Alla Sagra del Masigott.

Oggi la città era in festa. La Sagra del Masigott ha attirato molta gente nell’ antica piazza del mercato dove sono stati allestiti una tenda- ristorante, un palco per l’ esibizione di complessi musicali, bancarelle che esponevano dolciumi , frittelle, zucchero filato e caldarroste.

In un angolo della piazza c’ era l’ albero della cuccagna , che aspettava di essere scalato  da squadre di baldi giovani che si sfidano ogni anno in questa impresa assai difficoltosa e spettacolare;  la gente stava aspettando questo momento e intanto si godeva la bella giornata accalcandosi tra le bancarelle.

Io però ero interessata allo spettacolo dei burattini, che figurava nella locandina.

Proprio davanti all’ antica chiesa plebana di S. Eufemia (risalente all’ XI sec.) c’ era la baracca tutta drappeggiata di velluto rosso e davanti ad essa erano seduti molti bambini e molti genitori.

Il burattinaio  puntava a coinvolgere i bambini nella rappresentazione e nonostante l’ estrema semplicità delle situazioni, o forse proprio grazie a questa semplicità, riusciva perfettamente nel suo intento . Anche i bambini di oggi, abituati ai videogiochi, al computer, a manovrare con naturalezza DVD , telecomandi, registratori, davanti alla magia di una semplice baracca e di due burattini  dialogano con Arlecchino e con Rosaura con la stessa naturalezza di quando ero bimba io e si lasciano incantare esattamente come quelli di ieri e di sempre.

Nell’angolo opposto della piazza c’ era l’ albero della cuccagna , che aspettava di essere scalato  da squadre di baldi giovani che si sfidano ogni anno in questa impresa assai difficoltosa e spettacolare.;  la gente stava aspettando questo momento e intanto si godeva la bella giornata accalcandosi tra le bancarelle.

 

Lavarsi le mani.

http://www.amref.it/doc_din/aggiornamentSAD1010.pdf 

 Oscurata dalle notizie sui cortei degli indignati, si è celebrato oggi anche il “Global Handwashing day”: la giornata del lavaggio delle mani.

Lavarsi le mani: è un gesto semplice, ma fondamentale per combattere molte malattie mortali nei paesi poveri . Per questo nella giornata di oggi in molte scuole si spiegano ai bambini le ragioni per cui lavarsi le mani deve diventare un’ abitudine per loro stessi e per i loro familiari.

Il guaio è però che molti bambini non hanno nemmeno la possibilità di avere a disposizione acqua pulita, quindi come potranno lavarsi le mani?

E’ noto che  anche per  noi è di primaria importanza lavarsi le mani ogni volta che si rientra dal fare la spesa , ad esempio, infatti il carrello dei supermercati è fonte formidabile di diffusione di germi .

Indignati di tutto il mondo, UNIAMOCI!!!

Indignati di tutto il mondo , UNIAMOCI!

Questo potrebbe essere lo slogan da scandire oggi nelle piazze più importanti del mondo , dove si daranno convegno tutti quelli che vogliono cambiare la logica del profitto ad ogni costo che questo capitalismo ha portato alle estreme conseguenze.  L’ 1% della popolazione mondiale possiede la stragrande maggiorana delle ricchezze della terra, mentre c’ è chi muore di fame e chi non ha prospettive di vita dignitosa per il futuro.

E’ ora di cambiare questo sistema economico , è ora di mettere al centro l’ uomo e la sua dignità… e mi par di risentire papa Woitjla quando gridava . “Il lavoro sia per l’ uomo e non l’ uomo per il lavoro”

La nostra terra può nutrirci tutti, a patto che non si speculi anche sul cibo, diritto primo di ogni essere vivente. 

Il lato ,secondo me, positivo di questa giornata è che a chiedere il cambiamento sono i giovani  che non stanno morendo di fame ancora, ma che hanno capito che la situazione è ormai insostenibile e che se non gridano forte la loro rabbia, la situazione non potrà che peggiorare.  Le regole di oggi portano a concentrare sempre di più nelle mani di pochi ogni ricchezza, senza rispetto per le esigenze dei molti che non hanno voce in capitolo e i giovani hanno capito che quando il diritto viene negato a qualcuno non  puoi restare indifferente: prima o poi quel diritto verrà negato anche a te.

I moderni mezzi di comunicazione rendono possibile la mobilitazione degli “indignados” in tutto il mondo, senza che ci sia bisogno di capi carismatici o di organizzazioni gerarchiche; bisogna cogliere questa opportunità che si presenta per la prima volta nella storia del mondo: finalmente tutti possono far sentire la loro voce e far pesare la forza che deriva dall’ essere in tanti e dalla consapevolezza di portare avanti delle idee condivise.

