Film: le confessioni.

Salus, un matematico divenuto monaco e conosciuto per i suoi scritti, viene invitato, insieme a una scrittrice di libri per bambini e a un musicista, in un lussuoso resort dove sta per svolgersi un importante summit tra i ministri dell’economia dei paesi occidentali e Roché, il governatore del Fondo monetario mondiale.

Quest’ultimo, la notte prima del convegno che deve prendere decisioni determinanti per il mondo intero, chiama nella sua stanza  il monaco e a lui si confessa  rivelando il cinismo che guida le decisioni di chi guida l’economia e decide  chi dovrà soccombere nella miseria e chi ne trarrà guadagni stratosferici. Al termine dell’incontro con il monaco, Roché si suicida avvolgendosi la testa in un sacchetto di plastica.

Questo fatto getta nello scompiglio i ministri convenuti nel resort, che inutilmente cercano di sapere dal monaco se Roché gli abbia confessato la decisione per cui è stato convocato il summit e per questo tentano di ucciderlo, ma poi ognuno di loro , a uno a uno, sente il bisogno a sua volta di un dialogo- confessione con Salus e lì tutti rivelano tutta la loro pochezza umana e il loro disorientamento in un drammatico, quanto inconcludente, esame di coscienza.

Basta alla fine che il monaco presenti ai ministri  una formula, datagli da Roché (che non significa assolutamente nulla, ma dal sapore misterioso) perchè i partecipanti al summit non prendano alcuna decisione.

E’un film molto interessante,  molto ben diretto e interpretato che tiene alta l’attenzione dello spettatore dall’inizio alla fine. La figura che giganteggia nel racconto è quella di Salus, che non si atteggia mai a inquisitore, ma è sempre solo in ascolto: lui che possiede solo gli abiti che indossa appare l’unico in pace con se stesso e con il mondo, mentre coloro che si ritenevano i depositari dei destini dell’umanità rivelano tutte la loro pochezza e fragilità.

Molto eloquente l’immagine finale: Salus si allontana a piedi dal resort seguito dall’unica creatura “innocente”: il cane addestratissimo di uno dei ministri, che si ribella al proprio padrone e si lascia ammansire dal mite monaco.

Certamente ben meritati i premi ottenuti dal regista Roberto Andò e dagli interpreti, tra cui Toni Servillo e Pierfrancesco Favino.

Ho potuto vedere questo film su Raiplay e ne consiglio vivamente la visione a chi può accedere a quella piattaforma.