Sacrifici a Moloch.

sacrifici a MolochQuand’ero piccola, la domenica pomeriggio potevo assistere alla proiezione del film in programmazione nel cinema parrocchiale. Di solito erano film western o di Jerry Lewis o i cosiddetti peplum, film pseudostorici ambientati nell’antichità.

In questi ultimi film c’era spesso la scena del giovinetto o della giovinetta offerta in sacrificio agli dei, per placarne l’ira o per implorare protezione e mi chiedevo sempre perché si dovesse proprio sacrificare una vita giovane Allora non mi sapevo rispondere, ma ora sì: il fatto è che a decidere chi dovesse essere sacrificato erano i vecchi!!!

La cosa, mostruosa e orribile, si sta ripetendo oggi e non in un film, ma nella realtà delle guerre medio-orientali : si mandano ragazzini di 12 anni a fare i kamikaze!!!! Li si offre in sacrificio al crudele Moloch della guerra!
Era già successo nella guerra Iran-Iraq e ora è lo Stato Islamico a usare i bambini come proiettili: mi pare un segno di disperazione …. gli ultimi rantoli prima della fine. Almeno spero….

Film: il drago invisibile.

Ieri a Cantù abbiamo assistito alla proiezione di un bel film della Disney: IL DRAGO INVISIBILE.

E’ una storia che richiama per alcuni tratti iniziali quella di Tarzan.

C_2_fotogallery_3003939_11_imageUn incidente d’auto provoca la morte dei genitori di Pete, un bimbo di cinque anni, che trova in un drago l’amico che gli consente di sopravvivere in una foresta americana.  Dopo sei anni il ragazzo viene trovato da una guardia forestale , che se ne prende cura e cerca di capire come abbia fatto a sopravvivere. Da un disegno di Pete si intuisce la verità, che sembra confermare i racconti del padre della guardia forestale (Robert Redford), il quale da sempre andava raccontando la storia di un suo incontro con un drago nella foresta vicina.  Elliot, il drago, che ha la facoltà di rendersi invisibile,  cerca il suo amico e per questo ha inizio una caccia al drago che finisce con la sua cattura. Ma Pete con l’aiuto di una sua amichetta e del nonno interpretato da Redford  riesce a liberarlo …non senza creare qualche problema. Il lieto fine è inevitabile e anche benefico in questo tipo di film per ragazzi e tutto si risolverà nel migliore dei modi.

Questo film è piaciuto molto ai ragazzi e ha il pregio di esaltare il coraggio, la generosità, la bontà, il rispetto per l’ambiente e per tutte le creature.

A me è piaciuto particolarmente rivedere un Robert Redford ormai vecchio, ma sempre bravo e affascinante anche se porta evidenti tutti i segni della sua età, anzi forse proprio per questa sua accettazione della vecchiaia credo di ammirarlo ora più che mai

Dietro le Olimpiadi.

……….Ma l’Olimpiade dell’esclusione avrà celebrato soprattutto la samba e le spiagge di Copacabana. Dimenticandosi della povertà, dei ghetti dove migliaia di persone si uccidono di crack, degli indios. E lascerà per sempre questo Paese folle, squilibrato ma ancora splendido perché ricco di un cuore enorme». Fuori fa freddo adesso, le nuvole nere corrono sulla favela. Viene in mente un proverbio indio che dice: «Gli alberi sostengono il cielo. Se li abbattiamo, la volta celeste cadrà su di noi». I bambini di Vila Canoas non hanno smesso di giocare. C’è vento forte, ma se ti volti, dietro il cancello di “Para Ti” è rimasto un po’ di sole.
Così si conclude questo bell’articolo de “L’Avvenire” che vale la pena di leggere.
Guardando le belle immagini che l’Olimpiade di Rio ci sta regalando, ricordiamoci anche che per molti , troppi brasiliani esse hanno significato un surplus di sofferenza…

Grazie , Anna!!!

Ciao, Anna!

Anna MarchesiniHo saputo in questo momento della morte di Anna Marchesini e voglio rivolgerle un pensiero di gratitudine per i tanti momenti di allegria sempre intelligente e di buon gusto che ci ha fatto passare davanti alla TV, quando era ancora in salute. Credo che non dimenticherò mai i suoi personaggi come la signorina Carlo, o la sessuologa, o la Lucia dei “Promessi Sposi” o le protagoniste delle soap opera , di cui voleva mettere in evidenza i caratteri caricaturali.
Le sono però anche grata per l’esempio di forza e di coraggio che ci ha dato quando, ormai devastata dalla malattia, è apparsa in TV accanto a Fabio Fazio:  era apparsa serena , con tanta voglia di continuare a lavorare anche se  in modo diverso da prima, dimostrando  che la vita.è sempre degna di essere vissuta, anche quando ci mette davanti a prove dolorosissime.
Grazie  ancora , Anna!  Riposa in pace….

Gandhi e la tolleranza.

C’è chi in questi giorni bui attribuisce alle religioni la causa dei tanti massacri, solo perchè i colpevoli si fanno saltare in aria gridando “Allah u akbar” (spero si scriva così). Poi si scopre che il presunto martire per la fede ha fino a pochi giorni prima infranto tutte le regole della sua religione. E’ chiaro quindi che la motivazione religiosa è solo un modo per dare un’etichetta più nobile a un atto di odio puro e semplice.

