L’uomo che amava il deserto.

Sto leggendo un libro che parla della vita e della spiritualità di Charles De Foucauld, proclamato santo da Papa Francesco. Ecco in breve la sua vita.

Nato a Strasburgo il 15 settembre 1858, rimasto orfano andò a vivere presso il nonno materno e durante il liceo abbandonò la pratica religiosa considerandosi ateo. Nel 1876 entrò nell’accademia militare e nella scuola di cavalleria, ma fu espulso per indisciplina aggravata da cattiva condotta, dopo aver sperperato l’eredità del nonno. Nell’ottobre 1886 entrò nella chiesa di S. Agostino a Parigi e grazie all’aiuto di un sacerdote di grande spiritualità cominciò un cammino di conversione. Dopo un pellegrinaggio in Terrasanta, entrò prima nella trappa di Notre-Dame des Neiges, nell’Ardèche, poi in quella di Akbè, in Siria; dopo 7 anni si recò a Nazareth lavorando come domestico in un monastero di Clarisse. Vi trascorse alcuni anni, ma consigliato dal suo direttore spirituale si preparò al sacerdozio e fu ordinato il 9 giugno 1901. Si recò quindi a Beni Abbès, nel Sahara algerino, dove costruì un romitaggio e si dedicò all’accoglienza dei pellegrini, collaborando al riscatto degli schiavi. Si stabilì poi definitivamente nel villaggio di Tamanrasset, facendo amicizia coi Tuareg e imparandone la lingua al punto che compilerà un dizionario tuareg-francese. Tra il 1909 e il 1913 compì alcuni viaggi in Francia nella speranza di coinvolgere dei laici nell’opera di evangelizzazione secondo il modello delle prime comunità cristiane organizzandoli in una Unione dei fratelli e sorelle del Sacro Cuore di Gesù. Ma il 1° dicembre 1916 una banda di predoni, aiutati da un uomo che fratel Charles aveva beneficato, prese in ostaggio l’eremita per saccheggiargli la casa. Purtroppo, il giovane incaricato di sorvegliarlo, all’arrivo di due cammellieri francesi si spaventò e sparò alla tempia di Charles uccidendolo sul colpo. Il suo sogno di fondatore verrà realizzato pochi anni dopo da René Voillaume, dando vita alla congregazione dei Piccoli Fratelli di Gesù. Charles de Foucauld è stato beatificato da Giovanni Paolo II il 13 dicembre 2005. Mentre è stato proclamato Santo da papa Francesco il 15 Maggio 2022

Charles si era costruito da sé un piccolo eremo e conduceva un’esistenza poverissima, tanto che rischiò di morire di denutrizione e fu curato dai tuareg. Penso a quanto dovevano essere disperati e miserabili quei predoni che hanno assalito e saccheggiato la sua casa …

Poesia: Giugno (G. Carducci)

Giugno, il mese con le giornate più lunghe e le notti più brevi , ci sta lasciando.  Io lo saluto con questa poesia di Giosuè Carducci.

Giugno
É il mese dei prati erbosi e delle rose;
il mese dei giorni lunghi e delle notti chiare.
Le rose fioriscono nei giardini, si arrampicano
sui muri delle case. Nei campi, tra il grano,
fioriscono gli azzurri fiordalisi e i papaveri
fiammanti e la sera mille e mille lucciole
scintillano fra le spighe.
Il campo di grano ondeggia al passare
del vento: sembra un mare d’oro.
Il contadino guarda le messi e sorride. Ancora
pochi giorni e raccoglierà il frutto delle sue fatiche.

L’immagine che più mi piace in questa poesia descrittiva è quella del campo di grano che ondeggia sotto il vento e pare un mare dorato.

Questa poesia un po’ dimessa, senza rime e fatta di parole semplici non si direbbe di Carducci, che, spesso, nelle sue poesie più conosciute ama i toni enfatici.

 

Una storia interessante e sorprendente.

E’ esattamente da una settimana che non aggiorno questa pagina, perchè in pochi giorni abbiamo dovuto allestire la mostra parrocchiale sul restauro dell’organo di Arcellasco.

E’ stato un lavoro impegnativo, anche perché il materiale fotografico ci è stato consegnato soltanto all’ultimo momento, ma tuttavia è stata anche una preziosa occasione per imparare tante cose e per aver modo di ammirare ciò che l’ingegno umano è/è stato in grado di creare.

Per prima cosa mi ha stupito scoprire che questo organo ha una storia che risale a tre secoli prima di Cristo, quando un certo Ctesibio di Alessandria d’ Egitto inventò uno strumento chiamato Hidraulos perché era azionato ad acqua, poi i Greci lo diffusero e i Romani se lo portarono a Roma per fare da colonna sonora alle feste nei circhi, prima però lo perfezionarono e l’organo funzionò attraverso un mantice.

