Al proprio posto.

All’ora di pranzo, in questi giorni, sto seguendo le repliche delle puntate della serie di “Don Matteo”(non l’ ho mai seguito nella programmazione serale) e devo dire che è il programma giusto per conciliare una buona digestione e una siesta serena: è sempre positivo e rassicurante .

Si fanno apprezzare anche tutti gli interpreti, sia i protagonisti, sia i personaggi secondari; trovo un po’ troppo ripetitiva la struttura delle puntate: è sempre il terzo sospettato il vero colpevole. Un’ altra cosa  mi pare troppo fuori dalla realtà: avete notato come Terence Hill, dopo aver cavalcato a velocità supersonica la sua bicicletta , poi la abbandoni senza nessuna cautela dove capita prima? E vi pare possibile che la ritrovi sempre e che nessuno gliela rubi mai? Non è realistico!!!!  😀 😀

A parte queste considerazioni, mi piacciono i “sermoncini” che ogni tanto il prete-detective dispensa qua e là: non sono mai bigotti e sono sempre ispirati a grande tolleranza e carità.

Nella puntata di un paio di giorni fa, Natalina, la simpatica perpetua, in piena crisi esistenziale , aveva deciso di entrare in convento, ma non era molto convinta di questa sua scelta e per questa incertezza si sentiva depressa. Don Matteo allora le ha detto che in quei momenti , che possono capitare a tutti , ci si deve chiedere: dove sono? E se la risposta è “dove devo e voglio essere” allora va tutto bene e si può riprendere la propria strada con slancio rinnovato.

Credo sia profondamente vero e l’ ho sperimentato anch’ io. Non c’ è nulla che rassicuri di più che il sapere di essere AL PROPRIO POSTO.