Mattine d’inverno.

passweri in invernoIn queste mattine limpide e freddissime di gennaio, lascio a fatica il tepore delle coperte, anche perchè , dopo un periodo di notti difficili, sto recuperando il sonno perduto.

Quando scendo in cucina per far colazione , accendo la radio e ascolto il notiziario, sperando di sentire qualche buona notizia, ma , si sa, le buone notizie non fanno notizia, e quindi ti capita di ascoltare vuote discussioni su quale punizione meriti chi a bordo campo insulta il collega allenatore….. e tu intanto pensi: ma non c’è più la guerra in Siria o in Afghanistan o in tanti paesi Africani? Non ci sono più masse di migranti sulle strade d’ Europa a sfidare il gelo dell’inverno? Sono state vinte tutte le ingiustizie del mondo che condannano alla fame centinaia di milioni di persone, mentre una ristrettissima minoranza nasconde le sue ricchezze, malamente accumulate, nei paradisi fiscali?

E per un attimo speri che ,se si può dedicare tanto tempo ad argomenti tanto futili , davvero il mondo abbia risolto tutti i problemi….

Poi ti prende una grande amarezza  e stringi con più forza la tazza del caffè che stai sorseggiando; spegni la radio e guardi fuori : sull’erba bianca di brina del giardino si affolla una piccola frotta di passeri e merli . Hanno il piumaggio rigonfio per sentire meno il freddo e saltellano velocissimi di qua e di là, beccando al volo briciole e semi che solo i loro occhi riescono a vedere.

Sto a guardarli senza scostare le tende per non farli volare via e li ringrazio per la compagnia che mi fanno ogni mattina.

UTE: l’intestino è il secondo cervello.

L’ intestino è il nostro secondo cervello e funziona all’ unisono col cervello vero e proprio grazie al nervo vago che fa da ponte. Il cervello si avvale dell’intestino per svolgere al meglio le sue funzioni, ma se l’ intestino è in disordine provoca problemi.

L’intestino è un ecosistema composto da mucosa e flora intestinale, cellule neuroendocrine, sistema linfatico. Il suo equilibrio può essere influenzato da malattie , disordini alimentari, terapie…

L’intestino secerne i neurormoni (serotonina, somatostatina, encefalina, gastrina, istamina e molti altri). Attraverso questi ormoni l’intestino regola il funzionamento di molti organi: tiroide, pancreas, stomaco… L’emotività si ripercuote sulle funzioni intestinali, ma anche il malfunzionamento intestinale influisce sul cervello. La scarsa produzione di serotonina può provocare depressione.

Nel nostro tubo digerente sono presenti moltissimi batteri, miceti e virus. Molti batteri sono benefici altri sono patogeni. Ognuno di noi ha una particolare flora batterica che si forma fin dalla nascita con l’ assunzione del colostro materno.

I fermenti lattici possono svolgere una funzione equilibratrice della flora intestinale (detta anche microbiota).

Il dr. Rigamonti e il dr. Spampatti hanno tenuta desta l’ attenzione dei numerosissimi soci presenti (l’ aula era al completo) per due ore e si sono ben meritati i calorosi applausi finali.

 

 

 

Tanti auguri, Ilva!!!

Oggi è il compleanno della mia sorella maggiore, a cui devo tanta gratitudine per aver spesso badato a me quando ero piccola e per essere sempre stata un esempio di coerenza e forza morale anche nei momenti più dolorosi. Per accompagnare i miei migliori auguri per tanti e tanti anni futuri di salute e serenità, pubblico qui l’ ultima foto che ci ritrae tutti uniti: noi cinque fratelli con i nostri genitori.

Papà aveva insistito a lungo perchè si facesse questa foto in occasione della venuta di suor Giovanna dalla Thailandia e credo abbia avuto proprio ragione….

Auguri, Ilva! Un abbraccio affettuosissimo !

The sound of silence.

Su “La repubblica on line” mi dicono che sono passati 50 anni da quando è  stata pubblicata questa canzone che ha fatto da colonna sonora a tanti anni della mia vita.

E’ il caso di  e di capirne bene il testo, che è tutt’ altro che banale.

“The Sound Of Silence” lyrics

SIMON & GARFUNKEL LYRICS

Hello darkness, my old friend,
I’ve come to talk with you again,
Because a vision softly creeping,
Left its seeds while I was sleeping,
And the vision that was planted in my brain
Still remains
Within the sound of silence.

In restless dreams I walked alone
Narrow streets of cobblestone,
‘Neath the halo of a street lamp,
I turned my collar to the cold and damp
When my eyes were stabbed by the flash of a neon light
That split the night
And touched the sound of silence.

