Con le spalle al muro.

Ricordate la storia di Sansone?

La riassumo brevemente per chi ha poco tempo: Sansone era il campione degli Ebrei: aveva una forza straordinaria che lo rendeva invincibile.  Per sua disgrazia si innamorò di Dalila (agente segreto al soldo del nemico) e incautamente le rivelò che la sua forza risiedeva nei suoi capelli che lui non aveva mai tagliato. Dalila aspettò che lui si addormentasse e gli tagliò la sua chioma portentosa e quando Sansone fu assalito dai nemici, dovette soccombere. Fatto prigioniero e accecato, i suoi capelli col tempo ricrebbero e quando fu portato alla presenza dei capi dei Filistei che volevano dileggiarlo, si attaccò alle colonne del palazzo, provocandone il crollo  e morì insieme ai suoi nemici  gridando: Muoia Sansone con tutti i Filistei!!!

Mi è venuta in mente questa storia della Bibbia, leggendo le minacce di Putin:  è con le spalle al muro  e non vede altra via d’uscita che parlare di mosse estreme come quella di usare le armi nucleari …. minaccia talmente terribile che forse non attuerà, visto che ciò comporterebbe risposte altrettanto terribili con conseguenze inimmaginabili sul mondo intero.

Epifania.

L’Epifania è la festa che ricorda la “manifestazione” a tutto il mondo (rappresentato dai Magi venuti da lontano)  del Dio venuto in terra.

I Re Magi: la tradizione li dipinge come tre sapienti, tre studiosi desiderosi di capire quale significato avesse quello strano segno nel cielo. Per questo si sono messi in viaggio senza pensare ai disagi da affrontare  e senza valutare se  valesse la pena di cercare risposte che forse non avrebbero trovato.

Essi mi ricordano quelle persone che, senza far rumore e senza pregiudizi, cercano il senso più profondo del loro esistere e in questa ricerca impegnano tutte le loro energie.

 

re magi giotto

Storie della Bibbia: parole sorprendenti.

13 Mosè disse a Dio: “Ecco io arrivo dagli Israeliti e dico loro: Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi. Ma mi diranno: Come si chiama? E io che cosa risponderò loro?”. [14]Dio disse a Mosè: “Io sono colui che sono!”. Poi disse: “Dirai agli Israeliti: Io-Sono mi ha mandato a voi” (Es 2, 13-14)

Mi hanno sempre impressionato profondamente le parole che la Bibbia usa per definire Dio: sono parole così essenziali e così esaustive e così sorprendenti che devono veramente essere state ispirate da Dio stesso a chi ha scritto il testo biblico (l’autore potrebbe essere Mosè stesso, secondo alcuni studiosi, o potrebbe essere una raccolta di testi orali tramandati nel tempo).

E lo stupore si rinnova quando ritroviamo  la stessa espressione   nel Vangelo di Giovanni allorché Gesù dice: “Prima che Abramo fosse IO SONO” e a pensarci su c’è da sentirsi un po’ storditi…. ma anche confortati nella fede.

Storie della Bibbia: Il mandato.

Mosè rimane presso Ietro, sposa una delle sue figlie e (lui cresciuto come un principe)  diventa il pastore che accudisce il  bestiame del suocero. Un giorno…..

roveto-ardente-secondo-chagall-large…..Mentre Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l’Oreb. L’angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco dal mezzo di un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva per il fuoco, ma quel roveto non si consumava. 3Mosè pensò: “Voglio avvicinarmi a osservare questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia?”. 4Il Signore vide che si era avvicinato per guardare; Dio gridò a lui dal roveto: “Mosè, Mosè!”. Rispose: “Eccomi!”. 5Riprese: “Non avvicinarti oltre! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è suolo santo!”. E disse: “Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe”. Mosè allora si coprì il volto, perché aveva paura di guardare verso Dio.

….. 9Ecco, il grido degli Israeliti è arrivato fino a me e io stesso ho visto come gli Egiziani li opprimono. 10Perciò va’! Io ti mando dal faraone. Fa’ uscire dall’Egitto il mio popolo, gli Israeliti!”. 11Mosè disse a Dio: “Chi sono io per andare dal faraone e far uscire gli Israeliti dall’Egitto?”. 12Rispose: “Io sarò con te. Questo sarà per te il segno che io ti ho mandato: quando tu avrai fatto uscire il popolo dall’Egitto, servirete Dio su questo monte”.

L’eternità di Dio viene proclamata in quelle parole di grande effetto: “Io sono il Dio di Abramo, di Isacco….”

“Io sarò con te” sono le parole che ogni credente dovrebbe sempre ripetere a se stesso: chi crede non è mai solo, perchè avverte accanto a sé, soprattutto nei momenti difficili, una presenza che conforta e sostiene.

