UTE: S. Ignazio di Antiochia e le sette lettere – La Resistenza: l’insurrezione.

Don Ivano premette che la storia dei primi secoli del Cristianesimo si deduce da testi esclusivamente scritti in greco, la lingua franca di quei tempi. Fino al 70 d.C. si hanno solo le lettere degli Apostoli e la Parola di Dio viene trasmessa solo oralmente.

I numerosi Vangeli, che sono giunti fino a noi, sono tutti posteriori a quella data e tra questi solo i Vangeli di Matteo, Marco, Luca e Giovanni sono stati riconosciuti di ispirazione divina da tutte le comunità cristiane e quindi accettati come Parola di Dio. Le Sacre Scritture si concludono con l’Apocalisse di S. Giovanni, pertanto le sette lettere di S. Ignazio non sono riconosciute come testi di ispirazione divina.

S. Ignazio di Antiochia è vissuto nel II secolo dopo Cristo. Di lui si sa soltanto  ciò che si può dedurre dalle sue lettere che sono state scritte durante il viaggio che lo portava a Roma per essere sottoposto al martirio. Per questo  esse trasmettono  una forte carica emotiva. Le lettere sono indirizzate a diverse comunità di credenti e in quella scritta per i Romani, Ignazio li ammonisce di non darsi da fare per evitargli il martirio, che lui vuole affrontare, inoltre manifesta la sua preoccupazione per il futuro della Chiesa poiché ormai sono morti tutti gli Apostoli e le comunità soffrono per le persecuzioni.

S. Ignazio era stato vescovo di Antiochia, la terza città per importanza dell’impero romano. È morto nel 107 d.C., a Roma, sbranato dalle belve feroci.

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RESISTENZA: LE INSURREZIONI – Il prof. Cossi, riallacciandosi a quanto detto nelle lezioni precedenti, ricorda che nel 1944 nasce il Corpo del Volontari della Libertà (CVL) che raggruppa tutte le bande partigiane e dà loro un minimo di organizzazione: uniformi, stampa clandestina.

Durante l’estate la vita dei partigiani sulle montagne è più facile e le loro azioni sono più efficaci tanto che contribuiscono al ritiro delle truppe tedesche verso il nord. E’ di questo periodo il gran numero di stragi di civili (si calcolano all’incirca 15.000 morti) perpetrate dai soldati tedeschi in ritirata.

Al sud intanto si alternano due governi Badoglio a cui segue il governo Bonomi. Sia gli alleati anglo-americani che il governo del sud guardano con un certo fastidio alle bande partigiane, ma quando queste riescono a liberare Firenze prima dell’arrivo dell’esercito di liberazione tutti capiscono che possono dare un contributo notevole alla risoluzione del conflitto.

Mentre la Resistenza in pianura è difficoltosa, in montagna, nelle zone controllate dai partigiani, vengono proclamate delle repubbliche libere, che però, durante l’inverno spariscono sotto la pressione dei nazi-fascisti. Risale al novembre 1944 il proclama Alexander che viene interpretato come un invito ai partigiani a desistere dalla guerriglia. Il mese seguente, Mussolini pronuncia il suo ultimo discorso in cui annuncia che gli alleati tedeschi dispongono di nuove potentissime armi. Nello stesso mese una delegazione del CVL incontra i rappresentanti del governo del sud e degli americani e si arrivano a concordare dei finanziamenti per la resistenza e la promessa di sottomissione del CVL alle direttive degli alleati a fine guerra.

Nel gennaio 1945 si intensificano le azioni di sabotaggio e si pensa all’insurrezione popolare; infatti nell’aprile seguente si arriva all’insurrezione di Milano guidata da Pertini, Valiani, Longo.

Due lezioni interessanti ed esposte con chiarezza hanno reso bello il nostro pomeriggio all’UTE.