Una festa in paese.

Ero forse in IV elementare e la scuola fu invitata a partecipare a una sfilata in costume che intendeva far rivivere i tempi in cui il nostro paesino era dominato dagli antichi signori.

Tutto il paese e tutti i circoli culturali e associazioni varie partecipavano alla festa.
Anche per me fu prenotato il noleggio di un vestito da dama rinascimentale.
Quando arrivò il giorno della sfilata c’ era molta gente per le strade, perchè ognuno aveva qualcuno di famiglia impegnato nella rievocazione storica….
Io indossavo il mio abitino lungo di velluto color nocciola con profili verdi e in testa avevo un copricapo che mi faceva sembrare buffa   (anche ora non trovo mai nè un cappello, nè un berretto o altro che non mi faccia sembrare mooooolto “buffa”).
La mia compagna di banco invece aveva due grandi trecce bionde che  sbucavano da sotto il cappello e le incorniciavano il viso: il solo fatto che fosse bionda me la faceva sembrare bellissima e poi il suo vestito era di un bel viola intenso con profili dorati.
Mi sentivo un po’ scialba e  a disagio.
Il corteo attraversò le vie del paese, sostò sotto il balcone del municipio a cui si affacciò la coppia che impersonava i “signori conti” per un breve discorso alla folla plaudente e poi ci si avviò verso il teatro, dove tutti i personaggi sfilarono sotto gli occhi di una giuria che doveva premiare il vestito più bello (cosa che a mio avviso non aveva molto senso, essendo tutti  abiti noleggiati).
Ricordo l’ imbarazzo con cui, ad un cenno della mia maestra, salii su una passerella improvvisata.

La sottile malinconia che mi aveva preso fin dall’ inizio, man mano che venivano chiamati gli altri bambini per la premiazione, si era accentuata sempre più e quando fui chiamata per ultima ebbi la conferma delle mie sensazioni spiacevoli: ero proprio la più brutta!!!
Il ricordo, dopo tanto tempo, si è purificato da quel senso di frustrazione e mi piace riportarlo alla mente, ma quel giorno, che doveva essere una festa,  non mi portò molta allegria.