Ute: Paolo Malaguti – i Profeti.

La prof.ssa Granata che è solita aggiornarci sulle novità letterarie, oggi ci ha parlato di un giovane scrittore veneto: Paolo Malaguti, che ha ormai al suo attivo numerose opere.

Paolo MalagutiLa prima si intitola: “SILLABARIO VENETO” in cui l’autore riporta parole in dialetto veneto con la loro etimologia e ad esse associa episodi autobiografici e ricordi di vario genere.

Due anni dopo, Malaguti pubblica “LUNGO LA PEDEMONTANA” in cui racconta i cambiamenti avvenuti nel territorio del Grappa, che lui scopre percorrendolo in bicicletta.

Il primo romanzo “SUL GRAPPA DOPO LA VITTORIA” è del 2009. Il protagonista è un bambino che racconta episodi sempre taciuti della Grande Guerra, come ad esempio dopo la disfatta di Caporetto molte famiglie siano state allontanate dalle loro case, requisite per alloggiare soldati e ufficiali; racconta anche le brutalità compiute da soldati e disertori.

Seguì la pubblicazione di “I VENDITORI DI STAMPE PROIBITE” ambientato nel ‘700 frutto  di minuziose e scrupolose ricerche storiche su documenti d’epoca.

Andando a ritroso nel tempo, il Malaguti pubblica poi “LA RELIQUIA DI COSTANTINOPOLI” in cui il protagonista ritrova un diario che era stato sepolto insieme a chi lo aveva scritto e seguendone le indicazioni si mette a cercare le reliquie custodite a Costantinopoli prima dell’arrivo degli ottomani , reliquie portate via da Gerusalemme prima della sua distruzione.

Nel 2017 viene dato alle stampe quello che è forse l’opera più importante di Malaguti, il romanzo “PRIMA DELL’ALBA”. Qui due filoni narrativi si intersecano per seguire le vicende di due personaggi: il “Vecio” un reduce della Grande Guerra e un ispettore di polizia che indaga in Toscana sul ritrovamento lungo una tratta ferroviaria del cadavere di un generale che aveva avuto un ruolo importante nella guerra e che era diventato un esponente autorevole nel partito fascista.

La nostra docente ci raccomanda la lettura delle opere di questo scrittore che sa utilizzare un linguaggio raffinato accanto alla lingua dialettale, che sa esprimere un grande amore per la sua terra, per la sua gente e per le sue tradizioni. Io, ubbidendo all’invito della nostra prof. Granata, mi sono fermata in Biblioteca e ho preso un romanzo di Malaguti.

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Nella seconda ora di lezione ci ha onorato della sua presenza il prevosto di Erba, mons. Angelo Pirovano, che ci ha parlato dei “profeti nella Bibbia”.

Profeta-IsaiaProfeta è chi parla a nome di un altro e nel nostro caso è chi parla in nome di Dio, ispirato da Dio. I primi profeti, Elia ed Eliseo, non hanno lasciato scritti, ma sono molto citati in vari libri della Bibbia. Solo a partire dall’ VIII secolo a. C. si hanno scritti dei vari profeti: Amos, Osea, Michea, Geremia, Ezechiele e altri minori.  Il più conosciuto tra i profeti è Isaia. Nato forse nel 760 a.C. da una famiglia influente, cominciò la sua predicazione profetica già nel 740 (dopo una visione), quando la Palestina è già divisa nei regni di Giuda (con capitale Gerusalemme) e di Israele (con capitale Samaria). Isaia nei primi anni combatte il materialismo dei ricchi, l’orgoglio dell’uomo che si erge contro Dio, contro l’ingratitudine degli uomini verso Dio e contro l’ipocrisia di una religiosità fatta di formule e di riti esteriori. In un secondo tempo si scaglia contro il re Acaz che non ascolta i suoi ammonimenti e perciò profetizza la devastazione del regno, che avviene inesorabilmente e allora il profeta parlerà al suo popolo per mantenere viva la speranza nella venuta del Messia, dell’Unto del Signore, che porterà nel mondo la giustizia e la Pace tra tutti gli uomini.