UTE: Storia del caffè e del cioccolato (Diana)- La battaglia del Don e Nikolajewka (Angela D’Albis)

IL CIOCCOLATO – La scoperta in Messico della pianta del cacao risale a 4.000 anni fa e la più antica testimonianza scritta è di circa 1800 anni prima di Cristo.

I Maya  utilizzavano il cacao misto ad altri ingredienti, gli Aztechi produssero per primi il vero cioccolato, che i conquistadores portarono poi in Europa.  E’ del 1847 la prima tavoletta di cioccolato.

Con l’invenzione, in Svizzera,  del latte in polvere, si poté produrre il cioccolato al latte.

Il cacao viene coltivato nei paesi a clima caldo umido (attorno all’equatore), dove le temperature sono costanti, le piogge sono abbondanti e il terreno è adatto a questa pianta.

Possiamo trovare in commercio due tipi fondamentali di cioccolato: al latte e fondente (quest’ultimo ha percentuali più elevate di cacao); nel cioccolato bianco non c’è polvere di cacao, ma solo burro di cacao. Esistono tre varietà di cacao: criollo, forastero e trinitario.

La raccolta, la fermentazione e l’essiccazione dei frutti di cacao vengono effettuate nei paesi di coltivazione; le successive lavorazioni (tostatura, macinatura, concaggio, temperaggio…) vengono effettuate nei paesi in cui viene prodotto il cioccolato.

IL CAFFE’ – E’ la bevanda più bevuta nel mondo dopo il tè e diverse leggende ne raccontano la scoperta avvenuta in Etiopia. Gli arabi lo usano come sostitutivo degli alcolici. La prima “bottega del caffè” fu aperta a Venezia nel 1645. Nel 1727 i Portoghesi cominciarono a coltivare la pianta del caffè in Brasile e nel 1800 sorse in Italia la prima torrefazione.

Il frutto può essere rosso o giallo e le piante vengono coltivate vicino a piante molto alte, che le proteggono dall’eccessivo calore, limitando così anche il consumo di acqua.  Vi sono due qualità di caffè: arabica e robusta (quest’ultima contiene più caffeina). La produzione passa attraverso varie lavorazioni: raccolta delle drupe, essiccazione, (eventuale decaffeinizzazione), selezione dei chicchi, miscelatura, tostatura e macinatura.

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BATTAGLIA DEL DON E NIKOLAJEWKA .

A causa dell’assenza del professor Cossi. è intervenuto il signor Croci che ci ha parlato del dramma della ritirata di Russia avvenuta dal 16 al 26 gennaio del 1943.

Si è soffermato soprattutto sulla ritirata degli Alpini e del battaglione “Cervino”, comandato dal capitano Giuseppe Lamberti.

La ritirata di Russia fu un dramma perché i soldati italiani, compresi gli Alpini, furono mandati lì senza attrezzature adeguate e migliaia di loro morirono congelati.

Il capitano Lamberti, dopo quasi 4 anni di prigionia, tornò in Italia nel 1946. Al suo ritorno raccontò la sua esperienza denunciando la vergognosa gestione della campagna di Russia.

Per questo, nel 1949, dovette subire un processo per collaborazionismo con i russi e fu degradato.

In seguito, fu riabilitato, ma rifiutò ulteriori gradi, mantenendo solo quelli di “capitano”.

In parallelo con il racconto della ritirata e delle sofferenze dei nostri soldati e alpini, nel ‘43, il signor Croci proietta delle diapositive che ritraggono quei luoghi, in un viaggio da lui effettuato con un gruppo di amici ex alpini nel 1992 (in anticipo rispetto al cinquantesimo anniversario a causa delle difficoltà burocratiche che avrebbero incontrato l’anno successivo).

Queste diapositive ci mostrano quei luoghi e ci fanno immaginare le immani sofferenze che hanno dovuto sopportare i nostri soldati senza vestiti e attrezzature idonee.

La lezione è stata rallegrata da qualche canto degli Alpini e si è conclusa con la bellissima canzone “Il reduce” di Van De Sfroos.

 

25 novembre 2022

IN RICORDO DI REYHNAEH JABBARI – Maria Letizia Del Zompo

Hai preferito andartene spiegando le tue ali bianche

anziché sporcare la tua dignità,
svilire la tua bellezza,
rinnegare la tua libertà,
quella che nasce dal coraggio del Vero.
Pugnalasti per difenderti
e ti hanno impiccata
perché certe leggi sono fatte da uomini
che non sopportano donne consapevoli e fiere.
Eri colpevole di essere donna,
giovane, moderna, gentile, forte e bella.
Al processo non hai pianto,
non ti sei disperata,
non hai chiesto perdono.
Avresti potuto salvarti
rinnegando ciò che ti era successo.
Hai preferito morire e donare i tuoi occhi,
il tuo cuore, la tua pelle
a che non diventino polvere,
ma continuino a celebrare vita. ….
L’autrice di questa poesia ha voluto ricordare una donna iraniana impiccata per essersi difesa dal suo stupratore.
Nel mondo esistono paesi dove le donne non hanno diritti;
 dove se denunci uno stupro puoi essere fustigata (Qatar);
 dove le ragazze non possono andare a scuola;
 esistono paesi dove le donne non possono guidare l’auto o uscire da sole a fare la spesa…
Ma esiste anche un paese dove le donne possono uscire da sole, guidare la macchina, andare a scuola, fare carriera politica e occupare posti di prestigio e possono denunciare  le violenze subite, ma nonostante questo vengono uccise proprio da chi dovrebbe amarle e proteggerle.