UTE: ambiente e medicina.

Venerdì sono tornata all’ UTE dopo due settimane di assenza.

Ho così potuto seguire un’ interessante lezione su animalismo e ambientalismo tenuta dal docente dr Peverelli, il quale ha preso le mosse da un libro che riporta le teorie di tre filosofi (Callicott – Korsgaard – Diamond) su questo tema .

Gli animalisti ritengono che gli animali abbiano dei diritti perchè, essendo creature in grado di provare dolore e piacere, nessuno dovrebbe procurare loro un dolore non necessario.

CALLICOTT però contraddice questa impostazione che portata alle sue estreme conseguenze porterebbe a non intervenire nemmeno là dove l’ eccessivo sviluppo di una specie animale per assenza di antagonisti, essa porta grave nocumento all’ ambiente in cui viene a trovarsi. Pertanto , dice Callicott, la priorità è la difesa dell’ ambiente nel suo insieme, anche a costo di autorizzare una caccia selettiva ove se ne presentassero le condizioni.
Korsgaard e Diamond accentuano la somiglianza tra esseri umani e animali, in quanto esseri che sanno perseguire dei fini o provare sensazioni simili(piacere, dolore, affetto)e arrivano a alla conclusione che è bene adottare stili di vita vegetariani.

Nella seconda ora il dr. Rigamonti ha tenuto la prima lezione del suo corso sul tema: ” Dal sintomo alla diagnosi” e l’ argomento del giorno è stato : Nausea e vomito.
L’ argomento non era certo dei più allettanti, ma il relatore ha saputo rendere interessante e simpatica la sua lezione, inframmezzandola con episodi e battute divertenti, senza però dimenticare di informare puntualmente su come interpretare questi sintomi e in quali casi si può e si deve affrontarli serenamente e quando invece devono essere ritenuti segnali di possibili gravi patologie.

Si può fare sempre qualcosa….

Scuola in Aspromonte.

Ho ancora negli occhi le immagini di certe nostre scuole, che sarebbero più adatte a essere adibite a ripostigli più che a luoghi di educazione e istruzione. Ora sappiamo che questa situazione è in gran parte dovuta non a mancanza di finanziamenti , ma al cattivo uso che si fa del danaro pubblico e viene la tentazione di rassegnarsi, di dire “…non c’è niente da fare….”
Nell’articolo che si può leggere cliccando sul link qui sopra, si racconta invece una storia che riaccende la speranza. Una dirigente scolastica, nominata in una sede difficile come S. Luca in Aspromonte, scrive come è riuscita a rendere bella ed accogliente la sua scuola coinvolgendo tutte le risorse economiche ed umane che l’ ambiente poteva offrire e come da lì è potuta partire anche una nuova impostazione dell’ attività educativa rivolta ai ragazzi.
Questo fatto sta a testimoniare che anche nelle situazioni più difficili si può sempre fare qualcosa per migliorare l’ esistente; quello che ci vuole è un grande amore per la scuola e per i ragazzi, che ad essa chiedono di essere per loro una base di lancio verso un futuro dignitoso.

Un appello a uomini e donne di buona volontà.

Ho già parlato qualche giorno fa della scuola di lingua italiana per stranieri che qui ad Erba trova ospitalità presso la Casa della Gioventù. Molti sono i giovani e le donne che trovano qui un aiuto validissimo per un migliore inserimento lavorativo. Ho anche già detto quante volontarie prestino il loro tempo per questa opera meritevole, ho però saputo che quest’ anno non si è ancora potuto avviare il corso “avanzato” per mancanza di personale.
I ragazzi del corso avanzato sanno già leggere e scrivere in italiano, ma hanno bisogno di qualcuno che li faccia esercitare nella conversazione, nella lettura dei giornali e di quanto può servire a consolidare le loro conoscenze linguistiche e per guidare queste attività non è indispensabile possedere titoli di studio specifici per l’ insegnamento.
Per questo inviterei uomini e donne di buona volontà che vivono a Erba e dintorni a farsi avanti: dedicare un po’ del proprio tempo agli altri fa bene alla società, ma fa bene prima di tutto a chi si mette in gioco e scopre un altro modo di sentirsi utile e partecipe delle trasformazioni che investono il mondo in cui viviamo.

Le foglie cadono, cadono…

Il mese di ottobre sta per finire e sotto gli alberi si accumulano le foglie che hanno finito il loro ciclo vitale. Niente di più appropriato, a mio avviso, che dedicare a loro e al mese che sta per salutarci le parole della più bella canzone che sia mai stata scritta..

