Un enorme immenso campo di concentramento.

Stamattina su Radio1 parlava la Boldrini, reduce da una visita a Gaza, e dal suo racconto si poteva ben capire quale tragica realtà si stia consumando in quella regione.

Non vi è possibilità di fuga dai bombardamenti: ogni passaggio è controllato dagli Israeliani e anche i convogli umanitari sono bloccati e non possono portare i generi di prima necessità a una popolazione ormai all’estremo: senza acqua, senza viveri, senza casa, senza cure sanitarie: Gaza può essere definita un immenso lager, dove non esistono nemmeno più le baracche per ripararsi dalle intemperie? Si prevedono a breve migliaia di morti per malattie e denutrizione.

Con questo non voglio dire che le responsabilità di questa situazione sia solo di Israele, infatti Hamas ha vigliaccamente fatto di ospedali , scuole e condomini il rifugio dei suoi terroristi che si mischiano cinicamente alla popolazione civile.

Ma quale soluzione si può prevedere? Forse la migliore, quella di due popoli due stati, non sarà più praticabile perché gran parte dei territori sono ormai sotto il controllo di Israele. Resta forse solo la possibilità per i palestinesi che sopravvivranno a questa carneficina di fuggire all’estero, se sarà loro concesso; ma quanto rancore conserveranno nei loro cuori? e questo rancore, unito alla memoria delle tante vittime innocenti non sarà seme per nuove violenze?

 

Truffa in rete!!!

  • Guarda che bell’abitino estivo!! Mo’ lo compro…- mi sono detta un paio di giorni fa e ho provveduto all’ordine con una sollecitudine che non riconosco tra le mie abitudini.

Poco dopo aver terminato l’operazione però mi è venuto un dubbio:- Come mai nell’ordine non compaiono i termini di consegna? – e ho cominciato a cercare sulla rete qualche notizia su quel “GIOIACOMBO” a cui avevo indirizzato il mio ordine e, con mia amara sorpresa, ho visto prima l’avvertimento del mio antivirus che mi diceva di desistere da quella ricerca e poi, in un momento successivo, cliccando su quel nome è comparso solo il mio ordine: devo essere l’unica persona al mondo che si è lasciata gabbare da quel fantomatico sito di vendite!!

Non fate come me: prima di fare un bonifico controllate bene a chi lo indirizzate!! Per fortuna ho pagato tramite Paypal e non dovrebbero poter risalire alla mia carta di credito e inoltre il danno che ne ho avuto è minimo. Credo che non farò più imprudenze di questo genere.

Inno calcistico o poesia? (Per Gigi)

Un’amica carissima mi ha segnalato questo inno della squadra del Liverpool, che sorprende per la bellezza dei versi e per il sentimento di empatia che lo pervade.

Solitamente gli inni calcistici tendono ad esaltare la propria squadra con toni bellicosi, incitano a farsi valere contro gli avversari; questo inno invece vuole essere una dichiarazione di affetto dei tifosi per i propri giocatori, assicurando loro il proprio sostegno anche nei momenti più bui. Una bella lezione di vera sportività.

Mi piace riportare questo inno proprio oggi in cui i notiziari riportano la triste notizia della morte improvvisa di Gigi Riva, un calciatore che ha impersonato il modello del vero campione, che sa anteporre i valori dello sport ai soldi, cosa davvero eccezionale nel mondo sportivo di oggi.

Riposa in pace, Gigi! Certamente in questo tuo ultimo viaggio non sei da solo: ti accompagnano l’affetto, la gratitudine e la stima dei tanti a cui hai regalato momenti indimenticabili.

When you walk through a storm
Hold your head up high
And don’t be afraid of the dark

Quando cammini attraverso una tempesta
Mantieni la testa alta
E non avere paura del buio

At the end of the storm
Is a golden sky
And the sweet silver song of a lark

Alla fine della tempesta
C’è un cielo dorato
E il dolce canto argentato di un’allodola

Walk on through the wind
Walk on through the rain
Though your dreams be tossed and blown

Continua a camminare attraverso il vento
Continua a camminare attraverso la pioggia
Anche se i tuoi sogni verranno scossi e spazzati via

Walk on walk on with hope in your heart
And you’ll never walk alone

Continua a camminare con la speranza nel cuore
E non camminerai mai da solo

You’ll never walk alone

Non camminerai mai da solo

Walk on walk on with hope in your heart
And you’ll never walk alone

Continua a camminare con la speranza nel cuore
E non camminerai mai da solo

Caro Herpes Zoster, …

Caro Herpes Zoster,

so che ti annidi da qualche parte nel mio corpo e che stai lì in letargo da molti decenni e avendo constatato i danni e le sofferenze  che hai procurato a persone a me vicine, perdonami, ma avevo deciso di ricorrere alla vaccinazione: non volevo distruggerti, ma solo assicurarmi di renderti innocuo. Per questo mi sono rivolta al mio medico curante, che però aveva avuto solo poche dosi per i malati più fragili e quindi dovevo rivolgermi al centro vaccinazioni dell’ASL.

