UTE: Leone X , mecenate del Rinascimento.

La storia di Giovanni de’ Medici, divenuto poi papa Leone X, ripercorre la vita di tanti figli cadetti dei secoli scorsi. Secondogenito di Lorenzo il Magnifico, fu destinato alla carriera ecclesiastica già dal momento della nascita. Ebbe come precettore il Poliziano, accanto al quale viene ritratto in una tela del Ghirlandaio.

A 7 anni ricevette la prima tonsura, a 11 fu nominato abate di Montecassino e Morimondo a 13 divenne cardinale (nonostante le regole del tempo vietassero tale nomina prima dei 16 anni).

Quando i Medici furono cacciati da Firenze dopo la morte del Magnifico,  Giovanni si mise a viaggiare per l’ Europa fino a quando ormai trentacinquenne ritornò a Roma, dove si circondò di artisti per far rinascere il prestigio dei Medici. Si fece apprezzare da Papa Giulio II e alla morte di questi fu proclamato suo successore col nome di Leone X.

Praticò il nepotismo in larga scala per rafforzare i Medici e circondarsi di gente a lui fedele. Fu il Papa che si inventò la vendita delle indulgenze, senza capire la gravità di questa sua decisione, che scatenerà lo scisma protestante.

Lavorarono per lui  grandi artisti del nostro Rinascimento, come Raffaello e Michelangelo che produssero capolavori mirabili ancor oggi conservati nei palazzi vaticani

 Raffaello  lo ritrae seduto  a un tavolo con un libro miniato davanti a simboleggiare il suo amore per la cultura ; accanto al libro un campanello d’ argento di squisita fattura ; gli abiti sono riprodotti in modo mirabile. Il colore predominante è il rosso nelle sue più varie sfumature. Raffaello ci fa capire quanto quest’ uomo amasse il lusso e le cose belle, mentre mancano del tutto i riferimenti alla sua carica religiosa….e non credo che questo sia casuale.

 

UTE: Viaggio tra i monasteri serbi.

Monastero di Studenica

Oggi pomeriggio abbiamo trascorso due ore immersi nell’ arte, guidati con passione e competenza dalla prof. Beretta.

Avreste mai immaginato che in Serbia, terra che ha fatto da  “cerniera” tra la  civiltà bizantina e quella occidentale, esistessero testimonianze artistiche meravigliose, in cui si possono individuare innovazioni pittoriche  che ritroveremo solo un secolo dopo nei nostri Cimabue e Giotto? Per me, devo confessarlo , è stata una novità.

I monasteri serbi del XII – XIII secolo sono come piccole fortezze racchiuse entro mura circolari, addossate alle quali sorgevano gli alloggiamenti dei monaci . Al centro si innalzava la chiesa principale, cui facevano contorno a volte altre cappelle minori. L’ aspetto esterno delle chiese è sempre molto molto semplice e lineare, simile a quello delle nostre chiese romaniche (soprattutto pugliesi) di quel tempo, le quali però mantengono lo stesso stile austero anche all’ interno; entrando in quelle serbe invece c’ è da restare a bocca aperta nel vedere come ogni parete o soffitto o cupola siano completamente affrescati con pitture di rara bellezza.

Mi ha colpito l’ affresco rappresentante il momento in cui le due Marie vanno al Sepolcro e vi trovano solo un Angelo vestito di bianco, seduto sulla pietra sepolcrale, che addita loro il sudario : è un angelo che occupa la parte centrale dell’ affresco e illumina la scena , mentre le donne restano in ombra in atteggiamento di timoroso stupore. L’ affresco si discosta dalla classica pittura bizantina , caratterizzata da figure ieratiche, rigide e inespressive per dare risalto al movimento e alla espressività dei gesti e dei volti.

 

UTE: tra poesia, scienza e bella musica!!!

Oggi, pomeriggio particolarmente ricco alla nostra UTE.

Dopo un’ ora in compagnia dei poeti dialettali comaschi  e un’ altra ora tra scienza , spiritualità ed olismo, il coro dell’UTE  ci ha regalato un momento bellissimo.

Sono stati eseguiti brani famosi di Mozart, Offenbach e molti brani verdiani tratti da Traviata, Aida, ILombardi alla seconda crociata, Nabucco.