And in the naked light I saw
Ten thousand people, maybe more.
People talking without speaking,
People hearing without listening,
People writing songs that voices never share
And no one dared
Disturb the sound of silence.

“Fools,” said I, “You do not know.
Silence like a cancer grows.
Hear my words that I might teach you.
Take my arms that I might reach you.”
But my words like silent raindrops fell
And echoed in the wells of silence

And the people bowed and prayed
To the neon god they made.
And the sign flashed out its warning
In the words that it was forming.
And the sign said, “The words of the prophets are written on the subway walls
And tenement halls
And whispered in the sounds of silence.”

Traduzione .
Ciao oscurità, mio vecchio amico,
Sono venuto a parlare con te di nuovo,
Perché una visione morbidamente strisciante,
Ha lasciato i suoi semi mentre stavo dormendo,
E la visione che è stata piantata nel mio cervello
Rimane ancora
nel suono del silenzio.

Nei sogni irrequieti, in cui camminavo da solo
per Stradine di ciottoli,
sotto l’alone di un lampione,
Ho sollevato il bavero per il freddo e l’ umidità
Quando i miei occhi sono stati accecati dal flash di una luce al neon
Che spaccava la notte
E toccò il suono del silenzio.

E nella luce nuda vidi
Diecimila persone, forse di più.
Gente che parla senza parlare,
Persone che udivano senza ascoltare,
e Scrivere canzoni che mai voci di persone avrebbero cantato.
E nessuno osa
Disturbare il suono del silenzio.

“Sciocchi” ho detto, “voi non sapete:
Cresce il silenzio come un cancro.
Sentite le parole che potrei insegnarvi,
Prendete le mie braccia: io potrei raggiungervi”.
Ma le mie parole come gocce di pioggia silenziose sono cadute,
E riecheggiano
Nei pozzi del silenzio

E il popolo si inchinava e pregava
Al Dio neon che si sono costruiti.
E il segno balenò il suo ammonimento,
Le parole che stava formando.
E il segno ha detto, “le parole dei profeti
Sono scritte sui muri della metropolitana
E nei corridoi delle case popolari.”
E sussurrava nei suoni del silenzio.

Accade a Erba: lunedì 18 gennaio.

Domani, dopo le due ad Arcellasco, prenderà il via l’ iniziativa rivolta agli adulti in cerca di momenti di socializzazione : potremo incontrarci presso i locali della chiesa parrocchiale appositamente predisposti per una festicciola inaugurale.

Alle 21 poi, in Prepositura , ci sarà una celebrazione per l’ apertura della settimana di preghiera per l’ unità dei Cristiani, con interventi di rappresentanti di comunità protestanti. Si è fatto molto cammino dal tempo in cui anche noi cristiani ci sgozzavamo sui campi di battaglia e anche da quando ci si guardava reciprocamente quasi con paura o disprezzo, ma è vero che la strada da fare è ancora lunga  prima che si possa realizzare l’ auspicio  evangelico “Ut unum sint”.

UTE: Paesaggi manzoniani – creazionismo ed evoluzionismo.

Con un po’ di ritardo, mi accingo a fare il solito breve resoconto sulle lezioni dell’ UTE di Venerdì scorso.

Con la solita passione , la prof. Chiesa ci ha guidato a riassaporare le bellissime descrizioni di paesaggi e ambienti  di cui è disseminato il romanzo de “I Promessi Sposi”.  Riascoltare la lettura dell’ incipit (“Quel ramo del lago di Como…..) , lo struggente “Addio monti …”, la descrizione delle campagne riarse dalla siccità o dei boschi attraversati di notte da Renzo in fuga, ci ha fatto apprezzare ciò che forse sui banchi di scuola avevamo ampiamente sottovalutato.

Nella seconda lezione la prof. Tatafiore ci ha illustrato le diatribe tra evoluzionisti e creazionisti, facendo riferimento soprattutto ai biologi Gould e Dawkins.

Fortunatamente, la Chiesa ha smesso di considerare la Bibbia come fonte di verità scientifiche e questo consente di accogliere le teorie evoluzioniste, confermate anche daiie conoscenze moderne sul DNA. Sono pertanto da ritenere fuori tempo e fuori luogo gli atteggiamenti dei creazionisti americani che erano arrivati a proibire che nelle scuole si parlasse di Darwin e delle sue teorie.

Via via l’ evoluzionismo è stato rivisto: non più inteso come una progressione senza intoppi, ma come un processo che si è svolto a strappi indotti da mutamenti delle condizioni ambientali; c’ è poi la teoria del “gene egoista”: non sono gli individui i soggetti dell’ evoluzione , ma i loro geni.  Cliccando  Qui potrete saperne di più.

