Amo molto la radio, che ha fatto da sfondo a molte fasi della mia vita .
Ricordo quando da piccola ascoltavo le trasmissioni pomeridiane per i ragazzi o quando, in certe occasioni, la maestra ci faceva ascoltare “La radio per le scuole”.
Anch’ io, diventata a mia volta insegnante, non potendo disporre di tecnologie ancora di la’ da venire, ho proposto in certe occasioni ai miei alunni l’ ascolto di musiche diffuse dalla radio come “Pierino e il lupo” per imparare a riconoscere gli strumento musicali e il potere della musica di trasmettere emozioni e sentimenti.
Ma i ricordi più lontani sono legati alle sere d’ inverno, quando, dopo cena, si ascoltavano i notiziari cui seguiva lo spettacolo di varieta’ con tanti bravi attori che ora sono scomparsi e che sapevano divertire senza ricorrere mai a battute di cattivo gusto. Ricordo il milanesissimo Tino Scotti col suo “Ghe pensi mi”, Alberto Talegalli , Enrico Luzzi che in ogni situazione se ne usciva con una domanda: ” Che ce l’ha il cric?”, e i più famosi Alberto Sordi (Mario Pio), Renato Rascel e Franca Valeri nei panni della signorina snob.
La mattina, mentre la casa odorava di caffè d’orzo, indossavo il grembiule nero con colletto bianco e fiocco rosa e intanto dalla radio giungevano le previsioni del tempo o gli avvisi ai naviganti o le note di qualche canzone, cantata da Claudio Villa, Natalino Otto o Nilla Pizzi.
Anche ora la radio mi fa compagnia: mentre cucino, quando sono in automobile o quando di notte mi sveglio e non riesco a prendere sonno; prediligo le trasmissioni che parlano di cronaca politica o sportiva, mentre mi annoiano le trasmissioni che vogliono far divertire a tutti i costi con dialoghi a volte un po’ surreali o futili.
La radio è una voce amica che riempie i miei silenzi.