Purtroppo per un impegno inderogabile , ieri non ho potuto seguire la prima lezione della prof. Beretta sul cretto di Burri, pertanto mi limito a invitare chi fosse interessato a cliccare QUI
Ho potuto invece seguire la lezione del prof. Porro su un genio francese del XVII secolo: Blaise Pascal (1623- 1662). In quel periodo storico si assisteva alla nascita della scienza secondo i criteri indicati da Galileo e Pascal fin da giovanissimo si interessa di matematica, di logica, di fisica. Per aiutare il padre, funzionario statale , per la riscossione delle tasse, inventò la prima macchina calcolatrice (detta pascalina).
Afflitto da ricorrenti cefalee, a Parigi comincia a frequentare i salotti più ambiti e incontra Pierre Gassendi, abate atomista, e frequenta amici che si dedicano al gioco, per questo comincia a studiare il calcolo delle probabilità
Nel 1651 , sua sorella si fa monaca e, tre anni dopo anche lui si ritira nella stessa abbazia, dopo aver vissuto un’intensa esperienza spirituale. Diventa seguace del Giansenismo, che afferma che la salvezza si può raggiungere solo per Grazia divina, dato che la natura umana è corrotta. L’abbazia di Port Royal, dove si trova Pascal, diventa così il centro del Giansenismo francese, che segue le orme di Sant’Agostino e non vuole il distacco dalla Chiesa di Roma. Tuttavia, la polemica con i Gesuiti indispone il re Luigi XIV che fa distruggere l’abbazia e il giansenismo viene condannato dal Papa.
Pascal definisce i rapporti tra fede e scienza e i rispettivi campi d’azione: nella scienza la verità non viene stabilita dai libri (fino ad allora ogni verità doveva conciliarsi con quanto affermato da Aristotele tre secoli prima di Cristo), ma dall’osservazione e dagli esperimenti verificati, perchè la scienza ha fatto progressi che non si possono ignorare. Nella teologia, invece, la verità è data dalle Sacre Scritture.
La “ragione” ha comunque dei limiti, perchè è la nostra esperienza ad essere limitata. L’uomo è indotto a rifuggire dalla propria miseria, ma nella consapevolezza della propria condizione sta la “grandezza” dell’uomo, capace di pensiero: l’uomo è una canna pensante. (cogito ergo sum).
Se Dio non si rivela più direttamente all’umanità, possiamo solo scommettere: se scommettiamo sulla non esistenza di Dio possiamo darci al soddisfacimento di ogni nostro impulso; se scommettiamo sull’esistenza di Dio, possiamo guadagnarci l’eternità:
Questa lezione, come del resto tutte quelle del prof. Porro, è stata molto interessante e piacevole, nonostante l’argomento certamente non leggero.