Giocare con le monete.

moneteNon ricordo come sia successo, ma mi sono rimaste molte lire in monete di vario taglio e ho conservato anche gli spiccioli che restavano in tasca dopo un viaggio all’estero.

Non so nemmeno perché un giorno mi sia venuto in mente di mostrare a Giovanni e Gioele queste monete che conservo in due piccoli contenitori all’interno della credenza. Ieri Giovanni e Gioele sono venuti con la mamma a passare il pomeriggio qui da me e mi hanno chiesto di poterle rivedere. Hanno cominciato ad estrarle ad una ad una, esaminandole con cura per individuarne il valore, la provenienza , le dimensioni e le immagini riportate sui due versi.  Dopo queste attente analisi le raggruppavano e le mettevano in fila sul tavolo e giocavano a scambiarsele secondo il loro valore o secondo il loro gradimento. Credo che durante questo gioco ognuno dei due abbia imparato qualcosa senza nemmeno accorgersene, mentre la mamma era impegnata al computer e io pensavo a preparare una buona merenda.

Giovanni e Gioele sanno giocare bene insieme e si fanno spesso buona compagnia.

 

Docu-film: African dreamers.

Sembra che certe cose non siano possibili, eppure  gli autori del docu-film “African Dreamers” non hanno inventato nulla. Hanno seguito per tre anni le vicende di cinque bambine di diversi paesi africani e le loro storie sono veramente tragiche: accusate di stregoneria, rapite e stuprate, abbandonate alla vita di strada, inseguite da una povertà avvilente.

Fortunatamente, per ognuna di loro un incontro fortunato con una casa di accoglienza o con persone disposte ad aiutarle segna una svolta positiva nella loro vita e possono riprendere a sognare una vita dignitosa e a fare progetti per il proprio futuro.

Ne consiglio caldamente la visione: ci si può rendere conto del perchè arrivino sulle nostre coste tanti bambini non accompagnati: fuggono dall’inferno.

Giovanni ha nove anni!!!

Colorful festive illustration for celebratory party and decoration nine birthday
Colorful festive illustration for celebratory party and decoration nine birthday

Nove anni fa nasceva Giovanni: era stao a lungo atteso e quindi poi molto amato.

Oggi Giovanni  è un piccolo uomo che sta scoprendo le sue passioni: il canto, la corsa  e i pokemon.

Grazie, Giovanni!  La tua presenza porta sempre allegria e gioia di vivere! Tanti auguri di una vita serena e piena di cose buone!

 

E gli anni passano….

L’anno scolastico da poco iniziato ha riservato novità importanti a tutti i i cuccioli di famiglia.

Elisa, la maggiore si è iscritta all’università e pare sia contenta della sua scelta. Davide, suo fratello affronta con determinazione e impegno le difficoltà del terzo anno delle superiori. Samuele è alle prese con difficoltà crescenti nel suo piano di studi, ma dopo i primi giorni di ansia si è rasserenato.

Giovanni è già in terza elementare e se la cava benissimo con le prime lezioni di storia e geografia: la sua memoria formidabile gli è di grande aiuto.

Gioele, il più piccolo di tutti, è in prima elementare. I primi giorni sono stati un po’ duri, ma ora si è ambientato benissimo e i suoi quaderni sono ordinatissimi e scritti con precisione. Ha già imparato a leggere e questo, unitamente alla cura che mette in ogni suo elaborato deve avergli attirato qualche complimento da parte delle insegnanti, perché la sua compagna di banco, con fare un po’ maliziosetto gli ha detto: ” Mi sa che sei un po’ intelligentino….” Gioele si è sentito un po’ preso in giro e se ne è risentito…

Che strano nome.

Non è sempre facile per un bambino di sei anni capire la mania della gente di storpiare i nomi delle persone o di tagliarli …

Ed è così che quando la mamma è tornata a casa, tutta bella, dicendo che era andata da MINO, il parrucchiere, forse Gioele non è riuscito a chiarirsi bene tutti i termini della frase e avrà pensato che forse la mamma non aveva pronunciato bene quel nome così strano.

Infatti quando due giorni dopo la mamma gli ha detto che doveva portarlo a tagliare a capelli, lui subito ha ribattuto: – Andiamo dall’OMINO?

Aperta, inclusiva, affettuosa.

Aperta, inclusiva, affettuosa: così il ministro Bianchi ha definito il suo ideale di scuola intervenendo alla festa ormai tradizionale che si tiene all’inizio dell’anno scolastico. E dalle numerose realtà scolastiche portate sul palco, che testimoniavano la ricchezza di iniziative nate ovunque in Italia per rendere la scuola sempre più inclusiva, veniva proprio da pensare che, nonostante tutti i suoi limiti, il nostro sistema scolastico è un patrimonio prezioso da difendere e da tramandare alle nuove generazioni perchè lo rendano ancora migliore.