I primi cristiani, memori delle terribili feste in cui nei circhi i cristiani venivano torturati e sbranati al suono dell’organo, bandirono questo strumento e, addirittura i musici che volevano farsi battezzare, dovevano cambiare mestiere.  Per molti secoli i riti religiosi furono accompagnati solo dalle voci maschili nel canto gregoriano.

OrganoL’ostracismo contro l’organo continuò per secoli, fino a quando Pipino il Breve ne ricevette uno in dono dall’Imperatore Bizantino. Il tempo aveva cancellato i brutti ricordi legati a questo strumento, che poté riaffacciarsi nelle chiese e nelle abbazie, avendo ben presto una grande diffusione in tutta Europa. Nel corso dei secoli furono costruiti organi sempre più complessi, tanto da avere migliaia di canne di metallo e legno e da avere la possibilità di esprimersi con tantissime voci diverse.

Già questa storia mi aveva colpita, poi ieri ho potuto visitare l’organo di Arcellasco ancora non del tutto rimontato dopo il lungo restauro a cui è stato sottoposto e sono rimasta sbalordita!!!!.

Occupa in larghezza  tutta la parete di fondo della chiesa, contiene quasi duemila canne, ad ogni canna corrisponde un foro che riceve aria dai somieri (uno di questi è un cassone enorme in cui l’aria viene pompata da un motore elettrico), ci sono canne alte più di quattro metri e molte parti interne sono ancora quelle costruite 170 anni fa manualmente dal maestro organaro Franzetti.

E’ sbalorditivo pensare a come sia stato possibile costruire una tale meraviglia con congegni tanto complessi avendo a disposizione una tecnologia molto limitata come quella di cui si disponeva nella metà del 1800.

Davanti a tutto questo ti viene da pensare a quanto sia meraviglioso l’essere umano quando pone la sua intelligenza al servizio della bellezza!!! (E per contro viene subito da pensare anche quanto sia stupido  perseguire invece finalità degradanti e aberranti…)mostra organo foto

Una nuova vita per un antico organo a canne.

La festa patronale di Arcellasco è alle porte e quest’anno c’è un motivo in più per fare festa: l’antico organo a canne, che per secoli ha accompagnato i riti religiosi della comunità, ritorna a nuova vita, grazie all’impegno corale dei parrocchiani e ai contributi della CEI, della Fondazione Comasca e del Comune di Erba.

Per la sua preziosità  questo strumento meritava di essere salvaguardato. anche per rispetto all’ingegnosità dei costruttori, che con mezzi non comparabili a quelli odierni sono riusciti a realizzare un organo così complesso da poter sostituire un’intera orchestra.

Per rendere omaggio agli antichi costruttori e agli attuali restauratori , la ditta Dell’Orto & Lanzini di Dormelletto (No), stiamo allestendo una mostra imperniata sulla documentazione dell’opera di restauro e sulla storia di questo strumento che ha origini antichissime.

N.B. : Nel pomeriggio di domenica, 25 giugno, sarà possibile visitare per piccoli gruppi l’organo con la guida di un esperto.

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Quando è amore vero…

E’ tempo di grandi addii.

Tre giorni fa abbiamo salutato Berlusconi con rituali forse eccessivi (a mio parere); ieri si è celebrato molto normalmente il funerale di Flavia, la moglie di Prodi, che tutta Bologna ha salutato con commozione.

E più commosso è apparso  Prodi nelle parole che sono seguite al rito religioso: sono parole che trasudano amore intenso e pieno di stima, gratitudine per la felicità vissuta insieme, nostalgia per i momenti che non torneranno più.

Esempi di amore così limpido, durato per 56 anni, dovrebbero essere raccontati ai giovani (che spesso scambiano per amore sentimenti senza un vero fondamento) per dare loro fiducia nella vita e nella possibilità di perseguire una felicità vera, fatta di dedizione rinnovata giorno per giorno.

Ecco le parole del messaggio inviato da Papa Francesco a Romano Prodi:

««La fede in Cristo, nostra Speranza, ti sostenga nel vivere questo momento di dolore» Sono convinto  che dopo più di 50 anni di matrimonio saprai raccogliere l’eredità di fede e di fortezza di Flavia continuando a testimoniare, nel suo vivo ricordo, la bellezza del vincolo di amore che vi ha tenuti uniti, mano nella mano fino all’ultima passeggiata insieme. Nell’esprimerti il mio affetto e invocando la protezione della Santa Vergine, di cuore benedico te e quanti piangono la scomparsa di Flavia. Fraternamente, Francesco»

Letture: la vita bugiarda degli adulti.