Les Feuilles mortes

Oh, je voudrais tant que tu te souviennes,
Des jours heureux quand nous étions amis,
Dans ce temps là, la vie était plus belle,
Et le soleil plus brûlant qu’aujourd’hui.
Les feuilles mortes se ramassent à la pelle,
Tu vois je n’ai pas oublié.
Les feuilles mortes se ramassent à la pelle,
Les souvenirs et les regrets aussi,
Et le vent du nord les emporte,
Dans la nuit froide de l’oubli.
Tu vois, je n’ai pas oublié,
La chanson que tu me chantais…
C’est une chanson, qui nous ressemble,
Toi qui m’aimais, moi qui t’aimais.
Nous vivions, tous les deux ensemble,
Toi qui m’aimais, moi qui t’aimais.
Et la vie sépare ceux qui s’aiment,
Tout doucement, sans faire de bruit.
Et la mer efface sur le sable,
Les pas des amants désunis.
Nous vivions, tous les deux ensemble,
Toi qui m’aimais, moi qui t’aimais.
Et la vie sépare ceux qui s’aiment,
Tout doucement, sans faire de bruit.
Et la mer efface sur le sable
Les pas des amants désunis…

Se poi aggiungiamo la musica e la voce stupenda di un Yves Montand in splendida forma, credo che non si possa chiedere di più…
Tu vedi non ho dimenticato …

Traduco brevemente: Vorrei tanto che tu ricordassi quei giorni in cui eravamo amici. A quel tempo la vita era più bella e il sole più cocente di oggi.Le foglie morte si raccolgono a mucchi, vedi non ho dimenticato . Le foglie morte si raccolgono a mucchi come i ricordi e i rimpianti. E il vento del nord li porta nella notte fredda dell’ oblio. Tu vedi non ho dimenticato la canzone che tu mi cantavi. E’ una canzone che ci rassomiglia: Io ti amavo e tu mi amavi Ma la vita separa quelli che si amano, molto dolcemente senza far rumore. E il mare cancella sulla sabbia i passi degli amanti divisi.

La mia traduzione non riesce certo a rendere l’ atmosfera e la dolcezza malinconica del testo originale, opera del poeta Prévert.

UTE: archeologia – difesa del territorio.

pieve di Santa eufemia                                                                                              Da più di un anno la chiesa di S. Eufemia, la più antica di Erba e dei dintorni (risale a undici secoli fa), è inaccessibile per restauri. All’ UTE il dr. Marieni ci ha documentato le varie fasi degli scavi miranti a trovare conferme circa la storia della Chiesa e le modifiche subite nel corso dei secoli; ci ha illustrato inoltre alcuni affascinanti enigmi che le strutture via via tornate alla luce hanno posto agli archeologi . I lavori di restauro dureranno ancora almeno un anno con una spesa davvero notevole, ma alla fine il monumento simbolo di questa nostra città potrà ripresentarsi nella sua veste migliore e potrà ricominciare a sfidare i secoli.

Bisognerebbe imparare a valorizzare il nostro patrimonio architettonico-storico-artistico in modo da farlo diventare fonte di lavoro e di reddito e non più solo una voce di spesa nei bilanci nazionali. (A breve, cliccando sul link dell’ UTE qui a destra, potrete anche vedere tutte le foto scattate durante i lavori, per documentarne le varie fasi).

P.S. Domani 21/10/12, in occasione della festa del Masigott ,alle ore 9 e alle 10.30 sarà possibile visitare la chiesa con la guida del dr. Marieni

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Altro argomento di estremo interesse : Valle Bova : progetti per la difesa del territorio.
Nella lezione introduttiva ci sono stati illustrati tutti i fattori che concorrono a determinare il rischio idrogeologico in un ambiente naturale, dove frane e crolli di porzioni di roccia sono un fenomeno del tutto naturale, innescato da eventi atmosferici e dalla forza di gravità cui tutte le cose devono sottostare.

Allarme di OXfam : stop al landgrabbing !!!

Copio e incollo dal sito di OXFAM :La corsa alla terra affama milioni di persone

Dì basta al landgrabbing!

