Era un 1 gennaio…

Non so perché certi ricordi rimangano impressi nella mente anche se non sono legati a eventi di particolare interesse.

Ricordo che nevicava da parecchie ore; c’era tanta neve a ricoprire il cortile e continuava a nevicare abbondantemente: sarebbe stato inutile cominciare a spalare e mio padre era in casa a godersi il caldo della stufa accesa da mia madre di buonora…

Era mattina e a un certo punto arrivò un collega di mio padre (erano entrambi venditori ambulanti) avvolto nel suo tabarro carico di fiocchi di neve.  Mio padre lo accolse festosamente e lo invitò a entrare nella stanza che faceva da cucina e da soggiorno. Si sedettero al tavolo accanto alla stufa e lì sorseggiarono un bicchierino di vermouth o di grappa discorrendo quietamente di problemi di lavoro non senza intervallare i loro discorsi con battute di spirito e risate allegre. Io intanto stavo incollata alla finestra a vedere la neve che cadeva quieta e silenziosa.

Poi non ricordo altro. Eppure quell’immagine di due vecchi amici in serena compagnia mi ritorna alla mente ogni anno nel primo giorno di gennaio.  Forse quella è stata  la prima volta che mi rendevo conto che quel giorno segnava l’inizio di un nuovo anno e tutto quello che accadeva assumeva per me un carattere di straordinarietà.

E sono 80 !!!!

Tanti carissimi auguri, Vanna! Hai ragione, 80 anni sono tanti e il loro peso si fa sentire sul tuo fisico un po’ ribelle, ma la tua anima è leggera e giovane più che mai, per questo sei circondata da tanto affetto e devozione. Un abbraccio da tutti noi che ti vogliamo bene.

Vanna e seminaristi

Cugini.

Coi cugini a ModenaCi si incontra spesso da piccoli, nelle riunioni di famiglia o quando i genitori si fanno visita reciprocamente, poi ci si forma una famiglia e si è presi dal lavoro, dai figli, da mille impegni e ci si perde , come dice Vasco, “ognuno dentro ai fatti suoi”.

Ma poi il tempo passa, gli impegni familiari e lavorativi diminuiscono, i genitori a poco a poco scompaiono e allora si sente il bisogno di ritrovare un po’ delle proprie radici e della propria storia e , per fortuna, c’è facebook che azzera le distanze e ci si ritrova… Grazie, cugine e cugini!!!

Festa a Baan Saeng Arun.

Oggi gran festa a Baan Saeng Arun, località Thailandese in cui sorge il monastero “Mater Ecclesiae” delle suore Clarisse Cappuccine: Madre Giovanna (mia sorella festeggia il 60° anniversario della sua prima professione. Al convento sono arrivati il vescovo, tanti sacerdoti, tanti seminaristi tutti felici di far festa a Madre Giovanna.

Lei ha assistito  e partecipato ai festeggiamenti dalla carrozzina che ormai abbandona solo a tratti, ma questo non le ha tolto il sorriso. E’ commovente vedere l’entusiasmo di tante persone attorno a lei, il rispetto e, oserei dire, la venerazione di cui la circondano. Sarebbe stato molto bello poter andare di persona, ma la Thailandia è veramente lontana…. ringrazio comunque suor Fede (che segue Madre Giovanna in ogni momento) per avermi inviato il filmato della S. Messa e del rinnovo dei voti, dal quale ho tratto questi fotogrammiVanna e s3 seminaristi2022-04-23 Vanna e seminaristi

Buon Compleanno!

Buon Compleanno, Madre Giovanna!

Le tue consorelle ti circondano di affetto in ogni occasione e tu rispondi con il sorriso sempre pronto e con l’umile accettazione delle loro cure. Credo che anche nella condizione di precarietà in cui ti trovi ora, la tua presenza sia preziosa per tutte le tue comunità e per tutti noi che ti vogliamo bene, pertanto voglia il Cielo conservarti ancora per tanti e tanti anni ! Lunga vita, 1646632474286Madre Giovanna!1646631971756

Da “LA NOSTRA GENTE” : Inizio il mio lavoro con umiltà e impegno!

Traggo sempre dal giornale “LA NOSTRA GENTE” questo articolo scritto dalla mia bravissima pronipote Sabrina, neolaureata e neo- assunta. Che la sua testimonianza sia di esempio ai giovani che, come lei, si stanno affacciando alla vita perchè trovino il coraggio di affrontare le difficoltà che  inevitabilmente incontreranno.

SABRINA GILIOLI, Laurea Marketing e Organizzazione d’impresa La porta si è aperta: Inizio il mio lavoro con umiltà e impegno!