E’ inutile dire che le due lezioni sono state molto apprezzate. Si è anche aperto un piccolo dibattito alla fine della lezione sull’ evoluzionismo, dato che il tema è sempre di attualità. Credo che ognuno sia uscito mantenendo le proprie convinzioni, ma si è avuta un’ occasione in più per riflettere. Quanto a me penso che le teorie evoluzioniste sono certamente scientificamente fondate, ma mi è difficile capire come dalla materia originaria siano scaturiti i primi microrganismi viventi e come da animali inconsapevoli sia potuto derivare un essere dotato di autocoscienza , di capacità di introspezione , di indagini scientifiche e filosofiche…..

Credo che la scienza non riuscirà mai a spiegare questi misteri , che invece la fede sa illuminare, ma d’ altra parte la fede non potrà mai produrre prove concrete su quanto viene affermando ….e quindi sta a noi la scelta , mantenendo il rispetto delle posizioni di ciascuno.

 

 

 

 

Abbasso la solitudine!!!

Abbasso la solitudine!

Erba è una piccola città, costituita dall’ unione di una serie di piccoli comuni preesistenti (mi pare di ricordare che ciò è avvenuto  circa un secolo fa). Col passare del tempo le varie “borgate” si sono allargate fino a congiungersi le une alle altre, tuttavia per certe persone, che non dispongono di mezzi privati di trasporto, è ancora difficile usufruire delle iniziative che si concentrano in centro città. Ho così segnalato più volte l’ assenza in quel di Arcellasco di punti di ritrovo per chi voglia sfuggire alla solitudine e alla noia di giornate solitarie sempre troppo lunghe.

Con l’ arrivo del nuovo parroco qualcosa è cambiato: già da tempo ha offerto il giardino della canonica come parco giochi per i bimbi più piccoli e per gli anziani che vogliono fare due passi e trovare una panchina su cui sedersi e scambiare quattro chiacchiere; c’ è un gruppo di giovani mamme molto attive che hanno ideato varie attività per intrattenere i loro piccoli; c’ è un Gruppo della Terza Età molto vivace ed efficiente;  si è costituito un Gruppo Culturale, intitolato a Lazzati , che organizza conferenze, visite a mostre, pellegrinaggi e che ora si sta impegnando per la realizzazione di un Punto di Incontro indirizzato ad anziani e non, ma specialmente a coloro che non amano frequentare bar o sale da ballo (della locale “associazione pensionati”).

fot_anzianiVi si potrà giocare a carte o dedicarsi a piccoli lavori ( di cucito, ricamo, a maglia o uncinetto) o  alla lettura dei libri offerti da chiunque voglia contribuire alla realizzazione dell’ impresa ; ma vi si potrà anche semplicemente scambiare quattro chiacchiere per spezzare la monotonia  di giornate sempre uguali.

Lunedì pomeriggio alle 14.30 (ora da confermare), ci sarà una festicciola per inaugurare il locale e la nuova attività : verrà offerto un semplice buffet a tutti quelli che vorranno partecipare.

Mi sembra che l’ iniziativa meriti  l’attenzione e la collaborazione di tutti, per contribuire ad alleviare la solitudine , di cui soffrono molti di questi tempi, nonostante le tecnologie pretendano di metterci in contatto col mondo intero.

 

 

UTE: La peste e Cecilia.

manzoni_ceciliaPeriodo difficile per la nostra UTE. Anche oggi si è resa necessaria una variazione di programma e,  al posto dell’ annunciata lezione della psicopedagogista Todaro, abbiamo seguito la lezione della prof.ssa Alberta Chiesa, che ha gentilmente sostituito la docente impossibilitata a intervenire.

Abbiamo così potuto ascoltare una dotta e puntuale rilettura di alcuni brani de “I Promessi Sposi” riguardanti i capitoli che parlano della peste.

Manzoni ha fatto accurate ricerche storiche attingendo a varie fonti e il quadro della situazione politica, sociale ed economica è rigorosa.

Alla fine di questa lezione mi vengono in mente alcune considerazioni: anche oggi come allora l’ ignoranza è uno dei mali peggiori che opprimono l’umanità: oggi si è portati al razzismo o al fanatismo irrazionale, come allora si dava la caccia agli untori; oggi come allora i politici spesso non sono all’ altezza dei problemi da affrontare e si rifugiano nella negazione degli stessi o nel rimandare le soluzioni, lasciando che i problemi si incancreniscano.

Di grande interesse mi è parsa la lettura comparata di brani delle varie versioni del romanzo manzoniano, comparazione che ha dato modo di osservare l’ evoluzione dell’opera nel corso degli anni, prima dell’edizione definitiva.

