In attesa che si accenda la luce…

Ho trovato tra gli articoli di Gramellini su “La Stampa” questa riflessione, che prende spunto dalla risposta che il Papa ha dato a una bambina giapponese che gli chiedeva il perchè della sofferenza di tanti bambini come lei: Il Papa le ha detto semplicemente che non c’ è risposta a questa domanda, ma che un giorno capiremo. E Gramellini scrive :”

 “Mi sono sempre immaginato la vita come un film di Woody Allen, dove gli attori recitano le scene senza che il regista mostri loro l’intero copione. Solo al termine delle riprese vengono ammessi in sala montaggio e finalmente comprendono il motivo per cui si erano baciati o presi a schiaffi.

“Per tutta la vita ci sentiamo sballottare da eventi che non afferriamo e siamo pervasi da un senso di inadeguatezza, come se ogni cosa sfuggisse al nostro controllo e il cinismo rappresentasse l’unico antidoto allo smarrimento. Ma appena diamo tregua al cervello e inneschiamo il cuore, sentiamo che tutto ciò che d’incomprensibile ci succede contiene un significato. E il fatto di trovarci al buio non significa che la stanza sia vuota, ma solo che bisogna aspettare che si accenda la luce.” (da La Stampa del 13/4/2011)

Mi viene in mente anche il discorso del sassolino nel film “La strada” : il matto spiega a una Gelsomina  sfiduciata e senza speranza che ogni cosa ha un suo senso , un significato, un valore; noi non sempre riusciamo a capire , ma ciò non toglie che anche la vita più umile e disgraziata e il sasso apparentemente più inutile ricoprano un ruolo unico e insostituibile nell’ economia della Vita.

(Avvertenza: l’ uso dei vari caratteri non rispecchia un’ intenzione precisa, ma solo una casualità che sfugge al mio controllo!!)