UTE: Leopardi filosofo e L’INFINITO – Napoleone e l’Italia.

Leopardi, certo più conosciuto come sublime poeta, fu anche l’iniziatore del movimento filosofico noto con il nome di NICHILISMO.

Leopardi punta la sua attenzione sulla natura, una serie di mondi che si esauriscono in se stessi e che tendono al NULLA. Esistere implica amore per la vita, per il piacere, per l’infinito, ma ogni amore, ogni piacere è destinato a finire e questo provoca dolore e angoscia per la consapevolezza che tutto finirà nel nulla.

Tutto questo è presente anche nelle poesie del Leopardi, che però esprime amore infinito per la vita anche quando parla di dolore. Se la realtà ci delude, è l’immaginazione che ci dà il senso dell’infinito.

A questo punto la prof.ssa Tatafiore ci legge il ben noto testo della poesia “L’INFINITO: dalla visione delle cose reali scaturisce l’immaginazione che porta il poeta a percepire l’infinito, l’eternità, l’immensità che travolge il suo pensiero. Anche la struttura dei versi, mai conclusi in sè, danno questo senso di “infinitezza”; la poesia dolcemente malinconica fa respirare l’anima e impedisce che ci lasciamo travolgere dal Nulla cui siamo destinati.

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Il prof. Cossi riprende il discorso su Napoleone Bonaparte iniziato una settimana fa.

Nel 1796 Napoleone si presenta agli Italiani come un liberatore, ma impone un regime autoritario, trafuga opere d’arte, favorisce la nascita di repubbliche “democratiche” (solo apparentemente libere, in realtà sottomesse ai Francesi). Con il trattato di Campoformio cede i territori della gloriosa Repubblica di Venezia all’Austria contraddicendo il principio dell’autodeterminazione dei popoli propugnato dalla Rivoluzione Francese. E’ a causa di quel trattato che i liberali italiani vedranno cadere le loro illusioni: Napoleone non sarà un liberatore, ma solo un altro padrone e cominciano a cospirare contro di lui.

Nel 1797 Napoleone si allontana dall’Italia, per preparare la campagna d’Egitto e lascia, come suo viceré, il figliastro Eugenio Beauharnais.

Nemica acerrima da sempre di Napoleone era l’Inghilterra e per colpirne gli interessi economici, Napoleone ordinò il “blocco continentale” con il quale intendeva impedire alle navi del Regno Unito di attraccare nei porti europei. Questo portò a un violento contrasto con Papa PioVII che non voleva far osservare quel provvedimento. Per questo Napoleone imprigionò il Pontefice e si impossessò dei territori pontifici, affermando la superiorità del potere temporale su quello spirituale.

Tutta l’Italia fu ad un certo punto governata da Napoleone attraverso i suoi parenti cui aveva assegnato i vari territori; i Savoia si erano ritirati in Sardegna e i Borboni si erano rifugiati in Sicilia sotto la protezione inglese.

Durante gli anni del suo governo, Napoleone fece molte riforme, molte delle quali sono ancora presenti nei nostri ordinamenti: riorganizzò la magistratura e il processo, istituì la Corte dei Conti,  promosse la scuola pubblica gratuita ( livello elementare per tutti, superiori per i futuri amministratori e ufficiali militari); promulgò un Codice Civile che abolì i privilegi feudali degli aristocratici; protesse la borghesia e il diritto di proprietà.

Napoleone resta comunque un personaggio divisivo: i suoi detrattori gli imputano il tradimento della Rivoluzione e degli ideali democratici. I suoi estimatori ricordano che i suoi eserciti hanno diffuso le idee della rivoluzione in tutta Europa e gli riconoscono il merito di aver fatto riforme importanti.