Ute: La Cina al tempo di Matteo Ricci. – La cristianizzazione nei territori briantei.

Data l’importanza della Cina odierna sia in campo politico che  economico, vale la pena cercare di conoscerla per meglio comprendere il suo ruolo nel mondo d’oggi. Ma non si può conoscere un paese se non si risale alla sua storia e don Ivano oggi ci guida sui passi di Matteo Ricci (1552- 1610) il primo occidentale, dopo Marco Polo, a raccontare attraverso i suoi resoconti la Cina che andava scoprendo.

Matteo Ricci era un gesuita di Macerata; a bordo di navi portoghesi arrivò a Macao e da lì si pose in cammino per raggiungere Pechino. Aveva una solida preparazione come geografo e intendeva studiare la lingua e la cultura cinese tenendo sempre presente  il suo obiettivo: portare il messaggio evangelico ai diversi popoli della Cina.  Il suo atteggiamento di profondo rispetto e il suo desiderio di potersi relazionare con la gente del posto, lo indussero a farsi cinese tra i Cinesi: si vestiva secondo il costume locale, imparò la lingua scritta e parlata, disegnò innumerevoli carte geografiche per descrivere i territori che andava conoscendo e relazionava le sue esperienze periodicamente ai suoi superiori in Europa. Naturalmente questo suo modo di operare non era visto di buon occhio dalle gerarchie ecclesiastiche ed era considerato con sospetto, tanto che i suoi scritti furono resi pubblici solo nel 1940.

Ricci racconta quanto sia immenso questo paese, come tutti vestano abiti di seta, data l’enorme, millenaria produzione di tale tessuto e racconta la diffusa abitudine di cibarsi di carne di cavallo; ripercorre la storia antica di questo paese, che ha visto fasi alterne di splendore e decadenza, sapendo però sempre riprendersi. I Cinesi si considerano al centro del mondo e Matteo Ricci disegna carte geografiche in cui la Cina è al centro delle terre conosciute.

Ora i resti mortali di Matteo Ricci vengono conservati a Pechino presso la sede del Partito Comunista Cinese ed è ricordato con grande rispetto.

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DIFFUSIONE DEL CRISTIANESIMO NEI TERRITORI BRIANTINI.

Don Alessandro Vismara, parroco di Buccinigo, ci ha parlato di come il Cristianesimo si sia diffuso prima nelle terre del Medio Oriente, confinanti con la Palestina. Il comando di Gesù ” Andate in tutto il mondo e predicate il mio Vangelo”, non lascia dubbi: il messaggio cristiano è rivolto a tutti gli uomini e per questo gli apostoli si sparsero nelle regioni dell’impero romano fino ad arrivare nella città dei Cesari (Paolo e Pietro). Ben presto però cominciano le persecuzioni; le prime avvengono proprio ad opera dei giudei. I primi martiri sono Stefano e Giacomo (fratello di Giovanni). Svetonio parlò dei cristiani come di una setta all’interno del giudaismo. Poi è l’impero a perseguitare a più riprese  i cristiani, fino all’editto di Milano del 313 con il quale l’imperatore Costantino riconobbe ai cristiani il diritto di professare liberamente la propria fede.

Nel III e nel IV secolo Milano era capitale dell’impero; era una città ricca e popolosa, nella quale però imperversavano lotte feroci tra i cattolici e gli ariani, anche se la maggior parte della popolazione era ancora pagana. A portare pace fra le due fazioni, fu il Vescovo Ambrogio, che lasciò un profondo segno nella chiesa milanese.

 

Per capire meglio ….

“Avvenire”, il quotidiano cattolico, è uno dei pochi giornali on line che consentono la lettura integrale degli articoli anche senza doversi abbonare e , in genere, riesce a tenere sott’occhio le situazioni più critiche con obiettività.

Ne è un esempio questo articolo che aiuta in modo semplice a chiarire quello che sta accadendo in Medio Oriente, inserendo questa crisi nel contesto della politica mondiale.

Ne consiglio la lettura e, intanto, esprimo la mia angoscia nell’apprendere le atrocità che si stanno perpetrando e, mentre condanno senza incertezze l’attacco terroristico di Hamas, continuo a pensare che la politica seguita fin qui da Netanyahu non era certo mirata a costruire la pace.