Tecnologia vs. etica.

Ci siamo tanto indignate per le condizioni di subalternità della donna nella famiglia e nella società , ci siamo tanto battute, noi donne, all’interno dei partiti e delle istituzioni per farci riconoscere diritti e dignità di cittadine a pieno titolo e non di serie B, e ora ci dicono che possiamo accettare che donne , generalmente oppresse dalla povertà, vengano ridotte a incubatrici a pagamento !!!!

Non sempre ciò che la tecnologia consente di fare, è eticamente accettabile….

E’ eticamente accettabile usare la bomba atomica o le armi batteriologiche? Così a mio avviso non può essere eticamente accettabile che una donna diventi una macchina da riproduzione e che un bimbo sia un prodotto di strani procedimenti di laboratorio, di strane commistioni di materiale biologico…

Stamattina ad EUPILIO.

barnabiti a EupilioStamattina nell’ incontro dell’ associazione “GRANIS” a Eupilio si è parlato dell’ enciclica “Laudato si’ ” , in particolare per quanto riguarda i capitoli 5 e 6.

Il relatore, don Walter Magnoni , ha preso spunto da un brano del vangelo che parla della cupidigia di chi ricerca l’ abbondanza, le ricchezze e perde il senso della precarietà dell’ esistenza. Solo la consapevolezza della nostra fragilità può indurci a vivere bene il presente.

-Riposati, bevi , mangia e divertiti – dice a se stesso a un certo punto colui che ha accumulato tanto grano nei magazzini, tanta ricchezza…..Non c’ è nulla di male nel riposare, bere, mangiare e divertirsi , ma se ci limitiamo a questo saremo inevitabilmente indotti a ripiegarci su noi stessi, perdendo la prospettiva del fare PER gli altri quello che pure è nelle nostre possibilità.

gigli di campoIl brano evangelico poi prosegue con il passo famoso che fa riferimento agli uccelli che non seminano e ai gigli che non tessono : Dio li nutre…Dio li riveste…   L’ invito alla contemplazione  e all’ascolto del creato è palese, ed è questo l’atteggiamento che ha caratterizzato il monachesimo di benedettini e francescani, che tanto hanno contribuito al miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni medioevali e rinascimentali con le loro invenzioni (mulini ad acqua e a vento, per esempio, o  monti di pietà e monti frumentari).

Nella nostra epoca è molto diffuso il consumismo compulsivo; il consumo è un modo per mettersi in relazione con gli altri, ma il suo eccesso vuole solo colmare il vuoto del cuore. Acquistare è sempre un fatto morale , oltre che economico e noi dobbiamo diventare consumatori intelligenti, consapevoli del potere che come consumatori abbiamo nei confronti delle multinazionali e del mercato in genere.

Di fronte ai problemi sociali è inutile e addirittura nocivo assumere l’atteggiamento di chi si lamenta e semina sfiducia, bisogna invece far gesti positivi e concreti nel proprio ambito sociale, bisogna fare rete per ingenerare processi di cambiamento, che richiedono però tempo. Bisogna imparare ad apprezzare le cose buone (il creato, le relazioni…) e imparare  a camminare lentamente e a riflettere sui limiti che la tecnica deve imporsi: non tutto ciò che è tecnicamente possibile  è sempre da realizzare.

Dopo l’intervallo è seguito un interessante dibattito sui punti più salienti esposti dal relatore; durante un intervento abbiamo saputo che si sta elaborando un progetto che riguarderebbe la valorizzazione della Villa Amalia di Erba: verrebbero coinvolti giovani, associazioni ed enti locali. Sarebbe un buon modo per mettere in pratica gli insegnamenti della “Laudato si’ ” : reagire allo scoraggiamento della crisi incombente con gesti pratici che, coinvolgendo tutte le risorse positive del territorio, mirino a realizzare il bene comune.

p.s. : Per la prima volta in un incontro culturale ho visto la partecipazione prevalente di uomini ….forse le donne erano a casa impegnate a preparare il pranzo domenicale….

Festa.

WP_20160227_17_01_49_Pro Stasera abbiamo festeggiato i  compleanni di Paolo, mio figlio, e  di Paola, mia nuora.

Auguro loro una lunghissima vita insieme , una vita piena di soddisfazioni e di serenità allietata da  Giovanni  e dal bimbo che sta per arrivare. Auguri, ragazzi!

Tanto rumore per nulla….

Ascoltando Radio 24 in cui veniva data la parola a un giudice dei minori, sono venuta a sapere che non c’è affatto bisogno di quel provvedimento che ha monopolizzato il dibattito politico per mesi e che è conosciuto come “Step child adoption”. Infatti la legge 149 permette al giudice di valutare caso per caso le richieste di adozione e non prevede nessun impedimento per assegnare un bambino a una coppia gay , se uno dei due partner ne è il genitore naturale.

Allora mi chiedo : perché tutto questo can can? Perché parlare di situazioni contro natura? Perché stracciarsi le vesti per la presunta mutilazione della legge votata dal senato?