Altra cosa che mi ha sorpreso è che  il brano comunemente ricordato col titolo “Cecilia” non è scaturito dalla fantasia del Manzoni , ma viene riportato in una delle sue fonti storiche. Lo scrittore lo ha solo rivestito di vera e immortale poesia in prosa… Se non ve lo ricordate, ve lo ripropongo qui….

” Scendeva dalla soglia d’uno di quegli usci, e veniva verso il convoglio, una donna, il cui aspetto annunziava una giovinezza avanzata, ma non trascorsa; e vi traspariva una bellezza velata e offuscata, ma non guasta, da una gran passione, e da un languor mortale: quella bellezza molle a un tempo e maestosa, che brilla nel sangue lombardo. La sua andatura era affaticata, ma non cascante; gli occhi non davan lacrime, ma portavan segno d’averne sparse tante; c’era in quel dolore un non so che di pacato e di profondo, che attestava un’anima tutta consapevole e presente a sentirlo. Ma non era il solo suo aspetto che, tra tante miserie, la indicasse così particolarmente alla pietà, e ravvivasse per lei quel sentimento ormai stracco e ammortito ne’ cuori. Portava essa in collo una bambina di forse nov’anni, morta; ma tutta ben accomodata, co’ capelli divisi sulla fronte, con un vestito bianchissimo, come se quelle mani l’avessero adornata per una festa promessa da tanto tempo, e data per premio. Né la teneva a giacere, ma sorretta, a sedere sur un braccio, col petto appoggiato al petto, come se fosse stata viva; se non che una manina bianca a guisa di cera spenzolava da una parte, con una certa inanimata gravezza, e il capo posava sull’omero della madre, con un abbandono piú forte del sonno: della madre, ché, se anche la somiglianza de’ volti non n’avesse fatto fede, l’avrebbe detto chiaramente quello de’ due ch’esprimeva ancora un sentimento.
Un turpe monatto andò per levarle la bambina dalle braccia, con una specie però d’insolito rispetto, con un’esitazione involontaria. Ma quella, tirandosi indietro, senza però mostrare sdegno né disprezzo, “no!” disse: “non me la toccate per ora; devo metterla io su quel carro: prendete.” Così dicendo, aprì una mano, fece vedere una borsa, e la lasciò cadere in quella che il monatto le tese. Poi continuò: “promettetemi di non levarle un filo d’intorno, né di lasciar che altri ardisca di farlo, e di metterla sotto terra così.”
Il monatto si mise una mano al petto; e poi, tutto premuroso, e quasi ossequioso, piú per il nuovo sentimento da cui era come soggiogato, che per l’inaspettata ricompensa, s’affaccendò a far un po’ di posto sul carro per la morticina. La madre, dato a questa un bacio in fronte, la mise lì come sur un letto, ce l’accomodò, le stese sopra un panno bianco, e disse l’ultime parole: “addio, Cecilia! riposa in pace! Stasera verremo anche noi, per restar sempre insieme. Prega intanto per noi; ch’io pregherò per te e per gli altri.” Poi voltatasi di nuovo al monatto, “voi,” disse, “passando di qui verso sera, salirete a prendere anche me, e non me sola.”
Così detto, rientrò in casa, e, un momento dopo, s’affacciò alla finestra, tenendo in collo un’altra bambina piú piccola, viva, ma coi segni della morte in volto. Stette a contemplare quelle così indegne esequie della prima, finché il carro non si mosse, finché lo poté vedere; poi disparve. E che altro poté fare, se non posar sul letto l’unica che le rimaneva, e mettersele accanto per morire insieme? come il fiore già rigoglioso sullo stelo cade insieme col fiorellino ancora in boccia, al passar della falce che pareggia tutte l’erbe del prato.”

UTE: una settimana imperdibile!!!

Le lezioni della nostra università riprendono a pieno ritmo col seguente calendario:

Martedì 12/1/16

dalle ore 15 alle ore 17  la pedagogista Lucia Todaro ci parlerà di : NOI UOMINI “NEL MONDO”: AMBIENTE E CURA

Venerdì 15/1/16

alle ore 15 la prof.ssa Alberta Chiesa ci intratterrà con letture da “I Promessi Sposi” sul tema : IL PAESAGGIO UN PROTAGONISTA DEL ROMANZO.

alle ore 16 la prof.ssa Brunella Tatafiore ci parlerà di un tema filosofico assai interessante: SCIENZA E FEDE: CREAZIONISMO EDEVOLUZIONISMO . GOULD E DAWKINS.

 

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