E’ un romanzo di Elena Ferrante pubblicato nel 2019. E’ la storia scritta in prima persona di Giannina (Giovanna), una ragazzina di 15/16 anni che sta scoprendo se stessa e che ha tutti gli sbalzi d’umore e le contraddizioni tipiche della sua età. La sua situazione è però aggravata dal contesto familiare che lei riteneva perfetto e che invece scopre essere pieno di ipocrisie. Il padre, che era sempre stato il suo eroe, ha da decenni un ‘amante che è  Costanza, la migliore amica della moglie; questa a sua volta ha forse una storia col marito di Costanza. Ci sono poi i rancori antichi con una parte della famiglia che abita in un quartiere popolare di Napoli, mentre la famiglia di Giannina vive in una tranquilla zona residenziale e riprendere i contatti con l’odiatissima zia paterna fa parte del suo modo di ribellarsi alle meschinità che viene scoprendo.

Quando Giannina avrà il suo primo rapporto sessuale nel modo più squallido e degradante, sentirà di essere  entrata a far parte della “vita bugiarda degli adulti”.

E’ un romanzo di piacevolissima lettura, come tutti quelli della Ferrante, ma lascia l’amaro in bocca…Noi adulti spesso non ci rendiamo conto dell’importanza della coerenza nei nostri comportamenti: spesso sappiamo parlare bene, proclamiamo con calore la bontà di alcuni principi morali e comportamentali, che contraddiciamo più o meno palesemente nella nostra vita di tutti i giorni e quando i nostri figli scoprono la nostra vera identità ne restano delusi e sconcertati al punto di perdere ogni entusiasmo per la vita. Ho notato anche un uso della punteggiatura piuttosto soggettivo a tratti

Non l’ho amato …

Non ho mai amato Berlusconi e non seguo la sua televisione da anni (tranne i film su Iris)… non ho amato il suo modo di fare politica, l’ostentazione della ricchezza, le sue feste con tante ragazze disposte a tutto pur di compiacerlo …

Non l’ho amato, ma bisogna riconoscere che ha segnato , forse non sempre positivamente , un’intera epoca  in politica, in economia e nella vita sociale. Ora anche lui ha dovuto arrendersi alla legge di natura, contro cui a nulla valgono ricchezza e potere. A quelli che, come me, non lo hanno amato resta solo il dovere di pregare per lui che si sta presentando a un Giudice misericordioso, che solo può leggere nell’anima delle sue creature.

Cantando la fraternità.

Non so quanti, ieri pomeriggio, si siano sintonizzati su RAI1, ma chi lo ha fatto ha assistito alle esibizioni di tanti artisti famosi e alla firma del documento sulla fraternità scritto e firmato da 30 premi Nobel.

E’ stato coinvolgente ed emozionante. L’assenza di Papa Francesco ha velato di malinconia l’intera manifestazione, ma il suo messaggio è scaturito forte e chiaro dalla piazza: l’unica via di salvezza e di sopravvivenza per l’umanità è amarsi.

Auguri a Papa Fracesco.

Tanti stanno pregando per Papa Francesco: l’intervento che ha subito non deve essere stato una passeggiata, soprattutto se si pensa alla sua età. Tanti, e con loro anch’io, si augurano che possa riprendersi al meglio e in poco tempo: la Chiesa ha ancora bisogno del suo coraggio e della sua mitezzache si esprime con lo spirito di accoglienza verso tutti.

Tra i suoi tanti meriti il più grande è, a mio parere, il coraggio di guardare alle miserie della sua Chiesa e di volerle affrontare finalmente a viso aperto, dopo che per tanto tempo si era sempre cercato di nascondere la sporcizia sotto il tappeto…

Auguri, Papa Francesco! Noi preghiamo per poterti rivedere alla finestra che dà su Piazza S. Petro per la recita dell’Angelus! A presto!

Martiri dell’emancipazione…

Un altro terribile femminicidio con l’aggravante della circostanza che la donna era incinta di sette mesi…

E’ difficile per certi uomini, abituati da sempre a pensarsi padroni della donna che hanno accanto, accettare la sua autodeterminazione, il suo diritto a decidere della propria vita e le donne che intendono farlo valere vanno incontro a molte difficoltà sia morali che economiche, ma il delitto non dovrebbe mai essere ipotizzato da nessuno.

L’orrore che suscita il ripetersi di questi crimini dovrebbe indurre la nostra società a dichiarare le vittime “martiri” della emancipazione femminile. Dovremmo istituire una giornata mondiale delle vittime di femminicidio e in quel giorno fare memoria di tutte le donne che sono cadute sotto la mano omicida di quelli che avrebbero dovuto amarle e custodirle.