9 Dicembre 2021; finalmente sono giunta al mio tanto atteso traguardo: la mia laurea.

E’ stato un percorso complicato perché sappiamo che la vita non regala niente, ma che mi ha portato ad essere una ragazza sicura di sè e consapevole delle proprie capacità.

Il giorno della mia laurea non lo dimenticherò mai; è stato un momento ricco di emozioni dove ho percepito ancora più calore da parte di tutte le persone che mi vogliono bene.

Un momento che mi sono goduta fino all’ultimo secondo, un momento che mi ha aperto la porta per il mio futuro.
Non sono una persona a cui piace perdere tempo, il mio futuro l’ho iniziato a costruire il giorno dopo la conclusione di questo percorso. Tutt’ora lo sto costruendo con la mia costanza e determinazione che non mi hanno mai abbandonata e che mi auguro mi possano accompagnare per tutto il mio percorso di crescita personale e professionale.
Avevo un obiettivo prefissato, trovare un posto di lavoro che mi permettesse di mettere in pratica tutte le conoscenze apprese in questi anni universitari.
Così mi sono impegnata in questa ricerca con dedizione e senza perdermi d’animo.

Inizialmente pensavo che sarebbe stato pressochè impossibile trovare lavoro dopo un mese dal conseguimento del titolo, invece mi si è aperta una porta per il mio futuro che mi ha riservato una grande opportunità, e questa non me la lascio sfuggire. Non mi sono mai accontentata e perseverando dopo quattro colloqui è arrivato il quinto giusto.

Mi auguro di partire da qua con tanta umiltà, con tanto da imparare, ma con grande serenità. Infine auguro a tutti i miei amici, e anche a coloro che non conosco di credere in voi stessi, e lo dice una persona che ci ha sempre creduto troppo poco in sè.

Ponetevi degli obiettivi, ma soprattutto SOGNATE. Sognate in grande.

 

Da “LA NOSTRA GENTE” – Ricordando Ilva.

A Rolo, il mio paese di origine, viene pubblicato da moltissimi anni, grazie all’impegno di tante persone di buona volontà (tra queste io conosco e stimo molto Enrico Contini), “LA NOSTRA GENTE” un periodico di ispirazione cattolica. Nell’ultimo numero compaiono articoli che ricordano Ilva, mia sorella, venuta a mancare proprio un mese fa. Quello che segue è il ricordo delle figlie Alessandra e Monica.

IMG-20220117-WA0007Era gennaio 2018… mia madre, io, mia Zia Diana e la mia migliore amica partimmo per la Thailandia. Quando le dissi che sarei andata e le chiesi se voleva venire, mi rispose subito di sì, disse: “… ma quando mi ricapita di venire fino a lì, con te, alla mia età, a trovare la Vanna (Suor Giovanna Catellani)!” Mia mamma aveva 81 anni nel 2018, compiuti là il 19 gennaio. Credo che per lei sia stato il compleanno più bello della sua vita, festeggiare il proprio 81° compleanno in Thailandia, con le sue sorelle.

Si divertiva a constatare che era la più vecchia in tutto l’aeroporto! Mia mamma era così, giovane dentro, una donna moderna, intelligente, che amava leggere ed essere informata, era coraggiosa, accogliente, creativa, amorevole. Per noi era la donna più bella di Rolo: sia da giovane sia da donna matura era sempre bella ed elegante. Era un porto sicuro dove rifugiarsi. Terza di 5 figli iniziò a lavorare a 12 anni con la macchina da cucire, lavoro che ha svolto tutta la vita. La ricordo fino a tarda notte a confezionare o alla taglia cuci, perché di giorno era occupata con noi figlie. E con i soldi guadagnati comprava le stoffe per cucirci i vestiti. Ha amato la sua famiglia infinitamente e credo che noi siamo state la sua ragione di vita. Era orgogliosa delle sue figlie, prima di Alessandra e poi di noi gemelle. Ci ha amato più della Sua vita. Ci ha insegnato l’altruismo, l’ac- coglienza, la determinazione, a lottare senza lamentarci, a perseguire i nostri obiettivi “mirando in alto”, come diceva lei! Ed era orgogliosa anche dei suoi nipoti che adorava e che mi ha aiutato a crescere. Con l’esempio ci ha insegnato ad accudire gli anziani e a curare i piccoli. Mia mamma e mio papà hanno sofferto tanto nella loro vita, per le molte vicissitudini che hanno vissuto, per i tanti problemi che la vita ti presenta e hanno dovuto affrontare la sofferenza più grande che due genitori non dovrebbero mai vivere. E’ una sofferenza che non ti lascia più . Ma lei non ce l’ha fatto pesare, ha continuato la vita cercando di renderla migliore per noi. Pur in questa immane disgrazia ha continuato ad accudire i nipoti, a preparare pranzetti succulenti, a pregare, a vivere da cristiana.

