1° Maggio.

Festa triste per troppe madri che hanno visto i loro figli uscire di casa per andare al lavoro e non sono più tornati .

Li hanno rivisti dentro una bara, immolati sull’altare del profitto, che non tiene conto delle vite di chi cerca solo dignità e rispetto.

Ancora un triste 25 Aprile

Devo ringraziare dal profondo del cuore il nostro Presidente Mattarella per il bellissimo discorso che ha pronunciato in diretta TV in occasione della festa della LIBERAZIONE. E’ stato un discorso chiaro, che ha ribadito con fermezza e senza ambiguità i valori che questa festa vuole celebrare e questo mi ha fatto bene, dopo aver assistito, qui a Erba, a una tristissima celebrazione.

Alla messa in Prepositura erano presenti forse una trentina di persone se si escludono le autorità civili e militari e il celebrante ha impostato la sua omelia sul valore della libertà, senza esprimere valutazioni di sorta sulla festa in sé. Si è poi formato uno sparuto corteo fino al monumento alla Resistenza (a 100 m. dalla chiesa), dove il Sindaco Caprani (eccezionalmente presente!! – di solito delegava qualche membro del Consiglio Comunale) ha pronunciato poche parole di circostanza. Non si è nemmeno suonato l’Inno di Mameli!!!

Poi il piccolo assembramento che si era creato, si è dissolto mestamente. Spero che i cittadini erbesi abbiano disertato la locale festa della Liberazione per recarsi a Como o a Milano dove erano preannunciate grandi manifestazioni celebrative, …

Una nota bella: alla celebrazione ho incontrato la mia amica Luigia (94 anni portati magnificamente) elegantissima come sempre, che è venuta per onorare la memoria del suo defunto marito che aveva sempre visto nel 25 aprile il giorno in cui aveva potuto gustare nuovamente il sapore della libertà.

Fortunatamente al mio ritorno a casa ho acceso la TV e ho ascoltato Mattarella: mi si è aperto il cuore. Grazie di esistere, Presidente!

Rimpianto.

In questi giorni ho saputo di una conoscente, ormai molto anziana, rimasta sola. Naturalmente le ho telefonato per farle le mie condoglianze e l’ho sentita molto angosciata per non aver voluto figli, perchè spaventata dai sacrifici che comportava l’averne.

Ai suoi tempi la sua scelta era certamente minoritaria: in genere le coppie non si ponevano nemmeno il problema di non avere figli, anche se cominciavano a porsi quello di non averne troppi.

Ora mi chiedo quante (e sono tante) delle coppie che oggi decidono di fare un figlio solo o di non farne affatto, un giorno rimpiangeranno questa scelta? Certamente questo accadrà quando, diventati vecchi e non più autosufficienti, soffriranno per il fatto di non avere nessun familiare accanto al proprio capezzale …ma sarà troppo tardi e i sacrifici così ostinatamente evitati nel passato verranno pagati con una triste solitudine…

Un “QUADERNO” da completare.

Cosa si può lasciare di più bello ai nostri nipoti  dei nostri ricordi, delle nostre esperienze, delle nostre sconfitte, dei nostri successi? Certo qualcuno dirà che la cosa che farà più felici i nostri figli e i nostri nipoti sarà trovare un piccolo gruzzolo da dividere tra di loro, ma oltre a questo credo che li farà altrettanto felici e orgogliosi trovare traccia di chi li ha amati in un libro.

Ricordo lo stupore di mia nipote, che allora aveva forse 12 anni , quando le feci vedere che il mio nome compariva su una raccolta di racconti dal titolo “Quando ero piccolo …” nata su Facebook. Credo che ne sia stata orgogliosa … E credo che saranno altrettanto stupiti e orgogliosi i nipoti dei nostri soci UTE che stanno partecipando alla raccolta di racconti che andranno pubblicati in un “QUADERNO” in occasione del 30° anniversario dell’UTE.

Sono però ancora troppo pochi coloro che hanno accolto l’invito del Presidente e che si sono messi al computer per scrivere qualche riga. Alcuni sono forse frenati dalla pigrizia, altri dalla paura di aver dimenticato come si fa a scrivere qualcosa di più dei saluti su una cartolina o di un post sui social.

A tutti costoro giunga il mio invito a “buttarsi” con coraggio in questa impresa: nessuno si scandalizzerà se sfugge qualche errore di sintassi o di “consecutio temporum” e, ove fosse necessario, si potrà anche dare una mano per snellire lo stile e rendere scorrevole la lettura.

Coraggio! Il “QUADERNO” aspetta i vostri scritti e voi potrete mostrare con orgoglio ad amici e nipoti l’indice degli autori in cui comparirà il vostro nome.

