6 gennaio 1970.

sagracarpiTi ripenso, chiesetta antica,
 che hai visto la nostra emozione
 di quel giorno lontano….
Le tue mura nude e fredde
hanno sentito quel nostro sì
denso di speranze e di timori…
Ora sono sola a ricordare
e a ripercorrere  quella
che, pur faticosa,
è stata la nostra vita…

Sapeva volare.

Ieri il Papa si è recato sulla tomba di don Tonino Bello, nel 25° anno dalla sua morte. Chi era don Tonino? Ecco il ritratto che ne fa “Avvenire”:

“Un prete, un parroco, un pastore scomodo. Monsignor Antonio Bello, per tutti “don Tonino” è stato un vescovo dalle scelte forti e coraggiose, ma profondamente innamorato di Gesù e della Chiesa. Sua l’espressione Chiesa del grembiule, a testimoniare il dovere, la bellezza, di stare sempre dalla parte degli ultimi. Sempre sua la plastica immagine di convivialità delle differenze, definire lo stile del dialogo, fatto di ascolto e condivisione. Teologo e scrittore sensibilissimo, lo si ricorda anche per le bellissime pagine dedicate a Maria e per la forza con cui ha ribadito più volte il proprio no alla guerra e alla corsa agli armamenti”.

Per meglio capire la figura di questo vescovo forse basta leggere questa sua prghiera:

Voglio ringraziarti, Signore per il dono della vita;

ho letto da qualche parte che gli uomini hanno un’ala soltanto:

possono volare solo rimanendo abbracciati.

A volte, nei momenti di confidenza, oso pensare,

Signore, che tu abbia un’ala soltanto, l’altra la tieni nascosta,

forse per farmi capire che tu non vuoi volare senza di me;

per questo mi hai dato la vita:

perché io fossi tuo compagno di volo.

Insegnami, allora, a librarmi con Te,

Perché vivere non è trascinare la vita,

non è strapparla, non è rosicchiarla,

gabbiani_in_volovivere è abbandonarsi come un gabbiano all’ebbrezza del vento.

Vivere è assaporare l’avventura della libertà.

Vivere è stendere l’ala, l’unica ala, con la fiducia

Di chi sa di avere nel volo un partner grande come Te.

Ma non basta saper volare con Te, Signore.

Tu mi hai dato il compito

Di abbracciare anche il fratello e aiutarlo a volare.

Ti chiedo perdono, perciò, per tutte le ali che non ho aiutato a distendersi.

Non farmi più passare indifferente vicino al fratello che è rimasto con l’ala,

l’unica ala inesorabilmente impigliata

nella rete della miseria e della solitudine

e si è ormai persuaso di non essere più degno di volare con Te;

soprattutto per questo fratello sfortunato,

dammi, o Signore, un’ala di riserva.

Don Tonino Bello

Poesia: Prato d’ Aprile (A. Negri)

C’era un prato: con folte erbe, frammiste
a bianchi fiori, e gialli, e violetti;
e fra esse un brusio di mille piccole
vite felici; e se sull’erbe e i fiori
spirava il vento, con piegar di steli
tutto il prato nel sol trascolorava.
E volavan farfalle, uguali a petali
sciolti dai gambi; e si perdean rapidi
i miei pensieri in quell’aerea danza
ove l’ala era il fiore e il fiore l’ala.

Bellissima l’immagine finale delle farfalle come fiori volanti liberatisi dagli steli…

Assedio (Poesia per la Siria)

siriaIn Siria la tragedia diventa sempre più terribile, si parla di armi chimiche contro cittadini inermi…..orrore!!!

Per far sentire una voce che viene da quelle terre martoriate propongo questa bella poesia di Muhammad Al Maghut...

Assedio

Ho lacrime blu//a forza di piangere guardando il cielo//Ho lacrime gialle //a forza di piangere sognando spighe d’oro

Vadano pure in guerra i condottieri//nei boschi gli innamorati //ai laboratori gli scienziati

Io //cercherò un rosario e una vecchia sedia //per tornare quello che ero,

un usciere fermo sulla soglia del dolore //almeno finché ogni libro e costituzione e religione

dirà che morirò soltanto // di fame o di prigione.

E’ bella e terribile la terra ….

Bello questo brano tratto dalla Via Crucis di Luzi: Gesù, morente, si rivolge al Padre e manifesta tutto il suo amore per gli uomini e per questa terra in cui ha vissuto, imparando a conoscerne le contraddizioni e la bellezza
Padre mio, mi sono affezionato alla terra quanto non avrei creduto.
È bella e terribile la terra.
Io ci sono nato quasi di nascosto, ci sono cresciuto e fatto adulto
in un suo angolo quieto
tra gente povera, amabile e esecrabile.
Mi sono affezionato alle sue strade,
mi sono divenuti cari i poggi e gli uliveti,
le vigne, perfino i deserti.
È solo una stazione per il figlio tuo la terra
ma ora mi addolora lasciarla
e perfino questi uomini e le loro occupazioni,
le loro case e i loro ricoveri
mi dà pena doverli abbandonare.
Il cuore umano è pieno di contraddizioni
ma neppure un istante mi sono allontanato da te.
Ti ho portato perfino dove sembrava che non fossi
o avessi dimenticato di essere stato.
La vita sulla terra è dolorosa,
ma è anche gioiosa: mi sovvengono
i piccoli dell’uomo, gli alberi, gli animali.
Mancano oggi qui su questo poggio che chiamano Calvario.
Congedarmi mi dà angoscia più del giusto.
Sono stato troppo uomo tra gli uomini o troppo poco?
Il terrestre l’ho fatto troppo mio o l’ho rifuggito?
La nostalgia di te è stata continua e forte,
tra non molto saremo ricongiunti nella sede eterna.

Poesia: Ed è subito sera….

luce Ognuno sta solo sul cuor della terra

trafitto da un raggio di sole:

ed è subito sera. (Quasimodo)

Questa poesia famosissima, esprime un intenso  amore dolente per la vita,  intesa essenzialmente come solitudine; ma per tutti c’è un  raggio di sole,un momento di felicità, che  dà significato e valore anche alla vita più solitaria e nascosta ed è per questo che la fine arriva subito, sempre troppo presto.

L’inverno è ormai passato

DAL CANTICO DEI CANTICI.

primaveraL’inverno è ormai passato,
l’epoca delle piogge se n’è andata.
I fiori sono apparsi sulla terra
Ed in questo momento è primavera.
E’ tempo di cantare.
La voce della tortora è nell’aria,
e il fico ha messo i primaticci teneri:
le viti in fiore mandano profumi.

Queste parole sono state scritte 2300 anni fa, eppure suonano fresche come se fossero state scritte ieri….

Poesia: Fides.

bimbo-che-sognaQuando brillava il vespero vermiglio,
e il cipresso pareva oro, oro fino,
la madre disse al piccoletto figlio:
così fatto è lassù tutto un giardino.
Il bimbo dorme, e sogna i rami d’oro,
gli alberi d’oro, le foreste d’oro;
mentre il cipresso nella notte nera
scagliasi al vento, piange alla bufera.
(Giovanni Pascoli)

Bello il tempo in cui puoi difendere i tuoi piccoli da tutte le intemperie del mondo e tranquillizzarli con una fiaba, con una nenia …. tanta è la loro fiducia in te che si lasciano rasserenare e guidare dalle tue parole.

Poi però devi lasciarli andare e devi restare a guardarli da lontano mentre combattono da soli le loro battaglie …. e puoi fare così poco per essere d’aiuto……