Mi pare tutto talmente assurdo…..è solo per questioni di visibilità? Se un problema non esiste, perché insistere a lacerare l’ opinione pubblica invece di informarla in modo corretto? Perché disperdere tanto tempo e tante energie (e quindi soldi pubblici -i senatori e i deputati vengono pagati da noi) a parlare di un problema che non c’è? Siamo sicuri che il tempo dei nostri rappresentanti in Parlamento non potrebbe essere speso meglio?

E’ il caso di dire : tanto rumore per nulla….visto che sul riconoscimento delle coppie omosessuali c’era e c’è la maggioranza dei consensi.

The king of the Universe.

Sometime the truth lay in the words unsaid
or maybe in details they miss to tell
so open your eyes and be aware
that everytime you think you’re right
maybe you don’t know, all the truth…”

Qualche volta la verità sta nelle parole non dette o forse in dettagli dimenticati, allora apri i tuoi occhi e sii consapevole che ogni volta che pensi di aver ragione forse tu non conosci tutta la verità……

Sono le parole di una canzone…..sono parole che mi piacciono.

UTE: Noi uomini CON e PER il mondo.

ecologiaDavanti alla bellezza della natura l’ atteggiamento giusto è solo lo stupore; dare per scontato ciò che vediamo attorno a noi può indurci a non sentirci responsabili del mantenimento e della cura dell’ambiente.

Essere CON il mondo vuol dire che siamo dalla sua parte e che vogliamo prenderci cura della piccola parte di mondo cui apparteniamo. Il nostro impegno va diretto verso le piccole cose che dipendono da noi e sulle quali possiamo esercitare la nostra tutela.

L’ ecologia è problema di tutti e ci impegna a comportamenti coerenti PER il mondo. L’impegno comporta fatica, ma questa diventa più accettabile se viene condivisa: ecco allora che bisogna cercarsi degli alleati per poter fare rete e ottenere risultati  più efficaci.

Stiamo vivendo una crisi che investe aspetti ambientali, economici e sociali, ma questo non deve portarci al pessimismo: ogni crisi è un’ occasione per mettersi alla prova e uscirne migliorati . Questo atteggiamento di RESILIENZA  consente di pensare che la crisi finirà (come tutte quelle che hanno segnato ciclicamente la storia dell’umanità) e  induce a comportamenti positivi che contageranno quelli che vivono intorno a noi, creando un “circolo virtuoso”.

Come al solito la dottoressa Todaro, apprezzatissima psicopedagogista, ha  affascinato l’uditorio per due ore e gli applausi finali ne sono la prova.

Un film sul potere.

Stasera ho visto un vecchio gloriosissimo film “le mani sulla città” di Francesco Rosi. Nonostante i suoi oltre cinquant’anni questa pellicola conserva un grande fascino sia per il linguaggio cinematografico usato, sia per il tema trattato: il potere , come lo si esercita, come si maschera dietro una supposta legalità, come usa i meccanismi della democrazia per perseguire i propri fini .

Oltre a questo c’è in questo film ben evidente l’ intenzione di mettere in risalto i limiti della democrazia, che è pur sempre il miglior sistema di governo finora conosciuto, ma che induce i politici a perseguire come fine prioritario il mantenimento dei voti del proprio elettorato e a questo fine cedono il passo sia le esigenze di giustizia, che quelle di moralità, che la realizzazione del bene comune. La visione dei problemi è sempre a breve termine, non ha mai il respiro del futuro .

Di solito alla fine della proiezione dei film del martedì non c’ è dibattito, ma stasera la gente non finiva più di intervenire per commentare …..

Film : Profumi d’ Algeri.

Karima è una fotografa di successo che vive da 20 anni lontano dal suo paese e non sente alcuna voglia di tornare in quel mondo che le ricorda solo la violenza , vissuta in casa e fuori.

Ma un giorno sua madre la chiama al telefono e le chiede di tornare : deve aiutare suo fratello che si trova in prigione accusato di terrorismo. Un patto di mutuo soccorso la lega fin dall’infanzia a quel suo fratello, che ricorda con affetto e Karima torna a casa.

Suo padre, verso cui la donna nutre ancora un forte rancore, è in fin di vita ed è sempre assistito dalla madre e dalla cognata di Karima, due donne che traggono dalla loro fede e dall’ ossequio alle tradizioni la forza di perdonare i torti subiti da quel vecchio morente. Ma Karima non è lì per lui; lei vuole aiutare suo fratello condannato a morte.

Riesce ad avere un permesso per andare a visitarlo, ma trova uno sconosciuto, un fanatico, che col pretesto della fede ha seminato orrore e morte.

Karima scopre che quel mondo che lei ha voluto lasciarsi alle spalle è ora in preda a una nuova e brutale forma di violenza e non vede l’ ora di andarsene, ma incontra una ragazza , sua cugina, che si impegna per i diritti delle donne, per liberarle dal giogo cui sono state soggette da sempre e che hanno contribuito a reiterare con la loro accettazione passiva. Alla fotografa però non interessa partecipare a questa lotta che giudica senza speranza, ma poi un ultimo tragico fatto di sangue cui sfugge miracolosamente, le fa cambiare idea e si unirà alle manifestazioni di piazza delle donne .