Tutte le persone vicine e lontane che l’hanno conosciuta non la dimenticano, per l’umanità che emanava, per la simpatia, per l’altruismo e la disponibilità. Non ti dimenticheremo mai cara mamma, sei sempre con noi e ora til pensiamo felice insieme alla Laura e vicino al Signore!

Monica e Alessandra Bandini

Quella che segue è invece la poesia dedicata alla zia Ilva da mia figlia Grazia:

Non sarà facile lasciarti andare/ Tu che hai inondato i nostri giorni di tanti sorrisi/ Addolcito i nostri pasti con piatti sopraffini /Ricamato i nostri corpi con abiti eleganti /La tua allegria contagiosa più di ogni nostra tristezza / Sei sempre stata la più bella, come Marilyn Monroe/ Anche quando il fiore più bello ti è stato rubato /E col cuore tagliato a metà ci hai amato. La più bella sempre, anche col grigio nei tuoi occhi blu. (G.R.)

 

La sorella più grande.

Ilva mi raccontava  di quando nostra madre mi affidava alle sue cure; lei, maggiore di me di qualche anno, era pur sempre una bambina con tanta voglia di giocare e la responsabilità di dover badare a me le pesava, ma soprattutto, diceva, si sentiva a disagio quando un’amichetta portava anche lei la sua sorellina: questa era bionda, paffuta, rosea, proprio come una bambola di porcellana. Io invece ero magrolina, pallida e avevo i capelli e gli occhi troppo scuri… non sembravo proprio una bambolina.

Naturalmente non ricordo nulla di quei giorni: ero troppo piccola. Il primo ricordo che ho di Ilva risale a qualche anno dopo.

Era una fredda domenica di inizio dicembre e stavamo tornando a casa dopo aver assistito alla messa . Ilva era con  un paio di amiche e portava una busta di carta. Io con l’altra mia sorella e qualche altra bambina del vicinato le seguivamo. Ricordo il rumore secco dei nostri passi sulla strada gelata e poi la voce ironica e maliziosa di una di noi che diceva qualcosa del genere:- Chissà che cosa ci sarà dentro quella busta, vero Ilva?- Mia sorella si voltò arrabbiata e zittì l’amica pettegola. Lì per lì forse non capii, ma poi, ripensandoci, in seguito compresi: nella busta c’erano i regali che avrei trovato sul mio letto la mattina di Santa Lucia e mia sorella non voleva che mi fosse svelato anzitempo il segreto che rendeva ancora magica per me quella notte che attendevo con tanta ansia.

Sono più nitidi i ricordi che risalgono alla conclusione delle scuole elementari e delle medie. In entrambi i casi, le mie sorelle, e Ilva in testa (con l’appoggio dei miei fratelli), perorarono a spada tratta la mia prosecuzione degli studi: alla loro generosità devo il privilegio di aver conseguito un diploma. Questo mi ha sempre fatto sentire un senso di profonda gratitudine per le mie sorelle e per i miei fratelli.

Agosto, mese di ricordi e di ferie.

Il mese di agosto mi ricorda sempre i miei genitori: oggi ricorre il 111° anniversario della nascita  di mia madre e due settimane fa ricorreva il 115° della nascita di mio padre. Non ci sono più da tanti anni, ma il loro ricordo è sempre così vivo in me.

In questi giorni in cui tutti corrono spasmodicamente ad affollare le località di vacanza, mi viene da pensare che loro non hanno mai fatto le ferie come si intendono oggi. Non sono mai andati al mare o in montagna, forse si concedevano qualche giorno di tranquillità in casa propria, cercando di ripararsi alla meglio dall’afa e dalle zanzare della pianura padana..

Forse dipende dalla memoria di quei giorni il fatto che nemmeno io sento il bisogno di allontanarmi da casa: per me le ferie più ambite sono quelle che trascorro qui a casa mia accogliendo figli e nipoti che, liberi da impegni di lavoro e di studio, possono ritornare alla base per un po’ e ritrovarsi insieme in famiglia anche se solo per pochi giorni o per poche ore.

E mi piace soprattutto vedere come i miei nipoti, pur vedendosi così di rado, sappiano subito entrare in sintonia tra loro, trovando il modo di mettere sottosopra i cuscini del divano e farne un campo di battaglia o innaffiandosi fino a inzupparsi  con le pistole ad acqua.

Io li sento ridere e scherzare mentre in cucina preparo per loro la merenda o una buona cenetta e mi sento pienamente in ferie.