Storie della Bibbia: Mosè, salvato per la seconda volta….

Mosè (=salvato dalle acque) era cresciuto alla corte di Faraone, ma, pur divenuto grande e potente, non poté tuttavia restare indifferente alle sofferenze degli Ebrei e un giorno per salvare uno di loro, uccise un sorvegliante egiziano…. credeva di non essere stato visto, ma non era così…

 Allora Mosè ebbe paura e pensò: “Certamente la cosa si è risaputa”. Il faraone sentì parlare di questo fatto e fece cercare Mosè per metterlo a morte. Allora Mosè fuggì lontano dal faraone e si fermò nel territorio di Madian e sedette presso un pozzo.
16Il sacerdote di Madian aveva sette figlie. Esse vennero ad attingere acqua e riempirono gli abbeveratoi per far bere il mos+ al pozzogregge del padre. 17Ma arrivarono alcuni pastori e le scacciarono. Allora Mosè si levò a difendere le ragazze e fece bere il loro bestiame. 18Tornarono dal loro padre Reuèl e questi disse loro: “Come mai oggi avete fatto ritorno così in fretta?”. 19Risposero: “Un uomo, un Egiziano, ci ha liberato dalle mani dei pastori; lui stesso ha attinto per noi e ha fatto bere il gregge”. 20Quegli disse alle figlie: “Dov’è? Perché avete lasciato là quell’uomo? Chiamatelo a mangiare il nostro cibo!”. 21Così Mosè accettò di abitare con quell’uomo, che gli diede in moglie la propria figlia Sipporà. Ella gli partorì un figlio ed egli lo chiamò Ghersom, perché diceva: “Vivo come forestiero in terra straniera!”.

Condannato a morte una seconda volta (la prima quando era ancora nel grembo materno), Mosè non può morire: il disegno di Dio su di lui deve compiersi e si compirà.

Storie della Bibbia: Mosè

Con la storia di Giuseppe si conclude la GENESI, il primo libro della Bibbia. Segue il libro dell’ESODO che inizia con gli ordini di faraone alle levatrici di far morire i neonati maschi delle donne ebree, ma esse disobbediscono e allora Faraone dà lo stesso ordine ai soldati. Ma ….

[1]Un uomo della famiglia di Levi andò a prendere in moglie una figlia di Levi. [2]La donna concepì e partorì un figlio; vide che era bello e lo tenne nascosto per tre mesi. [3]Ma non potendo tenerlo nascosto più oltre, prese un cestello di papiro, lo spalmò di bitume e di pece, vi mise dentro il bambino e lo depose fra i giunchi sulla riva del Nilo. [4]La sorella del bambino si pose ad osservare da lontano che cosa gli sarebbe accaduto. [5]Ora la figlia del faraone scese al Nilo per fare il bagno, mentre le sue ancelle passeggiavano lungo la sponda del Nilo. Essa vide il cestello fra i giunchi e mandò la sua schiava a prenderlo. [6]L’aprì e vide il bambino: ecco, era un fanciullino che piangeva. Ne ebbe compassione e disse: “E’ un bambino degli Ebrei”. [7]La sorella del bambino disse allora alla figlia del faraone: “Devo andarti a chiamare una nutrice tra le donne ebree, perché allatti per te il bambino?”. [8]“Và”, le disse la figlia del faraone. La fanciulla andò a chiamare la madre del bambino. [9]La figlia del faraone le disse: “Porta con te questo bambino e allattalo per me; io ti darò un salario”. La donna prese il bambino e lo allattò. [10]Quando il bambino fu cresciuto, lo condusse alla figlia del faraone. Egli divenne un figlio per lei ed ella lo chiamò Mosè, dicendo: “Io l’ho salvato dalle acque!”.

Ancora una volta, la volontà di Dio prevale sui disegni degli uomini, anche se sono potenti come il Faraone.

Storie della Bibbia: Giuseppe perdona i fratelli.

Dopo aver interpretato i sogni di Faraone, Giuseppe divenne vicerè d’Egitto e organizzò in ogni città la raccolta di viveri durante gli anni di abbondanza. Quando venne la carestia, gli Egiziani poterono contare su quelle riserve, mentre nel paese di Canaan,  Giacobbe e i  fratelli di Giuseppe soffrivano la fame e decisero di andare in Egitto. Lì Giuseppe li accolse e li protesse, dimenticando i torti subiti, Poi Giacobbe morì e ….

