20 febbraio 1976.

Da un po’ di tempo si ripetevano momenti in cui la nascita del mio terzo figlio fosse imminente, ma poi non succedeva nulla. Il mio pancione era diventato enorme e non riuscivo quasi più ad alzarmi quando cercavo di riposare un po’ sul divano. Quel 20 febbraio, però, mi trattennero all’ospedale anche se mancavano 20 giorni alla data prevista per il lieto evento.

Alle otto circa ero in sala parto e verso le dieci era nato Paolo ! Tutto era andato per il meglio. Quando mio marito arrivò verso mezzogiorno, dopo aver portato le bambine dai nonni,  chiese in quale stanza mi avessero sistemato, ma non sapeva ancora che tutto fosse già accaduto.

Quando l’infermiera gli disse: – E’ nel letto numero tal dei tali….. è maschio! – mio marito, che era rassegnato ad avere la terza femmina, rimase un po’ stordito  e non riusciva più a trovare la stanza in cui lo stavamo aspettando. Quando arrivò era raggiante!

Paolo si rivelò un bambino molto tranquillo, come se sapesse che era necessario per la sua e mia sopravvivenza che interpretasse con cura il mestiere di bravo bebè: mangiare, dormire , crescere….