Ed eccomi al telefono:- Pronto? chiederei, se possibile, di  fare il vaccino contro il “fuoco di S. Antonio” (ho usato questa terminologia perchè temevo di usare a sproposito quella scientifica) –

  • Bene, signora! Come si chiama e quando è nata?- Chiede la signora al telefono. Io rispondo a queste domande e a quelle che seguono: no, non sono cardiopatica; no, non ho patologie autoimmuni, no, non ho patologie polmonari …  Dopo questo breve dialogo, la signora mi dice che non essendo nata tra il 1952 e il 1958 e non avendo patologie particolari (sono soltanto vecchia!!!) la Regione Lombardia non mi riconosce il diritto alla vaccinazione gratuita.

– Però – aggiunge la gentile impiegata – può fare la vaccinazione a pagamento!!!-

– Bene! – dico io – e quanto costa? –

– Ci vogliono due dosi a 197 euro l’una! -Io rimango basita e chiedo: – Ma perchè quelli del ’46 sono stati esclusi? –

– Non glielo so spiegare , signora, ma queste sono le disposizioni della Regione.-

Per questo, Herpes Zoster, ti prego resta tranquillo lì dove sei visto che sei caro, molto caro …

P.S. Ringrazio la mia regione che ritiene che quelli nati negli anni 40 non meritino più le sue attenzioni.

 

Si può essere felici a Natale?

Mai come quest’anno sento il contrasto doloroso (stavo per dire scandaloso) tra il Natale di casa nostra con la sovrabbondanza di luci, di dolci, di cibo, di traffico e il Natale di chi vive sotto le bombe, senza casa, al freddo, al buio,  senza cibo e senza acqua e con il sottofondo tragico dei crolli, degli scoppi…del pianto dei bambini terrorizzati e delle madri che perdono i loro figli.

Ci si sente così impotenti, così piccoli di fronte a un’ingiustizia tanto inaccettabile … e si può solo pregare cercando, nel contempo, di fare qualcosa di concreto. Caritas Ambrosiana ha in attuazione un progetto destinato a una comunità cristiana di Gerusalemme che cerca di portare aiuto a quella popolazione. I nostri contributi personali di gente comune sono solo piccole gocce, ma insieme possiamo portare un po’ di sollievo a chi è meno fortunato di noi.

Sarà un modo per poter godere più serenamente della gioia del Natale.

 

La voce dell’organo risuona di nuovo ad Arcellasco.

inaugurazione organoStamattina nella chiesa di Arcellasco ha avuto luogo una bella e festosa cerimonia per l’inaugurazione dell’organo ottocentesco finalmente restaurato e ritornato agli antichi splendori.

Erano presenti le autorità cittadine: il Sindaco Mauro Caprani, la vicesindaco Sofia Grippo, i consiglieri Zappa e Redaelli; la santa messa, preceduta dalla benedizione dell’organo, è stata celebrata da mons. Gilardi, responsabile diocesano per la Liturgia.

E’ stato emozionante sentir sprigionare di nuovo da quelle canne (oltre 2.200!!)  note limpidissime che hanno riempito le volte della chiesa: che atmosfera solenne e mistica insieme sa creare l’organo!!!

E pensare che nella chiesa paleocristiana (fino all’VIII secolo circa) questo strumento era stato bandito dai luoghi di preghiera qui in occidente: ricordava troppo gli spettacoli sanguinari negli anfiteatri in cui venivano sacrificati i prigionieri, i condannati a morte e i cristiani. Questo ostracismo addirittura fu esteso ai musici, rei di aver usato l’organo nella sua forma più antica (hydraulis= organo ad acqua), pertanto essi dovevano cambiare mestiere se volevano essere battezzati.

Fu Pipino il Breve a riportare in Europa l’organo a canne da Bisanzio dove si era recato in visita all’Imperatore e da allora questo strumento  è stato perfezionato sempre più  ed è diventato lo strumento liturgico per eccellenza.

Quando da ora in poi sentiremo risuonare le note solenni dell’organo, il nostro pensiero andrà con doverosa riconoscenza  ai nostri antenati che ci hanno consegnato questo prezioso tesoro di arte e di artigianato.

 

Una bella storia di Natale.

Non so se sia per tutti così, ma questa notizia mi ha realmente commosso: Agnese Moro, figlia di Aldo Moro, lo statista rapito e ucciso dalle brigate rosse, ha voluto incontrare gli assassini di suo padre e i loro fiancheggiatori.