…. i fratelli di Giuseppe cominciarono ad aver paura, dato che il loro padre era morto, e dissero: «Chissà se Giuseppe non ci tratterà da nemici e non ci renderà tutto il male che noi gli abbiamo fatto?». 16 Allora mandarono a dire a Giuseppe: «Tuo padre prima di morire ha dato quest’ordine: 17 Direte a Giuseppe: Perdona il delitto dei tuoi fratelli e il loro peccato, perché ti hanno fatto del male! Perdona dunque il delitto dei servi del Dio di tuo padre!». Giuseppe pianse quando gli si parlò così. 18 E i suoi fratelli andarono e si gettarono a terra davanti a lui e dissero: «Eccoci tuoi schiavi!». 19 Ma Giuseppe disse loro: «Non temete. Sono io forse al posto di Dio? 20 Se voi avevate pensato del male contro di me, Dio ha pensato di farlo servire a un bene, per compiere quello che oggi si avvera: far vivere un popolo numeroso. 21 Dunque non temete, io provvederò al sostentamento per voi e per i vostri bambini». Così li consolò e fece loro coraggio. 22 Ora Giuseppe con la famiglia di suo padre abitò in Egitto; Giuseppe visse centodieci anni. 23 Così Giuseppe vide i figli di Efraim fino alla terza generazione e anche i figli di Machir, figlio di Manasse, nacquero sulle ginocchia di Giuseppe. 24 Poi Giuseppe disse ai fratelli: «Io sto per morire, ma Dio verrà certo a visitarvi e vi farà uscire da questo paese verso il paese ch’egli ha promesso con giuramento ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe»25 Giuseppe fece giurare ai figli di Israele così: «Dio verrà certo a visitarvi e allora voi porterete via di qui le mie ossa».
26 Poi Giuseppe morì all’età di centodieci anni; lo imbalsamarono e fu posto in un sarcofago in Egitto.

Dio sa trarre il bene dal male ed è fedele alle sue promesse.

Storie della Bibbia: Giuseppe e i sogni del Faraone.

Giuseppe aveva interpretato i sogni dei suoi due compagni di prigionia e questo gli aveva guadagnato una certa fama, così quando il Faraone cercava qualcuno che interpretasse i suoi enigmatici sogni, qualcuno gli disse che Giuseppe poteva fare al caso suo. Allora lo fece venire alla sua presenza e gli raccontò quanto aveva sognato e Il giovane, ispirato da Dio disse:

Allora Giuseppe disse al faraone: «Il sogno del faraone è uno solo: quello che Dio sta per fare, lo ha indicato al faraone. 26 Le sette vacche belle sono sette anni e le sette spighe belle sono sette anni: è un solo sogno. 27 E le sette vacche magre e brutte, che salgono dopo quelle, sono sette anni e le sette spighe vuote, arse dal vento d’oriente, sono sette anni: vi saranno sette anni di carestia. 28 E’ appunto ciò che ho detto al faraone: quanto Dio sta per fare, l’ha manifestato al faraone. 29 Ecco stanno per venire sette anni, in cui sarà grande abbondanza in tutto il paese d’Egitto. 30 Poi a questi succederanno sette anni di carestia; si dimenticherà tutta quella abbondanza nel paese d’Egitto e la carestia consumerà il paese. 31 Si dimenticherà che vi era stata l’abbondanza nel paese a causa della carestia venuta in seguito, perché sarà molto dura. 32 Quanto al fatto che il sogno del faraone si è ripetuto due volte, significa che la cosa è decisa da Dio e che Dio si affretta ad eseguirla.

33 Ora il faraone pensi a trovare un uomo intelligente e saggio e lo metta a capo del paese d’Egitto. 34 Il faraone inoltre proceda ad istituire funzionari sul paese, per prelevare un quinto sui prodotti del paese d’Egitto durante i sette anni di abbondanza. 35 Essi raccoglieranno tutti i viveri di queste annate buone che stanno per venire, ammasseranno il grano sotto l’autorità del faraone e lo terranno in deposito nelle città. 36 Questi viveri serviranno al paese di riserva per i sette anni di carestia che verranno nel paese d’Egitto; così il paese non sarà distrutto dalla carestia».

Questa interpretazione piacque al Faraone che incaricò proprio Giuseppe di provvedere a fare scorta di grano negli anni di abbondanza.

Attraverso quante e quali peripezie, si realizza la missione di Giuseppe!! A volte le tribolazioni più amare preludono a momenti di grande gioia….

Storie della Bibbia: Giuseppe carcerato-carceriere.

Giuseppe, finito in carcere, seppe guadagnarsi la fiducia del carceriere che gli affidò il compito di occuparsi degli altri prigionieri. Tra questi vi erano anche il coppiere e il panettiere del Faraone, caduti in disgrazia. Una notte i due fecero ognuno un sogno che li turbò perchè non sapevano interpretarlo. Giuseppe se li fece raccontare….