Le esecuzioni dei brani mi hanno sorpreso non pareva affatto di trovarsi di fronte a un coro amatoriale, composto da dilettanti che si ritrovano un’ ora alla settimana. Le voci si fondevano bene insieme sia nei passaggi più delicati e dolci sia quando esprimevano tutta  la loro potenza. Bravissima la direttrice del coro , sig. ra Zapparoli  , così come il pianista che accompagnava i canti .

I cori verdiani sono i cavalli di battaglia del nostro coro , che li esegue magistralmente , ma il pezzo che mi ha commosso di più è stato ” La barcarola” di Offenbach , il  brano che viene eseguito anche nel film di Benigni “La vita è bella”.  La soprano solista, che ha una voce notevole,, ha ben saputo renderne tutta la struggente dolcezza .

Venerdì 19 Aprile, il nostro coro parteciperà, a Trecate, a una rassegna di cori UTE e son certa che otterrà il successo di sempre.

UTE: un pomeriggio in compagnia di due grandi.

Ieri all’ UTE si è parlato di due personaggi molto diversi tra loro, ma certo due giganti : Boccaccio e S. Agostino.

Dopo aver gustato l’ ascolto della sapiente lettura di alcune novelle del Boccaccio da parte della prof. Meggetto , è venuto il momento della filosofia  e la prof. Tatafiori Dopo averci illustrato a grandi linee la biografia di S. Agostino, ci ha poi introdotto alla conoscenza del suo pensiero , fondamentale ancora dopo quasi duemila anni per il Cristianesimo.

Al link qui sotto potrete trovare la sua biografia (corredata anche di fumetti ) e il suo pensiero. Peccato che non ci troviate la passione espositiva dimostrata dalla nostra docente.

S. Agostino.

 

Dopo Ballarò: ….Vandana,…. ambientalismo……olismo.

Già mi è capitato di parlare di Vandana Shiva (cliccando qui sul suo nome saprete qualcosa in più di lei e della sua vita).

Questa signora indiana era l’ altra sera a Ballarò e ha avuto un compostissimo scontro con Serra, uno dei finanziatori di Renzi, a proposito del modo di intendere l’ economia e la finanza.  Vandana Shiva  contrasta il sistema odierno che governa il mondo in funzione dell’ arricchimento di pochi a scapito dell’ impoverimento progressivo dei popoli e dice che le risorse della terra sono sufficienti a nutrire tutta la popolazione mondiale, se però mettiamo al centro del nostro operare non il profitto, ma  il rispetto per l’ uomo e per l’ ambiente.

Qui potete capire meglio quali idee questa grande donna stia portando avanti da decenni, ottenendo anche riconoscimenti importanti.

Questo modo di concepire il nostro modo di occupare la Terra, mi richiama le lezioni di Scienza olistica  del prof. Damiani all’ UTE. Anche l’ olismo dice che nessuna scienza può prendere in esame un singolo fenomeno o aspetto della realtà, isolandolo dal contesto. Tutto è RELAZIONE  e questa sintesi viene ben espressa da questa breve composizione del docente sopra citato:

INTRECCI

Semi d’ Acqua crescono nell’ Aria

respirando la Terra

evaporata dai passi del nostro vivere.

E fioriscono gocce di pioggia

che cadendo, fluttuando nello Spazio,

calmano la sete del Fuoco solare.

 

UTE : letteratura dialettale.

Oggi il dr. Ghioni , dopo un breve excursus su i temi da lui svolti in questi 18 anni all’ UTE, ci ha  presentato le poesie di Cesare Mainardi, un ingegnere milanese dalla sensibilità squisita. Copio e incollo qui di seguito una delle poesie che abbiamo avuto l’ opportunità di gustare , grazie all’ ottima lettura del sig Gottardi.

In essa il Mainardi paragona il poeta a una pianta che cresce sola e abbandonata tra i palazzi della città  e nessuno gode del suo forire e della sua ombra. Anche il poeta non ha più una missione etico-educativa: la sua poesia non illumina più nessuno.