Una petizione da oggi online per chiedere alla Banca Mondiale di sospendere i suoi investimenti e proteggere i poveri dal fenomeno del land grabbing
La terra venduta in tutto il mondo negli ultimi dieci anni – pari a un’area grande quasi 7 volte l’Italia – basterebbe a coltivare cibo per il miliardo di esseri umani che oggi soffre la fame.
Il nuovo rapporto di Oxfam Chi ci prende la terra, ci prende la vita avverte che tra il 2000 e il 2010 oltre il 60% degli investimenti internazionali in terreni agricoli sono avvenuti in paesi in via di sviluppo che hanno gravi problemi di fame. Eppure, nonostante questo, i due terzi degli investitori prevedono di esportare tutto quello che su queste terre viene e verrà prodotto. Quasi il 60% di questa terra inoltre è destinata a colture utilizzabili per i biocarburanti.
Nel quadro della campagna COLTIVA – Il cibo, la vita, il pianeta, Oxfam prosegue il suo impegno per porre fine al fenomeno del land grabbing e sostenere maggiori investimenti a favore dei piccoli agricoltori. La recente corsa alla terra è selvaggia e senza precedenti; i più poveri continuano ad essere sfrattati, spesso con la violenza, perdendo le loro case e l’accesso alla terra che è la loro fonte di cibo e guadagno, senza essere consultati né risarciti .
In questo momento nei paesi più poveri ogni 4 giorni un’area di terra più grande dell’intera città di Roma viene venduta ad investitori stranieri, Secondo l’International Land Coalition, tra il 2000 e il 2010 investitori stranieri hanno acquisito a livello globale 203 milioni di ettari di terreno, 106 dei quali in paesi in via di sviluppo. In Liberia, ad esempio, in soli cinque anni il 30% del paese è stato inghiottito dalle acquisizioni di terra. Oxfam calcola che gli affari legati alla terra siano triplicati durante la crisi dei prezzi alimentari nel 2008 e nel 2009, perché la terra è considerata un investimento sempre più redditizio. Con i prezzi alimentari mondiali a livelli record, è necessaria un’azione urgente per fermare la minaccia di una nuova ondata di land grabbing.
Oxfam lancia un appello urgente ai propri sostenitori per chiedere alla Banca Mondiale di sospendere subito i suoi investimenti in terreni agricoli per il tempo necessario a introdurre politiche più efficaci per fermare il land grabbing. Gli investimenti della Banca Mondiale in terreni agricoli sono aumentati del 200% negli ultimi 10 anni, mentre l’International Finance Corporation – il settore della Banca che eroga prestiti al settore privato, definisce gli standard seguiti da molti investitori. Dal 2008 in poi sono stati presentati 21 reclami per violazione dei diritti sulla terra da parte delle comunità interessate dai progetti della Banca Mondiale.
“Una selvaggia corsa globale alla terra espone oggi molte comunità locali alla fame, alla violenza e alla minaccia di una povertà crescente ed estrema. Se succedesse nel nostro paese, grideremmo allo scandalo. La Banca Mondiale, che è sia un investitore diretto sia un consulente per i paesi in via di sviluppo in merito alle acquisizioni di terre, ha la responsabilità di evitare che l’accaparramento di terra diventi uno dei grandi scandali del XXI secolo”, dichiara Elisa Bacciotti, responsabile della campagna COLTIVA di Oxfam Italia. “Sospendendo temporaneamente i propri investimenti nel settore e rivedendo le proprie pratiche, la Banca Mondiale può diventare un esempio per tutti gli investitori e i governi e incoraggiarli a favorire realmente lo sviluppo delle comunità più povere”.
Oxfam chiede che l’incontro annuale della Banca Mondiale in programma a Tokyo dal 12 al 14 ottobre – il primo a tenersi dalla nomina di Jim Kim come presidente – segni un primo passo verso la sospensione degli investimenti sulla terra da parte della Banca Mondiale. Questo passo è necessario per inviare un segnale forte agli investitori internazionali, migliorare gli standard in materia di trasparenza, consultazione e consenso, diritto alla terra, buon governo della terra e sicurezza alimentare, e, in ultima analisi, fermare il land grabbing.
Per firmare l’appello:
Firma la petizione

Al Cornizzolo.

Salire al Cornizzolo è stato molto bello. Da tanto non camminavo così a lungo in montagna. La strada completamente asfaltata si inerpica ripida sui fianchi della montagna , tra prati e boschi segnati visibilmente dalla siccità estiva , mentre timide capre interrompono il loro brucare per osservare la gente che sale e le grosse mucche fanno tintinnare i loro campanacci.
Ad un certo punto lo sguardo poteva allargarsi sulla pianura sottostante avvolta da un leggero velo di nebbia azzurrina che lasciava intravedere ben quattro laghi: il ramo di Lecco del Lario, il lago di Annone, quello di Pusiano e quello di Alserio: un panorama mozzafiato!

Ogni tanto passava un pulmino carico di giovani e di bagagli: erano gli appassionati di parapendio che al Cornizzolo hanno la loro base di lancio in un prato ripido su cui prendono la rincorsa per lanciarsi nel vuoto e cominciare a volare appesi alle loro esili ali artificiali.

Dopo due ore abbondanti di cammino siamo arrivate (la mia amica ed io) al rifugio, dove abbiamo gustato un ottimo piatto di polenta e formaggi vari, poi ci siamo messe a giocare a carte (da quanto tempo non giocavo!!!) con altre persone fino all’ ora del rientro.