Da questi incontri, ripetuti nel tempo, sono nate “amicizie difficili” come le definisce la stessa Agnese, ed è potuto scaturire il perdono liberatorio.

Sì, il perdono può aiutare a sciogliere il troppo dolore delle vittime e il peso insopportabile del rimorso dei carnefici . Il perdono può consentire alle une e agli altri di ricominciare una vita diversa, in cui non ci si deve continuare a sentire soltanto vittime di una crudeltà insensata e ci si può ritrovare in un ruolo diverso e più umano di quello del carnefice, ormai aborrito dentro la propria coscienza.

Credo che questa sia una bellissima storia di Natale, che dovrebbe avere molto più risalto nelle cronache dei nostri giorni, perché dal perdono può nascere la pace tra le persone e tra i popoli.

Il trenino della Valassina….

Da qualche tempo, mia nipote Elisa è qui con me per poter frequentare l’Università Cattolica di Milano. Naturalmente deve servirsi della linea ferroviaria  che collega Erba a Milano- Cadorna.

Se un tempo bastavano 55 minuti per percorrere i 40 Km circa di questa tratta, ora occorrono, quando tutto va bene, un’ora e dieci minuti e certo io non so spiegare il perché  (avranno aumentato il numero delle fermate?). Il fatto è che la puntualità è un optional su questa linea, un’eccezione che si verifica solo raramente.  Tre giorni fa ci son volute quasi due ore per coprire il percorso e ieri il treno è partito con più di mezz’ora di ritardo, ma forse in questo caso si può pensare che il disservizio sia da imputare allo sciopero. Normalmente comunque l’orario di arrivo non è quasi mai rispettato, ma questo pare non preoccupare la Regione Lombardia, anzi sta legittimando i disservizi, visto che rinnova a scatola chiusa il contratto con la società che gestisce da anni questa linea.

 

Una città nuova ? Speriamo…

Chi viene a Erba, per la prima volta, credo che resti veramente perplesso vedendo come quello che dovrebbe essere il cuore della città sia invece occupato da vecchi fabbricati industriali fatiscenti e lasciati in abbandono da decenni. Essi, è vero, stanno lì a testimoniare un passato glorioso di laboriosità e imprenditorialità, ma ora che il mondo della produzione è cambiato costituiscono un elemento di “disdoro” (inteso come contrario di “decoro”) che rattrista al solo vederli.

Da tanto tempo, in ogni campagna elettorale, il tema delle aree dismesse ha rappresentato un punto importante nei programmi elettorali di tutti i candidati, ma poi tutto è rimasto allo “statu quo”,  certo per la difficoltà di indurre i proprietari a prendere iniziative in merito a questo problema, che è certamente complesso, vista la vastità delle aree interessate e la loro dislocazione proprio in centro città.

Ora, grazie a disposizioni della regione, pare sia possibile alle autorità cittadine imporre ai proprietari tempi certi per intervenire, pena l’abbattimento dei vecchi edifici con spese a loro carico.

E’ auspicabile che si arrivi davvero a una riqualificazione del centro di Erba. So che ci sono da anni progetti  che attendono di essere presi in esame, speriamo che chi dovrà decidere del futuro di questa città tenga presente criteri di razionalità, di efficienza e anche di bellezza per il bene dei suoi cittadini e non ceda a tentazioni speculative: una colata di cemento sarebbe intollerabile.

Sarà possibile realizzare una città bella e accogliente, a misura di uomo? Speriamo di sì e intanto possiamo sognare…

 

Tutti dobbiamo fare la nostra parte…

In questo articolo di Repubblica alcuni musicisti rispondono alle accuse di Cristiana Capotondi ai testi delle canzoni rap/trap., accuse che condivido pienamente: mi è bastato leggere il testo di una canzone di quel genere.

Per certi versi hanno però qualche ragione anche quelli che a tali accuse rispondono “non possiamo essere più colpevoli di certa cinematografia o di certa TV o di certi social…”. In effetti se certe cose accadono , credo che nessuno possa dirsi innocente, tutti abbiamo un po’ di responsabilità se la nostra società produce certi frutti avvelenati, se non altro perchè non facciamo nulla per migliorarla. Ed è proprio qui il punto , cari cantautori rap o trap (non ne conosco la differenza): se tutti siamo responsabili, anche voi lo siete e potete fare qualcosa per non offrire ai vostri giovani fan musica e testi che inneggiano alla violenza sulle donne. Poi la famiglia avrà la sua parte da svolgere, così come la scuola e la società tutta e nessuno può tirarsi fuori e dire “Io non c’entro”, nemmeno il mondo della  musica.