Pianta a Milan (1959)Grattaciei motrient
drizzaa su sui trabucch
de cement,
tanabus e bottegh
alla lus
sputtanda del neon
fann la guardia a ona pianta
che hann logaa
– lì –
per legria della gent.Quand l’è april
la mett foeura i sò frasch.
Poeu d’estaa la se sbatt
per tegnissij bei franch
e fagh ombra a nissun.
E la viv – de per lee –
se sa minga comè.

O poetta, anca tì
intramezz alla gent
che sta su sui trabucch
de sambus,
doggionaa da guardian
dur e gnucch
te se sbattet tutt l’ann
per fagh lus a nissun.
E te vivet
– tì –
de per ti
se sa minga comè.

Albero a Milano (1959)Grattacieli tristi
rizzati sui trampoli
di cemento,
stambugi e botteghe
alla luce
svergognata del neon
stanno a guardia di un albero
che hanno collocato
– lì –
per far allegra la gente.

Quand è aprile
mette fuori le foglie.
Poi d’estate si affanna
per serbarsele ben salde
e fare ombra a nessuno.
E vive – solo –
non si sa come.

Oh poeta, anche tu
frammezzo alla gente
che si regge sui trampoli
di sambuco,
vigilato da guardiani
duri e ottusi
ti affanni tutto l’anno
per far luce a nessuno.
E vivi
– tu pure –
solo
non si sa come.

 

 

 

UTE: Medicina: le cefalee – storia: le foibe

Il dr. Rigamonti ci ha intrattenuto sul “mal di testa” la sindrome dolorosa più diffusa e quella a cui forse si presta meno attenzione.
Ci sono cefalee primarie (emicrania, cefalea tensiva e cefalea a grappolo – quest’ultima la più dolorosa) e cefalee secondarie, causate cioè da un’ altra patologia.
Vale sempre la pena di non sottovalutare le cefalee ricorrenti: possono essere un campanello di allarme che ci avverte di un problema degno di attenzione.

Il prof.Cossi ha continuato il discorso sulle “foibe” , i massacri avvenuti in territorio slavo sia dopo l’8 settembre ’43 sia dopo la fine della guerra nel ’45.
Le foibe sono servite ad occultare le vittime delle vendette messe in atto dai partigiani di Tito contro gli Italiani , che a loro volta si erano distinti per intolleranza verso la popolazione slava . Ma come sempre in questi casi, quando a prendere il sopravvento è la violenza bestiale, non furono trucidati in modo disumano solo persone compromesse con il regime fascista, ma anche civili colpevoli solo di essere italiani. La maggior parte però delle vittime di quegli eventi non morì nelle foibe, ma nelle carceri o nei campi di concentramento.

Sentir descrivere il modo terribile in cui sono morte tante persone , ci ha riempiti di orrore: ogni guerra ha sempre portato i combattenti di ogni tempo e di ogni latitudine a perdere il senso della pietà, a dimenticare di essere uomini tra gli uomini tanto da arrivare a compiere azioni aberranti senza provarne ribrezzo.

Tre secoli di arte….


Alla scoperta di un tesoro

Oggi pomeriggio, grazie ad un’ iniziativa realizzata dall’ UTE, ho potuto riempirmi gli occhi di bellezza.
Siamo andati (eravamo una quarantina)a vedere il museo di Piazza Scala, dove sono esposte le opere d’ arte di proprietà della Banca Intesa. Vi si possono ammirare stupendi bassorilievi del Canova, quadri di Hayez,di Induno, di Boccioni, di Fontana, Manzoni e molti altri: opere che documentano l’ evoluzione dell’ arte in questi ultimi tre secoli.
Cosa dire poi degli ambienti in cui queste opere possono essere ammirate? Il museo risulta dalla unione di tre palazzi storici di Milano di grande magnificenza: dai colonnati, alle vetrate , ai soffitti era tutto stupendo e anche i pavimenti erano talmente belli che pareva male calpestarli.

Non conoscevo l’ esistenza di questa pinacoteca e forse è così ancora per molte altre persone: siamo talmente circondati da tesori d’ arte, da non dare loro l’ importanza che meriterebbero.
Ringrazio l’ UTE e chi la gestisce per avermi dato l’ opportunità di vivere alcune ore indimenticabili.

(chi volesse saperne di più, può cliccare sul link in alto)