 

Aminata Traorè .

http://www.repubblica.it/solidarieta/cibo-e-ambiente/2011/10/12/news/la_sovranit_alimentare_per_il_diritto_dei_popoli_al_cibo-23124519/

E’ un lungo, interessantissimo articolo in cui Aminata Traorè, scrittrice e sociologa del Mali, spiega come un Nobel alle donne africane possa apparire solo una mossa ipocrita per nascondere la rapina selvaggia che si sta operando nei confronti delle ricchezze del continente nero.

Responsabile di questo stato di cose, che porta alla fame e costringe a fuggire dall’ Africa i suoi figli , sono prima di tutto la globalizzazione senza regole e il capitalismo spietato , che dopo aver messo in ginocchio l’ Africa ora sta facendo lo stesso con la Grecia. E’ sempre questo modo di intendere i rapporti economici che porta alla fame: il cibo non è più un diritto , ma una merce e sta rincarando sempre più. La stessa logica predatoria porta le multinazionali a sottrarre ai popoli le terre da coltivare e a fare la guerra in Libia per poter avere il controllo sul suo petrolio.

C’ è da dire (e questo lo aggiungo io) che in tutto questo ha la sua parte di responsabilità la classe politica africana, che anzichè difendere i diritti dei propri cittadini, si allea spesso e volentieri con chi li vuole depredare..

Il mondo si dibatte in questi problemi epocali e noi ci siamo impantanati in un vicolo cieco per assecondare la megalomania di un uomo che vuole essere al di sopra di ogni legge umana e morale in virtù dei suoi soldi….. e a pagare la nostra miopia saranno i nostri figli.

 

Popolo Arancione a Napoli.

http://www.popoloarancione.it/2011/10/evento-di-domenica-16-ottobre-organizzato-da-gente-e-ambiente/

Continua la mobilitazione dei cittadini napoletani per ripulire e riportare all’ antica bellezza la loro città.

Domenica 16  a partire dalle 8, 30 i volenterosi si metteranno all’ opera con palette , guanti, rastrelli e quant’ altro potrà essere necessario per ripulire Via Falcone.  E’ previsto anche un pic- nic  e un momento di aggregazione….

Sono belle queste iniziative e andrebbero moltiplicate: possono ricostruire un tessuto sociale sano e improntato al rispetto e alla collaborazione, oltre che far del bene al decoro della città.

Forza Napoli!

U.T.E. : buona la prima!

Ieri, prime lezioni all’ università della Terza Età (U.T.E) .

Nel quadro di un ciclo pluriennale mirato alla conoscenza dei paesi dell’ Unione Europea, molte attività dell’ anno appena iniziato avranno come fulcro l’ Ungheria, con la sua storia, la sua letteratura e la sua cultura, che fanno di questo paese un caso singolarissimo nel nostro continente. Per questo la prima lezione ci ha introdotto alla  storia di questa terra, dalla Pannonia romana all’ anno mille con le varie ondate migratorie che hanno interessato l’ Europa tutta.

Nella seconda ora invece  un medico ci ha parlato della colonna vertebrale, o meglio del rachide, illustrando con schede molto semplici  la sua conformazione e le sue degenerazioni.

E’ stato tutto molto interessante . L’ aula era piena: le donne erano molto più numerose degli uomini e questo depone a tutto favore delle donne, che non perdono la voglia di imparare e sono sempre pronte a mettersi in discussione e a migliorarsi, mentre gli uomini forse per pigrizia  preferiscono farsi una partita a carte.

Amnesty contro la pena di morte.

 

 

 

Liberiamo l'Europa dalla pena di morte!

Nina Semyonovna, madre di Andrei Burdyka, ha avuto conferma che suo figlio era stato messo a morte due mesi dopo l’esecuzione, quando le autorità le hanno detto che poteva ritirare il certificato di morte. 
Nina non ha avuto modo di dire addio a suo figlio, perché in Bielorussia le famiglie vengono informate dell’esecuzione solo settimane o mesi dopo. Non ha una tomba su cui piangere, perché in questo paese, ai familiari non viene restituito il corpo dei loro cari né viene detto dove sono stati sepolti. I prigionieri non possono prepararsi alla morte, perché sanno dell’esecuzione solo qualche minuto prima che avvenga, con un colpo di proiettile alla nuca.
In occasione della Giornata mondiale contro la pena di morte, Amnesty chiede la fine delle esecuzioni in Bielorussia, unico paese in Europa a pretendere di uccidere in nome della giustizia.

Aiutaci a liberare l’Europa dalla pena di morte >>

Ho appena firmato l’ appello, ma sento il dovere di dire che i paesi, in cui la pena di morte è più praticata ,sono la Cina e gli USA. Capisco che questi due stati sono meno facilmente condizionabili della malridotta Bielorussia , tuttavia giova sempre ricordare la realtà dei fatti.

Università della Terza Età .

Non ho potuto presenziare ai due incontri di apertura delle attività dell’ Università della Terza Età che da anni funziona qui a Erba, ma venerdì scorso ho assistito, insieme ad un’ amica, allo spettacolo allestito nel corso della stagione passata dal gruppo teatrale.