Giuseppe in carcereAllora il capo dei coppieri raccontò il suo sogno a Giuseppe e gli disse: «Nel mio sogno, ecco mi stava davanti una vite, 10 sulla quale erano tre tralci; non appena essa cominciò a germogliare, apparvero i fiori e i suoi grappoli maturarono gli acini. 11 Io avevo in mano il calice del faraone; presi gli acini, li spremetti nella coppa del faraone e diedi la coppa in mano al faraone».

12 Giuseppe gli disse: «Eccone la spiegazione: i tre tralci sono tre giorni. 13 Fra tre giorni il faraone solleverà la tua testa e ti restituirà nella tua carica e tu porgerai il calice al faraone, secondo la consuetudine di prima, quando eri suo coppiere. 14 Ma se, quando sarai felice, ti vorrai ricordare che io sono stato con te, fammi questo favore: parla di me al faraone e fammi uscire da questa casa. 15 Perché io sono stato portato via ingiustamente dal paese degli Ebrei e anche qui non ho fatto nulla perché mi mettessero in questo sotterraneo».

16 Allora il capo dei panettieri, vedendo che aveva dato un’interpretazione favorevole, disse a Giuseppe: «Quanto a me, nel mio sogno mi stavano sulla testa tre canestri di pane bianco 17 e nel canestro che stava di sopra era ogni sorta di cibi per il faraone, quali si preparano dai panettieri. Ma gli uccelli li mangiavano dal canestro che avevo sulla testa».

18 Giuseppe rispose e disse: «Questa è la spiegazione: i tre canestri sono tre giorni. 19 Fra tre giorni il faraone solleverà la tua testa e ti impiccherà ad un palo e gli uccelli ti mangeranno la carne addosso». (Genesi 40)

Dopo tre giorni, tutto quello che Giuseppe aveva previsto si verificò puntualmente e questo suo talento nell’interpretare i sogni, presto gli consentirà di riconquistare la libertà.

Le storie della Bibbia: Giuseppe o la lealtà punita.

Giuseppe dunque fu portato in Egitto dai mercanti che lo avevano comprato dai suoi fratelli. Lì fu venduto a Putifarre, un funzionario del Faraone, che constatando la sua onestà e le sue capacità, gli affidò l’amministrazione della sua casa e dei suoi beni, ma…..

6 Così egli lasciò tutti i suoi averi nelle mani di Giuseppe e non gli domandava conto di nulla, se non del cibo che mangiava. Ora Giuseppe era bello di forma e avvenente di aspetto.
7 Dopo questi fatti, la moglie del padrone gettò gli occhi su Giuseppe e gli disse: «Unisciti a me!». 8 Ma egli rifiutò e disse alla moglie del suo padrone: «Vedi, il mio signore non mi domanda conto di quanto è nella sua casa e mi ha dato in mano tutti i suoi averi. 9 Lui stesso non conta più di me in questa casa; non mi ha proibito nulla, se non te, perché sei sua moglie. E come potrei fare questo grande male e peccare contro Dio?». 10 E, benché ogni giorno essa ne parlasse a Giuseppe, egli non acconsentì di unirsi, di darsi a lei.
Il casto Giuseppe.11 Ora un giorno egli entrò in casa per fare il suo lavoro, mentre non c’era nessuno dei domestici. 12 Essa lo afferrò per la veste, dicendo: «Unisciti a me!». Ma egli le lasciò tra le mani la veste, fuggì e uscì. 13 Allora essa, vedendo ch’egli le aveva lasciato tra le mani la veste ed era fuggito fuori, 14 chiamò i suoi domestici e disse loro: «Guardate, ci ha condotto in casa un Ebreo per scherzare con noi! Mi si è accostato per unirsi a me, ma io ho gridato a gran voce. 15 Egli, appena ha sentito che alzavo la voce e chiamavo, ha lasciato la veste accanto a me, è fuggito ed è uscito».
16 Ed essa pose accanto a sé la veste di lui finché il padrone venne a casa. 17 Allora gli disse le stesse cose: «Quel servo ebreo, che tu ci hai condotto in casa, mi si è accostato per scherzare con me. 18 Ma appena io ho gridato e ho chiamato, ha abbandonato la veste presso di me ed è fuggito fuori». 19 Quando il padrone udì le parole di sua moglie che gli parlava: «Proprio così mi ha fatto il tuo servo!», si accese d’ira.
20 Il padrone di Giuseppe lo prese e lo mise nella prigione, dove erano detenuti i carcerati del re.
Così egli rimase là in prigione.

A volte pare che l’onestà e la lealtà non vengano riconosciute, anzi sono talora penalizzate, ma bisogna lasciare che il tempo, sempre galantuomo, rimetta le cose a posto…e sarà così anche per Giuseppe…