 

Un enorme immenso campo di concentramento.

Stamattina su Radio1 parlava la Boldrini, reduce da una visita a Gaza, e dal suo racconto si poteva ben capire quale tragica realtà si stia consumando in quella regione.

Non vi è possibilità di fuga dai bombardamenti: ogni passaggio è controllato dagli Israeliani e anche i convogli umanitari sono bloccati e non possono portare i generi di prima necessità a una popolazione ormai all’estremo: senza acqua, senza viveri, senza casa, senza cure sanitarie: Gaza può essere definita un immenso lager, dove non esistono nemmeno più le baracche per ripararsi dalle intemperie? Si prevedono a breve migliaia di morti per malattie e denutrizione.

Con questo non voglio dire che le responsabilità di questa situazione sia solo di Israele, infatti Hamas ha vigliaccamente fatto di ospedali , scuole e condomini il rifugio dei suoi terroristi che si mischiano cinicamente alla popolazione civile.

Ma quale soluzione si può prevedere? Forse la migliore, quella di due popoli due stati, non sarà più praticabile perché gran parte dei territori sono ormai sotto il controllo di Israele. Resta forse solo la possibilità per i palestinesi che sopravvivranno a questa carneficina di fuggire all’estero, se sarà loro concesso; ma quanto rancore conserveranno nei loro cuori? e questo rancore, unito alla memoria delle tante vittime innocenti non sarà seme per nuove violenze?

 

Truffa in rete!!!

  • Guarda che bell’abitino estivo!! Mo’ lo compro…- mi sono detta un paio di giorni fa e ho provveduto all’ordine con una sollecitudine che non riconosco tra le mie abitudini.

Poco dopo aver terminato l’operazione però mi è venuto un dubbio:- Come mai nell’ordine non compaiono i termini di consegna? – e ho cominciato a cercare sulla rete qualche notizia su quel “GIOIACOMBO” a cui avevo indirizzato il mio ordine e, con mia amara sorpresa, ho visto prima l’avvertimento del mio antivirus che mi diceva di desistere da quella ricerca e poi, in un momento successivo, cliccando su quel nome è comparso solo il mio ordine: devo essere l’unica persona al mondo che si è lasciata gabbare da quel fantomatico sito di vendite!!

Non fate come me: prima di fare un bonifico controllate bene a chi lo indirizzate!! Per fortuna ho pagato tramite Paypal e non dovrebbero poter risalire alla mia carta di credito e inoltre il danno che ne ho avuto è minimo. Credo che non farò più imprudenze di questo genere.

Inno calcistico o poesia? (Per Gigi)

Un’amica carissima mi ha segnalato questo inno della squadra del Liverpool, che sorprende per la bellezza dei versi e per il sentimento di empatia che lo pervade.

Solitamente gli inni calcistici tendono ad esaltare la propria squadra con toni bellicosi, incitano a farsi valere contro gli avversari; questo inno invece vuole essere una dichiarazione di affetto dei tifosi per i propri giocatori, assicurando loro il proprio sostegno anche nei momenti più bui. Una bella lezione di vera sportività.

Mi piace riportare questo inno proprio oggi in cui i notiziari riportano la triste notizia della morte improvvisa di Gigi Riva, un calciatore che ha impersonato il modello del vero campione, che sa anteporre i valori dello sport ai soldi, cosa davvero eccezionale nel mondo sportivo di oggi.

Riposa in pace, Gigi! Certamente in questo tuo ultimo viaggio non sei da solo: ti accompagnano l’affetto, la gratitudine e la stima dei tanti a cui hai regalato momenti indimenticabili.

When you walk through a storm
Hold your head up high
And don’t be afraid of the dark

Quando cammini attraverso una tempesta
Mantieni la testa alta
E non avere paura del buio

At the end of the storm
Is a golden sky
And the sweet silver song of a lark

Alla fine della tempesta
C’è un cielo dorato
E il dolce canto argentato di un’allodola

Walk on through the wind
Walk on through the rain
Though your dreams be tossed and blown

Continua a camminare attraverso il vento
Continua a camminare attraverso la pioggia
Anche se i tuoi sogni verranno scossi e spazzati via

Walk on walk on with hope in your heart
And you’ll never walk alone

Continua a camminare con la speranza nel cuore
E non camminerai mai da solo

You’ll never walk alone

Non camminerai mai da solo

Walk on walk on with hope in your heart
And you’ll never walk alone

Continua a camminare con la speranza nel cuore
E non camminerai mai da solo

Caro Herpes Zoster, …

Caro Herpes Zoster,

so che ti annidi da qualche parte nel mio corpo e che stai lì in letargo da molti decenni e avendo constatato i danni e le sofferenze  che hai procurato a persone a me vicine, perdonami, ma avevo deciso di ricorrere alla vaccinazione: non volevo distruggerti, ma solo assicurarmi di renderti innocuo. Per questo mi sono rivolta al mio medico curante, che però aveva avuto solo poche dosi per i malati più fragili e quindi dovevo rivolgermi al centro vaccinazioni dell’ASL.