Certo la scuola è fatta di persone, a volte non tutte entrate in quel mondo per la passione di insegnare, ma perché è stata per loro l’unica occasione per avere uno stipendio. Nonostante ciò molti tra questi trovano poi il modo di appassionarsi al loro mestiere e di diventare ottimi insegnanti. Una minima parte invece si ostina a ricoprire il suo ruolo senza capirne l’importanza vitale per i ragazzi con cui si devono relazionare.

Anche io sono stata un’insegnante e quando sono entrata in ruolo mi sentivo molto inadeguata, non avevo nessun sacro fuoco dentro di me, ma poi il contatto coi bambini, con i colleghi più disponibili, vedendo i “miracoli” che a volte accadevano, mi sono sempre più sentita al mio posto e, pur con tanti limiti che ora a ripensarci individuo chiaramente, posso dire di aver fatto del mio meglio.

Ho invece conoscenza diretta di qualche insegnante che ha rischiato di tarpare per sempre le ali a un bambino, che aveva sì qualche difficoltà, ma anche un mare di potenzialità che nessuno per molto tempo ha voluto sondare e portare alla superficie. Per fortuna quel bambino è ora un ragazzo con tanti interessi che riscuote gli elogi dei suo insegnanti in una scuola finalmente aperta, inclusiva e affettuosa.

 

 

Beata solitudo?

“Beata solitudo, sola beatitudo” così recita un antico motto. Forse a lungo andare ci si abitua e quasi ci si affeziona alla propria solitudine, ma …

Solitudine vuol dire accendere radio o TV per non sentire nel silenzio soltanto quel fastidioso acufene.

Vuol dire scegliere il programma che preferisci senza dover mediare coi gusti di chi hai accanto.

Vuol dire che se dimentichi qualcosa al piano superiore non puoi chiedere a nessuno di fare le scale al posto tuo.

Vuol dire non preoccuparsi di cucinare e mangiare quello che capita, in poltrona, davanti alla TV .

Vuol dire fare quel che ti pare e piace quando ti pare e piace, ma…. vuol dire anche fare da sola tutto ciò che ti pesa.

IMG20220825170455 (1)Ho passato un mese in compagnia coi miei nipoti Samuele (15 anni tra pochi giorni) e Davide (16 anni appena compiuti), che sono stati straordinariamente carini, affettuosi e servizievoli con questa nonna al momento un po’ acciaccata. Mi sono abituata alla loro presenza, ai loro passatempi, alle loro risate, ai loro rumori… ora sono tornati alle loro case e sento tutto il silenzio di questa “beata solitudo”

Bambini deportati.

La guerra è un orrore da qualunque punto di vista la si consideri: è terribile pensare ai giovani militari e ai civili disarmati caduti sotto i bombardamenti, è altrettanto terribile pensare alle sofferenze e alle privazioni di chi  vede la propria casa e tutti i propri averi distrutti da bombardamenti insensati, ma fa rabbrividire ancora di più quello che si dice in questo articolo di “Avvenire”.

Il fatto di vivere in un paese in guerra toglie ai bambini ogni possibilità di andare a scuola, di giocare all’aperto, sono spaventati dalle distruzioni, dal fragore delle bombe e degli allarmi, devono affrontare la scarsità di cibo per l’interruzione dei rifornimenti e tutto questo è terribile anche se vissuto vicino ai propri cari.

Ma la deportazione dei bambini dai territori occupati in orfanatrofi russi ha per me qualcosa di diabolico. Non posso immaginare cosa sia per i bambini deportati sentirsi sradicati da ogni relazione affettiva: genitori, familiari, amici, casa, i propri giochi e le proprie abitudini, la propria lingua….

Credo che un tale crimine possa essere concepito solo da uno Stato totalitario, senza nessun rispetto per i diritti umani, diretto da persone  spietate.

Passeggiata mattutina sul lungolago di Lecco.

La mattina l’aria in riva al lago è più fresca e di questi tempi profuma di tiglio, inoltre c’è qualche posto in più per parcheggiare e i vialetti non sono così affollati come nel pomeriggio.

IMG-20220706-WA0002E’ perciò stata una bella passeggiata quella fatta insieme a Davide, impressionante però il livello dell’acqua del lago: credo sia più di un metro sotto il livello degli altri anni; affiorano scogli mai visti  e le spiaggette si sono moltiplicate, ma sono spiaggette cosparse di rifiuti in parecchi punti.

Facevo proprio questa considerazione ad alta voce, quando è passata lì accanto una distinta signora dall’aspetto gentile: anche lei ha espresso la sua tristezza e la sua preoccupazione per lo stato di salute del lago. Da lì abbiamo cominciato a chiacchierare e così abbiamo riscontrato che abbiamo una conoscenza in comune e da questo ho desunto che fosse stata un’insegnante:  era proprio quella la sua professione, che però ha dovuto abbandonare anzitempo per gravi problemi al ginocchio, già operato due volte. Per questo viene a passeggiare sul lungolago, dove le numerose panchine consentono frequenti pause e io la capisco bene …anch’io ho fatto molte pause durante la passeggiata…