Era una commedia basata sugli equivoci , dalla trama semplice che puntava sull’ efficacia espressiva del dialetto , su battute gustose e sulla bravura degli interpreti: non mi aspettavo tanta “spontaneità” e disinvoltura da attori dilettanti. Lunghi  applausi hanno salutato la compagnia alla fine dello spettacolo.

Se il risultato della frequenza dei corsi è così apprezzabile, credo che mi iscriverò, anche se non potrò frequentare  tutte le lezioni. In particolare oltre alle conferenze di storia, letteratura, medicina ecc. sono previsti corsi di inglese, di storia dell’ arte, di canto corale, un apprezzatissimo cineforum…e altro ancora.

Credo che mi informerò per bene circa le formalità e i costi e poi deciderò che cosa seguire,

Il futuro è alle porte.

http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2011-10-07/coltivare-verticale-ecco-prime-190803.shtml?uuid=AaXP2tAE

L’ agricoltura richiede consumi elevatissimi di acqua , bene che scarseggia sempre più, ma d’ altronde l’ aumento della popolazione mondiale rende necessario aumentare anche la produzione di cibo ed ecco che cominciano a diffondersi nuovi modi di coltivare : dall’ agricoltura in vasti spazi all’ aperto si potrà passare a quella in edifici appositi, a più piani e a coltivazioni idroponiche che non abbisognano di terra. Gli esperimenti effettuati in varie parti del mondo dimostrano che questa è una sfida che vale la pena tentare per sconfiggere la fame e la povertà; queste nuove tecniche  consentirebbero di abbassare il fabbisogno di acqua per la coltivazione e diminuirebbero fortemente l’ inquinamento da fertilizzanti e antiparassitari.

                                       % _%_%_%_%_%_%_%_%_%_%_%_%_%

http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2011-10-08/casa-ecologica-sembra-farfalla-151645.shtml?uuid=AaqkjIBE

E cosa dire (Jim Tetro/U.S. Department of Energy Solar Decathlon)di questi progetti per una casa del futuro in grado di produrre energia e di sfruttare l’ acqua piovana per la coltivazione dell’ orto ,situato sul tetto, per la produzione del cibo necessario a chi la abita?

Il mondo attuale è certo in una fase di cambiamenti epocali e l’ uomo come sempre sta mettendo a punto nuove strategie per rendere possibile la continuazione della vita su questo nostro pianeta. Sarà bello e interessante seguire l’ evoluzione di questi progetti e vedere come l’ umanità saprà adattarsi a nuovi modi di vivere.

 

Ricordo: c’ era la guerra…

La guerra civile dilaniava il nostro paese e nella zona da cui provengo la contrapposizione tra i diversi gruppi belligeranti era feroce.

Mio padre,  per non aver voluto iscriversi al partito al potere, aveva dovuto inventarsi il mestiere di pollivendolo ambulante: doveva cavarsela abbastanza bene, se riusciva a mantenere una moglie e  quattro figli (io non ero ancora nata). Non era stato chiamato sotto le armi e  aveva potuto continuare a lavorare. Girava per le cascine comprando polli, conigli, uova , che poi rivendeva nei mercati dei paesi vicini o alle famiglie dei dintorni.

Una mattina, doveva essere una mattina nebbiosa e buia (almeno così me la immaginavo io ascoltando questo racconto), arrivò sull’ aia di una cascina e chiamò a gran voce, come era solito fare, la “rasdora” (la  donna più anziana del clan familiare). Nessuno però rispose al suo richiamo e la cosa gli parve strana; girò allora attorno alla casa per vedere se ci fosse qualcuno nell’ orto o nella stalla, ma non vide nessuno degli abitanti che ben conosceva….. Ad un tratto però intravide dietro i vetri di una finestra la sagoma di un uomo armato e capì che si doveva trattare di un partigiano che, probabilmente insieme ad altri compagni, aveva trovato rifugio in quella cascina isolata .

Capì di aver visto ciò che non avrebbe dovuto vedere e si allontanò cercando di mantenere la calma…. ma un pensiero lo terrorizzava: e se lo avessero preso per una spia? E se per difendere se stessi avessero deciso di eliminare un possibile pericolo?

Mentre si allontanava con la sua bicicletta sulla strada di campagna , temeva che da un momento all’ altro il silenzio sarebbe stato interrotto da uno sparo diretto proprio a lui….. ma non successe nulla e potè tornare a casa.

Dopo molti mesi, a guerra finita, incontrò un suo conoscente di un paese vicino che gli disse:

– Ricordi quella mattina , nella cascina tal dei tali? Avevano già deciso di spararti, ma io  sapevo che tu non avresti tradito e ho garantito per te…la posta in gioco era la mia vita per la tua…!-

Mio padre mi  raccontava spesso questo episodio, quando ero piccola, e ogni volta si sentiva nella sua voce e si leggeva sul suo viso prima la tensione, poi la paura e infine la commossa  gratitudine per chi gli aveva salvato la vita.