E’ un film del  regista algerino Rachid Benhadj , interpretato da Monica Guerritore (secondo me un po’ troppo vecchia per questa parte).

In questa storia sono le donne, pur maltrattate e sottomesse, a portare avanti la vita, la famiglia, la società, in un paese in cui gli uomini pensano ad ammazzarsi per le strade; e sono le donne l’unica speranza di cambiamento : solo loro possono cambiare quel mondo islamico così lacerato in cui dalla violenza del colonialismo è nata la violenza di coloro che lo hanno combattuto, per diventare a loro volta oppressori e fomentatori di nuovo odio.

Devo dire che sono d’ accordo col regista: forza donne!!!

Letture: Il patrimonio.

Come affrontare la malattia che si sa irreversibile quando si è avanti con gli anni?
Questa è la domanda su cui il libro di Philip Roth “Il patrimonio” (ed. Einaudi super ET)mi ha indotto a riflettere.
Philip Roth è un affermato scrittore americano di origine ebraica. In questo libro racconta una storia vera, autobiografica.

Philip viene a sapere che il padre, Herman Roth, ottantaseienne pieno di voglia di vivere e dal carattere forte, ha un tumore al cervello in uno stadio molto avanzato. E’ vero, qualche tempo prima aveva avuto un periodo in cui lamentava disturbi strani, ma poi erano passati e nessuno ci aveva più pensato (credo che in Italia non sarebbe accaduto!).

Ora però Philip ha l’ingrato compito di informare il padre della situazione e di ciò che i medici consigliano per affrontarla. L’intervento sembra in un primo momento la via obbligata: i chirurghi consultati parlano di un intervento di diverse ore, di una riabilitazione lunga e difficile con il distacco di chi considera tutto questo semplice routine.
Prendere una decisione è difficile, ma le circostanze consentono allo scrittore e a suo padre di superare antiche ostilità derivanti dal carattere duro del padre, che pretendeva che anche i suoi figli avessero la sua stessa tenacia e determinazione. I rapporti più frequenti per le visite mediche e i controlli offrono ai due uomini occasioni per ascoltarsi e per comprendersi meglio. E’ durante questo periodo che l’autore ha modo di riflettere sui suoi rapporti con questo padre che non ha avuto modo di istruirsi, ma che ha lottato tutta la vita con grande tenacia per consentire alla sua famiglia una vita dignitosa e ai suoi figli di poter proseguire gli studi, cosa che a lui non era stata consentita.
Lo scrittore fa a questo punto una riflessione che resta impressa: suo padre, come tanti altri nelle sue stesse condizioni, aveva speso la sua vita e le sue energie per dare un’istruzione elevata ai suoi figli e sarà proprio quella istruzione a scavare tra padre e figli un fosso sempre più ampio. Questa considerazione mi ha colpito molto perché anche mia madre, da anziana, rimpiangeva il fatto di avermi fatto studiare, perché se non lo avessi fatto sarei certamente rimasta in paese e non sarei andata a cercare lavoro altrove: l’istruzione allontana le generazioni proiettandole su sfere culturali diverse e in luoghi diversi da quelli in cui sono nati.
Dopo molti consulti e ripensamenti, alla fine si decide che, dato che l’operazione è troppo rischiosa e non dà garanzia di riuscita, tanto vale lasciare che il male, che ha progredito lentissimamente per anni, continui a fare il suo corso. Philip cura amorevolmente il padre in ogni sua necessità e arriva a proporgli una specie di testamento biologico in cui rifiuta l’accanimento terapeutico.
Naturalmente il male prosegue il suo corso e Herman morirà con la sua mano in quella del figlio.
Ho avuto esperienza di anziani affetti da gravi malattie e ho capito che molto spesso i dottori suggeriscono interventi pesanti forse pensando più ad acquisire nuove esperienze da aggiungere al proprio curriculum e alle statistiche, che al bene dell’anziano. Essere operati ai polmoni a ottant’ anni quando si ha alle spalle una vita costellata da altre malattie, non mi pare una buona idea: serve solo ad aggiungere i tormenti dell’intervento alle sofferenze del male che procederà …comunque.
Sono anche del parere che si abbia il diritto di rifiutare cure che hanno il solo scopo di prolungare una angosciosa agonia. Credo che si abbia il diritto di vivere, ma anche il diritto di morire nel modo più naturale e dignitoso possibile.

Muslim.

– Il tuo amico si chiama Haznan? Che nome è? (intendo di quale paese sia) – E’ muslim (mussulmano)… – dice Samuele.

Sua madre allora lo rimprovera: -Non si etichettano le persone per la loro religione; ognuno ha diritto a professare quella che preferisce senza per questo essere indicato come diverso…-

Già da bambini nasce la tentazione di separare, di dividere , di far sentire diverso chi non è omologato alla maggioranza, ma questo è un veleno che i bambini assorbono  nell’ aria che respirano…ed è così che comincia a nascere quel disagio che può sfociare in odio….