia conoscenza dell’UTE: la prof.ssa Granata. La nostra docente ci ha guidato alla conoscenza di un autore contemporaneo molto conosciuto dalla gente soprattutto per il personaggio del Commissario Montalbano: Camilleri., Questi ,però, autore di  114 libri, non ha solo raccontato storie di investigazione poliziesca, ma ha scritto anche romanzi storici molto apprezzati.

Dopo alcune brevi note biografiche, con le quali la docente ha sottolineato la poliedrica attività di Camilleri e la sua sconfinata creatività espressa soprattutto in età avanzata, la prof. Granata ha poi cominciato a parlre del primo romanzo dell’autore Siciliano: Il corso delle cose.

In esso troviamo già tutto il mondo di Camilleri: la Sicilia di Porto Empedocle (Vigata), la mafia, le feste di paese a carattere religioso, la caratterizzazione puntuale dei personaggi; c’è anche  il commissario di polizia siciliano,  che lascia trapelare il suo senso di superiorità, è insofferente delle pratiche burocratiche ed è intuitivo; capisce non solo le parole, ma anche i gesti, gli atteggiamenti.

Già in questo primo romanzo (respinto prima da molti editori  e poi pubblicato nel 1978 con grande successo) Camilleri introduce qua è là dei termini in dialetto siciliano, più capace di esprimere sensazioni e sentimenti.