Ed eccomi al telefono:- Pronto? chiederei, se possibile, di  fare il vaccino contro il “fuoco di S. Antonio” (ho usato questa terminologia perchè temevo di usare a sproposito quella scientifica) –

  • Bene, signora! Come si chiama e quando è nata?- Chiede la signora al telefono. Io rispondo a queste domande e a quelle che seguono: no, non sono cardiopatica; no, non ho patologie autoimmuni, no, non ho patologie polmonari …  Dopo questo breve dialogo, la signora mi dice che non essendo nata tra il 1952 e il 1958 e non avendo patologie particolari (sono soltanto vecchia!!!) la Regione Lombardia non mi riconosce il diritto alla vaccinazione gratuita.

– Però – aggiunge la gentile impiegata – può fare la vaccinazione a pagamento!!!-

– Bene! – dico io – e quanto costa? –

– Ci vogliono due dosi a 197 euro l’una! -Io rimango basita e chiedo: – Ma perchè quelli del ’46 sono stati esclusi? –

– Non glielo so spiegare , signora, ma queste sono le disposizioni della Regione.-

Per questo, Herpes Zoster, ti prego resta tranquillo lì dove sei visto che sei caro, molto caro …

P.S. Ringrazio la mia regione che ritiene che quelli nati negli anni 40 non meritino più le sue attenzioni.

 

Si può essere felici a Natale?

Mai come quest’anno sento il contrasto doloroso (stavo per dire scandaloso) tra il Natale di casa nostra con la sovrabbondanza di luci, di dolci, di cibo, di traffico e il Natale di chi vive sotto le bombe, senza casa, al freddo, al buio,  senza cibo e senza acqua e con il sottofondo tragico dei crolli, degli scoppi…del pianto dei bambini terrorizzati e delle madri che perdono i loro figli.

Ci si sente così impotenti, così piccoli di fronte a un’ingiustizia tanto inaccettabile … e si può solo pregare cercando, nel contempo, di fare qualcosa di concreto. Caritas Ambrosiana ha in attuazione un progetto destinato a una comunità cristiana di Gerusalemme che cerca di portare aiuto a quella popolazione. I nostri contributi personali di gente comune sono solo piccole gocce, ma insieme possiamo portare un po’ di sollievo a chi è meno fortunato di noi.

Sarà un modo per poter godere più serenamente della gioia del Natale.

 

La voce dell’organo risuona di nuovo ad Arcellasco.

inaugurazione organoStamattina nella chiesa di Arcellasco ha avuto luogo una bella e festosa cerimonia per l’inaugurazione dell’organo ottocentesco finalmente restaurato e ritornato agli antichi splendori.

Erano presenti le autorità cittadine: il Sindaco Mauro Caprani, la vicesindaco Sofia Grippo, i consiglieri Zappa e Redaelli; la santa messa, preceduta dalla benedizione dell’organo, è stata celebrata da mons. Gilardi, responsabile diocesano per la Liturgia.

E’ stato emozionante sentir sprigionare di nuovo da quelle canne (oltre 2.200!!)  note limpidissime che hanno riempito le volte della chiesa: che atmosfera solenne e mistica insieme sa creare l’organo!!!

E pensare che nella chiesa paleocristiana (fino all’VIII secolo circa) questo strumento era stato bandito dai luoghi di preghiera qui in occidente: ricordava troppo gli spettacoli sanguinari negli anfiteatri in cui venivano sacrificati i prigionieri, i condannati a morte e i cristiani. Questo ostracismo addirittura fu esteso ai musici, rei di aver usato l’organo nella sua forma più antica (hydraulis= organo ad acqua), pertanto essi dovevano cambiare mestiere se volevano essere battezzati.

Fu Pipino il Breve a riportare in Europa l’organo a canne da Bisanzio dove si era recato in visita all’Imperatore e da allora questo strumento  è stato perfezionato sempre più  ed è diventato lo strumento liturgico per eccellenza.

Quando da ora in poi sentiremo risuonare le note solenni dell’organo, il nostro pensiero andrà con doverosa riconoscenza  ai nostri antenati che ci hanno consegnato questo prezioso tesoro di arte e di artigianato.