Quelli che vedono nelle religioni il peggiore dei mali dicono poi che sarebbe meglio cancellarle tutte o almeno proibirne il culto pubblico. …ma ci sarà sempre qualcosa per cui gli intolleranti vorranno scontrarsi con chi la pensa diversamente da loro: potrà essere il colore della pelle, il colore degli occhi, la fede politica, la squadra di calcio, il modo di cucinare l’amatriciana…. Ogni pretesto è buono per scannarsi a vicenda quando si ha la volontà di imporre il proprio punto di vista.

Perciò sarà bene che alleniamo noi stessi ed educhiamo i nostri figli alla tolleranza, al rispetto sempre e comunque di chicchessia, così come ammoniva Gandhi:

 

Dato che non penseremo mai nello stesso modo e vedremo la verità per frammenti e da diversi angoli di visuale, la regola della nostra condotta è la tolleranza reciproca.
(Mahatma Gandhi)

 

Lettera di un musulmano ai musulmani.

Oggi un’altra lettera merita spazio e diffusione: è  la lettera ai fratelli musulmani  scritta da un musulmano di Francia. Ne riporto qui un breve passaggio:

………se vogliamo ……. dimostrare che l’Islam non è sgozzare un sacerdote, allora dobbiamo scendere in massa nelle piazze e unirci attorno a uno stesso messaggio: liberiamo l’Islam dalle grinfie di Daesh….

Queste sono le parole che vogliamo sentire ripetere ogni giorno dai più autorevoli rappresentanti dei musulmani. Nella lettera c’è anche l’invito a denunciare chi nelle comunità islamiche si è votato alla violenza e al terrorismo ed è  ciò che ci si aspetta da chi intende continuare a vivere nei nostri paesi: qui non c’è posto per chi non condivide i valori che sono alla base della nostra convivenza civile.

Ricordando Faraaz….

Questa lettera merita di essere diffusa, sia per ricordare la figura eroica del ragazzo che a Dacca si è lasciato uccidere pur di non lasciare sole le sue amiche, sia perchè testimonia come ci siano mamme eroiche in ogni cultura…..

Il 1° luglio, nostro figlio Faraaz ci è stato brutalmente tolto da alcuni terroristi disumani. La sua decisione di rimanere e difendere le sue amiche, che gli erano così care, trascende tutti i confini di razza, religione o genere. Lui si era sempre sentito responsabile delle persone che lo circondavano, assumendosi il dovere di proteggere coloro che amava. Questi sono i valori che Faraaz si era imposto di rispettare, credendo per prima cosa e sopra ogni altra che una persona debba essere soprattutto un buon essere umano.

Pieno di questo spirito, vivendo ogni momento con un sorriso smagliante, ed esemplificando il meglio della gioventù, Faraaz era una perla di essere umano. Si occupava sempre degli altri, assicurandosi che le sue azioni rendessero felici le persone intorno. Era un brillantissimo studente della Goizueta Business School della Emory University, che aveva lasciato stupefatti per la sua bravura coloro per i quali aveva lavorato come stagista alla Transcom e alla Pepsico. Toccava i cuori di ogni persona con cui interagiva e aveva dimostrato di essere un leader nato in qualunque cosa facesse. Soprattutto è rimasto un uomo giusto fino all’ultimo suo respiro. Con un senso estremamente chiaro del bene e del male, ha tenuto fede a ciò che riteneva giusto con tutte le sue forze.

Nostro figlio, Faraaz, è stato d’esempio per il mondo, con il suo coraggio di rimanere forte davanti al male. La nostra eterna ammirazione per questo ragazzo nasce dal fatto che egli ci ha costretti a metterci in discussione, ci ha fatto pensare se avremmo il coraggio di decidere come lui, con la consapevolezza delle conseguenze.

NOI ti ringraziamo per essere stato un esempio da seguire per il mondo. Faraaz, tu hai sempre voluto rendermi una madre orgogliosa; oggi sono la madre più orgogliosa di questo mondo, grazie a te.

Hai colmato I nostri cuori con orgoglio e forza immensi; hai instillato in noi un coraggio di cui non conoscevamo neppure l’esistenza. Ci hai dato una ragione per trascorrere il resto della nostra vita lottando per ciò a cui ti sei opposto tu. Tu dicevi sempre che avresti mostrato al mondo di che pasta eri fatto. Ora voglio solo che tu sappiache l’hai mostrato oltre ogni nostra più vivida immaginazione.

Noi TUTTI ti amiamo IMMENSAMENTE, Faraaz.

Tua madre orgogliosa, che hai fatto sentire profondamente umile con il tuo atto di coraggio.

Simeen Hossain

Vorrei solo che lettere di questo tenore o dichiarazioni pubbliche di questo tenore da parte dei capi religiosi islamici riempissero i giornali di tutto il mondo ogni giorno. Vorrei inoltre che anche noi cristiani tributassimo il giusto onore a figure come Faraaz